Possibile uretrite dopo rapporto orale scoperto
Buongiorno,
a seguito di un rapporto occasionale( orale - attivo e passivo - non protetto, penetrazione protetta da condom) durante il mese di Agosto, a distanza di circa 1 settimana dal fatto ho iniziato ad avvertire fastidio alla punta del pene, accompagnato da una sensazione di prurito in corrispondenza del meato uretrale. Premetto che non ho mai accusato alcun disturbo durante la minzione in sè, il prurito e il leggero fastidio si sono sempre presentati al di fuori di essa procurandomi nella maggior parte dei casi dei pruriti e dei leggeri bruciori intermittenti, della durata di pochi secondi ciascuno, che scompaiono autonomamente.
A seguito del rapporto ricevuto mi faccio visitare 10 giorni dopo (inizio Settembre) presso il centro MTS della mia città dove mi fanno un tampone uretrale che dà esito negativo per gonorrea, micoplasma, ureaplasma e clamidia (metodica di indagine per clamidia: amplificazione genica). Poichè in sede di visita, parlando con l'infettivologa, confesso di avere da qdiversi mesi delle piccole perdite post-minzionali (completamente scorrelate dall'episodio di Agosto), mi viene suggerito di effettuare una visita urologica per dipanare qualsiasi dubbio, confortandomi sul fatto che la fellatio ricevuta non ha provocato alcunchè e di non allarmarmi.
Prenoto una visita urologica (Ottobre) dove eseguo ecografia alla vescica, pre e post svuotamento, ecografia ai testicoli e faccio presente anche all'urologo della fellatio ricevuta sottoponendogli i risultati del tampone. Gli esami tutto ok, esplorazione rettale e prostata a posto; eseguo inoltre un'urinocoltura che dà esito negativo. Lo sgocciolamento potrebbe essere causato dalla mia eccessiva sedentarietà (da 2 anni non pratico più nessuno sport) e mi consiglia di allenare i muscoli del bacino/schiena con un po' di moto. A suo dire il tampone ha già dato risultati confortanti, se mi fa stare bene mi consiglia comunque di farne un altro per chiudere definitivamente la faccenda. Cosa che faccio a distanza di una settimana, dove eseguo un nuovo tampone presso un laboratorio analisi privato. Anche in questo caso tutto negativo per gonorrea, micoplasma, ureaplasma, e clamidia (metodica di indagine per clamidia: immunofluorescenza diretta).
Vi scrivo poichè a distanza di quasi 4 mesi ho ancora dei piccoli e isolati episodi di bruciore alla punta del pene. Ho letto che la clamidia, che in molti casi dà questi sintomi, difficilmente viene trasmessa con rapporti orali sprotetti. In ogni caso i due tamponi che ho fatto dovrebbero parlare chiaro, è corretto? Le mie preoccupazioni risiedono soprattutto nella paura di poter trasmettere qualcosa alla mia attuale partner, con la quale ho rapporti completi non protetti. A vostro avviso posso stare sicuro? Ho notato che l'ansia fa brutti scherzi, più ci penso e più sembra che i bruciori arrivino a comando.
Vi ringrazio in anticipo per la disponibilità e le risposte che mi darete, e per l'utilissimo servizio che offrite.
Cordialmente, L.
a seguito di un rapporto occasionale( orale - attivo e passivo - non protetto, penetrazione protetta da condom) durante il mese di Agosto, a distanza di circa 1 settimana dal fatto ho iniziato ad avvertire fastidio alla punta del pene, accompagnato da una sensazione di prurito in corrispondenza del meato uretrale. Premetto che non ho mai accusato alcun disturbo durante la minzione in sè, il prurito e il leggero fastidio si sono sempre presentati al di fuori di essa procurandomi nella maggior parte dei casi dei pruriti e dei leggeri bruciori intermittenti, della durata di pochi secondi ciascuno, che scompaiono autonomamente.
