Collo vescicale o altro?
Gentili medici,
un anno fa ai primi di febbraio sono stato sottoposto ad un intervento di resezione del collo vescicale tramite laser. Subito dopo l'operazione sono stato parecchio male con acutizzazione dei sintomi: stimolo ad urinare continuo e quasi irresistibile, senso di peso al basso ventre con sensazione di contrazione della vescica, unito a volte a fastidio all'ano dopo la minzione. In giugno ho fatto una nuova flussometria che ha evidenziato un flusso massimo scarso di max 8.8 ml=sec. tempo minzionale 44 sec. / volume minzionale 154 ml. flusso medio 3.6. A questo punto mi è stata fatta una settimana dopo una cistoscopia che ha evidenziato la riformazione della stenosi al collo della vescica. Programmato un nuovo intervento per luglio e rinviato a dicembre in seguito, ho continuato a lottare con sintomi molto fastidiosi. Intanto verso novembre ho avvertito un minimo miglioramento della sintomatologia. Questo dicembre, stabilito ormai il secondo intervento, ho fatto tutti gli esami pre-operatori: sangue, cuore, ecc e colloquio con medico, non quello che mi aveva operato. Alla fine del colloquio, visto il mio minimo miglioramento sintomatologico, ho chiesto perchè non avevo dovuto fare anche una flussometria pre operazione per verificare la situazione e mi è stato risposto che non era necessario visto l'esito della cistoscopia di giugno. Non convinto non mi sono presentato il giorno dell'operazione ed ho ottenuto una settimana fa un colloquio con chi mi aveva operato chiedendo di poter fare una flussomteria. L'esito di quest'ultima è stato: tempo di flow: 36 sec. ; max flow: 20.2 ml/s ; avarage flow: 10.1 / volume 369 ml a distsnza di 20 minuti ho ripetuto l'esame e l'esito è stato: flow time: 35 sec. /flow rate 20.7 ml/sec ; avarage rate: 10,0 ml/sec. volume 350 ml. A questo punto il chirurgo ha detto che non era più necessario operarmi e che potevo andare pure a casa. Ora, lasciando perdere il mio ovvio stupore davanti alla constatazione che senza le mie insistenze io sarei stato operato inutilmente una seconda volta con tutti i rischi del caso, il problema che rimane sono i disturbi che continuo ad avere: urgenza minzionale, senso di pesantezza al basso ventre, senso di contrazione alla vescica dopo aver urinato. Tutto ciò mi rende molto difficile la vita lavorativa e sociale. Vi chiedo dunque, scusando la lunga premessa e sfogo, è possibile che la vescica impieghi tanto tempo a tornare ad una funzionalità regolare anche se il flusso è quasi normale? Peggio: è possibile che rimanga così? Cosa posso fare per cercare di ridurre questi problemi e soprattutto è possibile che io abbia anche una altra dinsfunzione? Un urologo ai primi tempi del mio disturbo aveva ipotizzato una possbile cistite interstiziale. Cosa posso fare? Vi ringrazio tanto per una eventuale risposta ed aiuto.
Antonio
un anno fa ai primi di febbraio sono stato sottoposto ad un intervento di resezione del collo vescicale tramite laser. Subito dopo l'operazione sono stato parecchio male con acutizzazione dei sintomi: stimolo ad urinare continuo e quasi irresistibile, senso di peso al basso ventre con sensazione di contrazione della vescica, unito a volte a fastidio all'ano dopo la minzione. In giugno ho fatto una nuova flussometria che ha evidenziato un flusso massimo scarso di max 8.8 ml=sec. tempo minzionale 44 sec. / volume minzionale 154 ml. flusso medio 3.6. A questo punto mi è stata fatta una settimana dopo una cistoscopia che ha evidenziato la riformazione della stenosi al collo della vescica. Programmato un nuovo intervento per luglio e rinviato a dicembre in seguito, ho continuato a lottare con sintomi molto fastidiosi. Intanto verso novembre ho avvertito un minimo miglioramento della sintomatologia. Questo dicembre, stabilito ormai il secondo intervento, ho fatto tutti gli esami pre-operatori: sangue, cuore, ecc e colloquio con medico, non quello che mi aveva operato. Alla fine del colloquio, visto il mio minimo miglioramento sintomatologico, ho chiesto perchè non avevo dovuto fare anche una flussometria pre operazione per verificare la situazione e mi è stato risposto che non era necessario visto l'esito della cistoscopia di giugno. Non convinto non mi sono presentato il giorno dell'operazione ed ho ottenuto una settimana fa un colloquio con chi mi aveva operato chiedendo di poter fare una flussomteria. L'esito di quest'ultima è stato: tempo di flow: 36 sec. ; max flow: 20.2 ml/s ; avarage flow: 10.1 / volume 369 ml a distsnza di 20 minuti ho ripetuto l'esame e l'esito è stato: flow time: 35 sec. /flow rate 20.7 ml/sec ; avarage rate: 10,0 ml/sec. volume 350 ml. A questo punto il chirurgo ha detto che non era più necessario operarmi e che potevo andare pure a casa. Ora, lasciando perdere il mio ovvio stupore davanti alla constatazione che senza le mie insistenze io sarei stato operato inutilmente una seconda volta con tutti i rischi del caso, il problema che rimane sono i disturbi che continuo ad avere: urgenza minzionale, senso di pesantezza al basso ventre, senso di contrazione alla vescica dopo aver urinato. Tutto ciò mi rende molto difficile la vita lavorativa e sociale. Vi chiedo dunque, scusando la lunga premessa e sfogo, è possibile che la vescica impieghi tanto tempo a tornare ad una funzionalità regolare anche se il flusso è quasi normale? Peggio: è possibile che rimanga così? Cosa posso fare per cercare di ridurre questi problemi e soprattutto è possibile che io abbia anche una altra dinsfunzione? Un urologo ai primi tempi del mio disturbo aveva ipotizzato una possbile cistite interstiziale. Cosa posso fare? Vi ringrazio tanto per una eventuale risposta ed aiuto.
