Circoncisione e candidosi
Buongiono,
ho 30 anni e vorrei chiedere un consiglio.
Ho già effettuato una visita urologica, nel mese di ottobre 2007, in quanto, all'incirca nel mese di maggio di quest'anno, ho notato una crescente difficoltà nello scoprire il glande con il pene in erezione.
Tale difficoltà, odiernamente, è pressochè totale, e posso scoprire il glande solo con il pene a riposo.
L'urologo prospettava una possibile candidosi, a causa della presenza di un tessuto "inspessito bianco" a livello del frenulo, e mi prescriveva l'assunzione di 2 pillole di "Diflucan 150 mg" a distanza di una settimana l'una dall'altra.
Provvedevo ad applicare, inoltre, più volte al giorno, pomata "pevaryl", per circa 30 giorni.
Oggi stesso ho effettuato un secondo controllo dall'urologo e, poichè vi era ancora la presenza di tale tessuno "bianco", tipo cicatrizzato, sebbene in parte ridotto rispetto alla prima visita, mi prescriveva di ripetere la stessa cura per un altro mese, per procedere a circoncisione totale quando l'infezione sarebbe del tutto svanita.
Veniva comunque fissata la data dell'intervento per il mese di gennaio 2008, con l'auspicio che tale "candidosi" fosse del tutto sparita.
Le mie domande sono:
1)Può essersi trattato effettivamente di candidosi? e se si, la cura effettuata non avrebbe dovuto comportare la totale scomparsa dell'infezione? ripetere la cura può portare esiti positivi?
Sottolineo che non ho mai avuto effetti tipici quali pruriti o rossori particolari, ma macchioline bianche a livello del solo frenulo.
2)Una candidosi può comportare il sorgere di una fimosi??
Sottolinea che per trent'anni non ho mai avuto problemi a scoprire il glande;
3)La dott.ssa mi ha sconsigliato una circoncisione parziale, in quanto potrebbe sorgere nuovamente il problema.
Ma esiste una circoncisione che copre il glande con il pene a riposo? E' questa la circoncisione parziale? non risolverebbe il problema?
Lo chiedo in quanto preferirei una cosa parziale, anche per i "noti" problemi di calo della sensibilità del glande.
Grazie mille, anche se immagino sia difficile rispondere senza vedere "icto oculi" la situazione.
In ogni caso, porgo cordiali saluti.
ho 30 anni e vorrei chiedere un consiglio.
Ho già effettuato una visita urologica, nel mese di ottobre 2007, in quanto, all'incirca nel mese di maggio di quest'anno, ho notato una crescente difficoltà nello scoprire il glande con il pene in erezione.
Tale difficoltà, odiernamente, è pressochè totale, e posso scoprire il glande solo con il pene a riposo.
L'urologo prospettava una possibile candidosi, a causa della presenza di un tessuto "inspessito bianco" a livello del frenulo, e mi prescriveva l'assunzione di 2 pillole di "Diflucan 150 mg" a distanza di una settimana l'una dall'altra.
Provvedevo ad applicare, inoltre, più volte al giorno, pomata "pevaryl", per circa 30 giorni.
Oggi stesso ho effettuato un secondo controllo dall'urologo e, poichè vi era ancora la presenza di tale tessuno "bianco", tipo cicatrizzato, sebbene in parte ridotto rispetto alla prima visita, mi prescriveva di ripetere la stessa cura per un altro mese, per procedere a circoncisione totale quando l'infezione sarebbe del tutto svanita.
Veniva comunque fissata la data dell'intervento per il mese di gennaio 2008, con l'auspicio che tale "candidosi" fosse del tutto sparita.
Le mie domande sono:
1)Può essersi trattato effettivamente di candidosi? e se si, la cura effettuata non avrebbe dovuto comportare la totale scomparsa dell'infezione? ripetere la cura può portare esiti positivi?
Sottolineo che non ho mai avuto effetti tipici quali pruriti o rossori particolari, ma macchioline bianche a livello del solo frenulo.
2)Una candidosi può comportare il sorgere di una fimosi??
Sottolinea che per trent'anni non ho mai avuto problemi a scoprire il glande;
3)La dott.ssa mi ha sconsigliato una circoncisione parziale, in quanto potrebbe sorgere nuovamente il problema.
Ma esiste una circoncisione che copre il glande con il pene a riposo? E' questa la circoncisione parziale? non risolverebbe il problema?
Lo chiedo in quanto preferirei una cosa parziale, anche per i "noti" problemi di calo della sensibilità del glande.
Grazie mille, anche se immagino sia difficile rispondere senza vedere "icto oculi" la situazione.
