Mi porta ad avere estreme difficoltà di relazione con l'altro sesso ed estreme difficoltà
Salve gentili Dottori,
sono un ragazzo di 19 anni.
Sono nato con una epispadia grave unita ad incontinenza urinaria.
Ho subito numerosi interventi: ricostruzione collo vescicale, più volte ricostruzione uretrale… non scendo però nei particolari perché rischierei di riportare inesattezze: gli interventi più importanti li ho subiti quando ero molto piccolo.
Come è comune in questo tipo di patologie il mio pene è sottosviluppato.
Per sottosviluppato non intendo la classica sensazione che affligge tutto il genere maschile: “l’invida del pene”.
Nel mio caso il problema è oggettivo. Cioè il mio pene in erezione, a causa della ridotta dimensione, dell’eccessiva aderenza alla parete addominale, non mi consentirebbe una penetrazione soddisfacente per una mia eventuale partner e nemmeno per me a causa del disagio psicologico che dovrei affrontare. Disagio psicologico che però non penso sia possibile oltrepassare rivolgendomi ad uno psicologo, in quanto, ripeto, il mio problema è oggettivo non immaginario.
Per spiegare meglio il mio problema dico che in erezione riesco a malapena a impugnare il mio pene.
Detto tutto questo, sono arrivato ad una età che presenta per me incredibili problemi!!! La promiscuità in ambiente universitario, che ho da poco iniziato a frequentare, sto per terminare il primo anno, non l’avrei mai nemmeno potuta immaginare se non avessi visto con i miei occhi. I racconti che avevo sentito fare mi sembravano a volte esagerati. Posso anche dire che da sempre sono stato considerato un bel ragazzo e riconosco di esserlo. Insomma gli occhi ed i sorrisi provenienti dalle ragazze che conosco (o anche che non conosco), le avances (a volte estremamente esplicite) che ricevo quando esco la sera, nelle feste ecc ecc sono mooolto frequenti. Mi trovo a dover inventare scuse a volte terrificanti. Devo poi dire che a volte sono io che, senza nemmeno volere, metto in atto quei tipici comportamenti propri del corteggiamento: abbassamento del tono di voce, sguardo ammiccante, ecc ecc. Salvo poi dovermi arrestare improvvisamente quando la situazione si fa troppo compromettente.
Tutto questo unito alla mia costante eccitazione (…come si dice… il “chiodo fisso” vero?) mi porta ad avere estreme difficoltà di relazione con l’altro sesso ed ESTREME difficoltà nella mia vita personale.
Ed ora finalmente arrivo alla domanda.
Ho sentito parlare di castrazione chimica per i pedofili! Pratica secondo me è disumana se viene imposta dalla legge. Ma che condivido se venisse richiesta dal pedofilo stesso.
In effetti penso che questa sarebbe una soluzione estremamente soddisfacente anche per me.
Se non provassi nessun tipo di eccitazione nei confronti delle donne, la mia vita relazionale migliorerebbe di molto. Non avrei più quella propensione al corteggiamento che mi crea ora dei problemi. E di fronte all’eventuale disponibilità dell’altra sponda sarei completamente indifferente.
La mia vita personale migliorerebbe nel senso che non vivrei nella disperazione di non poter vivere la vita che voglio: avere numerose partner ora che ancora sono un teenager, costruirmi una famiglia con una donna quando sarò più adulto.
Spero quindi di aver esposto sufficientemente bene il mio problema:
vorrei non provare più nessun tipo di eccitazione. Vorrei relazionarmi con donne e con uomini nella stessa identica maniera.
Come devo fare?
Colgo l’occasione per porre altre 3 brevi (lo prometto) domande:
- l’epispadia è ereditaria vero? Cioè se volessi avere un figlio, ci sarebbero delle probabilità che questo presenti il mio stesso problema vero? In percentuale a quanto ammontano le probabilità?
- quale è l’incidenza sulla popolazione maschile di problemi come epispadia ed ipospadia?
- l’epi/ipospadia è un problema che rientra nei fenomeni di intersessualità? Cioè chi è nato come me con epispadia può considerarsi a tutti gli effetti un uomo oppure no?