A seguito del rapporto ricevuto mi faccio visitare 10 giorni dopo (inizio Settembre) presso il centro MTS della mia città dove mi fanno un tampone uretrale che dà esito negativo per gonorrea, micoplasma, ureaplasma e clamidia (metodica di indagine per clamidia: amplificazione genica). Poichè in sede di visita, parlando con l'infettivologa, confesso di avere da qdiversi mesi delle piccole perdite post-minzionali (completamente scorrelate dall'episodio di Agosto), mi viene suggerito di effettuare una visita urologica per dipanare qualsiasi dubbio, confortandomi sul fatto che la fellatio ricevuta non ha provocato alcunchè e di non allarmarmi.
Prenoto una visita urologica (Ottobre) dove eseguo ecografia alla vescica, pre e post svuotamento, ecografia ai testicoli e faccio presente anche all'urologo della fellatio ricevuta sottoponendogli i risultati del tampone. Gli esami tutto ok, esplorazione rettale e prostata a posto; eseguo inoltre un'urinocoltura che dà esito negativo. Lo sgocciolamento potrebbe essere causato dalla mia eccessiva sedentarietà (da 2 anni non pratico più nessuno sport) e mi consiglia di allenare i muscoli del bacino/schiena con un po' di moto. A suo dire il tampone ha già dato risultati confortanti, se mi fa stare bene mi consiglia comunque di farne un altro per chiudere definitivamente la faccenda. Cosa che faccio a distanza di una settimana, dove eseguo un nuovo tampone presso un laboratorio analisi privato. Anche in questo caso tutto negativo per gonorrea, micoplasma, ureaplasma, e clamidia (metodica di indagine per clamidia: immunofluorescenza diretta).
Vi scrivo poichè a distanza di quasi 4 mesi ho ancora dei piccoli e isolati episodi di bruciore alla punta del pene. Ho letto che la clamidia, che in molti casi dà questi sintomi, difficilmente viene trasmessa con rapporti orali sprotetti. In ogni caso i due tamponi che ho fatto dovrebbero parlare chiaro, è corretto? Le mie preoccupazioni risiedono soprattutto nella paura di poter trasmettere qualcosa alla mia attuale partner, con la quale ho rapporti completi non protetti. A vostro avviso posso stare sicuro? Ho notato che l'ansia fa brutti scherzi, più ci penso e più sembra che i bruciori arrivino a comando.
Vi ringrazio in anticipo per la disponibilità e le risposte che mi darete, e per l'utilissimo servizio che offrite.
Cordialmente, L.
[#1]
Gentile Giovanotto,
l'ansia fa davvero dei pessimi scherzi ... Direi che i ripetuti controlli accompagnati da esami appropriati, sempre risultati negativi devono consentire la massima tranquillità. Senza alcun motivo valido, lei si sente in colpa per un fatto che molto probabilmente non è stato neanche causa dei disturbi iniziali. Stia dunque sereno, si faccia magari ricontrollare da un nostro Collega, fra qualche tempo.
Saluti
l'ansia fa davvero dei pessimi scherzi ... Direi che i ripetuti controlli accompagnati da esami appropriati, sempre risultati negativi devono consentire la massima tranquillità. Senza alcun motivo valido, lei si sente in colpa per un fatto che molto probabilmente non è stato neanche causa dei disturbi iniziali. Stia dunque sereno, si faccia magari ricontrollare da un nostro Collega, fra qualche tempo.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Ex utente
Buonasera dottore e grazie per l'immediata risposta.
Ha ragione lei, l'ansia e i sensi di colpa giocano davvero brutti scherzi. I miei dubbi sono recentemente ricomparsi per via dei bruciori che, seppur lievi, ogni tanto tendono a riapparire. Vorrei tranquillizzarmi sui risultati dei tamponi soprattutto per quanto riguarda la clamidia, visto che leggo da una parte che il metodo dell'immunofluorescenza diretta non è il più sensibile e che il primo tampone effettuato (con metodica di amplificazione genica) era stato fatto dopo aver urinato da circa 1 ora (la dottoressa mi ha detto che non era necessario aver avuto l'ultima minzione parecchie ore prima, mentre leggo su internet che in molti consigliano di presentarsi al tampone almeno 3-4 ore dopo dall'ultima minzione).
