Il problema si ripresentata, ho cambiato urologo

Buongiorno vi scrivo per un'informazione riguardo una prostatite che ormai mi porto avanti da oltre un anno e mezzo senza aver avuto risultati soddisfacenti. Le prime analisi che ho fatto, oltre all'esplorazione rettale con evidente ingrossamento della prostata, ho fatto l'esame colturale dello sperma dove mi hanno trovato sempre l'escherichia coli, per tre volte ho eseguito una cura di 15 giorni di ciproxin, ma sistematicamente dopo 3 mesi il problema si ripresentata, ho cambiato urologo e mi ha cambiato cura, questa volta antibiotico per 40 gg. (Trizocina e neofuradontin), dopo i classici 3 mesi mi sono ricomparsi i soliti sintomi: minzione frequente e bruciore, ogni tanto, al canale interno del pene., indolenzimento del pene e della zona perianale. Mia moglie ha eseguito i seguenti esami tutti negativi: urinocultura con antibiogramma, tampone uretrale, vaginale e cervicale con antibiogramma. Adesso mi é stato prescritto il test di meares, può servire oppure é l'ennesima analisi che non porterà ad alcuna soluzione? Grazie
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109
Gent.le utente,
penso che invece di cambiare urologo avrebbe dovuto tornare dallo stesso , in quanto tra le cose più importanti vi è proprio la continuità di cure.
Non esiste il medico che ha la "bacchetta magica"e laterapia è molto empirica e dipende dalle esperienze di ciascuno di noi, ma Le assicuro che dopo qualche mese se ne esce entrando nella fase della prostatite cronica catarrale asintomatica, per tale motivo dovrà continuare a tenere ben in mente le regole di vita e alimentari che il suo urologo Le consiglierà.
Riguardo alla validità del test richiestoLe, sicuramente è valido anche se io non ho in uso di farlo eseguire.
Cordialità

Dott.Roberto Mallus

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Utente
Utente
La ringrazio molto per il suo giudizio, sicuramente è verissimo quello che dice lei riguardo alla continuità della cura ma prima di continuare per tutta la vita a prendere 4 volte all'anno un antibiotico per combattere una proatatite batterica preferisco ascoltare anche un'altro specialista anche perché vorrei sapere il motivo di queste recidive batteriche considerando che i primi sei mesi ho fatto una vita alimentare stando attento a tutti i cibi dannosi per la prostata e quindi cercando di scongiurare eventuali infiammazioni, com'è possibile quindi la recidiva batterica?
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109
Intanto c'è da precisare che non vi è antibiotico in grado di sterilizzare la ghiandola prostatica;quando non si hanno sintomi la prostatite è in fase cronica catarrale asintomatica.
Cionondimeno non vuol dire che Lei debba convivere con la sintomatologia, ma dovrà osservare sempre alcune, per latro limitate, regole di vita e alimentari.
La lotta contro i batteri/virus , per lo più saprofiti e innocui sulla pelle, è una battaglia persa in partenza anzi il rischio è quello di una selezione batterica con riacutizzazione della sintomatologia dopo un primo periodo di riduzione o assenza dei sintomi.
Il problema non è la recidiva batterica ,quindi, ma la ostruzione per edema dei forellini che fanno comunicare la prostata all'uretra ( collicolo seminale)e che quando sono edematosi si ostruiscono provocando congestione prostatica con recrudescenza della sintomatologia.
Sperando di avere esposto con chiarezza quanto penso, la saluto cordialmente.
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Utente
Utente
Scusi all'ignoranza, ma se lei afferma che con una cura antibiotica di due settimane (ciproxin) o di 40 giorni (trizocina) non si sterilizza la prostata, come mai alla fine della cura, passati 15 ed effettuato un esame colturale dello sperma con antibiogramma quest'ultimo risulta negativo (no Escherichia coli) mentre prima della cura veniva trovato? Fermo restando la dieta alimentare, come mai però' dopo tre mesi rieffettuando l'esame sopra descritto ricompare il battere? Questo vuol dire che io non debellerò mai questo inquilino?
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