In ogni caso, porgo cordiali saluti.
[#1]
Tante domande, risponderò a una sola: propabilmente non si tratta di candidosi , ma di lichen. In questo caso l'antimicotico non è efficace, ma può essere utile l'applicazione di una crema a base di testosterone + cortisone . In caso di fallimento della terapia topica andrà effettuata la circoncisione.
Il lichen è una malattia dermatologica che può avere sequele urologiche per cui può rivolgersi sia a un dermatologo che ad un urologo competente.
Cordialità
Il lichen è una malattia dermatologica che può avere sequele urologiche per cui può rivolgersi sia a un dermatologo che ad un urologo competente.
Cordialità
Dr Mirco Castiglioni
Specialista in Urologia
Andrologo
[#2]
Utente
La ringrazio per la celerità della risposta.
Alla visita urologica ho chiesto se poteva trattarsi di un lichen, ma la dott.ssa ha risposto in senso negativo, anche se per averne la certezza bisognerebbe fare un biopsia possibile solo dopo la circoncisione.
Le ammetto che la sua diagnosi mi preoccupa non poco, soprattutto sapendo che tale malattia è, per le informazioni in mio possesso, cronica e di difficile (impossibile?!?) guarigione.
Ma a questo punto che faccio? Seguo le indicazioni dell'urologo o cerco un altro consulto? sempre da un urologo? in libera professione a questo punto?
Grazie.
Alla visita urologica ho chiesto se poteva trattarsi di un lichen, ma la dott.ssa ha risposto in senso negativo, anche se per averne la certezza bisognerebbe fare un biopsia possibile solo dopo la circoncisione.
Le ammetto che la sua diagnosi mi preoccupa non poco, soprattutto sapendo che tale malattia è, per le informazioni in mio possesso, cronica e di difficile (impossibile?!?) guarigione.
Ma a questo punto che faccio? Seguo le indicazioni dell'urologo o cerco un altro consulto? sempre da un urologo? in libera professione a questo punto?
Grazie.
[#3]
Le ho detto appunto che si tratta di un problema dermatologico le cuisequele sono trattate dall'urologo.
Si rivolga ad un dermatologo, non è mica vero che chi visita in libera professione sia più bravo di chi visita in convenzione con il SSN !!! ... e viceversa.
Un caro saluto
M Castiglioni
Si rivolga ad un dermatologo, non è mica vero che chi visita in libera professione sia più bravo di chi visita in convenzione con il SSN !!! ... e viceversa.
Un caro saluto
M Castiglioni
[#4]
Utente
Gentile Dottore,
non volevo assolutamente significare tale cosa, tanto che sono stato io stesso a rivolgermi al SSN, per il solo fatto che non avevo un urologo di "fiducia" su cui appoggiarmi.
In ogni caso provvederò oggi stesso a rivolgermi ad un dermatologo.
Per la scelta di quest'ultimo, è competente qualsiasi dermatologo, oppure il lichen è trattato (e riconosciuto...) da dermatologi specializzati, tipo in malattie infettive?
Il fatto che non sia stato riconosciuto nei primi 4/5 mesi può aver pregiudicato qualcosa nella guarigione?
un'ultima domanda a cui non mi ha risposto, forse per non farmi preoccupare troppo...si può guarire o è effettivamente cronica??
Con la speranza che si tratti di qualcos'altro, le porgo cordiali saluti.
non volevo assolutamente significare tale cosa, tanto che sono stato io stesso a rivolgermi al SSN, per il solo fatto che non avevo un urologo di "fiducia" su cui appoggiarmi.
In ogni caso provvederò oggi stesso a rivolgermi ad un dermatologo.
Per la scelta di quest'ultimo, è competente qualsiasi dermatologo, oppure il lichen è trattato (e riconosciuto...) da dermatologi specializzati, tipo in malattie infettive?
Il fatto che non sia stato riconosciuto nei primi 4/5 mesi può aver pregiudicato qualcosa nella guarigione?
un'ultima domanda a cui non mi ha risposto, forse per non farmi preoccupare troppo...si può guarire o è effettivamente cronica??
Con la speranza che si tratti di qualcos'altro, le porgo cordiali saluti.
[#5]
Gentile utente,
Si affidi con fiducia al suo Dermatologo (che è anche un venereologo dermatologia e venereologia è una specializzazione con due valenze dello stesso aspetto) : esistono dermatologi che seguono più da vicino la parte venereologica; nulla a che vedere con le malattie infettive o sessualmente trasmissibili, poichè se la Diagnosi è LICHEN SCLEROSUS sappia che questa è ben altro che una infezione, ma una patologia infiammatoria immunologica.
cari saluti.
