Prostatite batterica ricorrente
Salve, soffro dal settembre scorso di vari sintomi delle basse vie urinarie. Una prima infezione da Enterococcus faecalis rilevata con urinocoltura è stata trattata per dieci giorni con nitrofurantoina 100 mg 4 volte al giorno, con attenuazione parziale e discontinua dei sintomi.
Un secondo esame delle urine ha dato esito negativo, ma la concomitante spermiocoltura ha rilevato la presenza di Gardnerella vaginalis, trattata nel mese di ottobre con 1 g di Ceftazidima i.m. due volte al giorno per sei giorni. Terminata la terapia, a un primo miglioramento durato una settimana circa, ha fatto seguito la ricomparsa di vari sintomi: febbricola (anche 37,7°) spossatezza, senso di costrizione ai testicoli, lievissimo bruciore alla punta del pene.
Gli ultimi esami, effettuati all'inizio di novembre, hanno riscontrato la scomparsa - spero definitiva - della Gardnerella, ma con colture positive (sia delle urine sia del liquido seminale) all'Enterococco fecale, che sembra perciò ripresentarsi periodicamente: oltre all'episodio di settembre scorso, già un anno fa mi era stato diagnosticato, e curato con un antibiotico (l'ampicillina) al quale ora è divenuto per di più resistente.
Attualmente sono in terapia con Bactrim, 2 cp/die per 16 gg., ma giunto a metà della cura non riscontro particolari miglioramenti.
Aggiungo inoltre che da circa due anni assumo alfalitici (attualmente terazosina) dato il quadro clinico di calcificazioni prostatiche con modesto residuo urinario.
Premettendo che so bene che soltanto un'ulteriore visita urologica effettuata a seguito di nuovi esami potrà stabilire il da farsi, sarei però interessato a sapere quali sono in generale i protocolli che si adottano in casi come questi e se, ad esempio, sono previste terapie antibiotiche endovenose.
Grazie
Vittorio
Un secondo esame delle urine ha dato esito negativo, ma la concomitante spermiocoltura ha rilevato la presenza di Gardnerella vaginalis, trattata nel mese di ottobre con 1 g di Ceftazidima i.m. due volte al giorno per sei giorni. Terminata la terapia, a un primo miglioramento durato una settimana circa, ha fatto seguito la ricomparsa di vari sintomi: febbricola (anche 37,7°) spossatezza, senso di costrizione ai testicoli, lievissimo bruciore alla punta del pene.
Gli ultimi esami, effettuati all'inizio di novembre, hanno riscontrato la scomparsa - spero definitiva - della Gardnerella, ma con colture positive (sia delle urine sia del liquido seminale) all'Enterococco fecale, che sembra perciò ripresentarsi periodicamente: oltre all'episodio di settembre scorso, già un anno fa mi era stato diagnosticato, e curato con un antibiotico (l'ampicillina) al quale ora è divenuto per di più resistente.
Attualmente sono in terapia con Bactrim, 2 cp/die per 16 gg., ma giunto a metà della cura non riscontro particolari miglioramenti.
Aggiungo inoltre che da circa due anni assumo alfalitici (attualmente terazosina) dato il quadro clinico di calcificazioni prostatiche con modesto residuo urinario.
Premettendo che so bene che soltanto un'ulteriore visita urologica effettuata a seguito di nuovi esami potrà stabilire il da farsi, sarei però interessato a sapere quali sono in generale i protocolli che si adottano in casi come questi e se, ad esempio, sono previste terapie antibiotiche endovenose.
Grazie
Vittorio
[#1]
Caro signore,
il fatto che assume alfa-litici indica che lei ha qualche difficoltà ad urinare, la qual cosa potrebbe essere alla base della recrudescenza dei suooi problemi. Ok per visita urologica, poichè solo da quella si può vedere come vanno veramente le cose, indicherei che una ecografia dell' apparato urinario ed una uroflussometria potrebbero andare bene per valutare come urina. In base a questo ed allla visita si vedrà che fare.
il fatto che assume alfa-litici indica che lei ha qualche difficoltà ad urinare, la qual cosa potrebbe essere alla base della recrudescenza dei suooi problemi. Ok per visita urologica, poichè solo da quella si può vedere come vanno veramente le cose, indicherei che una ecografia dell' apparato urinario ed una uroflussometria potrebbero andare bene per valutare come urina. In base a questo ed allla visita si vedrà che fare.
[#4]
Ex utente
Salve, mi rifaccio vivo dopo un bel po' con qualche aggiornamento.
A quanto pare, ogni terapia antibiotica ottiene l'effetto di eliminare il batterio incriminato, ma nel frattempo ne subentra un altro, evidentemente resistente al principio attivo con cui, di volta in volta, vengo curato.
Da ultimo sono riuscito a eliminare l'Enterococco fecale con una terapia di Targosid (massacrante: 39,1° di febbre e orticaria, poi curata con cortisone e antistaminici); alla coltura successiva si è rilevata infezione da Escherichia coli, sia nel liquido seminale, sia nelle urine.
L'urologo nel prescrivermi il Targosid a dicembre mi ha effettuato una visita scrupolosa comprensiva di ecografia, ed è convinto che ci sia un passaggio, evidentemente costante, di batteri dall'intestino alla prostata.
Cosa si può fare?
A quanto pare, ogni terapia antibiotica ottiene l'effetto di eliminare il batterio incriminato, ma nel frattempo ne subentra un altro, evidentemente resistente al principio attivo con cui, di volta in volta, vengo curato.
Da ultimo sono riuscito a eliminare l'Enterococco fecale con una terapia di Targosid (massacrante: 39,1° di febbre e orticaria, poi curata con cortisone e antistaminici); alla coltura successiva si è rilevata infezione da Escherichia coli, sia nel liquido seminale, sia nelle urine.
L'urologo nel prescrivermi il Targosid a dicembre mi ha effettuato una visita scrupolosa comprensiva di ecografia, ed è convinto che ci sia un passaggio, evidentemente costante, di batteri dall'intestino alla prostata.
Cosa si può fare?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.5k visite dal 19/11/2012.
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