Il catetere permanente. potrò liberarmene.
A settembre mi sono accorto che, inavvertitamente, perdevo urina nel corso delle naturali manipolazioni congiunte ai rapporti sessuali.
Recatomi da un urologo, ha riscontrato una ritenzione urinaria cronica (la rimozione dell’urina tramite catetere vescicale ne ha evidenziato la presenza di 2400 cc ) oltre che l’ostruzione cervico-uretale secondaria ad ipertrofia prostatica.
Sono così diventato portatore di catetere permanente in attesa dell’intervento di resezione endoscopica di adenoma prostatico (TURP), cui sono stato sottoposto a metà ottobre.
Il decorso post-operatorio è stato complicato da comparsa di ritenzione acuta di urina alla rimozione del catetere vescicale in seconda giornata post operatoria.
Dopo dieci giorni, è stata ritentata senza successo la rimozione del catetere, malgrado avessi forti stimoli minzionali e, pertanto, il catetere mi è stato ricollocato in attesa di una nuovo tentativo.
Se ho ben capito il mio problema è legato ad una vescica che ha perso elasticità.
A seguito di ciò vi chiedo se sulla base delle vostre esperienze:
-ho speranza di riprendere la funzionalità della minzione in maniera autonoma;
-esistono terapie in grado di riattivare le capacità della vescica,
-esistono esami specifici, oltre quelli di routine cui sono stato sottoposto per l’intervento;
- l’ autocateterismo, può aiutarmi.
Nel ringraziarvi, porgo i più cordiale saluti.
Recatomi da un urologo, ha riscontrato una ritenzione urinaria cronica (la rimozione dell’urina tramite catetere vescicale ne ha evidenziato la presenza di 2400 cc ) oltre che l’ostruzione cervico-uretale secondaria ad ipertrofia prostatica.
Sono così diventato portatore di catetere permanente in attesa dell’intervento di resezione endoscopica di adenoma prostatico (TURP), cui sono stato sottoposto a metà ottobre.
Il decorso post-operatorio è stato complicato da comparsa di ritenzione acuta di urina alla rimozione del catetere vescicale in seconda giornata post operatoria.
Dopo dieci giorni, è stata ritentata senza successo la rimozione del catetere, malgrado avessi forti stimoli minzionali e, pertanto, il catetere mi è stato ricollocato in attesa di una nuovo tentativo.
Se ho ben capito il mio problema è legato ad una vescica che ha perso elasticità.
A seguito di ciò vi chiedo se sulla base delle vostre esperienze:
-ho speranza di riprendere la funzionalità della minzione in maniera autonoma;
-esistono terapie in grado di riattivare le capacità della vescica,
-esistono esami specifici, oltre quelli di routine cui sono stato sottoposto per l’intervento;
- l’ autocateterismo, può aiutarmi.
Nel ringraziarvi, porgo i più cordiale saluti.
[#1]
Caro lettore,
in questi casi, se il problema è quello da lei delineato, il recupero è lento ma sicuro. A volte può essere utile anche l'utilizzo dell'autocateterismo ad intermittenza oppure "aprire" il catetere già posto ad orari fissi, cioè ogni 2-3 ore.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
in questi casi, se il problema è quello da lei delineato, il recupero è lento ma sicuro. A volte può essere utile anche l'utilizzo dell'autocateterismo ad intermittenza oppure "aprire" il catetere già posto ad orari fissi, cioè ogni 2-3 ore.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
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Giovanni Beretta M.D.
http://andrologiamedica.org/prenota-consulto-online/
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[#2]
Caro lettore,
in questi casi, se il problema è quello da lei delineato, il recupero è lento ma sicuro. A volte può essere utile anche l'utilizzo dell'autocateterismo ad intermittenza oppure "aprire" il catetere già posto ad orari fissi, cioè ogni 2-3 ore.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
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in questi casi, se il problema è quello da lei delineato, il recupero è lento ma sicuro. A volte può essere utile anche l'utilizzo dell'autocateterismo ad intermittenza oppure "aprire" il catetere già posto ad orari fissi, cioè ogni 2-3 ore.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
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[#4]
Se lo desidera comunque ci tenga informati sull'evoluzione del suo problema.
