Varicocele e varianti anatomiche complesse

Buona sera, scrivo qui per avere pareri aggiuntivi sull'iter procedurale nel trattamento del mio varicocele.
Tutto ebbe inizio nel Dicembre 2010, in cui accusavo pesantezza e dolori al testicolo sinistro e in zona pelvica, specialmente sotto sforzo: pensai ad un varicocele; ipotesi confermata da un ecocolordoppler, III-IV grado.
Spermiogramma ottimo, ma più passava il tempo e più la sintomatologia si faceva invalidante: tornavo a casa dopo una giornata normalissima con vasi testicolari gonfi e fortissime fitte, che mi passavano stando steso oppure in piscina, in assenza di gravità. L'urologo che mi seguiva disse che con spermiogramma positivo era sconsigliato l'intervento e che dovevo solo portare slip contenitivi... Io rimasi interdetto: ero estremamente sintomatico e all'esame si evidenziava un reflusso venoso enorme. Così cambiai specialista che comprese la situazione e confessà che effettivamente un varicocele del genere poteva essere compatibile con la mia sintomatologia. Optai per la scleroembolizzazione retrograda in radiologia interventistica, effettuato il 14 Luglio 2011: l'intervento, a detta dell'operatore, fu un po' indaginoso, ma riuscì a chiudere la spermatica ed il varicocele ridusse notevolemente le proprie dimensioni e con essa i dolori ed i fastidi, anche se rimasero delle vene ectasiche e mi facevano male. A distanza di qualche mese, i fastidi aumentarono di nuovo e con un doppler venne confermata recidiva: III grado a sinistra e un I grado a destra, prima assente. Il dolore persiste, ma è ridotto quindi aspetto un po' più di sei mesi. Passato questo tempo, mi sono sottoposto ad un nuovo intervento di radiologia interventistica, il 2/03/12. L'operatore ha confessato che il mio caso è particolarmente complesso e chiude un circolo collaterale presente sotto la cava renale ( "una collaterale grande come una cannola"). Subito dopo l'intervento mi rendo conto che le vene sono ancora lì; scettico, aspetto una settimana e mi presento per un controllo. Il varicocele è lì, III/IV grado, di nuovo. Ed io di nuovo fortemente sintomatico, ma mai come prima del primo intervento. Decidiamo insieme di ripetere l'intervento con flebografia accuratissima 13/03/12: doppio accesso dalla gamba e, stavolta, anche dal braccio. Evidenzia una collaterale renale dalla forma estremamente insolita, tanto che confessa di aver avuto difficoltà nel raggiungerla. L'intervento è stato uno strazio lungo due ore, esperienza terribile. Sono ancora scettico: doppler eseguito due ore dopo l'intervento segnala massiccia presenza di vene ectasiche. Sono ancora molto scettico e questo lunedi farò un controllo, ma immagino già quale sarà il responso. Ho cercato di documentarmi e studiare anatomia consultando dei libri universitari; sono demoralizzato, il solo lasciare lo scroto senza supporto, in piedi, mi causa dolori e fastidi... In caso di presenza di varicocele, cosa consigliereste di fare? Forse un accesso anterogrado Tauber o Marmar? Non so più che fare... Grazie.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Gentile utente,
bisognerebbe verificare la possibilità di intervento chirurgico con legatura alta della vena spermatica ma ovviamente è da pianificare attentamente valutando le flebografie.

Cordiali saluti
Gino Scalese

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Gentile lettore,

lasci la diagnosi e le successive decisioni finali al suo urologo con cui dovrà chiaramente discutere in diretta tutte le questioni cliniche e chirurgiche che non possono qui avere una risposta precisa e corretta.

Nel frattempo, se desidera avere informazioni più dettagliate su questo particolare ma complesso tema andrologico, le consiglio di consultare anche l’articolo da me pubblicato sul nostro sito e visibile all'indirizzo:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/388-varicocele-cosa-fare-quando-da-problemi.html .