Come vede leggendo parecchie informazioni discordanti e diversi pareri su internet rimango sempre più nel dubbio e continuo a farmi delle domande in merito agli esami già fatti.
Grazie ancora!
Ha ragione lei, l'ansia e i sensi di colpa giocano davvero brutti scherzi. I miei dubbi sono recentemente ricomparsi per via dei bruciori che, seppur lievi, ogni tanto tendono a riapparire. Vorrei tranquillizzarmi sui risultati dei tamponi soprattutto per quanto riguarda la clamidia, visto che leggo da una parte che il metodo dell'immunofluorescenza diretta non è il più sensibile e che il primo tampone effettuato (con metodica di amplificazione genica) era stato fatto dopo aver urinato da circa 1 ora (la dottoressa mi ha detto che non era necessario aver avuto l'ultima minzione parecchie ore prima, mentre leggo su internet che in molti consigliano di presentarsi al tampone almeno 3-4 ore dopo dall'ultima minzione).
Come vede leggendo parecchie informazioni discordanti e diversi pareri su internet rimango sempre più nel dubbio e continuo a farmi delle domande in merito agli esami già fatti.
Grazie ancora!
[#3]
Gentile Giovanotto,
tenga conto che il sintomo piú comune nelle infezioni da Chlamydia é la secrezione uretrale trasparente e collosa, simile al liquido pre-ejaculatorio. Il bruciore non legato alla minzione è più difficile da interpretare. Faccia attenzione all'uso troppo intensivo di detergenti intimi aggressivi. Acqua fresca e sapone neutro una- due volte al giorno sono piú che sufficienti.
Saluti
tenga conto che il sintomo piú comune nelle infezioni da Chlamydia é la secrezione uretrale trasparente e collosa, simile al liquido pre-ejaculatorio. Il bruciore non legato alla minzione è più difficile da interpretare. Faccia attenzione all'uso troppo intensivo di detergenti intimi aggressivi. Acqua fresca e sapone neutro una- due volte al giorno sono piú che sufficienti.
Saluti
[#4]
Ex utente
Buonasera dottore,
Grazie ancora per la sua disponibilità. Un'ultima cosa: queste secrezioni collose in quali momenti della Giornata sono più facili da notar La mattina al risveglio ad esempio? Perché magari capita di trovarsi la punta del pene umida in seguito alla masturbazione (qualche ora dopo ad esempio) ed è pertanto difficile differenziarle dal liquido pre eiaculatorio. In ultimo: è possibile che a 4 mesi dalla distanza del presunto contagio si abbiano ancora tali secrezioni?
Mi scuso per l'insistenza nel porle simili quesiti ma sono domande chè l'ansia spesso mi costringe a farmi.
Buona serata, L.
Grazie ancora per la sua disponibilità. Un'ultima cosa: queste secrezioni collose in quali momenti della Giornata sono più facili da notar La mattina al risveglio ad esempio? Perché magari capita di trovarsi la punta del pene umida in seguito alla masturbazione (qualche ora dopo ad esempio) ed è pertanto difficile differenziarle dal liquido pre eiaculatorio. In ultimo: è possibile che a 4 mesi dalla distanza del presunto contagio si abbiano ancora tali secrezioni?
Mi scuso per l'insistenza nel porle simili quesiti ma sono domande chè l'ansia spesso mi costringe a farmi.
Buona serata, L.
[#5]
Gentile Giovanotto,
le secrezioni sono ovviamente continue e tendono anche a macchiare gli indumenti intimi, pertanto è difficile non accorgersene. Quattro mesi sono più che abbastanza per smettere di preoccuparsi e dedicare le proprie attenzioni a qualcosa di più piacevole. Si faccia comunque controllare da un nostro Collega, tra qualche tempo.
Saluti.
le secrezioni sono ovviamente continue e tendono anche a macchiare gli indumenti intimi, pertanto è difficile non accorgersene. Quattro mesi sono più che abbastanza per smettere di preoccuparsi e dedicare le proprie attenzioni a qualcosa di più piacevole. Si faccia comunque controllare da un nostro Collega, tra qualche tempo.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 12.7k visite dal 04/01/2013.
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