Ricostruzione uretere rene dx e stenosi rene sx
Mio fratello di anni 42 a seguito di un intervento chirurgico per la rimozione di un calcolo renale, nelle manovre, si è tranciato l'uretere dx fino alla vescica, lasciando dal calice del rene dx circa 3cm di stoffa. Invece il rene sx, avendo una stenosi, gli è stato impiantato uno stent doppio j 6 mesi fa, che dagli esami risulta attualmente calcificato.
Pertanto, ha attualmente una doppia urectomia bilaterale, inquanto i due reni non hanno più collegamento con la vescica, stiamo cercando delle indicazioni di un possibile centro specializzato, per la ricostruzione degli ureteri, e/o un consiglio per la migliore tecnica da utilizzare. Vi prego di rispondermi al più presto, in modo da poter organizzare velocemente un eventuale trasferimento in una struttura che ha gia trattato questo tipo di casistica. Grazie.
Pertanto, ha attualmente una doppia urectomia bilaterale, inquanto i due reni non hanno più collegamento con la vescica, stiamo cercando delle indicazioni di un possibile centro specializzato, per la ricostruzione degli ureteri, e/o un consiglio per la migliore tecnica da utilizzare. Vi prego di rispondermi al più presto, in modo da poter organizzare velocemente un eventuale trasferimento in una struttura che ha gia trattato questo tipo di casistica. Grazie.
[#1]
Caro lettore,
il caso di suo fratello è abbastanza complesso e va prospettato agli urologi prime di provvedere ad un trasferimento.
Urologia di Bari (Prof. Selvaggi), Urologia a Bologna ( Prof. Martorana), A Padova Urologia
Sentite anche cosa vi consigliano nella struttura urologica ove è stato trattato il paziente
cari saluti
il caso di suo fratello è abbastanza complesso e va prospettato agli urologi prime di provvedere ad un trasferimento.
Urologia di Bari (Prof. Selvaggi), Urologia a Bologna ( Prof. Martorana), A Padova Urologia
Sentite anche cosa vi consigliano nella struttura urologica ove è stato trattato il paziente
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#2]
Utente
Gent.issimo dott. Pozzi,
Mio fratello è portatore di stenosi dell'uretere sinistro dal 2005, secondaria ad un calcolo di oltre 2cm decubitato per diverso tempo.
In tale anno è stato sottoposto a ureteroscopia sin per la rimozione del calcolo, e successivamente sono state eseguite diverse dilatazioni uretrali per la correzione della stenosi e posizionamento di stent doppia J.
Trimestralmente ha effettuato i controlli di routine, non avendo assorbito la stenosi, semestralmente ha sostituito la Stent doppia J, tranne nella penultima volta che gli è stata introdotta una nefrotomia che ha mantenuto per quasi un anno, nella speranza che la stenosi sin si risolvesse spontaneamente. Successivamente nel giugno 2009 è stato sottoposto ad intervento endoscopico disostruttivo di canalizzazione dell'uretere sin, ormai chiuso a pieno canale, per 2-3 cm circa, ed è stato posizionato uno stent con anima metallica 6x26 ch.
Il programma successivo era quello di un monitoraggio ravvicinato per poi decidere eventuale canalizzazione chiururgica del tratto stenotico.
Nel mese di ottobre 2009 per colica questa volta all'alro rene ossia il dx, tramite indagini ecografiche prima e radiografiche dopo hanno evidenziato idronefrosi dx di medio grado da calcolosi rx opaca centimetrica sottogiuntale.
E' stato sottoposto prima a terapia medica espulsiva, e poi a ESWI 1 trattamento, con risultati non soddisfacenti.
E' stata quindi praticata urografia che ha mostrato: idronefrosi dx di medio grado con calcolosi sottogiuntale, assottigliamento dell'uretere nel tratto iliaco e pelvico e medializzazione del medesimo. Invece rene sx con lieve dilatazione e stent uretrale in sede.
Mio fratello dal punto di vista anamnestico è stato irradiato 8 anni fa per neoplasia del testicolo dx.
