Prostata esame pca3
Egregio Dottore, ho 54anni e da 4 eseguo annualmente esami del sangue,uroflussometria, eco addome completo e visita Urologica,visto che a mio padre è stato trovato un tumore alla prostata quando aveva 76 anni, poi curato.
La prostata risulta 47x31x30 volume 23cc simmetrica con piccola calcificazione centrale, all'esame rettale risulta di circa 4cm, piccola,regolare.
Uroflussometria migliorata, eco addome regolare, ma PSA aumentato da 2,60 a 3,90 poi sceso a 3,50 dopo un mese e comunque negli ultimi 4 anni il PSA è stato ballerino crescendo e diminuendo variando da 3,10 nel 2008 a 2,40 nel 2009 fino all'ultimo di 3,80 nel 2011.
L'Urologo tra una Risonanza Magnetica prostatica e l'esame del PCA3 ha preferito quest'ultimo che ha dato score 55 (tra 0 e 140).
Ora mi dice che mi consiglia la biopsia ecoguidata, la mia domanda è questa:
Se il PCA3 rileva le cellule cancerogene dopo spremitura della prostata, a cosa serve la biposia se anche questa serve a rilevare la presenza di cellule cancerogene ? non basterebbe decidere come curare il tumore ?
La ringrazio per la Sua cortese risposta.
La prostata risulta 47x31x30 volume 23cc simmetrica con piccola calcificazione centrale, all'esame rettale risulta di circa 4cm, piccola,regolare.
Uroflussometria migliorata, eco addome regolare, ma PSA aumentato da 2,60 a 3,90 poi sceso a 3,50 dopo un mese e comunque negli ultimi 4 anni il PSA è stato ballerino crescendo e diminuendo variando da 3,10 nel 2008 a 2,40 nel 2009 fino all'ultimo di 3,80 nel 2011.
L'Urologo tra una Risonanza Magnetica prostatica e l'esame del PCA3 ha preferito quest'ultimo che ha dato score 55 (tra 0 e 140).
Ora mi dice che mi consiglia la biopsia ecoguidata, la mia domanda è questa:
Se il PCA3 rileva le cellule cancerogene dopo spremitura della prostata, a cosa serve la biposia se anche questa serve a rilevare la presenza di cellule cancerogene ? non basterebbe decidere come curare il tumore ?
La ringrazio per la Sua cortese risposta.
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Premesso che la familiarità e il PSA lievemente elevato già sono criteri sufficienti per pensare ad un serio approfondimento diagnostico, il PCA3 non è un esame diagnostico. In alcuni casi può aiutare a decidere se effettuare una re-biopsia in pazienti in cui rimangono dubbi sul cosa fare dopo biopsia negativa e PSA ancora elevato e corteo di comprensibile ansia annesso. In breve: la diagnosi di tumore può essere fatta solo ed esclusivamente tramite biopsia. La positività della biopsia è l'unico criterio che può giustificare un conseguente atto terapeutico, quindi il suggerimento è di sottoporsi alla procedura altrimenti si rimane nel limbo dell'incertezza. Cordiali saluti ed incoraggiamenti.
Dr. Enrico Conti
Specialista in Urologia e Andrologia
Primario Urologo ASL 5 Spezzino
[#3]
La vigile attesa è già in atto per quanto La concerne. In linea di massima, proseguire su questa strada è possibile a patto che Lei accetti controlli più frequenti del PSA con relative visite dal Suo urologo, il quale deve comunque essere d'accordo. In altre parole: se alla Sua richiesta di continuare con i controlli periodici egli insistesse ancora per la biopsia, converrà tenerne conto. Cordiali saluti
[#4]
Utente
Gentile Dr.Conti, la ringrazio per il cortese e puntuale consulto, quanto segue forse avrei dovuto postarlo nella sezione relativa alla psicologia ma spero vorrà scusarmi.
