Cancro alla vecscica
Buongiorno mi voglio togliere un sassolino.Mia madre è morta due mesi fa dopo un agonia veramente terribile. Vorrei chiedere a voi medici : Mia madre le hanno tolto un piccolo polipo maligno che pero il prof Potenzoni ha assicurato che non c'era pericolo con buon controlli e terapia con lavaggi credo chemioterapici. Ogni tanto tornava alla visita di controllo e capitava che le bruciassero qualcosa alla nascita ma niente di rilievo. Un anno e mezzo fa mia madre ha iniziato ad avere perdite di sangue nelle urine e dopo un controllo i medici mi dicono che ci sono piccole petacche emorragiche e che mia madre aveva anche una cistite emorragica cronica.Dopo poco tempo le perdite continuavano e mia madre perdeva peso anche per la preoccupazione. Torniamo in urologia per una cistoscopia e confermano un polipo perciò bisognava asportarlo con tanto di ricovero. Nelle fasi di preparazione operatoria le viene fatta una lastra toracica che evidenziava noduli polmonari e con successiva tac si comfermò che erano metastasi . Io mi chiedo ma se il tumore alla vescica quando si esterna colpisce nel 90per cento dei casi i polmoni con metastasi perche in tutti questi anni non le hanno mai fatto un tac di controllo ? Hanno detto di tutto tranne che ammettere che ci hanno dormito sopra. Abbiamo provato anche con una chemio ma i risultati sono stati terribili la prima volta la chemio ha causato una trombosi renale e il secondo tentativo un ictus riducendo mia madre ai suoi ultimi mesi di vita su un letto con pochi momenti di lucidità e con un finale terribile a casa con convulsione e salti sul letto. Un esperienza scioccante per me che ancora adesso non c'è momento che non ci penso. Penso solo che sicuramente si poteva prevenire o almeno scoprire prima , a voi la parola sperando nella vostra sincerità senza coprire i vostri colleghi grazie.
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Caro signore comprendo a pieno la sua delusione e cerco di rispondere alle sue domande.
Dopo aver letto la sua descrizione le dico immediatamente che ormai da molti anni in gran parte delle scuole urologiche italiane la pratica della "bruciatura" delle neoplasie vescicali è ormai desueta e non più praticata, mentre si utilizza l'elettroresezione endoscopica che consente un più opportuno e completo trattamento del papilloma e soprattutto una sua corretta stazione diagnostica, fondamentale per la scelta delle terapie successive!
Se dopo il primo intervento l'istologia parlava di neoplasia superficiale allora non era necessario praticare una TC, al contrario se ci fosse stato interessamento dello strato muscolare allora occorreva farla. Questo concetto di TC ovviamente va esteso a tutte le altre volte che è stato fatto un intervento con una istologia successiva.
Punto primo le neoplasie vescicali sono tra i peggiori tumori esistenti perchè tendono a recidivare dopo la prima comparsa e tendono ad assumere uno spiccato potenziale di aggressività e di malignità per cui il paziente che sviluppa questa problematica deve farsi seguire molto attentamente,con una serie di controlli scadenzati nel tempo che sono: ecografia renale e vescicale, esame citologico delle urine e cistoscopia. Se necessario, ovvero se l'urologo lo ritiene opportuno il paziente deve iniziare un trattamento di immunoterapia o di chiemioterapia endovescicale entro 1 mese dall'intervento di TURV.
Punto secondo è importante conoscere la condizione patologica vescicale di partenza: cioè bisogna sapere la prima volta che la paziente ha avuto ematuria ed è stato scoperto il papilloma;questo papilloma è stato solo bruciato o resecato con un intervento di TURV? se è stata fatta la TURV è stata fatta superficialmente o estesa in profondità (cioè nella risposta istologica era presente il tessuto muscolare?).
