Licenziarsi a causa della prostatite?
Salve, sono un ragazzo di 25 anni. A soli 20 anni, cioè 5 ani fa, ho avuto un primo episodio di prostatite, che ha subito cronicizzato. I sintomi principali erano il dolore in zona perineale, che nel momento di maggior infiammazione avvertivo molto intensamente sia in piedi che, soprattutto, da seduto; sgocciolamento dopo la minzione; cambio di colore dell'urina e di quantità dello sperma; calo della libido e, a volte, minore tono dell'erezione. Ho fatto numerose visite (tutti i medici dalla sola palpazione hanno parlato di prostatite) e cure, sia antinfiammatorie che antibiotiche, ma pochi esami, principalmente solo qualche spermiogramma (alterato in ph, volume e presenza di sangue), una uroflussometria risultata normalissima e un'ecografia che mostrava evidenti calcificazioni nella prostata, e che ha evidenziato anche un varicocele di modesta entità che poi non ho mai operato.
Successivamente, nell'estate 2005, dopo la sincera ammissione del mio urologo di allora di non sapere più che fare, cambiai specialista e mi recai da un medico che scartò l'ipotesi batterica (ripeto, mai fatto esami approfonditi, neanche lui volle farli) e mi diede la cura antinfiammatoria che immagino essere più classica, ma a dosi molto forti: Mictasone e Voltaren. I sintomi sparirono in breve, e con essi anche il dolore perineale, la mia prostata non faceva più male nè alla palpazione col dito nè stando seduto, e comprensibilmente ne fui molto contento e soddisfatto. Da allora in questi 2 anni solo qualche fastidio leggero ogni tanto, ma in generale tutto è filato sempre abbastanza liscio ed è tornato il sorriso, avendo preso anche qualche precauzione nell'evitare eccessi sessuali e nello stare sempre seduto a casa, in quanto studente, su di un CUSCINO a forma di ciambella che facesse respirare e riposare la zona centrale.
Terminato il mio ciclo di studi universitari, ho da pochissimo iniziato un lavoro nel mio settore di competenza, che mi porta a stare seduto davanti al pc per 8 ore al giorno. Già dopo la prima settimana ho avvertito fastidi e bruciori, sentivo la zona perineale compressa e molto calda, ed allora senza vergogna ho portato in ufficio un cuscino simile a quello utilizzato a casa, ho indossato pantaloni larghi e morbidi ed ho cominciato ad alzarmi frequentemente dalla sedia. Ma non è stato sufficiente, perché già dopo la seconda settimana il dolore è divenuto più intenso, e sono ricomparse sensazioni che speravo ormai di non dover più riprovare... Ho, di mia iniziativa e per non perdere tempo, ricominciato con qualche supposta di voltaren, ma credo che se dopo soli 15 giorni sono già in questa situazione, le prospettive a lungo termine non siano delle migliori. Non riesco a stare seduto, se anche ora ripeto la cura, probabilmente la sedia continuerebbe ad infiammare ciò che i farmaci decongestionano, questa è la realtà.
Mi sembra quindi di trovarmi di fronte ad una difficile e triste scelta: da una parte tra il lavoro per cui ho studiato e la relativa vita sedentaria che mi causerebbe un'infiammazione continua, e dall'altra la salute, che significherebbe però dover abbandonare qualsiasi lavoro da ufficio per cercare un lavoro più manuale che di concetto, che mi permetta di stare in piedi.
Ma è possibile che non ci siano alternative? Una prostata non più infiammata com'era la mia fino a 2 settimane fa, può essere così sensibile a ricadute solo per l'appoggio su una sedia? Mi chiedo come facciano tutti gli altri..
Il morale è veramente basso, poiché non trovo una facile soluzione... Vi prego di darmi un consiglio, e un parere davvero sincero e spassionato, poiché è bene che io capisca il prima possibile e senza dubbi, qual è la realtà delle cose e quale strada è meglio che io intraprenda, sia per la mia prostata che per la mia vita lavorativa. Grazie.
