Adenocarcinoma acinare alla prostata
Buongiorno vorrei un Vs parere.Circa 15 gg fa mio suocero, di anni 77, si è accorto di un aumento del valore psa(4,38) e per questo si è sottoposto ad un esame bioptico della prostata.Dall'esame, effettuato con 8 prelievi, è stata diagnosticato un adenocarcinoma acinare, score Gleason 4+5=9, giungente al margine inchiostrato(in 1)ed interessante l'80%(in 1),il 60%(in 2e 3, il 50%(in 4) circa dei frammenti in esame ed in forma di microfocolaio(in 6);indenne da neoplasia(in 5),minutissimi frustoli di tessuto fibroso(in 7) ed un microfocolaio di proliferazione acinare atipica-ASAP (in 8).
Inizialmente è stata consigliata una terapia radioterapica associata a terapia ormonale con Casodex 150 e Nolvadex 20mg.
Un altro specialista ha invece consigliato una prostatectomia radicale con linfoadenoctomia, ed eventualmente radioterapia successiva.
Tutto ciò ha provocato un pò di confusione è siamo piuttosto indecisi nella scelta.;mio suocero vorrebbe intervenire radicalmente al fine di asportare la massa e"togliersi il dente", e anche noi siamo dello stesso avviso, anche se siamo preoccupati sia per l'età che per le eventuali complicanze che potrebbe determinare un intervento chirurgico(impotenza e incontinenza).Sottolineo che mio suocero ha avuto un pregresso ictus cerebrale( a 50 anni) e soffre attualmente di ipertensione, per cui segue adeguata terapia.
Vorremmo conoscere il Vs. parere a riguardo, se si tratta di un carcinoma particolarmente aggressivo(abbiamo prenotato esami di scintigrafia ossea e TAC addome e pelvi), e se, dai valori sopra riportati,secondo Voi, v'è la possibilità di ben gestire la malattia anche a lungo termine, consigliandoci eventualmente il da farsi.
Vi ringrazio anticipatamente per le informazioni che Vorrete darci.
Inizialmente è stata consigliata una terapia radioterapica associata a terapia ormonale con Casodex 150 e Nolvadex 20mg.
Un altro specialista ha invece consigliato una prostatectomia radicale con linfoadenoctomia, ed eventualmente radioterapia successiva.
Tutto ciò ha provocato un pò di confusione è siamo piuttosto indecisi nella scelta.;mio suocero vorrebbe intervenire radicalmente al fine di asportare la massa e"togliersi il dente", e anche noi siamo dello stesso avviso, anche se siamo preoccupati sia per l'età che per le eventuali complicanze che potrebbe determinare un intervento chirurgico(impotenza e incontinenza).Sottolineo che mio suocero ha avuto un pregresso ictus cerebrale( a 50 anni) e soffre attualmente di ipertensione, per cui segue adeguata terapia.
Vorremmo conoscere il Vs. parere a riguardo, se si tratta di un carcinoma particolarmente aggressivo(abbiamo prenotato esami di scintigrafia ossea e TAC addome e pelvi), e se, dai valori sopra riportati,secondo Voi, v'è la possibilità di ben gestire la malattia anche a lungo termine, consigliandoci eventualmente il da farsi.
Vi ringrazio anticipatamente per le informazioni che Vorrete darci.
[#1]
caro utente,
secondo le linee guida dopo i 70 non convine più operare ma sottoporre il paziente a terapia medica con blocco androgenico, il psa di suo suocero è basso e questo depone per una malattia ancora localizzata alla prostata, però cmq le consiglio di non cambiare vari psecialisti ma di rivolgersene ad uno e conservarlo
secondo le linee guida dopo i 70 non convine più operare ma sottoporre il paziente a terapia medica con blocco androgenico, il psa di suo suocero è basso e questo depone per una malattia ancora localizzata alla prostata, però cmq le consiglio di non cambiare vari psecialisti ma di rivolgersene ad uno e conservarlo
Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#2]
Gent.le utente,
premesso che dalla descrizione è presente all'es ist un Gleason 9 ,
considerata l'età e le condizioni generali è da definire se la terapia sia ormonale o eventualmente con flash radioterapici.
Concordo con il collega che "il sentirne troppi non è cosa saggia".
Cordiali saluti
premesso che dalla descrizione è presente all'es ist un Gleason 9 ,
considerata l'età e le condizioni generali è da definire se la terapia sia ormonale o eventualmente con flash radioterapici.
Concordo con il collega che "il sentirne troppi non è cosa saggia".
Cordiali saluti
Dott.Roberto Mallus
[#3]
Approfitto del suo caso per ribadire che la radioterapia rappresenta lo standard in termini di controllo biochimico di malattia, così come la chirurgia. Per di più non si sottopone al rischio dell'intervento chirurgico gravato dalle importanti comorbidità (ipertensione, cardiopatia). Ormai basta andare su internet e vedere nelle più prestigiose riviste scientifiche, anche dei colleghi urologi, come la radioterapia moderna possa vantarsi di risultati eccellenti con livelli di controllo locale e di sopravvivenza libera da malattia che si aggira mediamente fino al 85-90%,per alcune classi di pazienti.In relazione a questo caso consiglio inoltre la terapia ormonale con casodex 150mg per almeno due anni, in prima battuta, per offrire un eventuale effetto di controllo extraregionale(in considerazione del Gleason che indica un certo grado di aggressività, indirizzando il paziente verso una classe di rischio più alta).
Quindi non conta sentire pochi o tanti pareri, se non si sentono gli specialisti di branca in funzione della loro esperienza sul campo e delle conoscenze della letteratura scientifica, indipendentemente dalle consuetudini e dai preconcetti su metodiche terapeutiche spesso poco diffuse, come la radioterapia(In italia)ma non meno valide(come negli Stati Uniti e paesi anglosassoni).