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
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[#6]
Comunque al momento, l'indicazione ad una valutazione urodinamica di tipo invasivo non deve essere contemplata. Calma e sangue freddo! Il problema potrebbe risolversi anche senza ulteriori inutili manovre diagnostiche.
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
[#7]
caro signore,
deve immaginare la vescica come un palloncino ovviamente se si dilata troppo come nel suo caso ne perde in elasticità, cmq il recupero può essere possibile, ovviamnete è necessaria un pò di ginnastica vescicale, ed eventualmete della terapia medica
cordiali saluti
Dott. Giuseppe Quarto
www.prevenzioneprostata.com
deve immaginare la vescica come un palloncino ovviamente se si dilata troppo come nel suo caso ne perde in elasticità, cmq il recupero può essere possibile, ovviamnete è necessaria un pò di ginnastica vescicale, ed eventualmete della terapia medica
cordiali saluti
Dott. Giuseppe Quarto
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Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#9]
Cetamente la ritenzione urinaria acuta o cronica è un evento spiacevole che può e deve essere evitato. Generalmente dipende da ostruzione dovuta ad ipertrofia prostatica, avendo lei avuto una storia di lunga data deve sapere che la vescica è un organo con "memoria", ovvero ricorda di comportarsi per un certo tempo come si è comportata per il precedente!
Ciò non significa che dovrà catetirizzarsi a vita, ma occorre agire passo dopo passo e sempre seguito da un urologo. Potrebbe anche darsi che dopo l'intervento di TURP lei abbia sviluppato una fibrosi o una stenosi del collo vescicale tale da indurre ritenzione urinaria, o potrebbe anche darsi che l'adattamento passivo della sua vescica in passato sottoposta a lunghe ritenzioni abbia determinato una perdita della corretta funzione. Per questo ultimo sospetto sarebbe indicato che eseguisse uno studio urodinamico completo.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Ciò non significa che dovrà catetirizzarsi a vita, ma occorre agire passo dopo passo e sempre seguito da un urologo. Potrebbe anche darsi che dopo l'intervento di TURP lei abbia sviluppato una fibrosi o una stenosi del collo vescicale tale da indurre ritenzione urinaria, o potrebbe anche darsi che l'adattamento passivo della sua vescica in passato sottoposta a lunghe ritenzioni abbia determinato una perdita della corretta funzione. Per questo ultimo sospetto sarebbe indicato che eseguisse uno studio urodinamico completo.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo
[#10]
Utente
Nel ringraziarvi per la vostra cortesia, mi permetto di formularvi un quesito aggiuntivo.
Da quando ho subito il primo svuotamento della vescica (ricordo che avevo un accumulo di circa 2400 cc di urina) soffro di sbandamenti, nausee diarree. C’è un rapporto di causa effetto che possa determinare questa nuova situazione ? Dal punto di vista cardiologico sono a posto. In precedenza non ho mai avuto nemmeno un mal di testa.
Da quando ho subito il primo svuotamento della vescica (ricordo che avevo un accumulo di circa 2400 cc di urina) soffro di sbandamenti, nausee diarree. C’è un rapporto di causa effetto che possa determinare questa nuova situazione ? Dal punto di vista cardiologico sono a posto. In precedenza non ho mai avuto nemmeno un mal di testa.
[#11]
No , non esiste nessuna correlazione tra questi fenomeni-disturbi e il suo attuale problema.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
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[#13]
...potrebbe comunque , a questo punto , essere utile anche un nuovo controllo da parte del suo medico di medicina generale.
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
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Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 20.4k visite dal 05/11/2007.
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