Calcolo calice medio
Gentili Dottori,
oltre 1 anno fa ho scoperto di avere un calcolo di 13 mm nel calice medio del rene dx. Da anni (oltre 15) soffro di dolori al fianco, ma ho sempre dato poco peso al sintomo, attribuendo il dolore ad un'altra patologia di cui soffro. Un giorno mi sono recata in pronto soccorso e tramite eco e tac ho scoperto di avere questo sgradito ospite.
A novembre 2010 ho eseguito la prima litotrissiam extracorporea e a marzo la seconda. Essendo sotto effetto di antidolorifico per endovena l'urologa ha optato per delle sedute lunghe (30 min circa) e potenti (se non ricordo male sono stati raggiunti o superati i 2400 colpi). Ma già al termine la dott.ssa aveva notato la totale inefficacia del trattamento. Comunque per sicurezza 15 gg fa ho eseguito la solita tac di controllo e abbiamo avuto la certezza che il calcolo è sempre di 13 mm e nel medesimo posto. Non si è nemmeno scalfito. Lei stessa non si capacita sul motivo per cui tanta potenza non smuova nemmeno i contorni. Al momento della dimissione mi ha parlato di litotrissia percutanea, da discutere comunque con calma in sede di colloquio.
La visita di controllo l'ho fatta, ma con un altro medico dello stesso staff, il quale ha optato invece per un ulteriore bombardamento, pur riconoscendo un probabile nuovo fallimento. Ora il mio dubbio è il seguente, se già 2 sedute (massimo tempo e potenza) non hanno ottenuto alcun risultato allora perchè insistere? Tenendo conto che comunque un "giro di onde d'urto da mezzora" non è proprio una passeggiata per il paziente. E poi vorrei sapere se sottoporre un rene a litotrissia ogni 3 mesi ha effetti dannosi.
Io sono la prima a non desiderare un intervento chirurgico, però vorrei risolvere definitivamente questo problema visto che ho solo 28 anni e metà della mia vita l'ho vissuta quasi quotidianamente con questi dolori fortissimi che durano per giorni incessantemente. Comprendo che un medico voglia evitare un intervento, ma se metodi più soft non ottengono risultati come si può fare?
Grazie
oltre 1 anno fa ho scoperto di avere un calcolo di 13 mm nel calice medio del rene dx. Da anni (oltre 15) soffro di dolori al fianco, ma ho sempre dato poco peso al sintomo, attribuendo il dolore ad un'altra patologia di cui soffro. Un giorno mi sono recata in pronto soccorso e tramite eco e tac ho scoperto di avere questo sgradito ospite.
A novembre 2010 ho eseguito la prima litotrissiam extracorporea e a marzo la seconda. Essendo sotto effetto di antidolorifico per endovena l'urologa ha optato per delle sedute lunghe (30 min circa) e potenti (se non ricordo male sono stati raggiunti o superati i 2400 colpi). Ma già al termine la dott.ssa aveva notato la totale inefficacia del trattamento. Comunque per sicurezza 15 gg fa ho eseguito la solita tac di controllo e abbiamo avuto la certezza che il calcolo è sempre di 13 mm e nel medesimo posto. Non si è nemmeno scalfito. Lei stessa non si capacita sul motivo per cui tanta potenza non smuova nemmeno i contorni. Al momento della dimissione mi ha parlato di litotrissia percutanea, da discutere comunque con calma in sede di colloquio.
La visita di controllo l'ho fatta, ma con un altro medico dello stesso staff, il quale ha optato invece per un ulteriore bombardamento, pur riconoscendo un probabile nuovo fallimento. Ora il mio dubbio è il seguente, se già 2 sedute (massimo tempo e potenza) non hanno ottenuto alcun risultato allora perchè insistere? Tenendo conto che comunque un "giro di onde d'urto da mezzora" non è proprio una passeggiata per il paziente. E poi vorrei sapere se sottoporre un rene a litotrissia ogni 3 mesi ha effetti dannosi.