Grazie a tutti i Dottori che avranno la pazienza di rispondermi. Grazie mille!
Mi scuso per la lungaggine.
sono un ragazzo di 19 anni.
Sono nato con una epispadia grave unita ad incontinenza urinaria.
Ho subito numerosi interventi: ricostruzione collo vescicale, più volte ricostruzione uretrale… non scendo però nei particolari perché rischierei di riportare inesattezze: gli interventi più importanti li ho subiti quando ero molto piccolo.
Come è comune in questo tipo di patologie il mio pene è sottosviluppato.
Per sottosviluppato non intendo la classica sensazione che affligge tutto il genere maschile: “l’invida del pene”.
Nel mio caso il problema è oggettivo. Cioè il mio pene in erezione, a causa della ridotta dimensione, dell’eccessiva aderenza alla parete addominale, non mi consentirebbe una penetrazione soddisfacente per una mia eventuale partner e nemmeno per me a causa del disagio psicologico che dovrei affrontare. Disagio psicologico che però non penso sia possibile oltrepassare rivolgendomi ad uno psicologo, in quanto, ripeto, il mio problema è oggettivo non immaginario.
Per spiegare meglio il mio problema dico che in erezione riesco a malapena a impugnare il mio pene.
Detto tutto questo, sono arrivato ad una età che presenta per me incredibili problemi!!! La promiscuità in ambiente universitario, che ho da poco iniziato a frequentare, sto per terminare il primo anno, non l’avrei mai nemmeno potuta immaginare se non avessi visto con i miei occhi. I racconti che avevo sentito fare mi sembravano a volte esagerati. Posso anche dire che da sempre sono stato considerato un bel ragazzo e riconosco di esserlo. Insomma gli occhi ed i sorrisi provenienti dalle ragazze che conosco (o anche che non conosco), le avances (a volte estremamente esplicite) che ricevo quando esco la sera, nelle feste ecc ecc sono mooolto frequenti. Mi trovo a dover inventare scuse a volte terrificanti. Devo poi dire che a volte sono io che, senza nemmeno volere, metto in atto quei tipici comportamenti propri del corteggiamento: abbassamento del tono di voce, sguardo ammiccante, ecc ecc. Salvo poi dovermi arrestare improvvisamente quando la situazione si fa troppo compromettente.
Tutto questo unito alla mia costante eccitazione (…come si dice… il “chiodo fisso” vero?) mi porta ad avere estreme difficoltà di relazione con l’altro sesso ed ESTREME difficoltà nella mia vita personale.
Ed ora finalmente arrivo alla domanda.
Ho sentito parlare di castrazione chimica per i pedofili! Pratica secondo me è disumana se viene imposta dalla legge. Ma che condivido se venisse richiesta dal pedofilo stesso.
In effetti penso che questa sarebbe una soluzione estremamente soddisfacente anche per me.
Se non provassi nessun tipo di eccitazione nei confronti delle donne, la mia vita relazionale migliorerebbe di molto. Non avrei più quella propensione al corteggiamento che mi crea ora dei problemi. E di fronte all’eventuale disponibilità dell’altra sponda sarei completamente indifferente.
La mia vita personale migliorerebbe nel senso che non vivrei nella disperazione di non poter vivere la vita che voglio: avere numerose partner ora che ancora sono un teenager, costruirmi una famiglia con una donna quando sarò più adulto.
Spero quindi di aver esposto sufficientemente bene il mio problema:
vorrei non provare più nessun tipo di eccitazione. Vorrei relazionarmi con donne e con uomini nella stessa identica maniera.
Come devo fare?
Colgo l’occasione per porre altre 3 brevi (lo prometto) domande:
- l’epispadia è ereditaria vero? Cioè se volessi avere un figlio, ci sarebbero delle probabilità che questo presenti il mio stesso problema vero? In percentuale a quanto ammontano le probabilità?
- quale è l’incidenza sulla popolazione maschile di problemi come epispadia ed ipospadia?
