Carcinoma prostatico in fase avanzata: che fare?

Mio papà (età 68 anni) ha scoperto agli inizi di ottobre, casualmente durante un esame del sangue di routine, un valore
particolarmente elevato di PSA (62 ng/ml). Non aveva in precedenza mai fatto un esame di PSA e non aveva nessun disturbo di minzione od altro.

Alla prima visita urologica fatta immediatamente il 5/10/07, l'esplorazione digito-rettale ha indicato una prostata aumentata di consistenza in toto. L'urologo ha quindi richiesto la biopsia prostatica
iniziando da subito una terapia ormonale con Bicalutamide 50 mg a partire dal 6/10/07.

Dopo 3 settimane di inizio della terapia ormonale, il 29/10 è stato rifatto l'esame di PSA dando il valore di 27 ng/ml. Lo stesso giorno è quindi
stata eseguita successivamente la biopsia prostatica ecoguidata per via transrettale: sono stati effettuati prelievi random ad entrambi i lobi (10 prelievi).

L'esito istologico è: "In tutti i prelievi: adenocarcinoma acinare ed a ghiandole fuse, scarsamente differenziato con severa anaplasia nucleare della prostata. G3, Gleason score 3+4"

La terapia consigliata che ora deve intraprendere è una terapia ormonosoppressiva con analoghi LH-RH. In pratica deve proseguire fino a fine novembre con il Casodex 50 mg ed iniziare da subito EANTONE 3.75mg 1 fiala ogni 30 gg. Controllo di PSA ogni tre mesi per valutare l'andamento della malattia.

Io ho chiesto all'urologo:
(i) il tipo di stadiazione più precisa per valutare se fosse possibile un trattamento più curativo (radioterapia e/o prostatectomia). La risposta è stata che il PSA iniziale molto alto è indice di una malattia diffusa, e presumibilmente la stadiazione clinica (da ispezione rettale e livello di PSA) è T3 . Qundi sconsiglia un intervento curativo.

(ii) se non fosse allora il caso di fare una scintigrafia ossea od altro esame ad immagine. La risposta è che per ora non lo ritiene opportuno, in assenza di sintomi. E comunque di valutare prima la risposta al trattamento ormonale (visto che c'è già stata una riduazione da 62 ng/ml a 27 ng/ml in 3 settimane di ormonoterapia con Casodex 50 mg).

La mia domanda è: vista l'età di mio papà (68 anni, in buona salute, asintomatico) secondo il vostro parere, la terapia consigliata è la più adatta? Ritenete un secondo consulto utile od ulteriori esami diagnostici necessari? Infine: per quanti anni può essere controllata la malattia con l'ormonoterapia ?

Ringrazio cordialmente per la vostra attenzione

[#1]
Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109
Gen.le utente,
intanto complimenti per la completezza della domanda non propria di una "neofita".
Io eseguirei almeno una scintigrafia ossea( dati i valori del PSA) utile per seguire l'andamento della malattia ( utile quindi sapere la stadiazione di partenza)oltre ad almeno ad rx del torace) lo proporrei al radioterapista.
Cmq non è sbagliato avere iniziato una terapia che è solo contenitiva e non curativa (lo è solo la peostatectomia o la radioterapia).
Dire quando duri il periodo di ormonodipendenza e quindi della efficacia della terapia già è difficile quando c'è una corretta stadiazione!
Consideri cmq , in linea di massima, che si tratta di una malattia lentamente progressiva e quindi sappiamo che dal momento dell'insorgenza il decorso è di almeno 10 aa.

Dott.Roberto Mallus

[#2]
Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 173
concordo con il collega, in base al psa all esporazione rettale e al referto della biopsia concordo nel definire tale patologia già e localmente avanzata,
Nonostatnte suo padre non sia ancora anziano la prostatectomia sarebbe inutile in quanto con tale psa non avrebbe nessun intento curativo, ocnsiglio anche io cmq una tc addomme ed una scintigrafia assea.c
cordiali saluti
Dott. Giuseppe Quarto
www.prevenzioneprostata.com

Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com

[#3]
Utente
Utente
Ringrazio per le tempestive risposte.

Dalla risposta del Dott. Mallus, non capisco se il consulto con il radioterapista serva per valutare una eventuale opportunità di radioterapia curativa (congiunta alla terapia ormonale) o semplicemente per fare la scintigrafia ossea.
Dai vostri commenti, mi pare in ogni caso di capire che una eventuale assenza/presenza di metastasi da ulteriore diagnostica non possa sostanzialmente variare il tipo di terapia, quindi forse è 'psicologicamente' non conveniente, per mio papa, sapere subito di un eventuale interessamneto metastastatico, e valutare magari dapprima l'effetto della terapia ormonale rimandando la scintigrafia successivamente.

Volevo anche chiedere una ulteriore domanda. Leggendo attentamente il referto istologico, nella sezione 'commenti' è indicato che:

"La neeoplasia mostra scarsa risposta alla terapia ormonosoppressiva"

Cio' è forse legato al fatto che al momento della biopsia mio papaà era già da 23 giorni sotto soppressione angrogenica (casodex)? E' possibile nella valutazione istologca fare questi accertamenti di responsività delle cellule neoplastiche alla soppressione ormonale? Inoltre: se tale affermazione è vera, perchè il PSA si è ridotto da 62 ng/ml a 27 ng/ml in 3 settimane? avrebbe dovuto ridursi molto di più? E perchè la terapia consigiata dall'urologo, a seguito di tale commento, resta la ormonosoppressione?

Vi ringrazio di cuore per il vostro consiglio e supporto
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