Ematuria senza causa rilevabile all'ecografia
Gentili dottori
Mio padre, 85 anni, fumatore, soffre da due settimane di ematuria, con presenza di coaguli, che si ripete quasi a ogni minzione. Di solito ciò avviene alla fine del flusso, ma a volte anche a metà. Il suo stato di salute prima era buono, e non prendeva nessun farmaco all'infuori di tamsulosina per una lieve ipertrofia prostatica. L'esame del PSA, eseguito a dicembre, era negativo.
Dopo che il fenomeno si è ripetuto alcune volte l'ho accompagnato su indicazione del medico di base al pronto soccorso di un importante ospedale della nostra zona. E' stato rimandato a casa con una diagnosi sommaria di cistite emorragica (effettuata senza alcun esame approfondito) con l'indicazione di una terapia antibiotica (Augmentin 3 al dì x 5gg.) accompagnata a abbondante idratazione. Abbiamo fissato un esame raccomandato (ecografia del tratto urinario) a fine marzo.
Poichè la cura non gli ha giovato, e l'ematuria ha continuato ad aumentare (urina rossa a ogni minzione, con grossi coaguli) ieri ci siamo di nuovo recati al pronto soccorso dello stesso ospedale. Stavolta, dopo l'inserimento di un catetere a palloncino e il lavaggio della vescica, l'esame ecografico è stato svolto. Nessuna alterazione significativa a carico dei reni. Prostata di normali dimensioni. Pareti vescicali normali, presenza di un calcolo da 8 mm. In sostanza, niente di niente. Quindi, dimissioni con nuova terapia antibiotica (stavolta Levofloxacina 1 al dì x 7gg)... sottintendendo che la diagnosi sia sempre la stessa, cistite emorragica di origine infettiva. Eppure la diagnosi (in calce sul documento di dimissione) è colica renale (!)
Al termine del ciclo antibiotico è prescritta urinicoltura. Nel caso che il sanguinamento continui è indicata... ulteriore visita urologica.
Sono molto perplesso. Staremo a vedere se questo nuovo antibiotico funziona, intanto vorrei che gentilmente rispondeste a questi quesiti:
1) Un'ematuria di una certa entità può derivare da patologie invisibili all'esame ecografico?
2) Se sì, perchè mio padre non è stato sottoposto a esami più approfonditi come cistoscopia e urografia, direttamente al P.S.? Perchè l'urologo qui in servizio si è limitato a riconfermare una diagnosi estremamente dubbia, oltretutto scrivendo sulla carta di dimissione una cosa completamente diversa?
3) Quale potrebbe essere un'altra diagnosi possibile, all'infuori della cistite emorragica?
4) Che ruolo può rivestire il calcolo da 8 mm in vescica? Il medico che ha eseguito l'ecografia non gli conferiva alcuna importanza.
Ringraziandovi anticipatamente.
Mio padre, 85 anni, fumatore, soffre da due settimane di ematuria, con presenza di coaguli, che si ripete quasi a ogni minzione. Di solito ciò avviene alla fine del flusso, ma a volte anche a metà. Il suo stato di salute prima era buono, e non prendeva nessun farmaco all'infuori di tamsulosina per una lieve ipertrofia prostatica. L'esame del PSA, eseguito a dicembre, era negativo.
Dopo che il fenomeno si è ripetuto alcune volte l'ho accompagnato su indicazione del medico di base al pronto soccorso di un importante ospedale della nostra zona. E' stato rimandato a casa con una diagnosi sommaria di cistite emorragica (effettuata senza alcun esame approfondito) con l'indicazione di una terapia antibiotica (Augmentin 3 al dì x 5gg.) accompagnata a abbondante idratazione. Abbiamo fissato un esame raccomandato (ecografia del tratto urinario) a fine marzo.
Poichè la cura non gli ha giovato, e l'ematuria ha continuato ad aumentare (urina rossa a ogni minzione, con grossi coaguli) ieri ci siamo di nuovo recati al pronto soccorso dello stesso ospedale. Stavolta, dopo l'inserimento di un catetere a palloncino e il lavaggio della vescica, l'esame ecografico è stato svolto. Nessuna alterazione significativa a carico dei reni. Prostata di normali dimensioni. Pareti vescicali normali, presenza di un calcolo da 8 mm. In sostanza, niente di niente. Quindi, dimissioni con nuova terapia antibiotica (stavolta Levofloxacina 1 al dì x 7gg)... sottintendendo che la diagnosi sia sempre la stessa, cistite emorragica di origine infettiva. Eppure la diagnosi (in calce sul documento di dimissione) è colica renale (!)
Al termine del ciclo antibiotico è prescritta urinicoltura. Nel caso che il sanguinamento continui è indicata... ulteriore visita urologica.
Sono molto perplesso. Staremo a vedere se questo nuovo antibiotico funziona, intanto vorrei che gentilmente rispondeste a questi quesiti:
1) Un'ematuria di una certa entità può derivare da patologie invisibili all'esame ecografico?
