Recidiva dopo orchidopessi?
Egr. Dottori sono un uomo di 44 anni, da circa venti giorni avverto nuovamente disturbi e dolori al testicolo destro e zone circostanti: riferibili al canale inguinale, alla testa dell’epididimo e tensione al testicolo con sensazione di innalzamento verso l’alto e dolore al semplice sfregamento del testicolo. Nel passato (1982) sono stato operato a sx di ernia inguinale (tecnica sec. Bassini). A destra, all’età di 2 anni sono stato operato di “ernia strozzata”. Sempre a destra, nel 1997, avendo dei disturbi simili agli attuali sono stato operato al testicolo destro: eversione vaginale dx + orchidopessi dx. Da allora, non ho più avuto alcun fastidio. Circa venti giorni fa, appunto, in corrispondenza con l’insorgere del caldo e alte temperature, i disturbi sono ricominciati, ho preso antinfiammatori (Tauxib 60 mg. per 8 gg.), e la situazione sembrava migliorata per qualche giorno, (coincidenza di clima più fresco?!?!?) ma da una settimana i disturbi sono ritornati; ho fatto un’ecografia ai testicoli dal seguente esito: “…testicoli regolari, senza lesioni espansive di tipo solido o cistico. Regolare l’ecostruttura degli epididimi. Non segni di idro o varicocele. Il mio medico m’ha visitato, e non ha riscontrato alcun segno di ernia inguinale. M’ha detto di usare degli antinfiammatori locali per qualche giorno, nuoto leggero in acqua “fredda” per qualche giorno e poi vedere. Intanto il disturbo/dolore (salvo che a riposo quando è meno intenso) è sempre presente: sia in posizione eretta, sia da seduto, sia quando guido che quando cammino ed io comincio a preoccuparmi sempre più. Vorrei sapere se è possibile che col passare degli anni i positivi effetti dell’intervento di orchidopessi effettuato nel 1997 siano venuti meno, se vi sono insomma possibilità/rischi di recidiva con conseguente necessità di ulteriore intervento? Vi sono dei rischi di torsione del testicolo? Quali altri consigli mi potreste cortesemente dare? Sapete consigliarmi un buon urologo in zona Brescia o Bergamo? Ringraziando anticipatamente per la cortese attenzione che vorrete riservare al presente quesito porgo distinti saluti.
[#1]
Caro lettore,
dalle indagini ecografiche che ci segnala sembra tutto sotto controllo (torsioni dopo una orchidopessi non nè ha mai viste nella mia ormai purtroppo lunga carriera che sta superando i trent'anni!).
Comunque in questi casi è sempre consigliato un controllo urologico od andrologico diretto. Nella città di Bergamo lavora il nostro collega Benaglia. A lui può chiedere un consiglio qualificato e specifico.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta.
dalle indagini ecografiche che ci segnala sembra tutto sotto controllo (torsioni dopo una orchidopessi non nè ha mai viste nella mia ormai purtroppo lunga carriera che sta superando i trent'anni!).
Comunque in questi casi è sempre consigliato un controllo urologico od andrologico diretto. Nella città di Bergamo lavora il nostro collega Benaglia. A lui può chiedere un consiglio qualificato e specifico.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta.
Giovanni Beretta M.D.
http://andrologiamedica.org/prenota-consulto-online/
https://centrodemetra.com/prenota-consulto-online/
[#2]
Gentile Utente,
una recidiva, o un rischio di sub-torsione o franca torsione dopo intervento correttamente eseguito di "fissaggio" testicolare o di "orchidopessi" (le procedure non sono sovrapponibili!), sarebbe una contraddizione in termini. Sempre che i due interventi siano stati debitamente effettuati.
Affettuosi auguri e cordialissimi saluti
Prof. Giovanni MARTINO
una recidiva, o un rischio di sub-torsione o franca torsione dopo intervento correttamente eseguito di "fissaggio" testicolare o di "orchidopessi" (le procedure non sono sovrapponibili!), sarebbe una contraddizione in termini. Sempre che i due interventi siano stati debitamente effettuati.
