Cistectomia g2-3

Gentili dottori,
In seguito a macroematuria e a tac dalla quale e' risultato "processo vegetante nel lume vescicale sul profilo supero-laterale sinistro della vescica con larga base di impianto, 6 cm, molto vascolarizzato" mio padre e' stato ricoverato e ha subito una resezione transuretrale di neoformazione vescicale in data 6 marzo.
L'esito dell'esame istologico e' stato:
Neoplasia vescicale: alcuni frammenti brunastri. Versante vescicale lobo destro prostata: frammento brunastro del diametro max di cm 0,7. Base di resezione: frammenti brunastri del diametro max di 0,5 cm. Diagnosi: carcinoma uroteliale papillare ad alto grado di malignità con focolai microinvasivi dello stoma (T1 G2-3). Frammenti di collo vescicale esenti da neoplasia.
I medici ci hanno detto che sarebbe opportuno effettuare, con una certa celerità, una cistectomia vista l'inadeguatezza di altre terapie nel caso specifico (mio padre ha una vescica che non si svuota completamente,ipertrofia prostatica,emiparesi sinistra,predisposizione ad infezioni delle vie urinarie che gli causano febbri elevate).
Considerando il tipo di intervento, io mi chiedo se sia la cosa più giusta da fare.
Ringrazio anticipatamente per la disponibilità che vorrete dedicarmi.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Gentile utente,
purtroppo i tumori della vescica sono molto aggressivi nel senso che evolvono molto rapidamente e come tale bisogna agire allo stesso modo. L'intervento di cistectomia è certamente molto impegnativo ma che in assenza di recidive e di complicazioni post-operatorie può garantire una più lunga sopravvivenza con migliore qualità di vita rispetto ad una malattia in evoluzione. Ovviamente bisogna guardare anche l'altra faccia della medaglia ovvero i rischi operatori e la necessita di una derivazione esterna (ureterocutanostomia o uretorileocutaneostomia ecc.) che consiste nell'abituiarsi a portare una o due buste sull'addome dirette a raccogliere l'urina.

Cordiali saluti
Gino Scalese

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Utente
Utente
Egr. Dottore,
la ringrazio sentitamente per avermi risposto.
Effettivamente i miei timori sono legati proprio alla delicatezza dell'intervento......per quanto riguarda le urine, invece, mi hanno detto che faranno una derivazione a T e quindi la sacca di raccolta sarebbe una.
Vorrei, se me lo concede, aggiungere un particolare....in seguito ad una febbre elevata (picco 40,6) subentrata a distanza di una settimana dall'intervento e durata 15 giorni, avevano ipotizzato un'infezione e hanno fatto gli accertamenti di routine, tra cui rx torace (ne avevano già fatta una in sede di pre-ricovero, negativa) e successivamente tac addome-pelvi per sospetta bronchite.
Le scrivo l'esito:
Esame eseguito prima e dopo iniezione di mdc.
Minima falda di versamento e' visibile nella doccia costo vertebrale destra. In corrispondenza del segmento posteriore del lobo superiore di destra e' visibile focale addensamento pseudonodulare subpleurico del parenchima polmonare da rivalutare a breve distanza di tempo. Presenza di qualche piccolo linfonodo subcentimetrico nella loggia del Barety, in sede pre e sovra carenale e nella finestra aorto polmonare.
Fegato lievemente aumentato di volume mostra la presenza di piccole formazioni ipodense di tipo cistico al II, IV e VII segmento epatico del diametro max di circa 7 mm.
Pancreas, milza, surreni regolari.
Rene in sede con evidenti cisti polare superiore a destra e parapieliche bilaterali.
Lieve disomogeneità focale ipodensa in sede corticale polare renale superiore sinistra.
Regolare la canalizzazione ureterale.
Vescica mal valutabile per la scarsa distensione a pareti irregolarmente ispessite mal delimitabile dalla prostata peraltro aumentata di dimensioni specie il lobo medio.
In sede iliaca pero viscerale destra (sigma-retto) e' visibile piccola raccolta fluida estesa fino allo sfondato retto vescicale.
Vorrei un suo parere in merito, poiché questo risultato mi fa sorgere tanti dubbi.
Come e' possibile che la prima rx fosse negativa e la seconda abbia fatto sorgere la necessita' di fare una tac? C'è il rischio che il tumore abbia dato metastasi? Il fatto che fosse di 6 cm e' indicativo di qualcosa? Ed e' sempre valida l'ipotesi di eseguire la cistectomia? Vorrebbero eseguirla nel giro di due settimane ed io mi chiedo se sia un tempo sufficiente per rivalutare la situazione addome-pelvi.
Spero con il cuore che vorrà rispondere alle mie, forse tante, domande.
La ringrazio davvero.
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Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51
Gentile utente, effettuare una TAC toraco-addominale in uno stato settico è un fatto di routine anche e a maggior ragione in caso di RX torace tradizionale negativa (che purtroppo è metodica molto meno sensibile). Purtroppo che le indicazioni alla cistectomia non cambiano, come già sottolineato dal dottor Scalese, di fronte ad una malattia vescicale aggressiva, in paziente con difficoltà allo svuotamento della vescica stessa per ostruzione cervico-prostatica significativa (con tutte le complicanze che possono derivare da questo fatto). Cordiali saluti

