Un altro consulto,a seguito del quale mi è stata diagnosticata una prostatite cronica
Buongiorno,mi è stata diagnosticata circa 9 mesi fà una ipb, evidenziata da una ecografia transrettale,senza nessuna terapia da seguire.Il perdurare della sintomatologia(difficoltà nella minzione,bruciori,getto urinario debole,ridotta quantità di sperma)ed il sopragggiungere di disturbi della sfera sessuale(calo della libido e problemi di erezione)mi hanno portato a chiedere un altro consulto,a seguito del quale mi è stata diagnosticata una prostatite cronica.
L'urologo mi ha prescritto un ciclo di 90 gg. di permixon 320 1 cpr/giorno più blu metilene? per 15 gg al mese per tre mesi.
inoltre mi ha chiesto di eseguire dopo 2 mesi di trattamento una cistoscopia ed una uroflussimetria.
Ciò che mi lascia perplesso è il fatto che non mi abbia prescritto nessun esame clinico(urinocultura, spermiocultura, tampone uretrale,ecc.ecc.)per evidenziare la presenza o meno di batteri e che non mi abbia prescritto nessun antibiotico.
Pensate che io debba eseguire degli accertamenti prima di iniziare questa terapia? E se si, quali?
Pensate che la terapia indicatami sia adatta?
Inoltre ho sentito che alcuni Vostri colleghi praticano delle infiltrazioni di coktail di farmaci in anestesia e sotto guida ecografica direttamente nella prostata?
Cosa pensate di questa terapia? Può essere pericolosa o avere delle controindicazioni?
Questa patologia stà avendo effetti devastanti sulla mia
vita, sia dal punto di vista fisico che psicologico...
aspetto con ansia Vostre risposte in merito alle mie domande, ed ulteriori suggerimenti saranno ben accetti.
Grazie.
L'urologo mi ha prescritto un ciclo di 90 gg. di permixon 320 1 cpr/giorno più blu metilene? per 15 gg al mese per tre mesi.
inoltre mi ha chiesto di eseguire dopo 2 mesi di trattamento una cistoscopia ed una uroflussimetria.
Ciò che mi lascia perplesso è il fatto che non mi abbia prescritto nessun esame clinico(urinocultura, spermiocultura, tampone uretrale,ecc.ecc.)per evidenziare la presenza o meno di batteri e che non mi abbia prescritto nessun antibiotico.
Pensate che io debba eseguire degli accertamenti prima di iniziare questa terapia? E se si, quali?
Pensate che la terapia indicatami sia adatta?
Inoltre ho sentito che alcuni Vostri colleghi praticano delle infiltrazioni di coktail di farmaci in anestesia e sotto guida ecografica direttamente nella prostata?
Cosa pensate di questa terapia? Può essere pericolosa o avere delle controindicazioni?
Questa patologia stà avendo effetti devastanti sulla mia
vita, sia dal punto di vista fisico che psicologico...
aspetto con ansia Vostre risposte in merito alle mie domande, ed ulteriori suggerimenti saranno ben accetti.
Grazie.
[#1]
Caro Utente,il collega avrà avuto i soui buoni motivi per scegliere un percorso terapeutico,tralaltro molto comune,che,alla fine,in caso di persistenza della sintomatologia,preveda un apporfondimento diagnostico che mi sembra ragionevole.Dalla nostra postazione mediatica é sempre difficile interferire con una strategia che segue una visita diretta.Quanto alla proposta terapeutica basata sulle infiltrazioni intraprostatiche di antibiotici,é seguita da alcuni colleghi,peraltro competenti,ma,nello stesso tempo,é stata abbandonata da altri da vari anni.Personalmente ho delle perplessità al riguardo e,quindi,La inviterei a seguire i consigli di uno specialista in diretta,piuttosto che virtuale. Cordialità.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
[#2]
Utente
Innanzitutto La ringrazio per la tempestiva risposta.
sono daccordo con Lei quando dice di seguire i consigli di uno specialista "in carne ed ossa" piuttosto che uno virtuale, ma Le chiedo:
non crede che nell'affrontare una patologia si debba anche considerare la tipologia del paziente che si ha di fronte?
insomma un conto è avere certi problemi a 42 anni, un conto a 65 o 70, ed è quindi chiaro che per me è importante un'indagine clinica atta a scovare l'agente patogeno ed iniziare subito una terapia mirata...
Distinti saluti.
sono daccordo con Lei quando dice di seguire i consigli di uno specialista "in carne ed ossa" piuttosto che uno virtuale, ma Le chiedo:
non crede che nell'affrontare una patologia si debba anche considerare la tipologia del paziente che si ha di fronte?
insomma un conto è avere certi problemi a 42 anni, un conto a 65 o 70, ed è quindi chiaro che per me è importante un'indagine clinica atta a scovare l'agente patogeno ed iniziare subito una terapia mirata...
Distinti saluti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 17/12/2009.
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