- l’epi/ipospadia è un problema che rientra nei fenomeni di intersessualità? Cioè chi è nato come me con epispadia può considerarsi a tutti gli effetti un uomo oppure no?
Grazie a tutti i Dottori che avranno la pazienza di rispondermi. Grazie mille!
Mi scuso per la lungaggine.
[#1]
Gentile lettore,
la sua lettera pone molte domande importanti, cui cercherò di dare risposte, anche se più che mai il mezzo internet in questo caso lo avverto come limitativo.
L'epispadia, da tener ben distinta dall'ipospadia, è una rara malformazione congenita, con una frequenza stimata di 1 ogni 300.000 nati. La sua causa deriva da un problema nello sviluppo a livello di embrione umano, ed in questo senso non si parla di ereditarietà. Non vi è nessuna associazione con situazioni di intersessualità; il sesso sia cromosomico che "fenotipico" (cioè l'apparenza dei genitali esterni nel senso di maschili o femminili) è definito in maniera certa ed inequivocabile: lei è uomo a tutti gli effetti.
Indubbiamente l'epispadia è una problematica "pesante", non per i rischi della salute di chi ne è affetto, ma per le problematiche ricostruttive che comporta: non a caso lei ha avuto molteplici interventi chirurgici.
Questo però non vuol necessariamente dire che non si possa avere una propria vita sessuale, e parallelamente non è detto che tutto quello che nel suo caso si può fare sia stato fatto.
Da ultimo, ma primo per importanza, lei si trova ora ad affrontare in maniera diretta la sfida con la sessualità. Sfida decisamente non facile, ma a cui è importante essere comunque preparati, innanzitutto sul piano emotivo/psicologico, ma anche su quello della precisa cognizione della sua condizione medica e degli eventuali spazi migliorativi a disposizione. Le ultime domande della sua lettera, cui spero aver risposto im maniera per lei soddisfacente, mi fanno infatti ritenere che lei abbia innanzitutto bisogno di una corretta definizione della sua situazione in prospettiva delle potenzialità della vita sessuale che ora le si prospetta, e non certo di pensare al modo migliore per evitarla.
Un cordiale saluto,
Edoardo Pescatori
la sua lettera pone molte domande importanti, cui cercherò di dare risposte, anche se più che mai il mezzo internet in questo caso lo avverto come limitativo.
L'epispadia, da tener ben distinta dall'ipospadia, è una rara malformazione congenita, con una frequenza stimata di 1 ogni 300.000 nati. La sua causa deriva da un problema nello sviluppo a livello di embrione umano, ed in questo senso non si parla di ereditarietà. Non vi è nessuna associazione con situazioni di intersessualità; il sesso sia cromosomico che "fenotipico" (cioè l'apparenza dei genitali esterni nel senso di maschili o femminili) è definito in maniera certa ed inequivocabile: lei è uomo a tutti gli effetti.
Indubbiamente l'epispadia è una problematica "pesante", non per i rischi della salute di chi ne è affetto, ma per le problematiche ricostruttive che comporta: non a caso lei ha avuto molteplici interventi chirurgici.
Questo però non vuol necessariamente dire che non si possa avere una propria vita sessuale, e parallelamente non è detto che tutto quello che nel suo caso si può fare sia stato fatto.
Da ultimo, ma primo per importanza, lei si trova ora ad affrontare in maniera diretta la sfida con la sessualità. Sfida decisamente non facile, ma a cui è importante essere comunque preparati, innanzitutto sul piano emotivo/psicologico, ma anche su quello della precisa cognizione della sua condizione medica e degli eventuali spazi migliorativi a disposizione. Le ultime domande della sua lettera, cui spero aver risposto im maniera per lei soddisfacente, mi fanno infatti ritenere che lei abbia innanzitutto bisogno di una corretta definizione della sua situazione in prospettiva delle potenzialità della vita sessuale che ora le si prospetta, e non certo di pensare al modo migliore per evitarla.
