La radioterapia, dà lo stesso risultato
Gentile Dottore,
ho 66 anni ed in seguito alle analisi del PSA dalle quali risultava 7,05 - libero 0,56 - rapporto L/T 7,80, sono stato sottoposto ad esplorazione rettale ed eco trans-rettale con esito negativo e con ghiandola piccola liscia a margini netti non aree o lesioni sospette a carico della porzione periferica.
A quel punto, dopo una cura specifica, non risultando i valori del PSA migliorati, ho fatto la biopsia prostatica che ha dato questi risultati: adenocarcinoma Gleason 3+3 nei prelievi zona periferica paramediana sinistra (50% del materiale) zona periferica laterale sinistra (40% del materiale) zona transizionale destra ( 50% del materiale) zona transizionale sinistra ( 10% del materiale).
Naturalmete dovrò sottopormi ad un intervento, ma, oltre che preoccupato, sono molto indeciso su quale tipo di intervento fare. Vorrei evitare la prostatectomia radicale a cielo aperto per i maggiori rischi che comporta e se necessario optare per la laparoscopia. Se si potesse evitare l'intervento chirurgico, la radioterapia, dà lo stesso risultato? O forse è consigliata a pazienti più anziani poiché in caso di recidiva non si può più intervenire chirurgicamente?
L'altra tecnica, la brachiterapia, può andare bene per il mio caso in relazione all'esame istologico?
Sarei molto grato se potessi avere informazioni soprattutto sul grado o sulla certezza di risoluzione di ogni intervento nel tempo con particolare riferimento alla brachiterapia e quali successivi controlli saranno da fare secondo la scelta che mi verrà consigliata o che deciderò di fare.
Dovendo prendere una decisione a breve la pregherei cortesemente di una sollecita risposta.
In attesa La ringrazio infinitamente.
ho 66 anni ed in seguito alle analisi del PSA dalle quali risultava 7,05 - libero 0,56 - rapporto L/T 7,80, sono stato sottoposto ad esplorazione rettale ed eco trans-rettale con esito negativo e con ghiandola piccola liscia a margini netti non aree o lesioni sospette a carico della porzione periferica.
A quel punto, dopo una cura specifica, non risultando i valori del PSA migliorati, ho fatto la biopsia prostatica che ha dato questi risultati: adenocarcinoma Gleason 3+3 nei prelievi zona periferica paramediana sinistra (50% del materiale) zona periferica laterale sinistra (40% del materiale) zona transizionale destra ( 50% del materiale) zona transizionale sinistra ( 10% del materiale).
Naturalmete dovrò sottopormi ad un intervento, ma, oltre che preoccupato, sono molto indeciso su quale tipo di intervento fare. Vorrei evitare la prostatectomia radicale a cielo aperto per i maggiori rischi che comporta e se necessario optare per la laparoscopia. Se si potesse evitare l'intervento chirurgico, la radioterapia, dà lo stesso risultato? O forse è consigliata a pazienti più anziani poiché in caso di recidiva non si può più intervenire chirurgicamente?
L'altra tecnica, la brachiterapia, può andare bene per il mio caso in relazione all'esame istologico?
Sarei molto grato se potessi avere informazioni soprattutto sul grado o sulla certezza di risoluzione di ogni intervento nel tempo con particolare riferimento alla brachiterapia e quali successivi controlli saranno da fare secondo la scelta che mi verrà consigliata o che deciderò di fare.
Dovendo prendere una decisione a breve la pregherei cortesemente di una sollecita risposta.
In attesa La ringrazio infinitamente.
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Gent.le utente,
intanto è bene precisare che la neoplasia prostatica è un tumore lentamente progressivo a differenza di neoplasie in altra sede, quindi Lei ha tutto il tempo di risolvere il problemi con suffciente cslma.
Esistono 2 metodiche per la risoluzione del problema ed ognuna ha dei fatori pro e contro.
La scelta della prostatectomia radicale a cielo aperto o laparoscopica (il tipo del tipo di intervento dipende dall'esperienza dell'operatore da Lei scelto)ha il vantaggio di lasciare aperta la possibilità di radioterapia se necessaria in base all'es istologico definitivo.
Infatti diventa difficoltoso un eventuale intervento ch dopo radioterapia dopo le modificazioni tissutali insorte .
Sarà poi PSA che dovrà essere azzerato il controllo principale a cui Lei dovrà sottoporsi periodicamente.
Per quanto riguarda la potenza sessuale dopo chirurgia dopo interventi che preservano il fascio vasclolonervoso ( nerve sparing) si hanno dati contrastanti tra il 20 e l'80% a seconda dell'esperienza dell'operatore e della stadiazione PTNM cioè sul pezzo operatorio.
Per quanto riguarda il consiglio da darLe ho solo da consigliarLe vivamente di mettersi in cura da un urologo di Sua fiducia e ... non sentire più niente.
Cordiali saluti
intanto è bene precisare che la neoplasia prostatica è un tumore lentamente progressivo a differenza di neoplasie in altra sede, quindi Lei ha tutto il tempo di risolvere il problemi con suffciente cslma.
Esistono 2 metodiche per la risoluzione del problema ed ognuna ha dei fatori pro e contro.
La scelta della prostatectomia radicale a cielo aperto o laparoscopica (il tipo del tipo di intervento dipende dall'esperienza dell'operatore da Lei scelto)ha il vantaggio di lasciare aperta la possibilità di radioterapia se necessaria in base all'es istologico definitivo.
Infatti diventa difficoltoso un eventuale intervento ch dopo radioterapia dopo le modificazioni tissutali insorte .
Sarà poi PSA che dovrà essere azzerato il controllo principale a cui Lei dovrà sottoporsi periodicamente.
Per quanto riguarda la potenza sessuale dopo chirurgia dopo interventi che preservano il fascio vasclolonervoso ( nerve sparing) si hanno dati contrastanti tra il 20 e l'80% a seconda dell'esperienza dell'operatore e della stadiazione PTNM cioè sul pezzo operatorio.
Per quanto riguarda il consiglio da darLe ho solo da consigliarLe vivamente di mettersi in cura da un urologo di Sua fiducia e ... non sentire più niente.
Cordiali saluti
Dott.Roberto Mallus
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 05/01/2010.
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