Affettuosi auguri e cordialissimi saluti
Prof. Giovanni MARTINO
Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it
[#5]
Urologo
Le algie (i dolori) che lei segnala potrebbero essere inquadrati nell'ambito delle sindromi dolorose (alquanto aspecifiche) del testicolo e del canale inguinale che spesso restano senza una chiara spiegazione. Se l'esame clinico esclude patologie obiettivabili (ad es. ernia recidiva) è utile fare un breve ciclo di antiinfiammatori, comunque occorre approfondire l'iter diagnostico ad esempio sottoponendosi ad un'ecografia effettuata con molta accuratezza onde escludere (ad esempio) fenomeni infiammatori dell'epididimo.
prof. Ciro Mauro
prof. Ciro Mauro
[#6]
Gentile Utente,
ribadisco il mio parere circa il quesito specifico che Lei propone.
Ovviamente tocca al Suo Medico di fiducia, insieme allo Specialista che sceglierete insieme, procedere alla rivalutazione del caso. Ovviamente non trovo indicato, nè ai fini diagnostici che a quelli di una considerazione meramente economica, continuare a sottoporsi ad esami strumentali già effettuati e refertati, a meno che non vi sia una palese discordanza fra tali referti e la realtà clinica obbiettiva. Si finirebbe con il cadere in una spirale senza fine.
Come ho già scritto altre volte, non tutti i segni e i sintomi clinici riferiti nella sede inguino-addominale debbono necessariamente essere addebitati a patologie dell'apparato genitale. Nella zona esistono tutta una serie di strutture anatomiche di tipo muscolare, tendineo, legamentoso, nervoso e vascolare responsabili di affezioni più o meno gravi, di difficile diagnostica differenziale.
In quelle persone che praticano intense attività sportive i problemi a carico delle strutture anatomiche sopra accennate possono essere non solo più frequenti ma anche più eclatanti.
Non trascuri, insieme al Suo Medico di fiducia se ne ha tempo e voglia, oppure con un altro Collega più disponibile, anche le altre possibilità (un sospetto di ernia inguinale o crurale, una pubalgia, una cruralgia, una tendinite, una miosite, una nevrite dell'otturatorio, patologie del rachide etc. etc. etc. etc.).
Mi faccia sapere l'evoluzione della storia clinica.
Auguri affettuosi per la pronta risoluzione del problema ed un cordialissimo saluto.
Prof. Giovanni MARTINO
ribadisco il mio parere circa il quesito specifico che Lei propone.
Ovviamente tocca al Suo Medico di fiducia, insieme allo Specialista che sceglierete insieme, procedere alla rivalutazione del caso. Ovviamente non trovo indicato, nè ai fini diagnostici che a quelli di una considerazione meramente economica, continuare a sottoporsi ad esami strumentali già effettuati e refertati, a meno che non vi sia una palese discordanza fra tali referti e la realtà clinica obbiettiva. Si finirebbe con il cadere in una spirale senza fine.
Come ho già scritto altre volte, non tutti i segni e i sintomi clinici riferiti nella sede inguino-addominale debbono necessariamente essere addebitati a patologie dell'apparato genitale. Nella zona esistono tutta una serie di strutture anatomiche di tipo muscolare, tendineo, legamentoso, nervoso e vascolare responsabili di affezioni più o meno gravi, di difficile diagnostica differenziale.
In quelle persone che praticano intense attività sportive i problemi a carico delle strutture anatomiche sopra accennate possono essere non solo più frequenti ma anche più eclatanti.
Non trascuri, insieme al Suo Medico di fiducia se ne ha tempo e voglia, oppure con un altro Collega più disponibile, anche le altre possibilità (un sospetto di ernia inguinale o crurale, una pubalgia, una cruralgia, una tendinite, una miosite, una nevrite dell'otturatorio, patologie del rachide etc. etc. etc. etc.).