Credo che per la prevenzione del tumore alla prostata forse si esageri un poco nel prescriver esami su esami a persone non proprio anziane, con il risultato che si scoprono focolai cancerogeni all'esordio e che non si sa dopo quanti anni potrebbero creare problemi, ma se si inizia con il PSA e con valori sotto il 4 si fa anche il PCA3 e con valore score 55 si fa una biopsia che può darsi su 18 prelievi un paio siano positivi, il passo successivo sarà la prostatectomia radicale e ci si ritrova a 55 anni incontinenti e non più sessualmente attivi. La mia teoria è che quando si è in ballo non resta che ballare ma se magari su 100 casi per salvare 4 persone se ne "rovinano" 96, forse un dubbio viene, leggendo vari articoli specializzati in materia, la mortalità non è diminuita rispetto a quando il tumore veniva tovato in fase avanzata, viene solo trovato prima.
Mi scuso e la saluto cordialmente
Credo che per la prevenzione del tumore alla prostata forse si esageri un poco nel prescriver esami su esami a persone non proprio anziane, con il risultato che si scoprono focolai cancerogeni all'esordio e che non si sa dopo quanti anni potrebbero creare problemi, ma se si inizia con il PSA e con valori sotto il 4 si fa anche il PCA3 e con valore score 55 si fa una biopsia che può darsi su 18 prelievi un paio siano positivi, il passo successivo sarà la prostatectomia radicale e ci si ritrova a 55 anni incontinenti e non più sessualmente attivi. La mia teoria è che quando si è in ballo non resta che ballare ma se magari su 100 casi per salvare 4 persone se ne "rovinano" 96, forse un dubbio viene, leggendo vari articoli specializzati in materia, la mortalità non è diminuita rispetto a quando il tumore veniva tovato in fase avanzata, viene solo trovato prima.
Mi scuso e la saluto cordialmente
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Non si deve scusare affatto! Lei ha consapevolezza di un meccanismo reale e a volte perverso. Il ragionamento che Lei ha riportato viene da alcune autorevoli osservazioni epidemiologiche sulla storia naturale della malattia comparata con chi ha subito un trattamento invasivo (cone la Prostatectomia). La considerazione è strettamente numerica: per salvare qualche vita si eseguono un mucchio di operazioni (inutili?). Questo è l'argomento più forte dei nemici del PSA e dei controlli puntigliosi cui molti si sottopongono. Le statistiche però non si possono applicare alla filosofia di vita (che è cosa personale) nè al singolo individuo come penso converrà anche Lei. Nel Suo caso la familiarità deve servire - a mio avviso - per farLa stare in guardia. In caso di diagnosi di CaP la scelta di effettuare una vigile attesa è contemplata dalle linee guida, proprio per quello che ha detto Lei, ma capirà che stabilire quale tumore è clinicamente significativo e quale NON lo è è un bel rebus, spesso risolvibile solo "a babbo morto". L'importante è che Lei condivida con il Suo urologo le scelte operative (che possono essere legittimamente e autonomamente orientate verso la riduzione dei controlli). Il resto è rumore di fondo. Cordiali saluti
[#6]
Utente
Gentile Dr.Conti,
ho eseguito la biobsia prostatica ed è risultata negativa, dovrò fare una nuova visita urologica e psa tra sei mesi, vorrei chiederle cortesemente se prendere una pastiglia di picozinco quotidianamente (22mg) può avere effetti positivi sulla salute della prostata oppure no, perchè non esiste molto materiale informativo a riguardo.
La saluto cordialmente e la ringrazio.
ho eseguito la biobsia prostatica ed è risultata negativa, dovrò fare una nuova visita urologica e psa tra sei mesi, vorrei chiederle cortesemente se prendere una pastiglia di picozinco quotidianamente (22mg) può avere effetti positivi sulla salute della prostata oppure no, perchè non esiste molto materiale informativo a riguardo.
La saluto cordialmente e la ringrazio.
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Intanto complimenti ... per aver superato bene la biopsia. Per quanto riguarda il picozinco, rientra in quella folta categoria di integratori antiossidanti che vengono somministrati a pazienti con rischio di tumore di prostata con il razionale di attaccare i radicali liberi e quindi fattori potenzialemnte in grado di danneggiare il DNA delle cellule. Non posso giurare che l'effetto sarà positivo, ma sicuramente non Le causerà danno. Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 6.9k visite dal 25/05/2011.
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