Dott. Luigi LAINO
Dermatologo e Venereologo
Malattie Sessualmente Trasmissibili, ROMA
Si affidi con fiducia al suo Dermatologo (che è anche un venereologo dermatologia e venereologia è una specializzazione con due valenze dello stesso aspetto) : esistono dermatologi che seguono più da vicino la parte venereologica; nulla a che vedere con le malattie infettive o sessualmente trasmissibili, poichè se la Diagnosi è LICHEN SCLEROSUS sappia che questa è ben altro che una infezione, ma una patologia infiammatoria immunologica.
cari saluti.
Dott. Luigi LAINO
Dermatologo e Venereologo
Malattie Sessualmente Trasmissibili, ROMA
Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it
[#6]
Utente
La ringrazio moltissimo Dr. Laino.
Dalle indicazioni che Le ho dato, per quanto Le sia possibile, ravvede anche Lei un'ipotesi di Lichen?
Interrompo di già il secondo ciclo di trattamento per la cura della candida come prescritto dall'urologo??
Se fosse veramente Lichen, dovrò tenermelo per sempre o si può curare? La circoncisione è comunque indicata?
Dalle indicazioni che Le ho dato, per quanto Le sia possibile, ravvede anche Lei un'ipotesi di Lichen?
Interrompo di già il secondo ciclo di trattamento per la cura della candida come prescritto dall'urologo??
Se fosse veramente Lichen, dovrò tenermelo per sempre o si può curare? La circoncisione è comunque indicata?
[#7]
Le indicazioni sulle modalità terapeutiche debbono essere imposte in sede di visita diretta e non telematicamente.
Il Lichen sclerosus è una patologia che DEVE essere curata a livello medico: la circoncisione non risolve la patologia in quanto tale:
il LS può difatti comunque progredire nei tessuti viciniori come il glande e l'uretra: pertanto, ogni approccio chirurgico deve a mio avviso essere sempre anteceduto dalla corretta valutazione Venereologica e dalla terapia medica, che spessissimo risolve i casi non complicati, ed incide sempre significativamente tutte le fasi del LS.
Il LS è comunque una patologia ad andamento cronico recidivante, che deve essere seguita nel tempo, ma una volta impostata la terapia ed osservato che essa sia funzionale al caso specifico, i dettami terapeutici divngono via via sempre più semplici da affrontare: tutto questo solo se si mantengono pedissequamente le osservanze imposte per la terapia.
ultima osservazione: L'approccio chirurgico non corredato di terapia medica può concorrere alla progressione della patologia per implementazione dei processi infiammatori e ricostitutivi, ed inoltre non arresta l'eventuale progredire (sovente mi capita di osservare soggetti sottoposti a postectomia - intervento per fimosi - i quali presentano insorgenze della patologia nelle zone sopraccitate che purtroppo prevedono anche l'uretra - stenosi del meato uretrale e del pavimento uretrale -): in tutti questi casi la terapia medica deve essere sempre approcciata, anche e soprattutto per prevenire la progressione.
cari saluti
Dott. LAINO, Roma
Il Lichen sclerosus è una patologia che DEVE essere curata a livello medico: la circoncisione non risolve la patologia in quanto tale:
il LS può difatti comunque progredire nei tessuti viciniori come il glande e l'uretra: pertanto, ogni approccio chirurgico deve a mio avviso essere sempre anteceduto dalla corretta valutazione Venereologica e dalla terapia medica, che spessissimo risolve i casi non complicati, ed incide sempre significativamente tutte le fasi del LS.
Il LS è comunque una patologia ad andamento cronico recidivante, che deve essere seguita nel tempo, ma una volta impostata la terapia ed osservato che essa sia funzionale al caso specifico, i dettami terapeutici divngono via via sempre più semplici da affrontare: tutto questo solo se si mantengono pedissequamente le osservanze imposte per la terapia.
ultima osservazione: L'approccio chirurgico non corredato di terapia medica può concorrere alla progressione della patologia per implementazione dei processi infiammatori e ricostitutivi, ed inoltre non arresta l'eventuale progredire (sovente mi capita di osservare soggetti sottoposti a postectomia - intervento per fimosi - i quali presentano insorgenze della patologia nelle zone sopraccitate che purtroppo prevedono anche l'uretra - stenosi del meato uretrale e del pavimento uretrale -): in tutti questi casi la terapia medica deve essere sempre approcciata, anche e soprattutto per prevenire la progressione.
cari saluti
Dott. LAINO, Roma
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 12.1k visite dal 21/11/2007.
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