Mi faccia sapere l'evoluzione della storia clinica.
Auguri affettuosi per la pronta risoluzione del problema ed un cordialissimo saluto.
Prof. Giovanni MARTINO
[#7]
Utente
Innanzitutto Vi rigrazio tutti di cuore; a Voi parrà stupido o superficiale, ma i vostri autorevoli pareri m'hanno sgombrato la mente da alcuni dubbi e timori (impossibilità di torsioni o recidive dopo orchidopessi).Leggendo i vostri commenti - in particolare quello dell'Ill.mo Prof . Giovanni Martino - non ho capito la differenza tra orchidopessi e fissaggio del testicolo. Non l'ho capito perchè io credevo che fossero la stessa cosa. Io sulla carta di dimissione dall'Ospedale dopo l'intervento leggo: eversione vaginale dx + orchidopessi; il mio medico di base - che era in sala operatoria - m'ha detto che m'avevano fissato il testicolo per eccessiva mobilità ed io ricordo di avere avuto oltre ai punti della ferita anche un punto isolato sotto il testicolo. Mi potreste gentilmente spiegare la differenza tra orchidopessi e fissaggio testicolare e come posso capire a quale tipo di intervento sono stato sottoposto? Secondo quesito: cos'è la deferentite? Lo chiedo perchè l'ho sentito dal mio medico mentre parlava con lo specialista da cui andrò a breve (forse addirittura tra un paio di giorni). Torno a ringraziare tutti per l'attenzione davvero preziosa riservata al mio problema.
[#8]
Gentile Utente,
al di là dei passaggi di tecnica chirurgica, interessanti solo per gli addetti ai lavori, posso dirLe che senza dubbio Lei è stato sottoposto ad intervento di "fissaggio" del testicolo alle strutture anatomiche adiacenti. Questa tecnica viene proposta in caso di rischio di sub-torsione o franca torsione dell'organo. Non ho capito la motivazione che ha indotto i Colleghi a procedere all'eversione della vaginale...nel fissaggio si tende a risparmiarla in assenza di patologie specifiche.
La tecnica suddetta è di gran lunga meno elaborata ed impegnativa della vera "orchidopessi", cioè di quella procedura chirurgica che ha come scopo sempre l'ancoraggio del testicolo alle strutture scrotali ma in presenza ad esempio di una condizione di criptorchidismo, testicolo ectopico, ipermobilità testicolare (sindrome del testicolo in ascensore), problematiche funicolari etc.
Anche un profano della materia intuisce che l'intervento per fissare un testicolo che tende a torcersi è molto diverso da quello che deve portare nello scroto un testicolo ritenuto nel canale inguinale o ancora più in alto o ipermobile...
Comprenderà bene come sia difficile farsi intendere via e-mail su questi argomenti di tecnica operatoria. La cosa migliore sarebbe che Lei ne discutesse con il Chirurgo che L'ha operata.
A proposito della deferentite: complimenti al Collega...bella diagnosi...molto ma molto difficile. Si tratta di una infiammazione del solo deferente, senza alcun segno di flogosi a carico dell'epididimo...e del funicolo spermatico in generale (funicolite).
Insomma...ci vuole un grande atto di fede per accettarla coem probabile...
Affettuosi auguri per tutto e cordialissimi saluti
Prof. Giovanni MARTINO
al di là dei passaggi di tecnica chirurgica, interessanti solo per gli addetti ai lavori, posso dirLe che senza dubbio Lei è stato sottoposto ad intervento di "fissaggio" del testicolo alle strutture anatomiche adiacenti. Questa tecnica viene proposta in caso di rischio di sub-torsione o franca torsione dell'organo. Non ho capito la motivazione che ha indotto i Colleghi a procedere all'eversione della vaginale...nel fissaggio si tende a risparmiarla in assenza di patologie specifiche.