Un cordiale saluto,
Edoardo Pescatori
Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it
[#2]
Ex utente
Salve Dottore,
innanzitutto la ringrazio per avermi risposto così prontamente. Sono d’accordo anche io che il mezzo internet sia molto limitativo. Ma negli anni, dopo interventi, visite, trattamenti, meno ospedali e cliniche vedo e meglio sto. Inoltre il tipo di informazioni che voglio rintracciare (castrazione, incidenza statistica epispadia, …), a mio avviso, non necessitano una visita diretta. Naturalmente a Lei e ai Suoi colleghi la libertà di non rispondere qualora non lo ritengano adeguato.
Cerco di andare per ordine.
Alla luce delle sue considerazioni pongo una domanda.
In futuro cercherò, supponiamo, di avere un figlio insieme ad una donna. Magari sarò costretto a ricorrere a tecniche di inseminazione assistita (se così si chiamano. Non sono molto informato su questo argomento). Comunque questo non è il fulcro. La domanda è: il nascituro avrà 1 probabilità su 300.000 (statistica da lei indicata) di nascere con un problema di epispadia? Quindi non ci saranno differenze fra il mio nascituro e quello di una qualsiasi altra coppia?
Mi perdoni se ripropongo la stessa domanda di prima , ma in passato ho letto alcune informazioni al riguardo. E queste confermavano i miei timori riguardo l’ereditarietà del mio problema. Purtroppo non riesco a ritrovare il link.
Per quanto riguarda l’altra richiesta che ho fatto, la castrazione, ammetto che possa sembrare molto eccessivo come provvedimento.
Ci tengo a precisare che in passato (passato recente, quindi a sviluppo corporeo ultimato) ho consultato diversi specialisti per la risoluzione di questo problema. E quello che ne ho rimediato è che non ci sono soluzioni al mio problema. D’altra parte le tecniche di aumento delle dimensioni del pene, in particolare la lunghezza, sono praticamente inesistenti. Magari qui mi potrà dare Lei conferma.
Per esempio la sezione del legamento sospensore del pene è una tecnica che, se non sbaglio, può essere una soluzione, assolutamente parziale, per la lunghezza del pene “da spogliatoio”, mi scusi per la terminologia poco consona. Comunque voglio dire che non migliora il problema della lunghezza in erezione che se non sbaglio rimane invariata o cambia magari di pochi millimetri. Eventualità che nel mio caso risulta totalmente inutile.
L’insufficiente lunghezza non è l’unico ostacolo, rimane comunque il più grave. Vi è anche tutta una serie di problemi funzionali che mi rendono impossibile una vita sessuale soddisfacente. Oltre che per me, anche e soprattutto, per una mia eventuale compagna.
Perciò da tutto questo nascono le mie domande sulla castrazione chimica. Cioè io sarei disposto a fare ogni cosa per risolvere il mio problema. Visto che non vi è soluzione, cerco di evitarlo a priori.
Preciso un’altra cosa. Se mi dovesse indicare il nome di un ormone/farmaco in grado di ridurre la produzione di ormoni maschili, credo che questo sia il fulcro del problema, non correrei su internet o in farmacia ad ordinarlo senza la supervisione di un medico.
Diciamo che lo scopo della mia richiesta è di tipo conoscitivo. Cioè vorrei sapere se ho la possibilità di stroncare alla base il mio problema. Problema che come ho detto investe la mia vita sessuale e si ripercuote sulla mia vita personale, di relazione o individuale, a livello quotidiano. Cosa che quindi è diventata insopportabile.
Vorrei inoltre sapere se unitamente all’assunzione di medicine/ormoni che contrastino la produzione di ormoni maschili ci possono essere delle controindicazioni… non vorrei ritrovarmi con le mestruazioni (mi scusi la battuta).
Le rinnovo i miei ringraziamenti per la sua disponibilità.
Saluti.
P.S.: naturalmente la mia richiesta si estende a tutti i Dottori che vogliano fornirmi una risposta.
innanzitutto la ringrazio per avermi risposto così prontamente. Sono d’accordo anche io che il mezzo internet sia molto limitativo. Ma negli anni, dopo interventi, visite, trattamenti, meno ospedali e cliniche vedo e meglio sto. Inoltre il tipo di informazioni che voglio rintracciare (castrazione, incidenza statistica epispadia, …), a mio avviso, non necessitano una visita diretta. Naturalmente a Lei e ai Suoi colleghi la libertà di non rispondere qualora non lo ritengano adeguato.