Dr. Enrico Conti
Specialista in Urologia e Andrologia
Primario Urologo ASL 5 Spezzino

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Utente
Utente
Vi ringrazio per la considerazione....e mi conforta parecchio il fatto che condividiate l'approccio dei medici che ci stanno seguendo, non per mancanza di fiducia nei loro confronti ma perché quando si piomba in queste situazioni e' difficile mantenere la lucidita' necessaria per fare la scelta giusta. Chiedo scusa per la mia insistenza, ma vorrei sapere infine se quanto si evince dalla tac potrebbe essere un segno precoce di metastasi.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Gentile utente,
prima di un intervento così delicato è indispensabile eseguire una corretta valutazione della situazione clinica con TAC torace addome e pelvi che poi è anche servita per approfondire il motivo della febbre.
Purtroppo non potendo visionare le immagini tac non mi è possibile dirimere il dubbio riguardo l'addensamento polmonare descritto nel senso che si tratti o meno di una localizzazione metastatica. Ipoteticamente le metastasi non si manifestano con febbre e l'addensamento descritto potrebbe essere correlato ad una broncopolmonite acuta la cui impostazione terapeutica è a discrezione del penumologo ipotesi ancor più avvallata se il papà è un ex fumatore con la classica bronchite cronica che in questa fase potrebbe essere in fase di riacutizzazione. Se invece trattasi di una metastasi (ipotesi meno probabile) allora il discorso cambia e bisogna rivalutare la situazione clinica con un consulto oncologico per stabilire se è più utile un intervento chirurgico o una chemioterapia o entrambe.
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Utente
Utente
Gentile dottore,
la ringrazio nuovamente per il consulto fornitomi.
Sicuramente, allora, prima dell'intervento i medici riterranno opportuno ripetere gli esami per accertare che il tumore sia stato confinato alla vescica.
Spero che la struttura della mia zona sia valida per quel che riguarda l'intervento in questione, mi farebbe piacere sentire il vostro parere.
Cordiali saluti.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Giuste considerazioni.
Riguardo alle strutture: per fortuna in Italia abbiamo degli ottimi centri di urologia mediamente di qualità superiore agli standard europei.
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Utente
Utente
Gentili dottori,
volevo innanzitutto rendervi partecipi del fatto che mio padre, poco più di due settimane fa, ha subito l'intervento di cistectomia radicale e la settimana scorsa è tornato a casa. Adesso attendiamo il risultato dell'esame istologico per capire quale strada intraprendere. Pian piano ci stiamo abituando alla nuova situazione e alle differenti esigenze....e proprio a tal proposito avrei un consiglio da chiedervi, circa la sacca per urostomia da scegliere. In ospedale ci hanno detto di provare i vari modelli e capire con quale di essi ci troviamo meglio, io in realtà (effettuo io l'operazione di cambio sacca) non trovo grosse differenze tra il sistema "monopezzo" e quello a "due pezzi". Ci sono motivi per preferire l'uno o l'altro, magari legati allo stress cutaneo o al rischio di infezioni?
Grazie anticipatamente.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
No! Non esitono differenze. Si può utilizzare indifferentemente l'uno o l'altro tipo.
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Utente
Utente
Va bene, la ringrazio per la risposta!!
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Prego!
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Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51
Mi permetto di aggiungere anche i miei auguri migliori a Suo padre e commentare che la scelta dei sistemi da "stomia" dipende specialmente dalla capacità delle placche di rimanere attaccate alla pelle peristomale. Poichè non tutte le pelli sono uguali, ogni paziente di solito trova il prodotto più adatto alle proprie caratteristiche. Cordiali saluti ancora
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Utente
Utente
Grazie per gli auguri, non sono mesi semplici e un po' di incoraggiamento non può far che bene!! Per i sistemi, e' una scelta difficile, per il momento non troviamo grosse difficoltà ma so che il piano terapeutico e' valido per un intero anno, quindi se dovessero sorgere problemi non avremmo la possibilità di cambiarlo in itinere. In ogni caso, visto che non ci sono fattori discriminanti, cercheremo di capire insieme, io e lui.
Vi ringrazio per i consulti fornitimi e per la disponibilità accordatami, sempre!!
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Prego! Anche a nome del collega.
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Utente
Utente
Gentili dottori, eccomi ancora qui.... Innanzitutto chiedo scusa per le mie forse eccessive domande.....