La tecnica suddetta è di gran lunga meno elaborata ed impegnativa della vera "orchidopessi", cioè di quella procedura chirurgica che ha come scopo sempre l'ancoraggio del testicolo alle strutture scrotali ma in presenza ad esempio di una condizione di criptorchidismo, testicolo ectopico, ipermobilità testicolare (sindrome del testicolo in ascensore), problematiche funicolari etc.
Anche un profano della materia intuisce che l'intervento per fissare un testicolo che tende a torcersi è molto diverso da quello che deve portare nello scroto un testicolo ritenuto nel canale inguinale o ancora più in alto o ipermobile...
Comprenderà bene come sia difficile farsi intendere via e-mail su questi argomenti di tecnica operatoria. La cosa migliore sarebbe che Lei ne discutesse con il Chirurgo che L'ha operata.
A proposito della deferentite: complimenti al Collega...bella diagnosi...molto ma molto difficile. Si tratta di una infiammazione del solo deferente, senza alcun segno di flogosi a carico dell'epididimo...e del funicolo spermatico in generale (funicolite).
Insomma...ci vuole un grande atto di fede per accettarla coem probabile...
Affettuosi auguri per tutto e cordialissimi saluti
Prof. Giovanni MARTINO
[#9]
Utente
Egr. Professori, sono stato da un vostro collega che m'ha diagnosticato una deferentite dx: la cura consiste in Aulin 1 bustina x 2 al g. x 7 gg.. Al momento non sono ancora riuscito a fare la cura prescritta dato che lo stomaco (ulcera un paio di anni fa ed esofagite da reflusso) al momento mi crea alcuni probelmi. Per cui convivo con il dolore all'inguine e al testicolo destro con irradiazione alla coscia; a tutti gli esami fatti e sopra esposti devo aggiungere il seguente esame ecografico addome inferiore prescritto dallo specialista: oltre a tutta una serie di cose nella norma per quanto riguarda la vescica il referto dell'esame cita: Nel testicolo di dx si segnala una notevole dilatazione e ipoecogenicità del dotto deferente in relazione a processo di tipo infiammatorio; sempre a dx si segnala una discreta ectasia del sistema venoso pampiniforme con quadro riconducibile a varicocele. Ora vorrei chiedervi se questo esame vi da una qualche nuova indicazione e a quale specialista dovrei rivolgermi (chirurgo generico, urologo o andrologo?)? La deferentite è una causa del varicocele o viceversa? E come vanno curate? Grazie anticipate per le cortesi risposte.
[#10]
Gentile Utente,
non entro nel merito della diagnosi espressa dal Collega. Quindi, non saprei che dire. Una deferentite? Perchè no, una diagnosi molto insolita se non inserita in un contesto infiammatorio più ampio...epididimite? Di certo possibile, ma di difficilissima discriminazione diagnostica, specie se si associa la presenza di un varicocele... Forse, e dico forse, occorrerebbe essere più srupolosi nella programamzione di indagini di laboratorio e/o strumentali.
Perciò se questa fosse davvero la dignosi corretta, complimenti al Collega.
Vorrei però sottolineare che , come tante volte ho scritto, e volentieri ripeto, non tutti i segni e i sintomi clinici riferiti nella sede inguino-addominale debbono necessariamente essere addebitati a patologie dell'apparato genitale.
Tenga presente che nella zona esistono tutta una serie di strutture anatomiche di tipo muscolare, tendineo, legamentoso, nervoso e vascolare responsabili di affezioni più o meno gravi, di difficile diagnostica differenziale. I territori di irradiazione di eventuali sintomatologie dolorose a carico di queste strutture possono coinvolere l'apparato genitale, in particolare emiborsa scrotale omolaterale e pene.
In quelle persone che praticano sports, ma anche paradossalmente una vita troppo sedentaria, i problemi a carico delle strutture anatomiche sopra accennate possono essere non solo più frequenti ma anche più eclatanti.
Attenzione all'esistenza di una eventuale sindrome di "testicolo in ascensore"!