Io sono la prima a non desiderare un intervento chirurgico, però vorrei risolvere definitivamente questo problema visto che ho solo 28 anni e metà della mia vita l'ho vissuta quasi quotidianamente con questi dolori fortissimi che durano per giorni incessantemente. Comprendo che un medico voglia evitare un intervento, ma se metodi più soft non ottengono risultati come si può fare?
Grazie
[#1]
Gentile utente personalmente mi trovo d accordo nel consigliarle un intervento per via percutanea in quanto se dopo due trattamenti con eswl che comunque a lungo andare possono creare danni al rene non ci sono stati risultati allora meglio non perdere altro tempi
Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#2]
gentile Signora
basandomi sui dati da lei forniti il mio parere è questo:
1) non rifarei un nuovo trattamento di litotrissia extracorporea considerando l'inefficacia dei primi 2
2) proporrei , in considerazione della localizzazione del calcolo e delle sue dimensioni un trattamento di litotrissia endoscopica retrograda che consiste , in anestesia, in un trattamento endoscopico mediante utilizzo di uno strumento flessibile che percorrendo a ritroso le vie urinarie arrivi al calcolo nel rene frantumandolo con l'energia laser senza eseguire fori cutanei e renali come invece è necessario eseguendo una litotrissia percutanea.
Cordiali saluti
basandomi sui dati da lei forniti il mio parere è questo:
1) non rifarei un nuovo trattamento di litotrissia extracorporea considerando l'inefficacia dei primi 2
2) proporrei , in considerazione della localizzazione del calcolo e delle sue dimensioni un trattamento di litotrissia endoscopica retrograda che consiste , in anestesia, in un trattamento endoscopico mediante utilizzo di uno strumento flessibile che percorrendo a ritroso le vie urinarie arrivi al calcolo nel rene frantumandolo con l'energia laser senza eseguire fori cutanei e renali come invece è necessario eseguendo una litotrissia percutanea.
Cordiali saluti
Dott. Mauro Seveso
Responsabile Unità Operativa di Urologia
Istituto Clinico Città Studi , Milano
[#3]
Utente
Ringrazio per la celerità nella riposta, e vorrei rispondere al Dott. Seveso. L'intervento di cui lei parla mi era stato già spiegato 1 anno fa, ma in questo arco di tempo i vari urologi hanno cambiato opinione perchè il calcolo si sposta continuamente entrando in zone d'ombra (restando sempre nel calice medio).
Mi hanno spiegato che non hanno la certezza di riuscire tramite questo strumento flessibile ad arrivare al punto esatto, e hanno detto anche che essendo comunque di dimensioni non ridotte sarebbe problematico ripetere l'operazione più volte per estrarre tutti i pezzi (l'uretere non è un'autostrada ironicamente è stato detto).
Si sentono quindi più sicuri e con più probabilità di riuscita ad effettuare una percutanea.
Questo medico mi ha fissato il bombardamento per settembre e la percutanea per ottobre. Quindi a questo punto chiederò un ulteriore colloquio per ragionare solo su una percutanea che mi pare di capire abbia più senso.
Grazie
Mi hanno spiegato che non hanno la certezza di riuscire tramite questo strumento flessibile ad arrivare al punto esatto, e hanno detto anche che essendo comunque di dimensioni non ridotte sarebbe problematico ripetere l'operazione più volte per estrarre tutti i pezzi (l'uretere non è un'autostrada ironicamente è stato detto).
Si sentono quindi più sicuri e con più probabilità di riuscita ad effettuare una percutanea.
Questo medico mi ha fissato il bombardamento per settembre e la percutanea per ottobre. Quindi a questo punto chiederò un ulteriore colloquio per ragionare solo su una percutanea che mi pare di capire abbia più senso.
Grazie
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 11.5k visite dal 27/06/2011.
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