Cerco di andare per ordine.
Alla luce delle sue considerazioni pongo una domanda.
In futuro cercherò, supponiamo, di avere un figlio insieme ad una donna. Magari sarò costretto a ricorrere a tecniche di inseminazione assistita (se così si chiamano. Non sono molto informato su questo argomento). Comunque questo non è il fulcro. La domanda è: il nascituro avrà 1 probabilità su 300.000 (statistica da lei indicata) di nascere con un problema di epispadia? Quindi non ci saranno differenze fra il mio nascituro e quello di una qualsiasi altra coppia?
Mi perdoni se ripropongo la stessa domanda di prima , ma in passato ho letto alcune informazioni al riguardo. E queste confermavano i miei timori riguardo l’ereditarietà del mio problema. Purtroppo non riesco a ritrovare il link.
Per quanto riguarda l’altra richiesta che ho fatto, la castrazione, ammetto che possa sembrare molto eccessivo come provvedimento.
Ci tengo a precisare che in passato (passato recente, quindi a sviluppo corporeo ultimato) ho consultato diversi specialisti per la risoluzione di questo problema. E quello che ne ho rimediato è che non ci sono soluzioni al mio problema. D’altra parte le tecniche di aumento delle dimensioni del pene, in particolare la lunghezza, sono praticamente inesistenti. Magari qui mi potrà dare Lei conferma.
Per esempio la sezione del legamento sospensore del pene è una tecnica che, se non sbaglio, può essere una soluzione, assolutamente parziale, per la lunghezza del pene “da spogliatoio”, mi scusi per la terminologia poco consona. Comunque voglio dire che non migliora il problema della lunghezza in erezione che se non sbaglio rimane invariata o cambia magari di pochi millimetri. Eventualità che nel mio caso risulta totalmente inutile.
L’insufficiente lunghezza non è l’unico ostacolo, rimane comunque il più grave. Vi è anche tutta una serie di problemi funzionali che mi rendono impossibile una vita sessuale soddisfacente. Oltre che per me, anche e soprattutto, per una mia eventuale compagna.
Perciò da tutto questo nascono le mie domande sulla castrazione chimica. Cioè io sarei disposto a fare ogni cosa per risolvere il mio problema. Visto che non vi è soluzione, cerco di evitarlo a priori.
Preciso un’altra cosa. Se mi dovesse indicare il nome di un ormone/farmaco in grado di ridurre la produzione di ormoni maschili, credo che questo sia il fulcro del problema, non correrei su internet o in farmacia ad ordinarlo senza la supervisione di un medico.
Diciamo che lo scopo della mia richiesta è di tipo conoscitivo. Cioè vorrei sapere se ho la possibilità di stroncare alla base il mio problema. Problema che come ho detto investe la mia vita sessuale e si ripercuote sulla mia vita personale, di relazione o individuale, a livello quotidiano. Cosa che quindi è diventata insopportabile.
Vorrei inoltre sapere se unitamente all’assunzione di medicine/ormoni che contrastino la produzione di ormoni maschili ci possono essere delle controindicazioni… non vorrei ritrovarmi con le mestruazioni (mi scusi la battuta).
Le rinnovo i miei ringraziamenti per la sua disponibilità.
Saluti.
P.S.: naturalmente la mia richiesta si estende a tutti i Dottori che vogliano fornirmi una risposta.
[#3]
Gentile lettore,
-le confermo che a tutt'oggi l'orientamento scentifico prevalente è quello che non vi sia ereditarietà del problema;
-non mi sembra corretto dire nulla sui problemi dimensionali e di funzione cui ci accenna, non conoscendo i dettagli del suo caso;
-a prescindere da qualsiasi considerazione deontologica/etica, la castrazione chimica ha importanti ripercussioni sul fisico: ginecomastia, alterazione dei catatteri sessuali secondari (distribuzione peli, distribuzione grasso corporeo, etc), e non è immune da rischi cardiovascolari e neoplastici nel lungo termine.
