Carcinoma prostatico come intervenire
Sono un uomo di 60 anni affetto da carcinoma prostatico con gleason di 6, diagnosticato circa 10 mesi fa con biopsia, con PSA di circa 20. sono stato sottoposto ha terapia ormonale ed i risultati sono buoni infatti i valori del PSA sono diminuiti. Ad oggi non so come procedere alcuni medici mi consigliano di intervenire con prostatectomia totale, altri con la radioterapia. Lei cosa mi consiglia di fare? Grazie
[#1]
Nel suo caso occorrerebbe valutare anche altri esami (oltre al PSA e la biopsia che lei riporta): cioè dovrebbe eseguire una TC addome e pelvi con e senza mezzo di contrasto ed una scintigrafia ossea total body. Questi esami sono finalizzati all'evidenziazione di eventuali diffusioni a distanza della malattia.
La sua età piuttosto giovane e il gleason score di 6 sarebbero dei fattori che lascerebbero favorire un intervento di prostatectomia radicale. Esistono poi una serie di variabili da non sottovalutare quali la co-presenza di altre malattie generali come cardiopatie e vasculopatie (delle quali fortunatamente lei non da cenno).
In ogni caso lei afferma di essere già in cura da diversi mesi con blocco androgenico.
La terapia finora seguita è corretta, ma tenga presente che probabilmente non sarà sufficiente. E' sua libera scelta optare per la chirurgia o per la radioterapia, tenendo presente che la chirurgia non precluderebbe una radioterapia in seconda battuta se i risultati chirurgici non fossero confortanti.
Il mio consiglio è di consultare un buon urologo in grado di seguirla in modo idoneo e di suggerirle la via giusta da seguire.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
La sua età piuttosto giovane e il gleason score di 6 sarebbero dei fattori che lascerebbero favorire un intervento di prostatectomia radicale. Esistono poi una serie di variabili da non sottovalutare quali la co-presenza di altre malattie generali come cardiopatie e vasculopatie (delle quali fortunatamente lei non da cenno).
In ogni caso lei afferma di essere già in cura da diversi mesi con blocco androgenico.
La terapia finora seguita è corretta, ma tenga presente che probabilmente non sarà sufficiente. E' sua libera scelta optare per la chirurgia o per la radioterapia, tenendo presente che la chirurgia non precluderebbe una radioterapia in seconda battuta se i risultati chirurgici non fossero confortanti.
Il mio consiglio è di consultare un buon urologo in grado di seguirla in modo idoneo e di suggerirle la via giusta da seguire.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo
[#2]
caro lettore,
concordo pienamente con la risposta del dottor Masala
cari saluti
concordo pienamente con la risposta del dottor Masala
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#4]
Chirurgia e radioterapia sono sovrapponibili, nella maggior parte dei casi in termini di sopravvvenza libera da malattia e in termini di controllo del PSA.
La chirurgia ha la possibilità di eradicare la malattia subito, e avere immediatamente il resoconto istologico.
La radioterapia, invece necessita di alcuni mesi per valutare l'esito del trattamento.
La chirugia ha effetti avversi quali impotenza e incontinenza, talora irreversibili. Inoltre non è scevra di rischi intra e perioperatori.
La radioterapia ha effetti avversi sostanzialmente di tipo infiammatorio acuto e/o cronico alle vie urinarie e gastrointesinali basse. Non ha però mortalità intraoperatoria e ha ridottissimi rischi tardivi di incontinenza e impotenza(6-10%), quasi sempre reversibili.
Nel suo caso gli studi americani prediligono la radioterapia(PSA di 20 indicherebbe uno stadio di rischio intermedio, seppur rimane ottimo il fattore del Gleason score). Gli studi europei, considerando l'età di 60 anni(relativamente giovane per il tipo di patologia) e la possibile assenza di gravi comorbidità(cardiopatia, insufficienza respiratoria grave, ecc) optano più frequentemente per la chirurgia.
La chirurgia ha la possibilità di eradicare la malattia subito, e avere immediatamente il resoconto istologico.
La radioterapia, invece necessita di alcuni mesi per valutare l'esito del trattamento.
La chirugia ha effetti avversi quali impotenza e incontinenza, talora irreversibili. Inoltre non è scevra di rischi intra e perioperatori.
La radioterapia ha effetti avversi sostanzialmente di tipo infiammatorio acuto e/o cronico alle vie urinarie e gastrointesinali basse. Non ha però mortalità intraoperatoria e ha ridottissimi rischi tardivi di incontinenza e impotenza(6-10%), quasi sempre reversibili.
Nel suo caso gli studi americani prediligono la radioterapia(PSA di 20 indicherebbe uno stadio di rischio intermedio, seppur rimane ottimo il fattore del Gleason score). Gli studi europei, considerando l'età di 60 anni(relativamente giovane per il tipo di patologia) e la possibile assenza di gravi comorbidità(cardiopatia, insufficienza respiratoria grave, ecc) optano più frequentemente per la chirurgia.
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.3k visite dal 16/01/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore alla prostata
Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.