Successivamente, nell'estate 2005, dopo la sincera ammissione del mio urologo di allora di non sapere più che fare, cambiai specialista e mi recai da un medico che scartò l'ipotesi batterica (ripeto, mai fatto esami approfonditi, neanche lui volle farli) e mi diede la cura antinfiammatoria che immagino essere più classica, ma a dosi molto forti: Mictasone e Voltaren. I sintomi sparirono in breve, e con essi anche il dolore perineale, la mia prostata non faceva più male nè alla palpazione col dito nè stando seduto, e comprensibilmente ne fui molto contento e soddisfatto. Da allora in questi 2 anni solo qualche fastidio leggero ogni tanto, ma in generale tutto è filato sempre abbastanza liscio ed è tornato il sorriso, avendo preso anche qualche precauzione nell'evitare eccessi sessuali e nello stare sempre seduto a casa, in quanto studente, su di un CUSCINO a forma di ciambella che facesse respirare e riposare la zona centrale.
Terminato il mio ciclo di studi universitari, ho da pochissimo iniziato un lavoro nel mio settore di competenza, che mi porta a stare seduto davanti al pc per 8 ore al giorno. Già dopo la prima settimana ho avvertito fastidi e bruciori, sentivo la zona perineale compressa e molto calda, ed allora senza vergogna ho portato in ufficio un cuscino simile a quello utilizzato a casa, ho indossato pantaloni larghi e morbidi ed ho cominciato ad alzarmi frequentemente dalla sedia. Ma non è stato sufficiente, perché già dopo la seconda settimana il dolore è divenuto più intenso, e sono ricomparse sensazioni che speravo ormai di non dover più riprovare... Ho, di mia iniziativa e per non perdere tempo, ricominciato con qualche supposta di voltaren, ma credo che se dopo soli 15 giorni sono già in questa situazione, le prospettive a lungo termine non siano delle migliori. Non riesco a stare seduto, se anche ora ripeto la cura, probabilmente la sedia continuerebbe ad infiammare ciò che i farmaci decongestionano, questa è la realtà.
Mi sembra quindi di trovarmi di fronte ad una difficile e triste scelta: da una parte tra il lavoro per cui ho studiato e la relativa vita sedentaria che mi causerebbe un'infiammazione continua, e dall'altra la salute, che significherebbe però dover abbandonare qualsiasi lavoro da ufficio per cercare un lavoro più manuale che di concetto, che mi permetta di stare in piedi.
Ma è possibile che non ci siano alternative? Una prostata non più infiammata com'era la mia fino a 2 settimane fa, può essere così sensibile a ricadute solo per l'appoggio su una sedia? Mi chiedo come facciano tutti gli altri..
Il morale è veramente basso, poiché non trovo una facile soluzione... Vi prego di darmi un consiglio, e un parere davvero sincero e spassionato, poiché è bene che io capisca il prima possibile e senza dubbi, qual è la realtà delle cose e quale strada è meglio che io intraprenda, sia per la mia prostata che per la mia vita lavorativa. Grazie.
[#1]
Gentile Utente,
come Lei già sa, la prostatite è una infiammazione cronica della
ghiandola che necessita di tempo per scomparire. Tale infiammazione
a volte può essere completamente asintomatica, altre volte essere
responsabile di un variegato ed ampio corteo sintomatologico.
Tuttavia i sintomi e specialmente l'intensità che Lei riferisce potrebbero anche essere ricondotti (per lo meno sarebbe utile da verificare)anche ad affezioni del colon e del retto (ad
esempio varici emorroidarie interne). I consigli che io mi sento di darLe sono in primo luogo di non abbandonare assolutamente il lavoro, di
tornare dal suo urologo e far presente nuovamente la sintomatologia
ed eventualmente di indagare anche su altre possibili cause che possano essere
responsabili in tutto od in parte dei sintomi riferiti. Le raccomando di non scoraggiarsi
ma di andare avanti con determinazione per risolvere questi suoi
disagi. Ci tenga al corrente!
come Lei già sa, la prostatite è una infiammazione cronica della
ghiandola che necessita di tempo per scomparire. Tale infiammazione
a volte può essere completamente asintomatica, altre volte essere
responsabile di un variegato ed ampio corteo sintomatologico.