Da ultimo mi permetto di ripeterle il mio suggerimento a una rivalutazione diretta del problema, considerando anche la possibilità di un approccio psicosessuologico, in quanto inevitabilmente una condizione come la sua pone a chiunque l'abbia delle significative problematiche relazionali, e l'esplorare delle strategie mirate non può essere che utile.
Le segnalo un sito che peraltro non conosco in dettaglio, che raccoglie esperienze e strategie di uomini/donne affette da epispadia: http://www.heainfo.org/.
Cordialmente,
Edoardo Pescatori
-le confermo che a tutt'oggi l'orientamento scentifico prevalente è quello che non vi sia ereditarietà del problema;
-non mi sembra corretto dire nulla sui problemi dimensionali e di funzione cui ci accenna, non conoscendo i dettagli del suo caso;
-a prescindere da qualsiasi considerazione deontologica/etica, la castrazione chimica ha importanti ripercussioni sul fisico: ginecomastia, alterazione dei catatteri sessuali secondari (distribuzione peli, distribuzione grasso corporeo, etc), e non è immune da rischi cardiovascolari e neoplastici nel lungo termine.
Da ultimo mi permetto di ripeterle il mio suggerimento a una rivalutazione diretta del problema, considerando anche la possibilità di un approccio psicosessuologico, in quanto inevitabilmente una condizione come la sua pone a chiunque l'abbia delle significative problematiche relazionali, e l'esplorare delle strategie mirate non può essere che utile.
Le segnalo un sito che peraltro non conosco in dettaglio, che raccoglie esperienze e strategie di uomini/donne affette da epispadia: http://www.heainfo.org/.
Cordialmente,
Edoardo Pescatori
[#4]
Gentile utente,
mi sembra che la risposta del dr. Pescatori sia stata molto esaustiva. Per la altre domande che ha aggiunto nel suo secondo post, mi rimetto al parere di medici specializzati.
Mi permetto tuttavia di aggiungere che non penso proprio che la risoluzione del suo problema sia l'evitamento di qualunque condotta sessuale, fino ad arrivare alla castrazione chimica! Se è vero che non c'è una soluzione "fisica" per il suo problema, il disagio sta anche nel non poterlo accettare.
Sicuramente per lei è estremamente difficile pensare di avere un approccio "naturale" alle ragazze che le interessano, ma proprio perchè lei stesso non ha raggiunto una piena accettazione di quello che le è successo. Non è affatto facile, ma si tratta di integrare la sua problematica nel suo modo di essere. Il suo è un problema indubbiamente complesso, ma ci sono persone con situazioni altamente invalidanti anche molto diverse dalla sua, che riescono tuttavia a portare avanti una vita affettiva piena. Certo: è un risultato da raggiungere con fatica, questo è innegabile!
Ma perchè arrivare al punto di pensare di non poter vivere una vita appagante? Perchè rinunciare a priori ad avere una compagna e magari anche una famiglia?
Le consiglio quindi di rivolgersi a uno psicoterapeuta con cui affrontare la sua situazione, che dal punto di vista organico può essere "oggettiva", ma che necessita di un'importante esplorazione e integrazione anche dal punto di vista psicologico.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo
r.cacioppo@psicologia-milano.it
mi sembra che la risposta del dr. Pescatori sia stata molto esaustiva. Per la altre domande che ha aggiunto nel suo secondo post, mi rimetto al parere di medici specializzati.
Mi permetto tuttavia di aggiungere che non penso proprio che la risoluzione del suo problema sia l'evitamento di qualunque condotta sessuale, fino ad arrivare alla castrazione chimica! Se è vero che non c'è una soluzione "fisica" per il suo problema, il disagio sta anche nel non poterlo accettare.
Sicuramente per lei è estremamente difficile pensare di avere un approccio "naturale" alle ragazze che le interessano, ma proprio perchè lei stesso non ha raggiunto una piena accettazione di quello che le è successo. Non è affatto facile, ma si tratta di integrare la sua problematica nel suo modo di essere. Il suo è un problema indubbiamente complesso, ma ci sono persone con situazioni altamente invalidanti anche molto diverse dalla sua, che riescono tuttavia a portare avanti una vita affettiva piena. Certo: è un risultato da raggiungere con fatica, questo è innegabile!
