Adenocarcinoma acinare
Buongiorno,
Sono un uomo di anni 68.
Dopo aver ottenuto i risultati dell'analisi del PSA (ultimo esame svolto: 3 anni fa) che dava i seguenti valori:
5.4 (L/T=9%)
anche dietro consiglio del medico di base, mi sono sottoposto ad una agobiopsia (nr. 10 prelievi), il cui esame istologico ha fornito:
- per la prima (in corrispondenza della base destra laterale della prostata) è stato diagnosticato:
Adenocarcinoma acinare (Gleason score: 3+2=5), infiltrate ed occupante il 40% circa dei fruscoli agobioptici
- per restanti 9 sono, invece, state riscontrate:
Iperplasia adenofibreoleiomuscolare e flogosi cronica (in taluni dei 9 prelievi, si aggiunge anche: flogosi foscamente riacutizzata o anche: focali modificazioni di tipo rigenerativo dell'epitelio ghiandolare
Ho cercato, per quanto possibile e in attesa di un consulto specialistico, di documentarmi e mi pare di capire che la diagnosi che mi riguarda sia una neoplasia a basso rischio e moderatamente differenziata,.
Vi vorrei chiedere un riscontro in merito alla diagnosi e, in seconda battuta, anche riguardo al percorso terapeutico consigliato nel mio caso.
Ho letto, infatti, che la tecnica più risolutiva ma anche maggiormente invasiva sarebbe al Prostatectomia totale "a cielo aperto" oppure "laparoscopica" (che comporta lunga degenza e riabilitazione nonché effetti collaterali abbastanza pesanti), ma ho anche trovato notizia di altre tecniche meno invasive tipo Criochirurgia, Brachiterapia, Termoablazione prostatica (Ablatherm HIFU) , Radioterapia, Tomoterapia che mi consta sia disponibile solo presso San Raffaele di Milano…di cui però non sono in grado di valutare, nella mia fattispecie, il grado di efficacia.
Un ultimo ragguaglio, se non chiedo troppo, riguarderebbe i centri più competenti in Italia relativamente alla tecnica che mi suggerirete.
Ringraziando vivamente sin d'ora, porgo distinti saluti.
Marco
P.S.
Aggiungo, a titolo di completezza, che sono un soggetto leggermente iperteso (diastolica elevata).
[#1]
Gentile Utente,
con il termine di prostatectomia radicale si intende l’intervento chirurgico che prevede l’asportazione in blocco della prostata e delle vescicole seminali con la successiva anastomosi della vescica con il moncone uretrale.La selezione del paziente candidato a tale intervento dipende dallo stadio clinico, dall’aspettativa di vita e dalle condizioni psicofisiche.
In genere è ritenuto candidabile ad intervento di prostatectomia radicale, con intento curativo, il paziente con neoplasia prostatica clinicamente localizzata, con aspettativa di vita di almeno 10 anni e in condizioni generali soddisfacenti.(come il suo caso).
Siceramente le consiglierei di effettuare la prostatectomia radicale "laparoscopica" per iseguenti motivi:
-Identica radicalità oncologia e stessi risultati in termini di incontinenza e funzione erettile rispetto al classico intervento chirurgico
-Il dolore post operatorio è praticamente assente e comunque facilmente controllabile
-Ci si alza da soli il giorno o al massimo il 2° dopo l’intervento.
-Il catetere viene rimosso in 6a giornata.
-percentuali di trasfusioni inferiori rispetto alla tecnica classica
Come per tutte le procedure chirurgiche i risultatii dipendono dall esperienza del chirurgo.
Se non vuole sottoporsi ad intervento chirurgico l alternativa terapeutica oggi disponibile per i tumori localizzati della prostata è la radioterapia, quest’ultima sotto forma di irradiazione esterna o di brachiterapia.La radioterapia esterna sui pazienti con cancro prostatico localizzato offre risultati sulla sopravvivenza molto simili a quelli ottenuti con la terapia chirurgica radicale.Essa può essere riservata ai pazienti con più di 70 anni di età, o in condizioni generali non ottimali. Rispetto alla prostatectomia radicale la radioterapia sarebbe caratterizzata da un più alto tasso (30-40% in più) di progressione biochimica (cioè un aumento del PSA qualche tempo dopo il trattamento). Anche la radioterapia convenzionale presenta della complicazioni non indifferenti.
In considerazione della sua età ,delle sue condizioni generali e dell esame istologico le consiglierei l intevento chirurgico di prostatectomia radicale laparoscopica.
Cordiali saluti
con il termine di prostatectomia radicale si intende l’intervento chirurgico che prevede l’asportazione in blocco della prostata e delle vescicole seminali con la successiva anastomosi della vescica con il moncone uretrale.La selezione del paziente candidato a tale intervento dipende dallo stadio clinico, dall’aspettativa di vita e dalle condizioni psicofisiche.
In genere è ritenuto candidabile ad intervento di prostatectomia radicale, con intento curativo, il paziente con neoplasia prostatica clinicamente localizzata, con aspettativa di vita di almeno 10 anni e in condizioni generali soddisfacenti.(come il suo caso).
Siceramente le consiglierei di effettuare la prostatectomia radicale "laparoscopica" per iseguenti motivi:
-Identica radicalità oncologia e stessi risultati in termini di incontinenza e funzione erettile rispetto al classico intervento chirurgico
-Il dolore post operatorio è praticamente assente e comunque facilmente controllabile
-Ci si alza da soli il giorno o al massimo il 2° dopo l’intervento.
-Il catetere viene rimosso in 6a giornata.
-percentuali di trasfusioni inferiori rispetto alla tecnica classica
Come per tutte le procedure chirurgiche i risultatii dipendono dall esperienza del chirurgo.
Se non vuole sottoporsi ad intervento chirurgico l alternativa terapeutica oggi disponibile per i tumori localizzati della prostata è la radioterapia, quest’ultima sotto forma di irradiazione esterna o di brachiterapia.La radioterapia esterna sui pazienti con cancro prostatico localizzato offre risultati sulla sopravvivenza molto simili a quelli ottenuti con la terapia chirurgica radicale.Essa può essere riservata ai pazienti con più di 70 anni di età, o in condizioni generali non ottimali. Rispetto alla prostatectomia radicale la radioterapia sarebbe caratterizzata da un più alto tasso (30-40% in più) di progressione biochimica (cioè un aumento del PSA qualche tempo dopo il trattamento). Anche la radioterapia convenzionale presenta della complicazioni non indifferenti.
In considerazione della sua età ,delle sue condizioni generali e dell esame istologico le consiglierei l intevento chirurgico di prostatectomia radicale laparoscopica.
Cordiali saluti
Dr. Campo Giuseppe
Specialista In Urologia e Andrologo
www.chirurgiauroandrologica.it
www.urologiatoscana.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 16/08/2010.
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