Tra il mese di ottobre e novembre, è stato avviato un programma di stretta sorveglianza ecografia e valutazione intervento endoscopico bilaterale, che è stato differito a gennaio 2010.
Nell'ultimo controllo eseguito a gennaio 2010, presentava dilatazione di alto grado al rene sx con stent calcifico e riduzione parenchimale ed idronefrosi dx da calcolosi sottogiuntale.
Il quadro ematico ha evidenziato un incremento della cretinina e dell'azotemia, e si decide di disostruire l'uretere mediante ureteroscopia.
L'intervento endoscopico si è dimostrato difficoltoso per la presenza nel primo tratto pelvico di una riduzione del lume uretrale. Lo scorrimento di un filo guida in cavità renale e dilatazioni progressive fino a 8 ch con camice uretrali, hanno consentito di oltrepassare l'ostacolo con l'ureteroscopio (7,8 CH), in tale tratto l'uretere si è presentato in parte malaticcio ed in parte lardaceo. Nell'ulteriore progressione dello strumento fino alle pelvi renale si è presentata una stenosi anulare sottogiuntale, che anche qui è stata dilatata e superata con strumento, successivamente si è giunti nella pelvi renale dove si è evidenziato un calcolo centimetrino che è stato frammentato con laser ad olmio.
La maggior parte dei frammenti sono strati rimossi con liquido di lavaggio, un altro con pinza.
Nella manovra di fuoriuscita dello strumento dal rene verso la vescica, si è avvertita una modesta resistenza, nonostante l'apertura dei canali di irrigazione ed aspirazione, che in parte agevolano la manovra.
Nella procedura finale dell'intervento, l'equipe si rende conto della presenza di due terzi dell'uretere attaccato allo strumento, ormai amputato.
E' stata eseguita immediatamente una nefrotomia dx con rx transpielica che ha mostrato la via escetrice interrotta, con un residuo uretrale (stoffa) di circa 4-5 cm.
Lo stent sx è rimasto in sede vista la situazione delicata.
Il giorno successivo il 24/01/2010 gli è stato posizionato a sx nefrotomia che ha drenato urine purulente per circa 500 cc.
Il reparto di urologia in collaborazione con il reparto di nefrologia, hanno monitorato la momentanea insufficienza renale che attualmente presenta dei valori di creatinina di 1,50.
Per la delicatezza della situazione e dell'urgenza creatasi, Vi richiediamo alla luce dei fatti su esposti, la possibile soluzione o la migliore tecnica che potreste utilizzare, per una possibile soluzione definitiva, di chirurgia ricostruttiva uretrale del rene destro, che possa evitare problemi di reflusso di urina dalla vescica al rene, e la soluzione applicabile all'uretere sinistro per la soluzione al problema della stenosi, il tutto per la conduzione di una vita normale.
Certi di ricevere una Vostra gradita risposta, al fine di poter decidere ed organizzare il trasferimento di mio fratello presso una struttura specializzata che possa essere in grado di garantirci di aver già trattato alcune di queste casistiche con esito positivo.
Ringraziandola anticipatamente, La saluto cordialmente.
Mio fratello è portatore di stenosi dell'uretere sinistro dal 2005, secondaria ad un calcolo di oltre 2cm decubitato per diverso tempo.
In tale anno è stato sottoposto a ureteroscopia sin per la rimozione del calcolo, e successivamente sono state eseguite diverse dilatazioni uretrali per la correzione della stenosi e posizionamento di stent doppia J.
Trimestralmente ha effettuato i controlli di routine, non avendo assorbito la stenosi, semestralmente ha sostituito la Stent doppia J, tranne nella penultima volta che gli è stata introdotta una nefrotomia che ha mantenuto per quasi un anno, nella speranza che la stenosi sin si risolvesse spontaneamente. Successivamente nel giugno 2009 è stato sottoposto ad intervento endoscopico disostruttivo di canalizzazione dell'uretere sin, ormai chiuso a pieno canale, per 2-3 cm circa, ed è stato posizionato uno stent con anima metallica 6x26 ch.
