Perdite da catetere vescicale
Salve, mia nonna a seguito di ictus ischemico è rimasta paralizzata nella parte destra del corpo. E' da quando ha avuto l'ictus che fa uso di catetere vescicale (circa un anno). Purtroppo la situazione generale è quella che è per cui non c'è stata altra scelta all'uso del catetere (quello a 2 vie). Il problema si verifica da un paio di mesi, di perdite di urina nel pannolino. Abbiamo provato a cambiare tipo di catetere, la misura,(siamo passati dal 18 al 20) ma il problema persiste sempre. Abbiamo provato anche a cambiare la persona che viene a domicilio per la sostituzione, pero' non è cambiato nulla. Quale potrebbe essere la causa? E' possibile che i movimenti che vengono effettuati per sederla sulla sedia provochino queste perdite? Quando si presenta questo problema, qual e' la soluzione migliore? So che esistono dei farmaci in grado di agire sul muscolo detrusore della vescica, rafforzandolo, però il nostro medico curante ci ha detto che questi farmaci presentano parecchi effetti collaterali in base alla terapia che la nonna sta facendo. Ma vorrei avere conferma di questo da un Dottore Urologo. La terapia è la seguente:
Farmaci per l'ipertensione:
Enalapril 5mg al mattino
Amlodipina 5mg al pomeriggio
Cerotto Catapresan(Clonidina) 5mg da cambiare 1 volta alla settimana
1 siringa sottocutanea al giorno di Fluxum 3.250 (Anticoagulante)
Farmaci per l'ipertensione:
Enalapril 5mg al mattino
Amlodipina 5mg al pomeriggio
Cerotto Catapresan(Clonidina) 5mg da cambiare 1 volta alla settimana
1 siringa sottocutanea al giorno di Fluxum 3.250 (Anticoagulante)
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Gentile Signora,
molto sovente le fughe di urina a lato del catetere non sono dovute a problemi "idraulici" del catetere stesso, nè al suo calibro, nè alle modalità di sostituzione. Le fughe avvengono perchè la vescica si contrae involontariamente lo stesso, nonostante sia quasi vuota. Questo avviene perchè vi è una irritazione dovuta ad infiammazione od infezione, che d'altronde è pressochè inevitabile in una situazione come quella della sua congiunta. Il detrusore vescicale in questi casi non deve essere rafforzato, ma piuttosto "calmato", cercando di ridurre queste contrazioni involontarie. Non è semplice raggiungere questo risultato, la prima cosa che in genere si fa è quella di agire sulle cause di questa irritazione vescicale, somministrando antibiotici a cicli ma soprattutto invitando ad aumentare molto l'introduzione di liquidi per rendere la diuresi più abbondante possibile. In seconda ipotesi, è possibile somministrare dei farmaci che riducono la contrazione del detrusore, ma purtroppo con quache effetto collaterale fastidioso. Ritengo che, d'ogni modo, sarebbe opportuno far valutare direttamente la situazione da un nostro Collega specialista in urologia che vi possa guidare in un percorso appropriato, in grado di risolvere, o quanto meno ridurre questo fastidioso inconveniente.
Saluti
molto sovente le fughe di urina a lato del catetere non sono dovute a problemi "idraulici" del catetere stesso, nè al suo calibro, nè alle modalità di sostituzione. Le fughe avvengono perchè la vescica si contrae involontariamente lo stesso, nonostante sia quasi vuota. Questo avviene perchè vi è una irritazione dovuta ad infiammazione od infezione, che d'altronde è pressochè inevitabile in una situazione come quella della sua congiunta. Il detrusore vescicale in questi casi non deve essere rafforzato, ma piuttosto "calmato", cercando di ridurre queste contrazioni involontarie. Non è semplice raggiungere questo risultato, la prima cosa che in genere si fa è quella di agire sulle cause di questa irritazione vescicale, somministrando antibiotici a cicli ma soprattutto invitando ad aumentare molto l'introduzione di liquidi per rendere la diuresi più abbondante possibile. In seconda ipotesi, è possibile somministrare dei farmaci che riducono la contrazione del detrusore, ma purtroppo con quache effetto collaterale fastidioso. Ritengo che, d'ogni modo, sarebbe opportuno far valutare direttamente la situazione da un nostro Collega specialista in urologia che vi possa guidare in un percorso appropriato, in grado di risolvere, o quanto meno ridurre questo fastidioso inconveniente.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Dottore la ringrazio per la risposta. In effetti la nonna ha un' infezione alle vie urinarie, di preciso il batterio Escherichia Coli, assai difficile da sradicare ci stiamo provando sia con cicli di antibiotici sia con integratori di Mannosio (che avrebbe la caratteristica di legarsi al batterio consentendone l'espulsione attraverso le urine).Il problema adesso è che il nostro medico curante non vuole prescriverci alcuna consulenza urologica sostenendo che i farmaci per il muscolo detrusore non sarebbero indicati per una donna anziana di 92 anni, causa gli effetti collaterali. E' davvero così? Grazie
[#3]
Gentile Signora,
comprendo benissimo e giustifico le remore del vostro medico nella prescrizione dei farmaci attivi sul detrusore (para-simpatico-litici), gli effetti collaterali esistono, non sono gravissimi, ma d'altronde la causa del problema sta evidentemente altrove. L'infezione urinaria cronica nel portatore di catetere a permanenza è purtroppo quasi inevitabile, e più che ad una risoluzione si può sperare di arrivare ad una convivenza, riducendo al minimo le manifestazioni secondarie. Se è già stata instaurata una terapia farmacologica appropriata, non si può fare molto di più, ma l'indicazione ad aumentare quanto più possibile il volume delle urine, particolarmente in questa stagione calda, rimane una inderogabile necessità.
Saluti
comprendo benissimo e giustifico le remore del vostro medico nella prescrizione dei farmaci attivi sul detrusore (para-simpatico-litici), gli effetti collaterali esistono, non sono gravissimi, ma d'altronde la causa del problema sta evidentemente altrove. L'infezione urinaria cronica nel portatore di catetere a permanenza è purtroppo quasi inevitabile, e più che ad una risoluzione si può sperare di arrivare ad una convivenza, riducendo al minimo le manifestazioni secondarie. Se è già stata instaurata una terapia farmacologica appropriata, non si può fare molto di più, ma l'indicazione ad aumentare quanto più possibile il volume delle urine, particolarmente in questa stagione calda, rimane una inderogabile necessità.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 73.7k visite dal 09/08/2012.
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