La terapia anti ipb
Esimi Dottori,
sono a chiedere una V/s opinione sul mio caso, in verità un po' complicato, relativo alla mia ipertrofia prostatica benigna.
Ho 63 anni e da circa tre anni mi è stata diagnosticata una IPB che il mio urologo mi ha curato (devo dire con discreto successo) con una compressa di Xatral da 10 mg al giorno. A seguito di un infarto avuto nel dicembre 2003, sono stato sottoposto ad angioplastica con successiva terapia con statine ed anti ipertensivi (una compressa da 5 mg di Triatec al giorno). Ben presto mi sono reso conto che il Triatec unitamente allo Xatral mi abbassavano la pressione ben oltre la normalità, al punto di avere vertigini, malessere generale, tachicardia elevata unita a molte extrasistole e quant'altro. Ne ho parlato con il mio cardiologo nella speranza di poter ottenere una riduzione della dose di Triatec da assumere giornalmente, ma me lo ha proibito in maniera categorica sostenendo che tale medicinale serviva non solo ad abbassare la pressione ma anche a proteggere adeguatamente il muscolo cardiaco da altre possibili complicazioni. Sono così tornato dal mio urologo per farmi modificare la terapia anti IPB (Xatral) il quale, dopo aver manifestato tutte le sue perplessità nei confronti dei cardiologi a suo dire a volte un po' troppo tigidi e schematici, mi ha consigliato una cura fitoterapica a base di semi di zucca tostati e non salati (un cucchiaio la sera dopo cena). A parte la mia sorpresa e un po' di perplessità (mi aspettavo in verità un alfalitico che non facesse abbassare la pressione), devo dire che purtroppo tali semi di zucca non sono facilmente reperibili in commercio e, quasi mai, sono "tostati e non salati" e "pieni", per cui il mio erborista mi ha consigliato il Prostavit (prodotto comunque a base di olio di semi di zucca) in ragione di un opercolo al giorno. Devo dire che la situazione non mi sembra peggiorata (continuo comunque ad avere difficoltà ad urinare soprattutto la mattina al risveglio), ma sono un po' perplesso sulla efficacia della cura a lungo termine.
Aggiungo che nei mesi scorsi sono stato sottoposto ad ecografia prostatica transrettale (24.11.2003) e successiva biopsia (5.3.2004) che ha dimostrato l'assenza di neoplasie, oltre ad una più recente urografia (17.9.2004) che ha rilevato un "discreto residuo minzionale".
Riporto infine qui di seguito le analisi del PSA dell'ultimo periodo:
16.2.2004 PSA 4,90 libero 1,06 lib/tot. 22
6.4.2004 4,80 1,08 23
9.6.2004 5,90 0,99 17
1.9.2004 5,30 0,93 18
22.10.2004 5,30 1,06 20
12.3.2005
(dopo 4 mesi di Prostavit) 5,10 1,19 23
Credo di aver superato il mio infarto con buoni risultati (mi sembra di essere ritornato quello di prima), ma sono alquanto preoccupato per la mia IPB. Mi consigliate di continuare con il Prostavit o vi sembra il caso di aggiungere un alfa litico adeguato che non influisca sulla pressione (se ce ne sono)? Eventualmente mi potete indicare il principio attivo di tale medicinale? Grazie.
sono a chiedere una V/s opinione sul mio caso, in verità un po' complicato, relativo alla mia ipertrofia prostatica benigna.
Ho 63 anni e da circa tre anni mi è stata diagnosticata una IPB che il mio urologo mi ha curato (devo dire con discreto successo) con una compressa di Xatral da 10 mg al giorno. A seguito di un infarto avuto nel dicembre 2003, sono stato sottoposto ad angioplastica con successiva terapia con statine ed anti ipertensivi (una compressa da 5 mg di Triatec al giorno). Ben presto mi sono reso conto che il Triatec unitamente allo Xatral mi abbassavano la pressione ben oltre la normalità, al punto di avere vertigini, malessere generale, tachicardia elevata unita a molte extrasistole e quant'altro. Ne ho parlato con il mio cardiologo nella speranza di poter ottenere una riduzione della dose di Triatec da assumere giornalmente, ma me lo ha proibito in maniera categorica sostenendo che tale medicinale serviva non solo ad abbassare la pressione ma anche a proteggere adeguatamente il muscolo cardiaco da altre possibili complicazioni. Sono così tornato dal mio urologo per farmi modificare la terapia anti IPB (Xatral) il quale, dopo aver manifestato tutte le sue perplessità nei confronti dei cardiologi a suo dire a volte un po' troppo tigidi e schematici, mi ha consigliato una cura fitoterapica a base di semi di zucca tostati e non salati (un cucchiaio la sera dopo cena). A parte la mia sorpresa e un po' di perplessità (mi aspettavo in verità un alfalitico che non facesse abbassare la pressione), devo dire che purtroppo tali semi di zucca non sono facilmente reperibili in commercio e, quasi mai, sono "tostati e non salati" e "pieni", per cui il mio erborista mi ha consigliato il Prostavit (prodotto comunque a base di olio di semi di zucca) in ragione di un opercolo al giorno. Devo dire che la situazione non mi sembra peggiorata (continuo comunque ad avere difficoltà ad urinare soprattutto la mattina al risveglio), ma sono un po' perplesso sulla efficacia della cura a lungo termine.