La condizione di cistite emorraggica è certamente una situazione peggiorativa che può aver mascherato delle ulteriori lesioni della parete vescicale e che può essere comparsa anche a seguito del trattamento endovescicale eseguito. Il punto è sempre lo stesso: se si esegue un corretto trattamento con una resezione profonda della parete muscolare nelle zone lesionali e viene fuori un istologico di infiltrazione della muscolare, il discorso si chiude perchè a quel punto è opportuno un intervento di cistectomia radicale, cioè di asportazione in blocco della vescica, perchè ormai la malattia ha diffusamente interessato l'organo.
Punto terzo si conosce la risposta istologica esatta di tutti gli interventi cui è stata sottoposta la signora?
Punto quarto è sempre importante conoscere le condizioni generali di partenza dell'ammalato perchè con tutta la buona volontà l'aggressività chirurgica radicale viene spesso limitata dalle gravi situazioni organiche (cardiache,polmonari,circolatorie),dunque le scelte terapeutiche in questi casi possono venire fortemente limitate.
La chemioterapia sistemica nel trattamento delle neoplasie vescicali tutt'oggi ha scarsi risultati a fronte di notevoli problematiche collaterali...
Detto tutto ciò non aggiungo altro e mi rimetto al suo buon senso.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Dopo aver letto la sua descrizione le dico immediatamente che ormai da molti anni in gran parte delle scuole urologiche italiane la pratica della "bruciatura" delle neoplasie vescicali è ormai desueta e non più praticata, mentre si utilizza l'elettroresezione endoscopica che consente un più opportuno e completo trattamento del papilloma e soprattutto una sua corretta stazione diagnostica, fondamentale per la scelta delle terapie successive!
Se dopo il primo intervento l'istologia parlava di neoplasia superficiale allora non era necessario praticare una TC, al contrario se ci fosse stato interessamento dello strato muscolare allora occorreva farla. Questo concetto di TC ovviamente va esteso a tutte le altre volte che è stato fatto un intervento con una istologia successiva.
Punto primo le neoplasie vescicali sono tra i peggiori tumori esistenti perchè tendono a recidivare dopo la prima comparsa e tendono ad assumere uno spiccato potenziale di aggressività e di malignità per cui il paziente che sviluppa questa problematica deve farsi seguire molto attentamente,con una serie di controlli scadenzati nel tempo che sono: ecografia renale e vescicale, esame citologico delle urine e cistoscopia. Se necessario, ovvero se l'urologo lo ritiene opportuno il paziente deve iniziare un trattamento di immunoterapia o di chiemioterapia endovescicale entro 1 mese dall'intervento di TURV.
Punto secondo è importante conoscere la condizione patologica vescicale di partenza: cioè bisogna sapere la prima volta che la paziente ha avuto ematuria ed è stato scoperto il papilloma;questo papilloma è stato solo bruciato o resecato con un intervento di TURV? se è stata fatta la TURV è stata fatta superficialmente o estesa in profondità (cioè nella risposta istologica era presente il tessuto muscolare?).
La condizione di cistite emorraggica è certamente una situazione peggiorativa che può aver mascherato delle ulteriori lesioni della parete vescicale e che può essere comparsa anche a seguito del trattamento endovescicale eseguito. Il punto è sempre lo stesso: se si esegue un corretto trattamento con una resezione profonda della parete muscolare nelle zone lesionali e viene fuori un istologico di infiltrazione della muscolare, il discorso si chiude perchè a quel punto è opportuno un intervento di cistectomia radicale, cioè di asportazione in blocco della vescica, perchè ormai la malattia ha diffusamente interessato l'organo.
Punto terzo si conosce la risposta istologica esatta di tutti gli interventi cui è stata sottoposta la signora?
Punto quarto è sempre importante conoscere le condizioni generali di partenza dell'ammalato perchè con tutta la buona volontà l'aggressività chirurgica radicale viene spesso limitata dalle gravi situazioni organiche (cardiache,polmonari,circolatorie),dunque le scelte terapeutiche in questi casi possono venire fortemente limitate.
La chemioterapia sistemica nel trattamento delle neoplasie vescicali tutt'oggi ha scarsi risultati a fronte di notevoli problematiche collaterali...
Detto tutto ciò non aggiungo altro e mi rimetto al suo buon senso.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.7k visite dal 29/04/2007.
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Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.