Prostatite cronica abatterica
Salve, sono un ragazzo di 30 anni affetto da prostatite cronica abatterica ormai da un anno. Ho effettuato qualsiasi tipo di test possibile per rilevare qualche batterio che abbia scatenato questa infiammazione, ma niente misteriosamente tutti gli esami sono risultati negativi. Mi sono stati prescritti comunque lo stesso antibiotici come Bassado e plurifloxacina per tre cicli ciascuno di 20 giorni; integratori di ogni genere contenenti serenoa repens, bromelina e quercetina e quando il dolore è forte oki, flomax o tachipirina.
Esami del sangue tutto ok, uroflussometria ok (nei limiti nella norma), spermiogramma ok; l' ecografia transerettale della prostata invece mostra una stato infiammatorio congestizio con calcificazioni prevalentemente a sx e vescicole seminali lievemente dilatate. Sono più di 12 mesi ormai che sono in questo stato, qualcosa è migliorato rispetto a quest'estate, ma i dolori perineali, all'interno delle cosce, ai glutei, ai testicoli e all'interno del pene (difficoltà dell'erezione a causa del dolore) sono insopportabili e aumentano durante l'arco della giornata e quando sono nella posizione seduta (sedia o macchina). Seguo una dieta perfetta priva di cibi piccanti alcolici e super alcolici; effettuto quotidianamente una mezz'oretta di camminata veloce, non fumo e non bevo caffè e vado regolare di corpo. L'unica cosa che soffro un pò di emorroidi da sempre, ma che sono peggiorate con l'infiammazione prostatica.
La mia domanda è : come mai questi dolori non se ne vanno ? Perchè la prostata continua ad essere infiammata ormai da un anno? (L'ho provate davvero tutte, tanti visite, tanti farmaci ma scarsi risultati). Ho sentito parlare di un trammento fisico che potrebbe migliorare la situazione, sempre associato a farmaci antinfiammatori ed integratori: Il Protocollo Stanford sviluppato nel 1996 dal professore di urologia Rodney Anderson e dallo psicologo David Wise della Stanford University che si baserebbe sulla fisioterapia basata sull'individuazione di trigger point all'interno del pavimento pelvico e sulla parete addominale ed esercizi di stretching che aiuterebbero ad ottenere un maggiore rilassamento del pavimento pelvico e quindi a migliorare il problema di questi dolori davvero invalidanti per la qualità della vita.
POTREBBE DAVVERO QUESTA TERAPIA MIGLIORARE IL MIO STATO?
Cordiali saluti
Cordiali Saluti
Esami del sangue tutto ok, uroflussometria ok (nei limiti nella norma), spermiogramma ok; l' ecografia transerettale della prostata invece mostra una stato infiammatorio congestizio con calcificazioni prevalentemente a sx e vescicole seminali lievemente dilatate. Sono più di 12 mesi ormai che sono in questo stato, qualcosa è migliorato rispetto a quest'estate, ma i dolori perineali, all'interno delle cosce, ai glutei, ai testicoli e all'interno del pene (difficoltà dell'erezione a causa del dolore) sono insopportabili e aumentano durante l'arco della giornata e quando sono nella posizione seduta (sedia o macchina). Seguo una dieta perfetta priva di cibi piccanti alcolici e super alcolici; effettuto quotidianamente una mezz'oretta di camminata veloce, non fumo e non bevo caffè e vado regolare di corpo. L'unica cosa che soffro un pò di emorroidi da sempre, ma che sono peggiorate con l'infiammazione prostatica.
La mia domanda è : come mai questi dolori non se ne vanno ? Perchè la prostata continua ad essere infiammata ormai da un anno? (L'ho provate davvero tutte, tanti visite, tanti farmaci ma scarsi risultati). Ho sentito parlare di un trammento fisico che potrebbe migliorare la situazione, sempre associato a farmaci antinfiammatori ed integratori: Il Protocollo Stanford sviluppato nel 1996 dal professore di urologia Rodney Anderson e dallo psicologo David Wise della Stanford University che si baserebbe sulla fisioterapia basata sull'individuazione di trigger point all'interno del pavimento pelvico e sulla parete addominale ed esercizi di stretching che aiuterebbero ad ottenere un maggiore rilassamento del pavimento pelvico e quindi a migliorare il problema di questi dolori davvero invalidanti per la qualità della vita.
POTREBBE DAVVERO QUESTA TERAPIA MIGLIORARE IL MIO STATO?
Cordiali saluti
Cordiali Saluti
[#1]
Caro Utente
la diagnosi di prostatite cronica abatterica (tipo IIIA o IIIB secondo la classificazione del NIH (equivale al MInistero della Sanità Americano)è una delle diagnosi più frustranti sia per il paziente che per il medico. In realtà la sua situazione la inquadrerei più specificamente nella sindrome CPPS il cui acronimo significa Sindrome dolorosa cronica del pavimento pelvico. Tale situazione, che fà seguito o meno, ad una precedente prostatite batterica, può avere molteplici eziologie, da situazioni di autoimmunità ad infiammazioni reattive dei nervi pudendi. Si faccia visitare da uno specialista del pavimento pelvico.
Cordiali Saluti
la diagnosi di prostatite cronica abatterica (tipo IIIA o IIIB secondo la classificazione del NIH (equivale al MInistero della Sanità Americano)è una delle diagnosi più frustranti sia per il paziente che per il medico. In realtà la sua situazione la inquadrerei più specificamente nella sindrome CPPS il cui acronimo significa Sindrome dolorosa cronica del pavimento pelvico. Tale situazione, che fà seguito o meno, ad una precedente prostatite batterica, può avere molteplici eziologie, da situazioni di autoimmunità ad infiammazioni reattive dei nervi pudendi. Si faccia visitare da uno specialista del pavimento pelvico.
Cordiali Saluti
Prof. Federico Guercini
www.prostatitis2000.org
[#2]
Gentile lettore,
non si butti su terapie particolari, senza sentire in diretta prima il suo urologo di riferimento.
Nel frattempo, se poi desidera avere altre notizie più dettagliate su tali problematiche urologiche ed andrologiche a livello della ghiandola prostatica, le consiglio di consultare, se non ancora fatto, anche gl’articoli pubblicati sempre sul nostro sito e visibili agl'indirizzi:
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html,
https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html .
Un cordiale saluto.
non si butti su terapie particolari, senza sentire in diretta prima il suo urologo di riferimento.
Nel frattempo, se poi desidera avere altre notizie più dettagliate su tali problematiche urologiche ed andrologiche a livello della ghiandola prostatica, le consiglio di consultare, se non ancora fatto, anche gl’articoli pubblicati sempre sul nostro sito e visibili agl'indirizzi:
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html,
https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html .
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta M.D.
http://andrologiamedica.org/prenota-consulto-online/
https://centrodemetra.com/prenota-consulto-online/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 9.3k visite dal 30/01/2013.
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