Clamidia io positivo lei no
Buongiorno a dottori.
innanzitutto ringrazio anticipatamente chiunque voglia redimere questi miei dubbi
questi sono i dati
20 dicembre 2012: inizio leggero fastidio alla pressione e all'eiaculazione lungo l'asta del pene all'interno ( uretra ? )
25 dicembre : prima moderata fuoriuscita di liquido leggermente opaco dal prepuzio
che continua anche nei giorni successivi in piccolissime quantità e solo dietro spremitura al mattino, dopo qualche giorno mi reco al' laboratorio di analisi e eseguo tampone uretrale standard + ricerca di clamidia, ureoplasma ecc
risultato ricerca : CLAMIDIA POSITIVO
alche inizio a scervellarmi ovviamente su come possa aver contratto questa infezione visto che fino ad ora non ho mai avuto nessun tipo di malattia venerea nonostante la vita sessuale nel corso degli anni molto attiva e promiscua
la cosa strana però è che negli ultimi 6 mesi sono stato assolutamente monogamo
e ho fatto sesso solo con la mia nuova fidanzata da cui appunto sto insieme da circa 6 mesi, ovviamente iniziano a partire i mille dubbi visto che leggo quasi ovunque che la clamidia è una mst e molto difficilmente si trasmette nella vita giornaliera
io vorrei fidarmi della mia partner in quanto siamo molto innamorati e lei soprattutto lo dimostra ogni giorno,
Oltretutto degli ultimi due mesi prima dei miei sintomi posso essere più che sicuro
in quanto abbiamo iniziato a convivere e per una serie di eventi passiamo insieme 24 ore su 24, quindi escludo a priori un eventuale tradimento negli ultimi due mesi,
oltretutto lei ha eseguito a sua volta il tampone cervicale , ed è risultata negativa la ricerca della clamidia ecc.., ma ho letto spesso che i falsi negativi sono molto probabili nelle donne ,
Le mie domande sono queste e vi prego di rispondermi se vi va, in maniera scientifica senza menzionare la psicologia di coppia ecc..,
1°quali sono le tempisitche di contagio della clamidia , nel senso leggo che i primi sintomi ( se ci sono si manifestano nell uomo in media dopo 1 settimana 10 gg, dal contatto
2° se per esempio uno dei partner ha rapporti con un terzo infetto, diventa da subito contagioso per altri in quanto ospite del microorganismo, o comunque per essere contagioso deve prima superare il periodo sopramenzionato ( di incubazione)
3° è possibile che un dei due , ( presumibilmente io, in quanto stando ai tamponi sono quello risultato positivo e sintomatico, avesse gia da tempo la clamidia in stato asintomatico e in seguito ad un temporaneo abbassamento dell'immunità, abbia sviluppato i sintomi ?
mi scuso dell particolarità delle domande , ma purtroppo penso mi capiate c'è di mezzo un valore molto importante la fiducia del partner
chiudo dicendo che nonostante l'esito di negatività del partner per evitare l'effetto ping pong, ci stiamo curando entrambe con BASSADO 1 CPR X 15 GIORNI
ma stiamo comunque continuando la nostra vita sessuale , è un problema ?
ringrazio tutti della gradita collaborazione e cortesia
cordiali saluti
innanzitutto ringrazio anticipatamente chiunque voglia redimere questi miei dubbi
questi sono i dati
20 dicembre 2012: inizio leggero fastidio alla pressione e all'eiaculazione lungo l'asta del pene all'interno ( uretra ? )
25 dicembre : prima moderata fuoriuscita di liquido leggermente opaco dal prepuzio
che continua anche nei giorni successivi in piccolissime quantità e solo dietro spremitura al mattino, dopo qualche giorno mi reco al' laboratorio di analisi e eseguo tampone uretrale standard + ricerca di clamidia, ureoplasma ecc
risultato ricerca : CLAMIDIA POSITIVO
alche inizio a scervellarmi ovviamente su come possa aver contratto questa infezione visto che fino ad ora non ho mai avuto nessun tipo di malattia venerea nonostante la vita sessuale nel corso degli anni molto attiva e promiscua
la cosa strana però è che negli ultimi 6 mesi sono stato assolutamente monogamo
e ho fatto sesso solo con la mia nuova fidanzata da cui appunto sto insieme da circa 6 mesi, ovviamente iniziano a partire i mille dubbi visto che leggo quasi ovunque che la clamidia è una mst e molto difficilmente si trasmette nella vita giornaliera
io vorrei fidarmi della mia partner in quanto siamo molto innamorati e lei soprattutto lo dimostra ogni giorno,
Oltretutto degli ultimi due mesi prima dei miei sintomi posso essere più che sicuro
in quanto abbiamo iniziato a convivere e per una serie di eventi passiamo insieme 24 ore su 24, quindi escludo a priori un eventuale tradimento negli ultimi due mesi,
oltretutto lei ha eseguito a sua volta il tampone cervicale , ed è risultata negativa la ricerca della clamidia ecc.., ma ho letto spesso che i falsi negativi sono molto probabili nelle donne ,
Le mie domande sono queste e vi prego di rispondermi se vi va, in maniera scientifica senza menzionare la psicologia di coppia ecc..,
1°quali sono le tempisitche di contagio della clamidia , nel senso leggo che i primi sintomi ( se ci sono si manifestano nell uomo in media dopo 1 settimana 10 gg, dal contatto
2° se per esempio uno dei partner ha rapporti con un terzo infetto, diventa da subito contagioso per altri in quanto ospite del microorganismo, o comunque per essere contagioso deve prima superare il periodo sopramenzionato ( di incubazione)
3° è possibile che un dei due , ( presumibilmente io, in quanto stando ai tamponi sono quello risultato positivo e sintomatico, avesse gia da tempo la clamidia in stato asintomatico e in seguito ad un temporaneo abbassamento dell'immunità, abbia sviluppato i sintomi ?
