Carcinoma uroteliale e infezioni postoperatorie

Dottori tutti,
vi scrivo per citarvi il caso di mio padre: 70 anni, a Novembre scorso, dopo quasi due anni di sbattimenti, è stato finalmente operato di cistectomia radicale e nefrectomia sinistra, con deviazione esterna, per esiti di carcinoma uroteliale infiltrante di tipo T3 a cellule scarsamente differenziate.

In questa sede sorvolo sui tempi (comunque lunghissimi) richiesti per formulare una diagnosi chiara e sulla scelta dell’intervento definitivo e preferirei concentrarmi su quello che ancora oggi si può fare.

Alcuni linfonodi estratti ed esaminati risultano "ompromessi" e, pur risultando attualmente negativa l’ultima PET postoperatoria eseguita, mio padre necessita di un appropriato ciclo di chemioterapia.

A tutt'oggi i quesiti sono due: il soggetto, monorene, ha un valore di clearance della creatinina piuttosto basso (mediamente intorno a 40) e il valore proprio della creatinina mediamente intorno a 1,7 – 1,9. Valori comunque stabili. Con questi risultati, gli oncologi si rifiutano di praticare la chemioterapia. Ma un soggetto con insufficienza, logicamente dovuta alla mancanza di un rene, cosa dovrebbe fare?!

Secondo quesito, che in questo momento ci dà ancor più preoccupazione, è la frequente febbre (alta) per infezione alle vie urinarie. Per "calmierare" la situazione mio padre sta alternando, da mesi, il levoxacin (o tavanic) con il bactrim.
I vostri colleghi urologi che lo seguono qui, suppongono che l’infezione sopraggiunga nel momento in cui (ogni 20gg circa) loro stessi sostituiscono il tubicino della stomia: i germi normalmente presenti sul sito della stomia, penetrerebbero all’interno nel momento in cui viene infilato il nuovo tubicino sterile.

E’ possibile che non vi siano altre tecniche o accortezze per l’infilaggio del catetere? Perché non è possibile disinfettare la parte e/o applicare un antibiotico locale prima della delicata operazione?

Sinceramente non credo che mio padre possa resistere a lungo, bombardato di antibiotici. I suoi germi, invece, credo proprio di si.
Infinitamente grazie.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Gentile lettore,

purtroppo queste situazioni post-chirurgiche sono così particolari e complesse che, senza avere tutto l'esatto quadro clinico specifico del momento di suo padre, da questa postazione poco le possiamo dire di preciso e mirato.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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Utente
Utente
Dr. Beretta,
grazie per avermi risposto e comprendo il vostro punto di vista delle cose.
Quello che però scoraggia di più i pazienti e, credetemi, i familiari, è il cosiddetto "vicolo cieco" in cui spesso noi "miseri" siamo costretti a rimanere.

Chiedo solo una precisazione che, a mio modesto parere, dovrebbe prescindere dalla storia clinica di mio padre: dalla vostra esperienza, è possibile eseguire una sostituzone del catetere, applicando sul sito un adeguato disinfettante o antibiotico locale?

Se esiste una tecnica diversa da quella dell'infilaggio "a crudo", mi piacerebbe saperlo, in modo da poter tentare di suggerirla ai medici che qui hanno in cura mio padre.
Grazie e scusatemi la riformulazione della domanda.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Sì è possibile in alcuni casi ma spesso anche questa è una manovra insufficiente a garantire la risoluzione dei problemi da lei indicati.

L'ultima questione da lei sollevata invece non è comprensibile da questa postazione.

Che signifca "infilaggio a crudo"?
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Utente
Utente
Buongiorno,
vorrei soltanto aggiungere qui quali sono state le ultime novità e le ultime "strategie" adottate in questi giorni.

Dopo un nuovo consulto chiarificatore col medico che, più di altri, segue mio padre, si è deciso di seguire una profilassi antibiotica costante ma a bassissimo dosaggio.

Da ora e fino a nuove variazioni, mio padre assumerà una compressa di antibiotico chinolonico, una volta a settimana e, solo in concomitanza col cambio tutore, un ulteriore compressa il giorno prima.
Ogni tre mesi sostituirà il farmaco con una nuova molecola similare.

Per il resto, dobbiamo convincerci che poco si può fare per prevenire le infezioni "migliorando" le manovre manuali e per questo devo aggiungere che tutti i medici sono concordi con quanto mi scrive il Dr. Beretta.
A proposito del suo ultimo intervento, chiedo scusa se mi sono espresso con termini inappropriati: per "infilaggio a crudo" volevo semplicemente intendere una mera sostituzione manuale del tutore senza particolari precauzioni (se non quelle ovvvie e scontate di carattere igienico), null'altro.
Intanto grazie a tutti e incrociamo le dita per i prossimi giorni...
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Tutte le indicazioni ricevute sono condivisibili ed il mio consiglio è ora quello di seguirle attentamente.