Complicanze post operatorie
Gentili dottori,
ho 60 anni , da più di 10 anni a causa di I.P.B. ho avuto difficoltà e scarsità di minzione sempre maggiori senza peraltro mai manifestazione di dolori o bruciori.
Nel mese di dicembre ’07 sono stato sottoposto a resezione endoscopica della prostata e del collo vescicale.
Diagnosi esame istologico: frammenti multipli di prostata come da resezione endoscopica trans-uretrale sede di iperplasia adenomiomatosa.
Da subito dopo l’intervento ho avuto problemi di frequenza e scarsità di minzione senza dolori o bruciori e senza difficoltà ad iniziare la minzione.
Dopo 40 giorni dall’intervento la cistoscopia rilevava infiammazione e ferite non rimarginate mentre l’urinocoltura ha evidenziato la presenza di E. Coli ( 1.000.000 C.F.U.).
Dopo cicli di antibiotici ( prima Noroxin 400 mg e poi Ciproxin 1000 mg) la situazione non migliorava.
L’ultima urinocoltura ( 10 marzo) rilevava sempre presenza di E. Coli ( 1.000.000 C.F.U.) e l’esame delle urine evidenziava pigmenti ematici ++++ e muco pus +++.
In questi ultimi giorni (dopo 12 giorni senza antibiotici) ho avuto febbre fino a 38° ed evidente sangue all’inizio della minzione e dolore con ingrossamento del testicolo dx.
Con la ripresa della terapia antibiotica (Ciproxin) tali sintomi sono scomparsi.
Il chirurgo che ha eseguito la TURP mi ha prospettato di intervenire di nuovo per una pulizia delle pareti dove presumibilmente è insediato il batterio.
Un’altro urologo mi consiglia di sottopormi a lavaggi della vescica con introduzione di antibiotico il tutto per un periodo di non meno di 12-15 giorni.
Le domande sono:
l’E.Coli è una conseguenza dell’intervento?
quali delle due possibilità è preferibile , ci sono altre soluzioni?
il catetere per un periodo così lungo può avere conseguenze negative non reversibili sulla funzionalità minzionale?
è possibile l’instaurarsi di una sofferenza renale?
Ringrazio delle risposte e degli eventuali suggerimenti che mi potranno essere forniti.
ho 60 anni , da più di 10 anni a causa di I.P.B. ho avuto difficoltà e scarsità di minzione sempre maggiori senza peraltro mai manifestazione di dolori o bruciori.
Nel mese di dicembre ’07 sono stato sottoposto a resezione endoscopica della prostata e del collo vescicale.
Diagnosi esame istologico: frammenti multipli di prostata come da resezione endoscopica trans-uretrale sede di iperplasia adenomiomatosa.
Da subito dopo l’intervento ho avuto problemi di frequenza e scarsità di minzione senza dolori o bruciori e senza difficoltà ad iniziare la minzione.
Dopo 40 giorni dall’intervento la cistoscopia rilevava infiammazione e ferite non rimarginate mentre l’urinocoltura ha evidenziato la presenza di E. Coli ( 1.000.000 C.F.U.).
Dopo cicli di antibiotici ( prima Noroxin 400 mg e poi Ciproxin 1000 mg) la situazione non migliorava.
L’ultima urinocoltura ( 10 marzo) rilevava sempre presenza di E. Coli ( 1.000.000 C.F.U.) e l’esame delle urine evidenziava pigmenti ematici ++++ e muco pus +++.
In questi ultimi giorni (dopo 12 giorni senza antibiotici) ho avuto febbre fino a 38° ed evidente sangue all’inizio della minzione e dolore con ingrossamento del testicolo dx.
Con la ripresa della terapia antibiotica (Ciproxin) tali sintomi sono scomparsi.
Il chirurgo che ha eseguito la TURP mi ha prospettato di intervenire di nuovo per una pulizia delle pareti dove presumibilmente è insediato il batterio.
Un’altro urologo mi consiglia di sottopormi a lavaggi della vescica con introduzione di antibiotico il tutto per un periodo di non meno di 12-15 giorni.
Le domande sono:
l’E.Coli è una conseguenza dell’intervento?
quali delle due possibilità è preferibile , ci sono altre soluzioni?
il catetere per un periodo così lungo può avere conseguenze negative non reversibili sulla funzionalità minzionale?
è possibile l’instaurarsi di una sofferenza renale?
Ringrazio delle risposte e degli eventuali suggerimenti che mi potranno essere forniti.
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Caro Signore,
purtroppo la resezione prostatica transuretrale (TURP), come ogni altro intervento chirurgico, riserva a volte delle amare sosprese ed il paziente può andare incontro a delle conseguenze spiacevoli che ritardano la guarigione definitiva. Questo non deve comunque scoraggiarla. In base ai dati da lei forniti, mi sembra che il consiglio che il collega che ha eseguito l'intervento ha dato, sia quello più idoneo alla risoluzione del quadro.Sarebbe comunque il caso di lasciare, nel frattempo, raffreddare la situazione con una terapia antibiotica mirata al germe responsabile dell'infezione oltre ad eseguire un controllo ecografico dell'apparato urinario con valutazione del residuo post minzionale.
Ci tenga informati
Cordiali saluti
purtroppo la resezione prostatica transuretrale (TURP), come ogni altro intervento chirurgico, riserva a volte delle amare sosprese ed il paziente può andare incontro a delle conseguenze spiacevoli che ritardano la guarigione definitiva. Questo non deve comunque scoraggiarla. In base ai dati da lei forniti, mi sembra che il consiglio che il collega che ha eseguito l'intervento ha dato, sia quello più idoneo alla risoluzione del quadro.Sarebbe comunque il caso di lasciare, nel frattempo, raffreddare la situazione con una terapia antibiotica mirata al germe responsabile dell'infezione oltre ad eseguire un controllo ecografico dell'apparato urinario con valutazione del residuo post minzionale.
Ci tenga informati
Cordiali saluti
Dott. Mauro Seveso
Responsabile Unità Operativa di Urologia
Istituto Clinico Città Studi , Milano
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 6.4k visite dal 22/03/2008.
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