mi scuso dell particolarità delle domande , ma purtroppo penso mi capiate c'è di mezzo un valore molto importante la fiducia del partner
chiudo dicendo che nonostante l'esito di negatività del partner per evitare l'effetto ping pong, ci stiamo curando entrambe con BASSADO 1 CPR X 15 GIORNI
ma stiamo comunque continuando la nostra vita sessuale , è un problema ?
ringrazio tutti della gradita collaborazione e cortesia
cordiali saluti
[#1]
Gentile Signore,
in genere si cerca di "dirimere" i dubbi ... mentre i suoi sono certamente da "redimere", poiché ci pare che gli stessi la stiano portando a pensieri e considerazioni che le tolgono la serenità senza alcun valido motivo!
Premesso che il contagio da Chlamydia sia principalmente - ancorché non esclusivamente - venereo, riteniamo che quanto lei correttamente espime al punto 3° delle sue considerazioni sia l'ipotesi più verosimile. Al di là di questo, in medicina non vi sono certezze assolute, ma d'altronde nella vita non ve ne è forse una sola? Pertanto, non si crucci più di tanto, anzi si feliciti che una breve cura antibiotica stia risolvendo il problema. Nel frattempo, nonostante che anche la sua partner stia assumendo la terapia, consiglieremmo che i rapporti siano protetti per qualche tempo.
Saluti
in genere si cerca di "dirimere" i dubbi ... mentre i suoi sono certamente da "redimere", poiché ci pare che gli stessi la stiano portando a pensieri e considerazioni che le tolgono la serenità senza alcun valido motivo!
Premesso che il contagio da Chlamydia sia principalmente - ancorché non esclusivamente - venereo, riteniamo che quanto lei correttamente espime al punto 3° delle sue considerazioni sia l'ipotesi più verosimile. Al di là di questo, in medicina non vi sono certezze assolute, ma d'altronde nella vita non ve ne è forse una sola? Pertanto, non si crucci più di tanto, anzi si feliciti che una breve cura antibiotica stia risolvendo il problema. Nel frattempo, nonostante che anche la sua partner stia assumendo la terapia, consiglieremmo che i rapporti siano protetti per qualche tempo.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
La ringrazio calorosamente dottore
Come gia acevo anticipato la componente psicologica in queste vicende gioca un ruolo da protagonista purtroppo ... ma é haimeè inevitabile .
Per questo ho chiesto un analisi puramente scientifica delle possibilitá e delle tempistiche di questa infezione , pur consapevole che in medicina non c'è certezza assoluta se non la morte
Ma si deve comunque fare affidamento ad una letteratura medica che per fortuna esiste
Quindi vorrei ribadire il mio secondo quesito
2° se per esempio uno dei partner ha rapporti con un terzo infetto, diventa da subito contagioso per gli altri in quanto ospite del microorganismo, o comunque per essere contagioso deve prima superare il periodo sopramenzionato ( di incubazione) e sviluppare l' infezione ?
Sarei veramente molto grato a lei e chi volesse approfondire questo punto per me molto importante
Grazie mille
Come gia acevo anticipato la componente psicologica in queste vicende gioca un ruolo da protagonista purtroppo ... ma é haimeè inevitabile .
Per questo ho chiesto un analisi puramente scientifica delle possibilitá e delle tempistiche di questa infezione , pur consapevole che in medicina non c'è certezza assoluta se non la morte
Ma si deve comunque fare affidamento ad una letteratura medica che per fortuna esiste
Quindi vorrei ribadire il mio secondo quesito
2° se per esempio uno dei partner ha rapporti con un terzo infetto, diventa da subito contagioso per gli altri in quanto ospite del microorganismo, o comunque per essere contagioso deve prima superare il periodo sopramenzionato ( di incubazione) e sviluppare l' infezione ?
Sarei veramente molto grato a lei e chi volesse approfondire questo punto per me molto importante
Grazie mille
[#3]
Gentile Signore,
per rispondere al suo quesito ... se uno dei due partner ha rapporti con un terzo infetto, le possibilità di contagio sono tutt'altro che certe, anzi diremmo pure che sono piuttosto basse. In soggetti normali vi sono infatti le efficientissime difese immunitarie, oltre alle poderose barriere cutanee e mucose, in grado di respingere o debellare sul nascere una gran parte degli attacchi da parte di agenti infettivi. Da questo si deduce che è assolutamente irragionevole sospettare un solo rapporto "a rischio", poichè in effetti potrebbero esservene stati un numero imprecisato. Come spesso accade, è il paradosso che aiuta a ricondurre il pensiero nei limiti della ragione e questo la deve convincere a vivere sereno e "redimere" ogni inutile dubbio.
Saluti
per rispondere al suo quesito ... se uno dei due partner ha rapporti con un terzo infetto, le possibilità di contagio sono tutt'altro che certe, anzi diremmo pure che sono piuttosto basse. In soggetti normali vi sono infatti le efficientissime difese immunitarie, oltre alle poderose barriere cutanee e mucose, in grado di respingere o debellare sul nascere una gran parte degli attacchi da parte di agenti infettivi. Da questo si deduce che è assolutamente irragionevole sospettare un solo rapporto "a rischio", poichè in effetti potrebbero esservene stati un numero imprecisato. Come spesso accade, è il paradosso che aiuta a ricondurre il pensiero nei limiti della ragione e questo la deve convincere a vivere sereno e "redimere" ogni inutile dubbio.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 24.1k visite dal 20/01/2013.
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