Tuttavia i sintomi e specialmente l'intensità che Lei riferisce potrebbero anche essere ricondotti (per lo meno sarebbe utile da verificare)anche ad affezioni del colon e del retto (ad
esempio varici emorroidarie interne). I consigli che io mi sento di darLe sono in primo luogo di non abbandonare assolutamente il lavoro, di
tornare dal suo urologo e far presente nuovamente la sintomatologia
ed eventualmente di indagare anche su altre possibili cause che possano essere
responsabili in tutto od in parte dei sintomi riferiti. Le raccomando di non scoraggiarsi
ma di andare avanti con determinazione per risolvere questi suoi
disagi. Ci tenga al corrente!
Dr. A. GIAMBERSIO
www.ambulatoriodiandrologia.it
[#2]
caro ragazzo,
mi sembra esagerato lasciare il lavoro, se è necessitato a starse seduto tanto tempo, può sicuramente adottare altre precauszioni come tenere regolare l'intestino la sera magari camminare a piedi ed evitare di usare bici o motoclitte, bere tanta acqua, insomma tutte quelle precauszioni che sicuramente il suo urologo le avrà fornito.
mi sembra esagerato lasciare il lavoro, se è necessitato a starse seduto tanto tempo, può sicuramente adottare altre precauszioni come tenere regolare l'intestino la sera magari camminare a piedi ed evitare di usare bici o motoclitte, bere tanta acqua, insomma tutte quelle precauszioni che sicuramente il suo urologo le avrà fornito.
Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#3]
Anche io concordo nel suo caso un più attento comportamento con l'esclusione di mezzi sellati, igiene alimentare regolarità sessuale e visite periodiche dall'urologo. Purtroppo esistono forme di prostatiti estremamente noiose e dure da debellare bnelle fasi acute.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo
[#4]
Ex utente
Salve, vi scrivo dopo un mese e mezzo dalla mia precedente richiesta, non l'ho fatto prima perchè volevo aspettare di avere novità da sottoporvi, ma colgo ora l'occasione per ringraziarvi delle risposte.
In settembre sono stato dal mio urologo, che nonostante i miei dolori e le mie grosse preoccupazioni, dall'esplorazione rettale non ha riscontrato il ritorno di alcun segno di infiammazione prostatica... al tatto insomma, la prostata appare sana. Mi ha detto allora che il mio dolore potrebbe essere una consuguenza delle calcificazioni che la prostatite cronica mi ha lasciato, e che purtroppo le calcificazioni non si eliminano, ma mi ha anche detto che avendo io adottato qualche precauzione sul lavoro per stare seduto su una sedia traspirante e concava, che non mi faccia appoggiare la zona perineale, e altri sistemi per non stare sempre seduto, non dovrei avere tutti questi fastidi (ricordo che il mio dolore nasce dallo stare seduto 8 ore al giorno, per giorni o settimane, a causa del lavoro che faccio)
Mi ha prescritto allora un doppio ciclo di 10 supposte di voltaren e molte vitamine per 40 giorni, dicendo che probabilmente era un solo periodo di leggera ricaduta da superare, legato al cambio di stagione, aiutandomi molto con del moto, ginnastica o passeggio o corsa la sera. Mi ha poi fatto fare i normali esami delle urine per notare eventuali residui o problemi che potessero lasciar pensare alla possibilità di comparsa anche di un uretrite, ma l'esito delle urine è stato perfetto, nulla di anormale e nessun valore fuori norma.