2) Se sì, perchè mio padre non è stato sottoposto a esami più approfonditi come cistoscopia e urografia, direttamente al P.S.? Perchè l'urologo qui in servizio si è limitato a riconfermare una diagnosi estremamente dubbia, oltretutto scrivendo sulla carta di dimissione una cosa completamente diversa?
3) Quale potrebbe essere un'altra diagnosi possibile, all'infuori della cistite emorragica?
4) Che ruolo può rivestire il calcolo da 8 mm in vescica? Il medico che ha eseguito l'ecografia non gli conferiva alcuna importanza.
Ringraziandovi anticipatamente.
[#1]
Gentile signore, per fortuna una macroematuria non è considerata una urgenza da risolvere subito in sala operatoria, tranne in casi particolari con intasamento completo della vescica. A parte questo, anche se l'ecografia è negativa, le cause possono essere diverse: cistite emorragica, sanguinamento prostatico, sanguinamento da calcolo, sanguinamento da tumore delle vie urinarie (vescica, ureteri, cavità renali): in particolare, il fumo è un fattore di rischio per questa ultima ipotesi. Il consiglio è di far visitare Suo padre da un urologo di fiducia per i necessari approfondimenti. Sperando di esserLe stato utile , cordiali saluti.
Dr. Enrico Conti
Specialista in Urologia e Andrologia
Primario Urologo ASL 5 Spezzino
[#2]
Ex utente
La ringrazio. Appena terminata questa seconda cura antibiotica eseguiremo l'urinicoltura: intanto l'ematuria continua e risultati non se ne vedono. A dire il vero crediamo che poco probabile che si tratti di infezione: mio padre non accusa né febbre, né dolori, e ho sentito il radiologo che ha eseguito l'ecografia dire testualmente che secondo lui non poteva trattarsi di cistite perchè le pareti della vescica non mostravano ispessimenti di origine infiammatoria.
Su un punto desiderei un chiarimento: in che senso potrebbe trattarsi di un tumore? E' possibile che un tumore alle vie urinarie talmente piccolo da non essere rilevabile all'ecografia provochi una macroematuria a grossi coaguli? Non è più probabile che la vera causa sia il calcolo? Quanto alla prostata, in assenza sia di un livello significativo di PSA che di un ingrossamento rilevabile, potrebbe davvero trattarsi della cosa peggiore? Sarebbe come dire che sia PSA che ecografia sono strumenti diagnostici di validità molto parziale.
In ogni caso, perchè al PS non sono stati effettuati approfondimenti ma non si è fatto altro che insistere su questa ipotesi assai dubbia della cistite? Le visite urologiche e la cistoscopia in ambulatorio hanno tempi lunghi: un vecchio che si rivolge al pronto soccorso perchè orina sangue tutto il santo giorno deve essere congedato in questa maniera e essere lasciato a tenersi l'ematuria per tutto il tempo, anche due o tre mesi, senza una diagnosi precisa e certa? Non mi sembra normale e tantomeno giusto. Non vi pare?
PS Tutto diventerebbe più semplice, ad avere i soldi per rivolgersi subito a uno specialista a pagamento, ma noi non ce li abbiamo: io sono disoccupato e viviamo con 800 euro al mese in due.
Su un punto desiderei un chiarimento: in che senso potrebbe trattarsi di un tumore? E' possibile che un tumore alle vie urinarie talmente piccolo da non essere rilevabile all'ecografia provochi una macroematuria a grossi coaguli? Non è più probabile che la vera causa sia il calcolo? Quanto alla prostata, in assenza sia di un livello significativo di PSA che di un ingrossamento rilevabile, potrebbe davvero trattarsi della cosa peggiore? Sarebbe come dire che sia PSA che ecografia sono strumenti diagnostici di validità molto parziale.
In ogni caso, perchè al PS non sono stati effettuati approfondimenti ma non si è fatto altro che insistere su questa ipotesi assai dubbia della cistite? Le visite urologiche e la cistoscopia in ambulatorio hanno tempi lunghi: un vecchio che si rivolge al pronto soccorso perchè orina sangue tutto il santo giorno deve essere congedato in questa maniera e essere lasciato a tenersi l'ematuria per tutto il tempo, anche due o tre mesi, senza una diagnosi precisa e certa? Non mi sembra normale e tantomeno giusto. Non vi pare?
PS Tutto diventerebbe più semplice, ad avere i soldi per rivolgersi subito a uno specialista a pagamento, ma noi non ce li abbiamo: io sono disoccupato e viviamo con 800 euro al mese in due.
[#3]
Cerco di risponderLe sinteticamente: la macroematuria senza sintomi accessori (detta appunto monosintomatica) difficilmente è causata da infezione. Questo è un concetto clinico che viene valutato dal medico che sta visitando il paziente. Un tumore vescicale può non essere visibile e provocare ematuria. Il PSA basso non significa che una prostata ingrandita (non per tumore!)ed irritata non possa sanguinare. Il calcolo può benissimo essere la casua del problema. Spero di esserLe stato utile. Ancora cordiali saluti.