Ma perchè arrivare al punto di pensare di non poter vivere una vita appagante? Perchè rinunciare a priori ad avere una compagna e magari anche una famiglia?
Le consiglio quindi di rivolgersi a uno psicoterapeuta con cui affrontare la sua situazione, che dal punto di vista organico può essere "oggettiva", ma che necessita di un'importante esplorazione e integrazione anche dal punto di vista psicologico.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo
r.cacioppo@psicologia-milano.it
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
[#5]
Ex utente
Torno alla carica dopo un po’ di giorni. Chiedo scusa se ho lasciato sospesa questa discussione, ma alcuni impegni non mi hanno consentito di scrivere.
Rispetto alle precedenti puntate non ho da fare domande sulla castrazione chimica.
Diciamo che più che domande devo soddisfare delle curiosità.
La prima riguarda la chirurgia plastica che viene utilizza per gli FTM, cioè i soggetti che modificano il proprio sesso da femminile a maschile: la Falloplastica.
In pratica con questa operazione (o più di una operazione) viene letteralmente costruito il pene del paziente.
Vorrei sapere se questo tipo di operazione (o qualcosa di similare) sia stata mai praticata su chi è affetto da Epispadia.
Inoltre vorrei sapere, sempre come curiosità, quali sono i centri a livello italiano e mondiale più rinomati per questo tipo di operazione.
La seconda curiosità, riguarda questa notizia:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/18/trapianto.shtml
mi rendo conto che sia molto sommaria la notizia, ma probabilmente voi specialisti di questa branca della medicina sarete in possesso di pubblicazioni riguardo queste tecniche e magari specificamente riguardanti questo caso (credo infatti che i chirurghi che hanno praticato l’intervento siano stati particolarmente interessati a pubblicarne i risultati).
Nel caso siate in possesso di questo tipo di materiale vorrei sapere se il soggetto, dopo l’intervento, avesse una funzionalità completa del proprio pene. Cioè intendo a livello di minzione, erezione, capacità di raggiungere l’orgasmo…
Inoltre vorrei sapere se questo caso in cui mi sono imbattuto è l’unico della storia. Cioè è l’unico trapianto di pene mai avvenuto nella storia?
Vi ringrazio sentitamente.
Saluti.
Rispetto alle precedenti puntate non ho da fare domande sulla castrazione chimica.
Diciamo che più che domande devo soddisfare delle curiosità.
La prima riguarda la chirurgia plastica che viene utilizza per gli FTM, cioè i soggetti che modificano il proprio sesso da femminile a maschile: la Falloplastica.
In pratica con questa operazione (o più di una operazione) viene letteralmente costruito il pene del paziente.
Vorrei sapere se questo tipo di operazione (o qualcosa di similare) sia stata mai praticata su chi è affetto da Epispadia.
Inoltre vorrei sapere, sempre come curiosità, quali sono i centri a livello italiano e mondiale più rinomati per questo tipo di operazione.
La seconda curiosità, riguarda questa notizia:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/18/trapianto.shtml
mi rendo conto che sia molto sommaria la notizia, ma probabilmente voi specialisti di questa branca della medicina sarete in possesso di pubblicazioni riguardo queste tecniche e magari specificamente riguardanti questo caso (credo infatti che i chirurghi che hanno praticato l’intervento siano stati particolarmente interessati a pubblicarne i risultati).
Nel caso siate in possesso di questo tipo di materiale vorrei sapere se il soggetto, dopo l’intervento, avesse una funzionalità completa del proprio pene. Cioè intendo a livello di minzione, erezione, capacità di raggiungere l’orgasmo…
Inoltre vorrei sapere se questo caso in cui mi sono imbattuto è l’unico della storia. Cioè è l’unico trapianto di pene mai avvenuto nella storia?
Vi ringrazio sentitamente.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.7k visite dal 31/03/2007.
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