Sospetta compressione del nervo pudendo
Gentili Dottori, Vi scrivo nella speranza di riuscire a trovare una risposta atta a trovare, se possibile, una soluzione al mio problema. Da un paio d'anni a questa parte soffro di una prostatite cronica che quando si riacutizza curo con terapia antibiotica. Da circa 3 mesi accuso un senso di tensione/pesantezza nella zona anale e perianale. Dopo 1 mese di terapia antibiotica a base di Levoxacin 250 mg e 10 gg con anti-infiammatori (TOPSTER supposte 3 mg) ed OMNIC 0,4 mg (quest'ultimo poi interrotto poiché mi produceva senso di pesantezza al fegato), tale senso di Perineodinia persiste! Stare seduto, dopo un pò, mi diventa difficoltoso! In posizione eretta il fastidio tende a diminuire, ancor meglio va da sdraiato. Mi è stato detto che si trattava di tenesmo rettale (un possibile riflesso correlato alla prostatite), ma dopo ulteriore ciclo anti-infiammatorio, nessun risultato migliorativo. Il problema persiste!! La mia frequenza sessuale è di 2 rapporti completi al giorno con la mia compagna ogni 2 settimane, nei weekend quando ci ritroviamo insieme. Generalmente tale perineodinia tende a presentarsi (…non sempre però) poche ore dopo aver avuto un rapporto. Stamattina ho eseguito esami del sangue, urino-coltura (con eventuale antibiogramma), spermio-coltura e prenotato ecografie addome completo, testicoli, trans-rettale, nonché visita proctologica ed urologica. Tuttavia, dopo le varie cure e i vari consulti, ho il timore che il mio vero e reale problema non sia stato ancora capito e trattato nel senso che il fastidio che accuso sia dovuto ad una compressione del nervo pudendo e non necessariamente alla prostata. Non ho problemi di erezione sebbene il mio valore di testosterone totale sia molto diminuito. Vorrei sapere: 1) Tale senso di tensione/compressione può essere dovuto ad una congestione prostatica? 2) Avere rapporti frequenti ravvicinati può essere dannoso per la prostata? 3) Fermo restando che non ho incontinenza fecale e/o urinaria, che non ho urine maleodoranti, esistono esami neurofisiologici specifici in grado di stabilire se il mio problema sia davvero dovuto a compressione (o stiramento), calcificazioni del nervo pudendo? 4) Se sì, sono dolorosi? 5) Esiste, comunque, una cura farmacologica atta a risolvere/alleviare eventualmente il problema? 6) E’ una patologia dalla quale si può guarire? 7) Sostanze quali il caffè ed il the non deteinato sono da evitarsi per chi ha problemi di prostata? 8) E’ possibile che una prostatite possa produrre sintomatologie fastidiose diverse di volta in volta? Confidando in una risposta imminente in quanto il fastidio mi condiziona la vita e l'attività lavorativa, ringrazio anticipatamente!
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Potrebbe non essere un problema urologico. Talvolta questa sintomatologia è di origine coccigea, nel senso che può essere dovuta ad una deviazione dell' estremo caudale della colonna vertebrale, verificatosi anche per un banale trauma. Si affidi, oltre agli specialisti menzionati, anche ad un ortopedico/reumatologo. Ci faccia sapere.Cordiali saluti.
Dr. Gaetano Mazzone
Humanitas Catania tel:095.7339000
Studio Catania: 095.7221183
www.urologiacatania.it
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Caro signore, fermo restando che il senso di tensione pelvico fa ascrivere la sua situazione alla sindrome da dolore pelvico cronico, si può escludere una compressione di un nervo pudendo (da che e come dovrebbe essere attuata?), che per sua sede anatomica è ben protetto da fenomeni del genere. Il collega che Le ha già risposto ha perfettamente ragione a indicarLe la possibilità che altre branche specialistiche possono essere chiamate in causa, poichè se non si trova nulla di oggettivo, la sindrome da dolore pelvico può esser dovuta a fattori non urologici. Infine, l'attività sessuale non è dannosa per fortuna. Terapie ce ne sono senz'altro, ma molto spesso sono su base empirica. Mi permetto infine di ricordare che la focalizzazione della propria attenzione su questi disturbi condiziona negativamente la percezione dei sintomi. In altre parole, una volta escluse patologie batteriche e quant'altro, non concentri troppo la Sua attenzione sui sintomi. Cordiali saluti
Dr. Enrico Conti
Specialista in Urologia e Andrologia
Primario Urologo ASL 5 Spezzino
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Utente
Gentili dottori Vi ringrazio per la vostra cortese e sollecita risposta. Facendo seguito alle stesse, come trauma personale è da poter ricondurre lo stesso all'intervento chirurgico che subii nel 05/2010 a seguito di recidiva di seminoma per la quale fui sottoposto ad asportazione della lesione con linfoadenectomia inguinale superficiale sx per sospetta metastasi, risultata poi quest'ultima negativa? Fermo restando che in data 04/11 ritirerò il referto degli esami medici da me eseguiti al fine di individuare anche l'eventuale presenza di una carica batterica, e per i quali sarà mia cura comunicarVi i risultati degli stessi se a Voi non dispiace, nell'ipotesi che gli esiti fossero negativi, ossia non venisse confermata la presenza di una carica batterica attiva, a cosa potrebbe allora essere riconducibile questa perineodinia che accuso e, nella fattispecie, quali esami sarebbero allora opportuni che eseguissi? Premetto che, nel mio messaggio precedente, ho omesso di dire che talvolta accuso anche come un senso di leggero fastido in corrispondenza della testa dell'epididimo dx (proprio in corrispondenza all'attaccatura col testicolo). Eppure, alla palpazione eseguita da specialista urologo mi è stato detto che l'epididimo non ha nulla, ed è di conformazione regolare e il testicolo dx non è gonfio. Possibile che possa esserci qualcosa di subdolo che possa essere sfuggito e che possa essere anche concausa del mio attuale problema? Grazie per ogni vostra eventuale risposta!
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Utente
La ringrazio per la sua cortese risposta. Non appena avrò l'esito degli esami da me eseguiti, provvederò a fissare un appuntamento con l'urologo che mi ha in cura. Se devo essere sincero ho sempre sospettato che i sintomi che accuso fossero correlati ad una prostatite sebbene avessi sentito parlare di sintomi da compressione del nervo pudendo che, comunque, da quel poco che ho avuto modo di documentarmi, e a prescindere da sintomi più o meno identici, dovrebbero però questi essere di natura ancor più dolorosa e fastidiosa. Se posso esprimere un parere "a denti stretti", come si suol dire, non immaginavo che la prostatite fosse una tale seccatura immane. Non riesco a capire per quale/i motivo/i una prostatite tende a ripresentarsi sebbene nel mio caso, come penso del resto per molti altri utenti nelle mie stesse condizioni, siano stati seguiti cicli di cure prolungate a base di antibiotici ( Bassado, Levoxacin, ecc. ) ed anti-infiammatori. Le vorrei però cortesemente chiedere un paio di cose, giacché relativamente al mio messaggio iniziale non ho riscontrato risposte in merito e, precisamente, se l'avere con la propria compagna rapporti completi frequenti ravvicinati può essere dannoso per la prostata e, più in generale, allorché sia in corso una prostatite e, infinine, se l'assunzione di bevande quali il caffè ed il the non deteinato sono da evitarsi per chi ha problemi di prostata? In attesa di una sua gentile e gradita risposta, La saluto cordialmente!
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 13.2k visite dal 25/10/2011.
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