Il programma successivo era quello di un monitoraggio ravvicinato per poi decidere eventuale canalizzazione chiururgica del tratto stenotico.
Nel mese di ottobre 2009 per colica questa volta all'alro rene ossia il dx, tramite indagini ecografiche prima e radiografiche dopo hanno evidenziato idronefrosi dx di medio grado da calcolosi rx opaca centimetrica sottogiuntale.
E' stato sottoposto prima a terapia medica espulsiva, e poi a ESWI 1 trattamento, con risultati non soddisfacenti.
E' stata quindi praticata urografia che ha mostrato: idronefrosi dx di medio grado con calcolosi sottogiuntale, assottigliamento dell'uretere nel tratto iliaco e pelvico e medializzazione del medesimo. Invece rene sx con lieve dilatazione e stent uretrale in sede.
Mio fratello dal punto di vista anamnestico è stato irradiato 8 anni fa per neoplasia del testicolo dx.
Tra il mese di ottobre e novembre, è stato avviato un programma di stretta sorveglianza ecografia e valutazione intervento endoscopico bilaterale, che è stato differito a gennaio 2010.
Nell'ultimo controllo eseguito a gennaio 2010, presentava dilatazione di alto grado al rene sx con stent calcifico e riduzione parenchimale ed idronefrosi dx da calcolosi sottogiuntale.
Il quadro ematico ha evidenziato un incremento della cretinina e dell'azotemia, e si decide di disostruire l'uretere mediante ureteroscopia.
L'intervento endoscopico si è dimostrato difficoltoso per la presenza nel primo tratto pelvico di una riduzione del lume uretrale. Lo scorrimento di un filo guida in cavità renale e dilatazioni progressive fino a 8 ch con camice uretrali, hanno consentito di oltrepassare l'ostacolo con l'ureteroscopio (7,8 CH), in tale tratto l'uretere si è presentato in parte malaticcio ed in parte lardaceo. Nell'ulteriore progressione dello strumento fino alle pelvi renale si è presentata una stenosi anulare sottogiuntale, che anche qui è stata dilatata e superata con strumento, successivamente si è giunti nella pelvi renale dove si è evidenziato un calcolo centimetrino che è stato frammentato con laser ad olmio.
La maggior parte dei frammenti sono strati rimossi con liquido di lavaggio, un altro con pinza.
Nella manovra di fuoriuscita dello strumento dal rene verso la vescica, si è avvertita una modesta resistenza, nonostante l'apertura dei canali di irrigazione ed aspirazione, che in parte agevolano la manovra.
Nella procedura finale dell'intervento, l'equipe si rende conto della presenza di due terzi dell'uretere attaccato allo strumento, ormai amputato.
E' stata eseguita immediatamente una nefrotomia dx con rx transpielica che ha mostrato la via escetrice interrotta, con un residuo uretrale (stoffa) di circa 4-5 cm.
Lo stent sx è rimasto in sede vista la situazione delicata.
Il giorno successivo il 24/01/2010 gli è stato posizionato a sx nefrotomia che ha drenato urine purulente per circa 500 cc.
Il reparto di urologia in collaborazione con il reparto di nefrologia, hanno monitorato la momentanea insufficienza renale che attualmente presenta dei valori di creatinina di 1,50.
Per la delicatezza della situazione e dell'urgenza creatasi, Vi richiediamo alla luce dei fatti su esposti, la possibile soluzione o la migliore tecnica che potreste utilizzare, per una possibile soluzione definitiva, di chirurgia ricostruttiva uretrale del rene destro, che possa evitare problemi di reflusso di urina dalla vescica al rene, e la soluzione applicabile all'uretere sinistro per la soluzione al problema della stenosi, il tutto per la conduzione di una vita normale.
Certi di ricevere una Vostra gradita risposta, al fine di poter decidere ed organizzare il trasferimento di mio fratello presso una struttura specializzata che possa essere in grado di garantirci di aver già trattato alcune di queste casistiche con esito positivo.
Ringraziandola anticipatamente, La saluto cordialmente.
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