[#4]
Ex utente
La ringrazio molto, mi ha confermato quello che pensavo, l'infezione è proprio la cosa meno probabile. Vedremo l'urinicoltura. Secondo lei, la cistoscopia potrebbe essere l'esame risolutivo? E nel caso riveli un tumore assai piccolo, questo è indicativo di una prognosi positiva, o la malignità di un tumore vescicale non è correlabile alle dimensioni? Tenga conto che questi episodi di sanguinamento non sono una novità assoluta per mio padre, gli sono capitati in modo sporadico anche negli anni passati, la prima volta dieci anni fa. Esprimo il mio apprezzamento per l'a vosra attenzione, mi rendo conto che questo è un caso molto problematico, e difficile da valutare a distanza.
[#5]
Cra lettrice,
una ematuria macroscopica con coaguli è molto probabilmente di origine vescicale o prostatica.
Non sempre la ecografia può mettere in evidenza patologie vescicali capaci di provocare ematuria.
Fare una urinocoltura subito dopo la terapia antibiotica non ha senso, bisogna aspettare almeno 6-7 giorni.
Una cistoscopia non si fa al Pronto Soccorso.
Porti papà all'ambulatorio di Urologia dell'ospedale più vicino e potrà avere le risposte adeguate
cari saluti
una ematuria macroscopica con coaguli è molto probabilmente di origine vescicale o prostatica.
Non sempre la ecografia può mettere in evidenza patologie vescicali capaci di provocare ematuria.
Fare una urinocoltura subito dopo la terapia antibiotica non ha senso, bisogna aspettare almeno 6-7 giorni.
Una cistoscopia non si fa al Pronto Soccorso.
Porti papà all'ambulatorio di Urologia dell'ospedale più vicino e potrà avere le risposte adeguate
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#6]
Ex utente
Vi ringrazio molto per le precisazioni. Dunque i tempi per la diagnosi si annunciano un po' lunghi. A questo proposito vorrei fare un'ultima domanda: una ematuria che si ripete a ogni minzione, con urine leggermente rosate e la presenza (frequente) di piccoli coaguli, che perdita di sangue provoca, in termini quantitativi? Se protratta per settimane, comporta il pericolo di anemia? I parametri ematici di mio padre sono nella norma, ma prossimi al limite inferiore; inoltre questa preoccupazione lo sta molto provando dal punto di vista psicologico. Cordiali saluti a tutto lo staff.
[#7]
Stia tranquillo, il sangue emesso con le urine fà sempre molta impressione, ma le caratteristiche che Lei ha descritto in merito alla tipologia (urine rosate..)non sono indicative per un rischio di anemia importante nel breve periodo. Ancora cordiali saluti.
[#8]
Ex utente
Vi aggiorno: la visita urologica è stata stabilita per il 7 aprile, tenteremo eventualmente con la procedura di prestazione sanitaria urgente. Nel frattempo il nostro medico di base ha consigliato Ugurol comp. 250 mg, una cp ogni 8 ore, per ridurre il più possibile l'ematuria. Per due giorni ha funzionato apparentemente bene, producendo urine quasi normali, ma poco fa mio padre, dopo un paio di minzioni a flusso assai ridotto, ha espulso una grossa quantità di coaguli tutti insieme, 4 o 5 grammi a occhio (un intero fondo di bicchiere). A questo punto mi chiedo se il ripetersi di una simile evenienza non rischi di provocare l'occlusione dell'uretra. D'altra parte, sempre secondo il nostro medico, il rischio di anemia nel caso l'ematuria non si arresti per settimane intere esiste, e si dovrebbe cercare di arrestarla in qualche modo. Cosa dobbiamo fare? I soldi per un trattamento immediato non li abbiamo, il servizio sanitario pubblico abbiamo visto i tempi che comporta. Perchè è così difficile ottenere che si pratichi una cistoscopia in P.S., in presenza di sanguinamento evidente, perfino nel caso che sia l'unico metodo per arrivare a una diagnosi certa? A me hanno detto che lo faranno solo nel caso peggiore, quello dell'uretra occlusa (ovviamente perchè è solo tramite un cistoscopio che la si può liberare). Ma è possibile che si debba arrivare a questo punto? Non sarebbe logico, etico e umano intervenire prima? Dopotutto non si tratta di un esame né costoso né complicato! Se penso che ormai questa situazione dura da due settimane, e minaccia di proseguire per un altro mese, mentre la si sarebbe potuta risolvere in un giorno se solo avessero fatto questa benedetta cistoscopia la prima volta che siamo stati in P.S., mi viene davvero da infuriarmi. Inutile dire che qualora a mio padre dovesse succedere qualcosa di grave, valuterò tutte le azioni legali del caso contro il "famoso" ospedale.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 27.3k visite dal 10/03/2011.
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