Dopo questi 40 giorni di terapia però, mi ritrovo nella situazione di partenza: infatti dopo ciascun ciclo di voltaren, il dolore è passato e mi è parso di tornare alla normalità, ma purtroppo dopo soli 3 o 4 giorni di lavoro, c'è sempre stata la ricomparsa dei sintomi: iniziale senso di indolenzimento perineale, o meglio senso di "compressione" di tutta la fascia perineale verso l'alto, e tendenza all'aumento di questi fastidi fino alla comparsa dopo altri 3 o 4 giorni di dolori acuti nella zona che io a istinto localizzo nell'area prostatica, poichè tali dolori acuti mi sembrano identici a quelli che avevo nellae fasi più importanti della prostatite. E le conseguenze sono ovvie, si ripercuotono nella mia vita lavorativa e sociale, e sessuale, poichè quando ho questi problemi, il tono dell'erezione cala sensibilmente.
Mi chiedo allora... che cosa devo fare? Avete qualche consiglio da darmi? Fino a quando ero studente universitario ho avuto questi dolori, poi ho passato 2 anni in cui seduto non ci stavo praticamente mai e guardacaso, in concomitanza con una cura efficace, la prostatite si è finalmente risolta, e ora che torno a dover star seduto, sudito problemi così evidenti. Io penso proprio che ci sia un nesso, ma spero in qualche modo, che la cosa si possa risolvere...
Grazie ancora.
In settembre sono stato dal mio urologo, che nonostante i miei dolori e le mie grosse preoccupazioni, dall'esplorazione rettale non ha riscontrato il ritorno di alcun segno di infiammazione prostatica... al tatto insomma, la prostata appare sana. Mi ha detto allora che il mio dolore potrebbe essere una consuguenza delle calcificazioni che la prostatite cronica mi ha lasciato, e che purtroppo le calcificazioni non si eliminano, ma mi ha anche detto che avendo io adottato qualche precauzione sul lavoro per stare seduto su una sedia traspirante e concava, che non mi faccia appoggiare la zona perineale, e altri sistemi per non stare sempre seduto, non dovrei avere tutti questi fastidi (ricordo che il mio dolore nasce dallo stare seduto 8 ore al giorno, per giorni o settimane, a causa del lavoro che faccio)
Mi ha prescritto allora un doppio ciclo di 10 supposte di voltaren e molte vitamine per 40 giorni, dicendo che probabilmente era un solo periodo di leggera ricaduta da superare, legato al cambio di stagione, aiutandomi molto con del moto, ginnastica o passeggio o corsa la sera. Mi ha poi fatto fare i normali esami delle urine per notare eventuali residui o problemi che potessero lasciar pensare alla possibilità di comparsa anche di un uretrite, ma l'esito delle urine è stato perfetto, nulla di anormale e nessun valore fuori norma.
Dopo questi 40 giorni di terapia però, mi ritrovo nella situazione di partenza: infatti dopo ciascun ciclo di voltaren, il dolore è passato e mi è parso di tornare alla normalità, ma purtroppo dopo soli 3 o 4 giorni di lavoro, c'è sempre stata la ricomparsa dei sintomi: iniziale senso di indolenzimento perineale, o meglio senso di "compressione" di tutta la fascia perineale verso l'alto, e tendenza all'aumento di questi fastidi fino alla comparsa dopo altri 3 o 4 giorni di dolori acuti nella zona che io a istinto localizzo nell'area prostatica, poichè tali dolori acuti mi sembrano identici a quelli che avevo nellae fasi più importanti della prostatite. E le conseguenze sono ovvie, si ripercuotono nella mia vita lavorativa e sociale, e sessuale, poichè quando ho questi problemi, il tono dell'erezione cala sensibilmente.
Mi chiedo allora... che cosa devo fare? Avete qualche consiglio da darmi? Fino a quando ero studente universitario ho avuto questi dolori, poi ho passato 2 anni in cui seduto non ci stavo praticamente mai e guardacaso, in concomitanza con una cura efficace, la prostatite si è finalmente risolta, e ora che torno a dover star seduto, sudito problemi così evidenti. Io penso proprio che ci sia un nesso, ma spero in qualche modo, che la cosa si possa risolvere...
Grazie ancora.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 34.8k visite dal 16/09/2007.
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Approfondimento su Prostatite
La prostatite è un'infiammazione della prostata molto diffusa. Si manifesta con bruciore alla minzione, può essere acuta o cronica: tipologie, cause e cura.