Come sapete, mio padre ha affrontato l'intervento di cistectomia un mese fa....abbiamo ritirato l'esito dell'esame istologico che e' stato completamente negativo, la stomia sta benissimo.....ma........da una settimana a questa parte, pur andando in bagno "quasi regolarmente" (a giorni alterni), lamenta forti dolori all'ano.....in ospedale ci hanno detto di aiutarlo con dei lassativi all'occorrenza....ma io mi chiedo da cosa possa dipendere.....e' normale?
Grazie per la disponibilita'.
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Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51
Caro utente, l'esame istologico T0 (assenza di ricontro di malattia) è indice di ottima prognosi e non è raro che accada perchè con il precedente atto endosopico si era evidentemente resecata tutta la neoplasia. Sui dolori in sede anale c'è poco da commentare. Essi possono essere dovuti ad una patologia locale dell'ano, a stipsi ma - a breve distanza dall'intervento - anche a raccolte linfatiche o sierose nello scavo pelvico. In primis lo faccia visitare dagli urologi curanti, per valutare se si tratta di un fatto di poca importanza. Cordiali saluti
[#17]
Utente
Utente
Gli urologi hanno dato poca importanza al fatto e hanno aggiunto che rispetto a quella che e' la classica degenza post operatoria, a lui stava andando benissimo. Qualche doloretto alla pancia o mentre va in bagno e' una cosa, per loro, più che normale. Ma io mi chiedo se possa dipendere dal fatto che gli hanno isolato un pezzo di intestino oppure da altro. Magari aspetto di vedere l'evolversi della situazione per poi ricontattarli.
Come sempre ringrazio per la disponibilità.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Gentile utente,
se i colleghi lo hanno visitato e non hanno riscontrato nulla di particolare, probabilmente i disturbi anali del papà sono correlabili all'intervento, nel senso che nel momneto che si asporta vescica e prostata si altera quello che è il circolo venoso locale considerando che la zona pelvica (pricipalmente rappresentata da prostata vescica e retto) è occupata da organi con circolo venoso confluente in comune, quindi si comprende che una volta asportata vescica e prostata si può creare una sorta di stasi (ingorgo) venosa che alcune volte può diventare sintomatica. Ovviamente è una delle possibile ipotesi che converrebbe confermare con apposita visita. Il tratto di intestino che normalmente si asporta (ileo) è abbastanza alto rispetto al retto motivo per il quale non può esserci correlazione se non minima con i sintomi lamentati..
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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta....da quello che si evince osservando lui, non dovrebbe essere una cosa rilevante, ma forse collegata soltanto al fatto che l'attività intestinale non e' stata ancora recuperata al 100%. Andando a guardare la lettera di dimissioni c'è scritto che vi e' la presenza di livelli idroaerei nello scavo pelvico.....forse e' proprio quello a cui lei faceva riferimento.
Ringrazio nuovamente e invio i miei saluti.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
La modificata motilità intestinale può essere una possibile ipotesi.
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Utente
Utente
Buongiorno gentili dottori,
ho ritirato le analisi del sangue di mio papà, i valori dell'emocromo sono ancora bassini, ma comunque in recupero:
- WBC 3,3
- RBC 3,85
- HGB 10,7
- HCT 34,9
- MCV 91
- MCH 27,8
- MCHC 30,6
- RDW 14,7%
- PLT 208
...quelli relativi alla biochimica clinica sono tutti normali (molto vicini al limite inferiore ma comunque nel range di riferimento) tranne:
- SIDEREMIA 28 (40-145)
- TRANSFERRINA 207
- FERRITINA 20
- PROTEINE TOTALI 5,8.
Al momento delle dimissioni ci avevano consigliato di aggiungere alla dieta alimenti ricchi di ferro, in quanto i reni "trattengono di meno" e noi abbiamo scrupolosamente seguito il consiglio, ma a quanto pare ciò non basta.
Con questi valori sarebbe il caso di assumere qualche integratore (se sì, con quali caratteristiche) oppure continuando con la dieta che mio padre sta osservando si può sperare in una ripresa "naturale"?
In ultimo, possono essere collegati all'anemia causata da tutto quello che ha affrontato (MACROematuria, TURB più due interventi immediatamente successivi per sanguinamento, febbre elevatissima, cistectomia) in questi cinque difficili mesi?
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Probabilmente il suo papà necessita di terapia integrativa a base di ferro se non controindicata: ne parli con il suo curante.
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Utente
Utente
Va bene, seguirò il suo consiglio....
Ovviamente grazie, come sempre,
per la gentile risposta!
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Prego!
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