Prostata.
Buon giorno,
desidererei avere un consulto per un problema riguardante la mia prostata.
Dal 2005 mi sottopongo a periodici controlli del PSA, con i seguenti dati: anno 2005 4,38<4; 4,45<5;
anno 2006 5,54<4; 3,55<4;
anno 2007 4,18<4; 5,18<4;
anno 2008 3,97<4; 4,24<4;
anno 2009 4,76<4; 4,24<4.
Nel 2005 il medico che mi segue mi ha prescitto un ecografia da cui risulta la prostata discretamente aumentata (50,2*35,9*46,4 - 43,8) con zona di transizione di 27,7. La zona centrale presenta grossolane calcificazioni. Esito biopsia negativo.
Nel 2008 l'ecografia riporta prostata discretamente aumentata (52,5*38*44,6 - 46,6) con zona di transizione di 24,9. La zona centrale presenta grossolane calcificazioni, la ghiandola periferica presenta un'area ipoecogena disomogenea di circa 1 cm di diametro. eseguita biopsia: atipie citocariologiche (c.d. ASAP) in un fustolo.
Nel medesimo anno maggio ancora ecografica (51,5*40*59,5 - 64,2). la zona centrale è occupata da un adenoma di 36,9 cc con calcificazioni bilaterale, eseguite biopsie con prelievi doppi; esito negativo.
Nel settembre 2009 eseguita RM addome inferiore senza e con MDC. la ghiandola prostatica appare aumentata di volume etc, con non significative alterazioni. Al termine della risonanza si verifica una ritenzione acuta di urine che comporta il ricovero al PS, l'applicazione del catetere vescicale e somministrazione di farmaci antibiotici. Dopo 10 gg rimozione catetere a somministrazione di farmaci OMNIC e AVODART, che in atto mi vengono ancora prescritti da parte del nuovo staff medico al fine di ridurre il volume della prostata.
Dopo questo ampio preambolo necessario per l'inquadramento della patologia desiderato chidere quanto segue: dal 2005 fino alla RM sono stato seguito dal un urologo il quale pare essersi limitato al monitoraggio della sotuazione senza mai prescrive delle cure volte a migliorare il deficit prostatico (riduzione e rilassamento della prostata) e prescivendo molti esami ritenuti da altri urologi "eccessivi". La nuova equipe del day hospital invece constatata la patologia già esistente, tende a "contratare" l'ingrossamento della prostata e l'indurimento della stessa attraverso i suddetti farmaci. Secondo voi quest'ultima è la strada giusta? In precedenza ho perso tempo? Vi ringrazio anticipatamente.
desidererei avere un consulto per un problema riguardante la mia prostata.
Dal 2005 mi sottopongo a periodici controlli del PSA, con i seguenti dati: anno 2005 4,38<4; 4,45<5;
anno 2006 5,54<4; 3,55<4;
anno 2007 4,18<4; 5,18<4;
anno 2008 3,97<4; 4,24<4;
anno 2009 4,76<4; 4,24<4.
Nel 2005 il medico che mi segue mi ha prescitto un ecografia da cui risulta la prostata discretamente aumentata (50,2*35,9*46,4 - 43,8) con zona di transizione di 27,7. La zona centrale presenta grossolane calcificazioni. Esito biopsia negativo.
Nel 2008 l'ecografia riporta prostata discretamente aumentata (52,5*38*44,6 - 46,6) con zona di transizione di 24,9. La zona centrale presenta grossolane calcificazioni, la ghiandola periferica presenta un'area ipoecogena disomogenea di circa 1 cm di diametro. eseguita biopsia: atipie citocariologiche (c.d. ASAP) in un fustolo.
Nel medesimo anno maggio ancora ecografica (51,5*40*59,5 - 64,2). la zona centrale è occupata da un adenoma di 36,9 cc con calcificazioni bilaterale, eseguite biopsie con prelievi doppi; esito negativo.
Nel settembre 2009 eseguita RM addome inferiore senza e con MDC. la ghiandola prostatica appare aumentata di volume etc, con non significative alterazioni. Al termine della risonanza si verifica una ritenzione acuta di urine che comporta il ricovero al PS, l'applicazione del catetere vescicale e somministrazione di farmaci antibiotici. Dopo 10 gg rimozione catetere a somministrazione di farmaci OMNIC e AVODART, che in atto mi vengono ancora prescritti da parte del nuovo staff medico al fine di ridurre il volume della prostata.
Dopo questo ampio preambolo necessario per l'inquadramento della patologia desiderato chidere quanto segue: dal 2005 fino alla RM sono stato seguito dal un urologo il quale pare essersi limitato al monitoraggio della sotuazione senza mai prescrive delle cure volte a migliorare il deficit prostatico (riduzione e rilassamento della prostata) e prescivendo molti esami ritenuti da altri urologi "eccessivi". La nuova equipe del day hospital invece constatata la patologia già esistente, tende a "contratare" l'ingrossamento della prostata e l'indurimento della stessa attraverso i suddetti farmaci. Secondo voi quest'ultima è la strada giusta? In precedenza ho perso tempo? Vi ringrazio anticipatamente.
[#1]
caro utente penso che nel suo caso il giusto protocollo diagnostico sia eseguire una biospia prostatica a prelievi multipli almeno 6-8 per lobo, dopo di che una volta accertata che questa sia negativa se con le medicine non si ha un grosso miglioramento della patologia urinaria allora si deve epnsare a sottoprsi ad una resezione endoscopica della prostata
Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#2]
Utente
Gentile dottore,
la ringrazio della sua celere risposta; al riguardo volevo precisare che le biopsie sono state eseguite nel 2005 (16 prelievi con esito negativo) e nel 2008 (16 prelievi, con 1 fustolo ASAP), ripetuta a settembre (36 prelievi esito negativo), quindi la decisione di effettuare la risonanza magnetica per escludere definitivmente ogni dubbio. Il blocco delle minzione è stato causato dall'effetto collaterale della RMN (causata a mio parere dal liquido di contrasto oppure dalla sondina). Quindi io non ho problemi di blocco di minzione oppure di ritenzione. Le chiederei cortesemente di esprimere un parere u quale dei due procolli sia il più corretto: il primo che prevedeva il semplice monitoraggio della situazione con PSA, il secondo secondo cui si deve procedere anche con la terapia (omnic e avodart) assegnatami dal personale del day hospital che mi ha preso in cui dopo l'evento della ritenzione. La ringrazio anticipatamernte per la sua diponibilità. Un cordiale saluto
la ringrazio della sua celere risposta; al riguardo volevo precisare che le biopsie sono state eseguite nel 2005 (16 prelievi con esito negativo) e nel 2008 (16 prelievi, con 1 fustolo ASAP), ripetuta a settembre (36 prelievi esito negativo), quindi la decisione di effettuare la risonanza magnetica per escludere definitivmente ogni dubbio. Il blocco delle minzione è stato causato dall'effetto collaterale della RMN (causata a mio parere dal liquido di contrasto oppure dalla sondina). Quindi io non ho problemi di blocco di minzione oppure di ritenzione. Le chiederei cortesemente di esprimere un parere u quale dei due procolli sia il più corretto: il primo che prevedeva il semplice monitoraggio della situazione con PSA, il secondo secondo cui si deve procedere anche con la terapia (omnic e avodart) assegnatami dal personale del day hospital che mi ha preso in cui dopo l'evento della ritenzione. La ringrazio anticipatamernte per la sua diponibilità. Un cordiale saluto
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.7k visite dal 15/12/2009.
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