- nefrectomia che risolverebbe il problema in quanto l'altro rene è completamente funzionante, ma

Egregio Professore,
cercherò di spiegarLe in breve il problema. La mia genitrice è affetta da quasi 11 anni da una grave vasculopatia cerebrale cronica multiinfartuale con demenza secondaria. Presenta una grave compromissione delle funzioni cognitive e non è sufficiente nelle funzioni primarie. Al fine di fornirLe un quadro medico generale Le faccio presente che mia madre (71 anni) ha subito circa 11 anni fa una serie di ischemie cerebrali (tre in totale di cui una lieve quasi 4 anni fa) che l'hanno completamente paralizzata (muove soltanto le mani la testa e le gambe) ed è completamente allettata e debitamente assistita (badante + infermiere professionale). Inoltre ha perso completamente l'uso della parola ma in compenso è lucida nel senso che riconosce le persone capisce i dialoghi insomma ricorda i nomi dei familiari e dei conoscenti insomme è presente.
Ciò premesso nel mese di febbraio in seguito ad una persistente febbricola (durava da circa un mese e si è pensato erroneamente che era bronchite per cui le cure date non sono servite a nulla) si è deciso di ricoverarla in ospedale per i dovuti accertamenti. Circa 15 giorni fa è stata dimessa con la seguente diagnosi " Sepsi delle vie urinarie in via di risoluzione in paziente con idronefrosi destra da calcolosi a stampo. Anemia sideropenica in trattamento marziale (l'emoglobina ha raggiunto anche il lvello di 7,6)".E' stata effettuata una Tac addome con contrasto dall'esito della quale è emerso che il rene destro e funzionalmente compromesso (si stima intorno al 10%) in quanto oltre al calcolo a stampo che ostruisce l'uretere è presente un'altro clacolo (non ostruente) e varie sacche nefrotiche. L'urologo ha prospettato le seguenti soluzioni:
- derivazione urinaria per drenare : ma ha precisato che trattasi in ogni caso di un paleativo vista la compromissione del rene ed in ogni caso può essere un tentativo per evitare la febbre anche se, è stato precisato che le sacche nefrotiche (si chiamano così?) sono varie e il drenaggio potrebbe essere inutile visto che inoltre mia madre è allettata e spesso è in posizione supina;
- nefrectomia che risolverebbe il problema in quanto l'altro rene è completamente funzionante, ma tale tipologia di operazione a detta dell'anestesista è ad alto rishio(in pratica è il massimo indice di rischio) date le condizioni generale di mia madre (in ogni caso non ha da contraltare problemi cardiaci e respiratori).
Allo stato attuale sta continuando la terapia endovenosa a caso di ferro mentre la cura antibiotica (cepimex e dobetin) è terminata da 4 giorni. In questi ultima settimana non ha avuto episodi di febbre ma soltanto rarissimi picchi (una volta 37,8 scesa senza antipiretici nel giro di due ore)e di soluito stazionaria tra 36,8 e 37,00.L'emoglobina all'atto delle dimissioni era a 8,6 adesso ha affto un ulteriore prelievo a termine della terapia endovenosa di ferro.
Nella giornata odierna mia madre sarà sottoposta anche a scintigrafia sequenziale ma trattasi di uno ulteriore scrupolo in quanto a detta di altri suoi colleghi la Tac addome senza contrasto non lascia molto spazio a conclusioni diverse in merito alla funzionalità del rene.
In relazione a qaunto sopra gradirei sapere se effettivamente la nefrectomia è l'unica soluzione e quali rischi post operatori potrebbe comportare data la situazione generale di mia madre. In pratica se la nefrectomia è l'unica soluzione per salvare la vita di mia madre e quindi i rischi dell'anestesia e del post operatorio devono essere per forza affrontati o ci sono altree soluzioni quali appunto il drenaggio.
In questo contesto vorrei sapere altresì se la decisione deve essere rapida in quanto c'è un altissimo rischio di sepsi con la conseguenza che l'intervento poi diverrebe inevitabile ed a più alto rischio.
Mi perdono la lunghezza, l'ansia che traspare però i suggerimenti di persone qualificate mi aiutano sicuramente a prendere una decisione (nefrectomia o drenaggio) per un figlio sicuramente difficile ma che deve essere presa soltanto dal sottoscritto.
Grazie per i suggerimenti che potrà fornirmi.
Colgo l'occasione per inviare a tutto lo staff i più sinceri e sentiti auguri di buona e serena Pasqua
[#1]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
Cara lettrice,

si tratta sicuramente di una decisione imnportante "drammatica" ma ricordi che si vive meglio con un solo rene sano piuttosto che con due reni di cui una malato e perennemente a rischio di problemi tali da poter compromettere l'altro rene
abbia fiducia del suo medico
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#2]
Dr. Giuseppe Benedetto Urologo, Andrologo 2.7k 15
UN QUADRO CLINICO PIUTTOSTO COMPLESSO
CREDO ANCH'IO CHE LA NEFRECTOMIA SIA LA SOLUZIONE MIGLIORE PERCHE' UN RENE POCO FUNZIONANTE E CON SACCHE IDRONEFROTICHE E' A RISCHIO DI SEPSI CONTINUA

dr Giuseppe Benedetto
www.giuseppebenedetto.netfirms.com

[#3]
Utente
Utente
Grazie per le risposte. Siete stati esaustivi e mi state aiutando a decidere verso la soluzione da Voi prospettata.
Anche la scintigrafia ha dato un responso negativo: il rene destro non è più funzionale mentre quello sinistro presenta un GFR 33 (non ricordo esattamente la dizione medica ma parla di ridotta funzionalita rene sinistro).
Cortesemente potrei avere un parere se possibile anche da parte dell'anestesista in merito ai rischi post operatori anche se immagino la risposta. Trattasi soltanto di ultimi passaggi verso la decisione finale anche per avere un quadro chiaro di tutta la situazione medica compresa quella post operatoria.
Di nuovo grazie e perdonate l'insistenza.