Colica renale anche dopo l'intervento di ureteroscopia
Buonasera, Le scrivo per conto della mia ragazza, di 20 anni, sempre stata in salute. Ieri è stata sottoposta ad un intervento di ureteroscopia dopo due giorni passati a letto con coliche renali per togliere un calcolo diagnosticatole da una TC senza MdC del diametro di circa 2mm. Il referto post operatorio è il seguente: "Non evidenza del calcolo segnalato alla TC. Posizionamento di stent ureterale 4,7 ch x 26 cm.". E' stata dimessa stamattina con la garanzia che non avrebbe più avuto coliche renali nè avrebbe sentito dolore durante l'espulsione del calcolo. Il risultato al momento è che non ha nè espulso il calcolo, ma soprattutto poco fa le si è ripresentata una colica molto forte. Telefonando in ospedale le è stato detto che potrebbe trattarsi di un reflusso e di aspettare e vedere se la cosa continua fino a domani. Tengo a precisare che le urine sono di colore giallo-rosastre e che il decorso post operatorio è avvenuto regolarmente. A questo punto ho voluto scrivere per capire meglio la situazione, calcoli renali di queste dimensioni non dovrebbero essere pericolosi per l'individuo, però la mia ragazza sono ormai 3 giorni che non mangia e ha continui spasmi che si placano solo dopo l'effetto di iniezioni e ricominciano quando l'effetto svanisce. Come mai le si sono ripresentate le coliche? Può essere davvero sintomo di un rigetto? Ci sarà una qualche soluzione al problema per consentirle di vivere nuovamente una vita serena e tranquilla? Grazie mille e scusate se mi sono dilungato
Cordiali Saluti
Cordiali Saluti
[#1]
Gentile utente,
bisognerà verificare il corretto posizionamento dello stent (potrebbe essersi dislocato e non funzionare correttamente, oppure se ben posizionato non è ben tollerato dalla paziente). Probabilmente esso è la principale causa dei fastidi e quindi va valutata la sostituzione o la rimozione dello stesso.
In presenza di stent (che in pratica è un by-pass artificiale fra rene e vescica) difficile che la causa dei dolori siano calcoli.
bisognerà verificare il corretto posizionamento dello stent (potrebbe essersi dislocato e non funzionare correttamente, oppure se ben posizionato non è ben tollerato dalla paziente). Probabilmente esso è la principale causa dei fastidi e quindi va valutata la sostituzione o la rimozione dello stesso.
In presenza di stent (che in pratica è un by-pass artificiale fra rene e vescica) difficile che la causa dei dolori siano calcoli.
Cordiali saluti
Gino Scalese
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua risposta, vorrei ulteriormente approfittare della sua gentilezza per un'ulteriore delucidazione in questo tema: com'è possibile che con un'ureteroscopia non si sia visto un calcolo che, purchè piccolo, è presente nella zona iuxtavescicale? Qual'è lo scopo dello stent a questo punto? Non potrebbe piu' semplicemente essersi sciolto autonomamente il calcolo (nel caso non fosse formato da calcio)?
Inoltre, come mai non si è preferito un metodo quale la litotrissia extracorporea (ESWL) ?
Grazie ancora per la sua gentilezza,
Cordiali Saluti
Inoltre, come mai non si è preferito un metodo quale la litotrissia extracorporea (ESWL) ?
Grazie ancora per la sua gentilezza,
Cordiali Saluti
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1-2) La procedura ureterorenoscopica prevede la dilatazione di un lume virtuale quale è l'uretere determinato da un flusso d'acqua che va dal basso verso l'alto. Durante questa procedura l'ipotetico calcolo specie se piccolo può spostarsi verso il rene o se si tratta di renella (microagglomerati calcifici) dissolversi. In queste situazioni il calcolo non è più visibile con questa metodica e si posiziona un tubicino (lo stent) a protezione del rene per evitare che l'ipotetico calcolo vada a riposizionarsi nella stessa sede rideterminando la sintomatologia.
3) In genere la ureteroscopia è una metodica più invasiva ma con un più alto indice di risoluzione del problema rispetto alla ESWL. Numerosi sono i fattori che si prendono in considerazione nella decisione di eseguire una ureteroscopia: in genere si preferisce quest'ultima se è associata ad idronefrosi o a coliche ricorrenti e durature.
3) In genere la ureteroscopia è una metodica più invasiva ma con un più alto indice di risoluzione del problema rispetto alla ESWL. Numerosi sono i fattori che si prendono in considerazione nella decisione di eseguire una ureteroscopia: in genere si preferisce quest'ultima se è associata ad idronefrosi o a coliche ricorrenti e durature.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 18k visite dal 14/06/2012.
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