Non trascuri, insieme al Suo Medico di fiducia, anche altre possibilità: una pubalgia, una cruralgia, una tendinite, una miosite, una nevrite dell'otturatorio, patologie del rachide etc. etc. etc. etc.).
Affettuosi auguri per la risoluzione del problema e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
non entro nel merito della diagnosi espressa dal Collega. Quindi, non saprei che dire. Una deferentite? Perchè no, una diagnosi molto insolita se non inserita in un contesto infiammatorio più ampio...epididimite? Di certo possibile, ma di difficilissima discriminazione diagnostica, specie se si associa la presenza di un varicocele... Forse, e dico forse, occorrerebbe essere più srupolosi nella programamzione di indagini di laboratorio e/o strumentali.
Perciò se questa fosse davvero la dignosi corretta, complimenti al Collega.
Vorrei però sottolineare che , come tante volte ho scritto, e volentieri ripeto, non tutti i segni e i sintomi clinici riferiti nella sede inguino-addominale debbono necessariamente essere addebitati a patologie dell'apparato genitale.
Tenga presente che nella zona esistono tutta una serie di strutture anatomiche di tipo muscolare, tendineo, legamentoso, nervoso e vascolare responsabili di affezioni più o meno gravi, di difficile diagnostica differenziale. I territori di irradiazione di eventuali sintomatologie dolorose a carico di queste strutture possono coinvolere l'apparato genitale, in particolare emiborsa scrotale omolaterale e pene.
In quelle persone che praticano sports, ma anche paradossalmente una vita troppo sedentaria, i problemi a carico delle strutture anatomiche sopra accennate possono essere non solo più frequenti ma anche più eclatanti.
Attenzione all'esistenza di una eventuale sindrome di "testicolo in ascensore"!
Non trascuri, insieme al Suo Medico di fiducia, anche altre possibilità: una pubalgia, una cruralgia, una tendinite, una miosite, una nevrite dell'otturatorio, patologie del rachide etc. etc. etc. etc.).
Affettuosi auguri per la risoluzione del problema e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
[#11]
Utente
Ill.mo Prof. Martino La ringrazio di cuore per la risposta, vorrei che mi spiegasse cosa vuol dire con "testicolo in ascensore" dato che di recente ho notato che il testicolo destro (quello dolente per farci capire) nonostante sia stato fissato allo scroto con eversione vaginale e orchidopessi (1987) saltuariamente (ad es. nei momenti di erezione) tende a salire fino alla base del pene; è un segnale preoccupante o è una cosa normale? Mi permetto, altresì di riporle i quesiti che ho posto nel mio precedente post sperando in una Sua cortese risposta. In consdierazione del varicocele e diagnosi di deferentite, per un altro parere medico, a quale specialista dovrei rivolgermi (chirurgo generico, urologo o andrologo?)? La deferentite è una causa del varicocele o viceversa? E come vanno curate? Grazie anticipate per le cortesi risposte. RingraziandoLa nuovamente per l'attenzione che vorrà riservare alla presente Le porgo distinti saluti.
[#12]
Gentile utente,
volendo restare molto nel generico (ma nel Forum troverà molti riferimenti a questo argomento specifico), Le ricordo, tanto per completezza di informazione, di cosa si tratta.
Nella sindrome suddetta, il testicolo (o i testicoli) risale in maniera abnorme verso l'alto in direzione del canale inguinale. Questa risalita può avvenire casualmente, dopo i più svariati stimoli o in determinate condizioni o posizioni (esposizione al freddo, alla guida della moto o dell'auto, durante il sonno, durante l'attività sportiva, durante l'atto sessuale). Le cause sono da scrivere almeno grossolanamente a tre condizioni:
1) particolare lassità o mancanza dei normali meccanismi anatomici di fissaggio del testicolo nello scroto.
2) un funicolo spermatico (il funicolo sospende il testicolo nello scroto) particolarmente breve.
3) Una ipertrofia (aumento di sviluppo) del muscolo cremastere che, già di norma, provvede al corretto movimento del testicolo nello scroto.