Quindi non conta sentire pochi o tanti pareri, se non si sentono gli specialisti di branca in funzione della loro esperienza sul campo e delle conoscenze della letteratura scientifica, indipendentemente dalle consuetudini e dai preconcetti su metodiche terapeutiche spesso poco diffuse, come la radioterapia(In italia)ma non meno valide(come negli Stati Uniti e paesi anglosassoni).
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#4]
Utente
Vi ringrazio per i preziosi consigli.Dunque se ho ben capito le due ipotesi(chirurgica e radioterapica) sono ormai codificate per cui in qualche modo si equivalgono.Naturalmente con aspetti collaterali diversi. E nel caso di scelta della chirurgia,dalle risposte date ad altri quesiti mi par di capire che la radioterapia successiva andrebbe fatta subito e non dopo tempo.O dipende dall'esame bioptico della massa asportata? Grazie.
[#5]
La radioterapia dopo chirurgia può essere di completamento all'intervento(entro i 6 mesi dal termine chirurgico) o di salvataggio(all'evidenza di ripresa di malattia). Diversi studi hanno dimostrato che la prima situazione porta risultati clinici più favorevoli .L'ipotesi adiuvante(post-operatoria) comunque è consigliata solo se c'è una estensione extracapsulare o margini di resezione non indenni, diventa invece fortemente indicata se c'è compromissione delle vescicole seminali. Per il salvataggio invece bisogna comprovare una ripresa biochimica di malattia verosimilmente locale(dopo un incremento del PSA con un tempo di raddoppiamento <a 10-12 mesi) o meglio una biopsia che confermi definitivamente ripresa sulla loggia prostatica.
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
[#6]
La radioterapia dopo chirurgia può essere di completamento all'intervento(entro i 6 mesi dal termine chirurgico) o di salvataggio(all'evidenza di ripresa di malattia). Diversi studi hanno dimostrato che la prima situazione porta risultati clinici più favorevoli .L'ipotesi adiuvante(post-operatoria) comunque è consigliata solo se c'è una estensione extracapsulare o margini di resezione non indenni, diventa invece fortemente indicata se c'è compromissione delle vescicole seminali. Per il salvataggio invece bisogna comprovare una ripresa biochimica di malattia verosimilmente locale(dopo un incremento del PSA con un tempo di raddoppiamento <a 6 mesi) o meglio una biopsia che confermi definitivamente ripresa sulla loggia prostatica.
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
[#7]
Utente
Ricoverato mio suocero per l'intervento, merge un problema.Dalla scintigrafia ossea emergono cinque punti dubbi che insospettiscono, potrebbero essere sì delle pregresse calcificazioni ma potrebbero essere anche altro. Dalla effettuata tac addominale pelvi non emerge alcunchè. Viene per scrupolo effettuata una tac al bacino( dove è localizzato uno dei punti sospetti) ma anche qui i medici non sono pienamente convinti se si tratti di una calcificazione ossea oppure di una metastasi( la tac non permette con certezza di stabilirlo).Alla fine viene deciso di non intervenire e di procedere solo con la radioterapia.Io domando adesso: non esiste una tecnica diagnostica in grado di stabilire con un'alta probabilità la natura di queste masse ossee sospette? Mi hanno parlato della PET.Non v'è in Italia un centro osteoncologico specializzato in grado di risolvere la problematica? grazie
[#8]
caro utente,
la PET con Colina è utile per una ricerca di recidiva sulla loggia prostatica o sui linfonodi pelvici o di malattia extrapelvica linfonodale-parenchimale, sull'osso non è più dirimente della scintigrafia. Anzi quest'ultima rimane il gold standard per una valutazione osteo-scheletrica. E' chiaro che possono esserci dei falsi positivi legati a traumi o alterazioni degenerative o flogistiche ossee. Allora può essere di ausilio un esame morfologico come un RX mirato sull'osso interessato o meglio una TC del distretto con finestra per osso. Ricordiamoci inoltre che i dati di imaging vanno anche letti in funzione della storia clinico-anamenstica. Bisogna rivalutare a breve il tutto anche in funzione dell'andamento clinico(dolori, alterazioni funzionali o parestetiche, rialzi del PSA, aumento della fosfatasi alcalina). Concordo con la scelta dell'opzione curativa della Radioterapia che, si ricordi, non è una scelta rinunciataria rispetto alla chirurgia.
Cordiali saluti
dr.F.Alongi
la PET con Colina è utile per una ricerca di recidiva sulla loggia prostatica o sui linfonodi pelvici o di malattia extrapelvica linfonodale-parenchimale, sull'osso non è più dirimente della scintigrafia. Anzi quest'ultima rimane il gold standard per una valutazione osteo-scheletrica. E' chiaro che possono esserci dei falsi positivi legati a traumi o alterazioni degenerative o flogistiche ossee. Allora può essere di ausilio un esame morfologico come un RX mirato sull'osso interessato o meglio una TC del distretto con finestra per osso. Ricordiamoci inoltre che i dati di imaging vanno anche letti in funzione della storia clinico-anamenstica. Bisogna rivalutare a breve il tutto anche in funzione dell'andamento clinico(dolori, alterazioni funzionali o parestetiche, rialzi del PSA, aumento della fosfatasi alcalina). Concordo con la scelta dell'opzione curativa della Radioterapia che, si ricordi, non è una scelta rinunciataria rispetto alla chirurgia.
Cordiali saluti
dr.F.Alongi
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 11.6k visite dal 06/05/2007.
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