Cic nella sclerosi collo vescicale

Scusate, gentili Dottori, qualcuno potrebbe darmi un parere su quanto chiedo? L'autocateterismo vescicale intermittente può essere una via praticabile nei casi estremi di ritenzione acuta urinaria in un paziente con sclerosi del collo vescicale, ci sono particolari controindicazioni?
Non mi riferisco ad un utilizzo sistematico, ma al ricorso a questa misura nei casi (rari) di ritenzione urinaria acuta e improvvisa.
Grazie infinite.

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
L'uso sporadico della prassi da lei indicata non ha particolari controindicazioni se eseguita stando attenti a non "inquinare" le varie manovre che caratterizzano un'autocateterizzazione.

La questione che non capiamo, anche guardando gli altri post da lei inviati, è se lei sia arrivato o no ,con il suo urologo, ad una diagnosi precisa del suo problema clinico.

Giovanni Beretta M.D.
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Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
L'urologo diagnosticò nel 1998 la sclerosi del collo utilizzando la terminologia che avevo indicato ovvero "collo rilevato e rigido" tramite la cistoscopia che si rese necessaria anche in quanto l'esame flussimetrico fu praticabile solo in parte per le difficoltà psicologiche che impedirono di analizzare la fase di svuotamento. Vennero svolte anche eco vescica ed esami neurologici volti a escludere che la mancanza di stimolo che avverto da sempre non fosse conseguenza di lesioni o simili.
Tornai al follow-up dall'urologo a distanza di 10 anni, ossia due anni fa (marzo 08); lui mi ha ispezionato rettalmente la prostata, che scrisse essere "a lobi separati, superficie granulosa con i caratteri della normalità" e mi ha tranquillizzato dicendomi che fino ai 50 anni la situazione probabilmente rimarrà stazionaria, poi laddove insorgano (appunto dopo i 50 o giù di lì) anche eventuali problemi prostatici, mi sarei dovuto sottoporre ad intervento.
Questo è quanto posso dirle, Dottor Beretta.
Le confesso che i miei sintomi sono enormemente variabili con la psiche. Passo da periodi positivi in cui la mia vita è diciamo quasi normale, a periodi negativi (per cause di stress ecc.) in cui tutto si complica (con l'intestino che va in costipazione e ci mette del suo). Tale variabilità è a suo parere compatibile con la diagnosi di sclerosi?
Che ne pensa? Grazie infinite.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Questa variabilità è più compatibile con una problematica di natura psicologico-funzionale.

Comunque la sua situazione clinica, con le caratteristiche da lei indicate, non è di frequente riscontro.
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Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Mi scusi Dottor Beretta, quali elementi in particolare sono infrequenti? I sintomi rispetto alla diagnosi? Vorrei esser certo di capire esattamente. Grazie ancora in anticipo.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Chirurgo generale, Endocrinologo, Oncologo, Urologo 16.1k 474
Caro lettore,


una diagnosi quasi certa di sclerosi del collo vescicale che possa alterare la fuoriuscita delle urine può essere ottenuta abbastanza facilmente ( storia, ecografia, uretrografia, cistoscopia sottile, uroflussimetria...).
Si tratta di valutare se sia il caso, eventualmente di optare per una TUIP ( Incisione Trans Uretrale del collo prostatico) con il rischio di eiaculazione retrograda o se la cosa possa essere dominata farmacologicamente.
Il ricorso all'autocateterismo è tecnicamente possibile ma la vedo come un opzione "estrema" in un soggetto giovane.
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Grazie Dottor Pozza.

In merito al CIC, Le chiedo e chiedo anche al Dottor Beretta e chi voglia intervenire, (sapendo bene che si deve essere istruiti all'impiego e non fare di testa propria): la sclerosi o comunque l'ostruzione in atto non renderebbe difficoltoso l'ingresso del catetere a livello dello sfintere interno (soprattutto in un situazione di stress da ritenzione)?

E inoltre, in merito alla TUIP, mi sono sempre chiesto quale possa essere il rischio, a parte la eiac. retrograda, di effetti più drammatici sulla sfera sessuale (erezione, libido); leggo da più parti che la sensazione orgasmica potrebbe ridursi, inoltre non vi è un rischio di lesione dei nervi o dei vasi del distretto uro-genitale, e dunque di vera e propria impotenza sessuale? Cosa ricontrate Voi medici nella pratica clinica in tal senso?

Grazie di nuovo a tutti. Penso siano quesiti di interesse generale oltre che, ovviamente, mio personale.

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Le sue osservazioni ci riportano alle questioni sollevate dal collega Pozza ed in primis:"come è stata fatta a lei la diagnosi di sclerosi del collo vescicale?".

Non pensi per il momento alle manovre terapeutiche endoscopiche come la TUIP che possono dare i problemi collaterali da lei segnalati ma ad avere una diagnosi più precisa.

In sostanza non metta il carro davanti ai buoi!
[#8]
Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Per uretrocistoscopia (25-11-98) - esito: "neg tranne per la presenza di collo molto rilevato e rigido".
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
1998! E'una diagnosi un pò remota e "sintetica".

Le consiglio di riconsultare un esperto urologo e con lui rivalutare attentamente tutta la sua particolare situazione clinica.

Nella sua città non mancano certo degli esperti professionisti
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Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Credo che sia il momento di farlo in effetti.
Le chiedo solo, se può dirmelo, se in linea del tutto generale vi siano stati dei casi di "falso positivo"... ovvero c'è la possibilità (teorica, beninteso) che la diagnosi possa essere diversa? Grazie ancora.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Certo!
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Attivo dal 2009 al 2018
Ex utente
Grazie di tutte le risposte, Dottori.
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