Aggiungo che nei mesi scorsi sono stato sottoposto ad ecografia prostatica transrettale (24.11.2003) e successiva biopsia (5.3.2004) che ha dimostrato l'assenza di neoplasie, oltre ad una più recente urografia (17.9.2004) che ha rilevato un "discreto residuo minzionale".
Riporto infine qui di seguito le analisi del PSA dell'ultimo periodo:
16.2.2004 PSA 4,90 libero 1,06 lib/tot. 22
6.4.2004 4,80 1,08 23
9.6.2004 5,90 0,99 17
1.9.2004 5,30 0,93 18
22.10.2004 5,30 1,06 20
12.3.2005
(dopo 4 mesi di Prostavit) 5,10 1,19 23
Credo di aver superato il mio infarto con buoni risultati (mi sembra di essere ritornato quello di prima), ma sono alquanto preoccupato per la mia IPB. Mi consigliate di continuare con il Prostavit o vi sembra il caso di aggiungere un alfa litico adeguato che non influisca sulla pressione (se ce ne sono)? Eventualmente mi potete indicare il principio attivo di tale medicinale? Grazie.
[#1]
Caro lettore,
direi che la valutazione sull'impiego degli alfa litici deve necessariamente coinvolgere il suo Cardiologo.
Tenga presente che esistono altri tipi di farmaci che agiscono sul DHT e che possono avere ottimi risultati, forse superiori ai fitoterapici o alle medicine erboristiche
Anche la chirurgia non è una soluzione da escludere a priori
Senta il parere di un buon urologo
cari saluti
direi che la valutazione sull'impiego degli alfa litici deve necessariamente coinvolgere il suo Cardiologo.
Tenga presente che esistono altri tipi di farmaci che agiscono sul DHT e che possono avere ottimi risultati, forse superiori ai fitoterapici o alle medicine erboristiche
Anche la chirurgia non è una soluzione da escludere a priori
Senta il parere di un buon urologo
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#3]
Gentile utente,
è bene chiarire che i sintomi ostruttivi dovuti all'IPB
sono solo alleviati dall'uso di alfalitici, che fanno imbutizzare il collo vescicale durante la minzione (con aumento del flusso) ma non risolvono il problema prostatico ostruttivo di base.
In caso di ostruzione ,quale quella da Lei riferita, non, e ribadisco non, esistono farmaci più utili degli alfalitici.
Nel suo caso specifico, considerata l'età e quindi la notevole augurabile aspettativa di vita, dopo aver consultato un cardiologo che Le dirà se è il caso di eseguire studio angiografico coronarico e quindi di valutare il rischio operatorio,
Le consiglio dopo un esame obiettivo urologico terapia disostruttiva chirurgica senza ombra di dubbio.
La terapia endoscopica o a cielo aperto classica, La deciderà un collega urologo di Foggi a seconda delle dimensioni dell'adenoma prostatico da asportare.
Auguri!
Cordiali saluti.
è bene chiarire che i sintomi ostruttivi dovuti all'IPB
sono solo alleviati dall'uso di alfalitici, che fanno imbutizzare il collo vescicale durante la minzione (con aumento del flusso) ma non risolvono il problema prostatico ostruttivo di base.
In caso di ostruzione ,quale quella da Lei riferita, non, e ribadisco non, esistono farmaci più utili degli alfalitici.
Nel suo caso specifico, considerata l'età e quindi la notevole augurabile aspettativa di vita, dopo aver consultato un cardiologo che Le dirà se è il caso di eseguire studio angiografico coronarico e quindi di valutare il rischio operatorio,
Le consiglio dopo un esame obiettivo urologico terapia disostruttiva chirurgica senza ombra di dubbio.
La terapia endoscopica o a cielo aperto classica, La deciderà un collega urologo di Foggi a seconda delle dimensioni dell'adenoma prostatico da asportare.
Auguri!
Cordiali saluti.
Dott.Roberto Mallus
[#4]
Utente
La ringrazio Dr. Mallus. Credo di aver capito che prima o poi dovrò considerare la necessità di sottopormi ad un intervento disostruttivo, anche perchè penso che non ci saranno problemi a livello coronarico. Almeno me lo auguro. Avrei preferito nel frattempo tentare una cura con con qualche alfalito che non influisca eccessivamente sulla PA. Ma non ho capito bene se ce ne sono e quali sono. Mi può aiutare magari indicandomi solo il principio attivo del farmaco? Grazie.
[#7]
gentile utente,
solo ora mi accordo che Lei ha scritto P.A. e non PSA come erroneamente avevo letto.
Non esistono alfalitici che non hanno influenza sulla P.A. .
E' comunque sufficiente abbassare la posologia dell'ipertensivo che Lei prende,per quel che basta.
Diminuisca la dose sell'antipertensivo della metà, controlli la P.A. e trovi la giusta posologia.
Buonanotte.
solo ora mi accordo che Lei ha scritto P.A. e non PSA come erroneamente avevo letto.
Non esistono alfalitici che non hanno influenza sulla P.A. .
E' comunque sufficiente abbassare la posologia dell'ipertensivo che Lei prende,per quel che basta.
Diminuisca la dose sell'antipertensivo della metà, controlli la P.A. e trovi la giusta posologia.
Buonanotte.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 21.5k visite dal 13/04/2005.
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