Antonio
[#1]
Caro lettore,
è sempre difficile inserirsi nei giudizi di sue specialisti!
Se alla cistoscopia si è evidenziato una sclerosi del collo vescicale, riterrei tale dato superiore alla uroflussimeria.
In genere chi ha effettuato un intervento, difficilmente, accetta di doverlo ripetere !
Nel dubbio una Uretrografia retrograda e minzionale potrebbe risolvere il caso
cari saluti
è sempre difficile inserirsi nei giudizi di sue specialisti!
Se alla cistoscopia si è evidenziato una sclerosi del collo vescicale, riterrei tale dato superiore alla uroflussimeria.
In genere chi ha effettuato un intervento, difficilmente, accetta di doverlo ripetere !
Nel dubbio una Uretrografia retrograda e minzionale potrebbe risolvere il caso
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#2]
Utente
Gentile dott.Diego Pozza,
la ringrazio per la veloce risposta.
Debbo però precisare che forse non mi sono spiegato bene nel messaggio: non ho difficoltà ad accettare di essere rioperato, è chi mi ha operato la prima volta che non ha ritenuto di dovermi più operare sulla base dell'ultima flussometria positiva e questo nonostante io avessi già fatto gli esami standard pre-operazione. In particolare non ritiene che un altra operazione possa essere utile a risolvere i miei problemi. Mi è stato detto che la mia vescica è ormai scompensata e o migliorerà piano, piano (è già passato un anno dall'intervento) oppure rimarrà così. Io però sto ancora molto male e farei qualsiasi cosa per poter risolvere anche del 50% i sintomi che mi rendono veramente difficile la vita, soprattutto lavorativa (sto rischiando di perdere il lavoro per le continue brevi assenze in bagno). Il problema è che non posso decidere io se essere operato o meno e neppure che esami fare. Ho fatto molti esami in questi anni: decine di uroflussometrie, esame urodinamico, cistoscopia, infiniti esami delle urine alla ricerca di batteri (sempre negativi), decine di ecografie ai reni e alla vescica (tutte negative) ho provato tutti i farmaci dagli alfalitici agli anticolinergici ad integratori come la quercitina, ho fatto un intervento di resezione, nulla è servito a darmi una qualità della vita accettabile. Cosa debbo fare? E soprattutto perchè continuo ad avere stimolo continuo ad urinare e sensazione di peso molto forte al basso ventre anche se il flusso, dopo l'intervento, è migliorato? Grazie per l'eventuale risposta ed aiuto. Nonostante sia una persona forte, inizio ad essere molto preoccupato di non uscirne più e sento di il bisogno di essere aiutato ad avere un po' di speranza.
la ringrazio per la veloce risposta.
Debbo però precisare che forse non mi sono spiegato bene nel messaggio: non ho difficoltà ad accettare di essere rioperato, è chi mi ha operato la prima volta che non ha ritenuto di dovermi più operare sulla base dell'ultima flussometria positiva e questo nonostante io avessi già fatto gli esami standard pre-operazione. In particolare non ritiene che un altra operazione possa essere utile a risolvere i miei problemi. Mi è stato detto che la mia vescica è ormai scompensata e o migliorerà piano, piano (è già passato un anno dall'intervento) oppure rimarrà così. Io però sto ancora molto male e farei qualsiasi cosa per poter risolvere anche del 50% i sintomi che mi rendono veramente difficile la vita, soprattutto lavorativa (sto rischiando di perdere il lavoro per le continue brevi assenze in bagno). Il problema è che non posso decidere io se essere operato o meno e neppure che esami fare. Ho fatto molti esami in questi anni: decine di uroflussometrie, esame urodinamico, cistoscopia, infiniti esami delle urine alla ricerca di batteri (sempre negativi), decine di ecografie ai reni e alla vescica (tutte negative) ho provato tutti i farmaci dagli alfalitici agli anticolinergici ad integratori come la quercitina, ho fatto un intervento di resezione, nulla è servito a darmi una qualità della vita accettabile. Cosa debbo fare? E soprattutto perchè continuo ad avere stimolo continuo ad urinare e sensazione di peso molto forte al basso ventre anche se il flusso, dopo l'intervento, è migliorato? Grazie per l'eventuale risposta ed aiuto. Nonostante sia una persona forte, inizio ad essere molto preoccupato di non uscirne più e sento di il bisogno di essere aiutato ad avere un po' di speranza.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.7k visite dal 11/01/2011.
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Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.