A parte il fastidio, che può divenire però notevole, il vero rischio è che muovendosi bruscamente, il testicolo vada incontro ad una sub-torsione o ad una torsione vera e propria. In questo caso il pericolo di perdere l'organo interessato è notevole, a meno di non riconoscere tempestivamente la complicanza ed intervenire chirurgicamente d'urgenza.
E' chiaro che occorre valutare numero degli episodi di risalita, modalità, risoluzione, dolore, fastidio etc etc.
Rapporti fra deferentite (terapia medica) e varicocele (eventuale intervento di correzzione)? Direi proprio di no.
A chi rivolgersi? Beh è semplice. Primo inqudramento ovvio con un Andrologo. Se occorre intervenire e l'Andrologo non è "anche" un Chirurgo, sarà il caso di ricorrere ad un figura professionale di Chirurgo Generale, o Chirurgo Andrologo, o Urologo.
Affettuosi auguri di pronta risoluzione del Suo problema e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
volendo restare molto nel generico (ma nel Forum troverà molti riferimenti a questo argomento specifico), Le ricordo, tanto per completezza di informazione, di cosa si tratta.
Nella sindrome suddetta, il testicolo (o i testicoli) risale in maniera abnorme verso l'alto in direzione del canale inguinale. Questa risalita può avvenire casualmente, dopo i più svariati stimoli o in determinate condizioni o posizioni (esposizione al freddo, alla guida della moto o dell'auto, durante il sonno, durante l'attività sportiva, durante l'atto sessuale). Le cause sono da scrivere almeno grossolanamente a tre condizioni:
1) particolare lassità o mancanza dei normali meccanismi anatomici di fissaggio del testicolo nello scroto.
2) un funicolo spermatico (il funicolo sospende il testicolo nello scroto) particolarmente breve.
3) Una ipertrofia (aumento di sviluppo) del muscolo cremastere che, già di norma, provvede al corretto movimento del testicolo nello scroto.
A parte il fastidio, che può divenire però notevole, il vero rischio è che muovendosi bruscamente, il testicolo vada incontro ad una sub-torsione o ad una torsione vera e propria. In questo caso il pericolo di perdere l'organo interessato è notevole, a meno di non riconoscere tempestivamente la complicanza ed intervenire chirurgicamente d'urgenza.
E' chiaro che occorre valutare numero degli episodi di risalita, modalità, risoluzione, dolore, fastidio etc etc.
Rapporti fra deferentite (terapia medica) e varicocele (eventuale intervento di correzzione)? Direi proprio di no.
A chi rivolgersi? Beh è semplice. Primo inqudramento ovvio con un Andrologo. Se occorre intervenire e l'Andrologo non è "anche" un Chirurgo, sarà il caso di ricorrere ad un figura professionale di Chirurgo Generale, o Chirurgo Andrologo, o Urologo.
Affettuosi auguri di pronta risoluzione del Suo problema e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
[#13]
Utente
Ill.mo Prof. Martino La ringrazio per il consiglio andrò quanto prima da un andrologo. Una semplice precisazione: sono comunque a rischio di "testicolo in ascensore" e subtorsione dello stesso anche se ho subito un intervento di orchidopessi con fissaggio del testicolo allo scroto nell'anno 1997; credevo che tale intervento scongiurasse tali evenienze o no? Grazie per la precisazione e distinti saluti.
[#14]
Gentile Utente,
"dovrebbe"...nel senso che una volta eseguita la procedura di orchidopessi il porblema non dovrebbe più ripresentarsi.
Attendiamo l'esito della prossima visita Specialistica.
Cari saluti
Prof. Giovanni MARTINO
"dovrebbe"...nel senso che una volta eseguita la procedura di orchidopessi il porblema non dovrebbe più ripresentarsi.
Attendiamo l'esito della prossima visita Specialistica.
Cari saluti
Prof. Giovanni MARTINO
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 18.3k visite dal 25/05/2007.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.