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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Utente
Utente
Ringrazio per le tempestive risposte: mi rendo conto che mai come nel mio caso una valutazione a distanza si rivela davvero complessa. E' ovvio che lascio le diagnosi ai medici: vorrei solo informarmi il più possibile per esprimere al meglio la mia sintomatologia e comprendere ciò che mi viene detto dallo specialista. Lessi molto tempo fa il suo articolo, assieme a tanti altri in rete, e l'ho trovato molto utile per approcciarmi allo studio della patologia in questione. Ho chiesto qui un consulto sperando che, nella casistica di qualche vostro collega, ci fosse stato un caso simile al mio e ciò avrebbe potuto contribuire dando una speranza di risoluzione a me e magari dandomi delle idee da proporre allo specialista che mi segue. Volevo chiedere: noto che nel plesso pampiniforme, a sinistra, nonostante le vene si siano sgonfiate molto, noto ancora che sono oggettivamente più grandi di quelle di destra e fanno male al tatto e/o se lascio lo scroto senza supporto. E' possibile sperare che si sgonfino lentamente col passare del tempo, considerato che sono già passati 5 giorni dall'intervento?
Come sempre, siete gentilissimi e professionali.
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109
Si è prematuro pensare che l'intervento sia stato inefficace dopo 5 gg dallo stesso a meno che non venga eseguito un ecocolordoppler.
Cordiali saluti

Dott.Roberto Mallus

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
A soli 5 giorni da un intervento correttivo per la presenza di un varicocele poco o nulla si può dire da questa postazione.

Cordiali saluti.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Gentile utente,
l'esito dell'intervento non lo si può verificare nell'immediato post-operatorio e non lo si può nemmeno verificare con l'autopalpazione. In questo momento deve solo attendere e verificare come si evolve la situazione in quanto la percezione delle vene dilatate e tortuose che non sono altro che delle vene varicose cioè delle vene sfiancate possono rimanere tali anche dopo l'intervento che ha lo scopo di risolvere il reflusso di sangue venoso dannoso per la corretta maturazione degli spermatozoi.
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Utente
Utente
L'ansia di non aver risolto il problema dopo ben tre interventi mi ha reso eccessivamente impaziente. Non mi resta che monitorare pazientemente la situazione e sperare che gli esiti del controllo di lunedi e del prossimo mese diano risultati positivi.
Grazie mille, scriverò qui i risultati del prossimo doppler.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
caro lettore,

le vene dilatate del varicocele non sono fatte di sostanze elastiche che si sgonfiano e spariscono dopo aver occluso le vene spermatiche come se fossero un palloncino di gomma . Le vene si sono dilatate nel corso di mesi ed anni e possono richiedere tempi analoghi per scomparire ( se scompaiono) una volta eliminato il reflusso venoso patologico.
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Risenta ora il suo urologo e poi ci aggiorni, se lo desidera.

Cordiali saluti.
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Utente
Utente
Vi aggiorno con i risultati alla mano: a una settimana ho ancora un secondo grado. Ho doppler che riportano un primo grado dopo il primo intervento e stavo abbastanza bene: poi ha recidivato. Ho dolori sul lato sinistro, dove sono state poste le spirali e iniettato del liquido sclerosante, e in zona pelvica/pubica; attraverso lo studio delle varie flebografie, si è scoperto che è presente un piccolo plesso di vene che riforniscono il testicolo, ma per ragioni anatomiche irraggiungibile mediante i metodi di radiologia interventistica.
Si è deciso, con mia totale comprensione ed approvazione, di aspettare almeno un mesetto e vedere come va coi dolori. In caso di dolenzie persistenti, si opterebbe per un accesso chirurgico dallo scroto con flebografia retrograda eseguita in contemporanea, per assicurarsi l'assenza di ulteriori circoli collaterali. C'è solo da attendere: vi aggiornerò in caso di novità di rilievo. Ancora i miei ringraziamenti.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 6k 128
Credo che sia una ottima strategia: fleborgrafia retrograda intraoperatoria e verifica della chiusura chirurgica di tutte le collaterali. Utile attesa per far stabilizzare la situazione.