Bruciore uretrale persistente
Gentili Dottori,
sono ancora qui a scrivervi perché non riesco a trovare uno sbocco per le mie problematiche che ormai mi assediano da oltre 2 mesi. Come dicevo nel precedente post, dopo un’innumerevole manifestazione di sintomi, di esami e terapie antibiotiche(14 giorni di Levoxacin 500), permane un intenso e costante bruciore all’asta del pene o meglio all’uretra (credo) che parte dalla base del pene, diciamo zona testicoli, fino ad irradiarsi al glande.
Il bruciore è costante, talvolta avverto anche delle fitte dolorose e pulsanti al pene che non so bene localizzare, ma prevalentemente è il bruciore che la fa da padrone intensificandosi talvolta durante l’ejaculazione e che mi procura un senso di “tensione interno” nel momento dello spasmo ejaculatorio; inoltre se provo a contrarre i muscoli del pene come se volessi bloccare il flusso urinario avverto un riflesso (bruciorino) verso la punta del pene.
Non avverto invece particolare bruciore durante la minzione che avviene spontaneamente appena c’è lo stimolo senza alcuno sforzo e che necessita di uno sgocciolamento finale o di un'altra piccola quantità di urina, diciamo un getto conclusivo.
I sintomi sono altalenanti nel senso che ci sono giorni in cui il bruciore pare si attenui e stia per scomparire ed altri in cui si intensifica, ma permane comunque e sempre e quando il bruciore è maggiore si accentuano anche i disturbi della minzione portandomi ad andare più frequentemente in bagno e comunque le quantità di urina espulsa e sempre più o meno normale (ne poca ne abbondante).
Ulteriore stranezza è che la frequenza con cui urino è maggiore nell’arco della mattinata e si normalizza durante il giorno.
Il pene e il meato uretrale non presentano arrossamenti, ne macchie, ne prurito, ne perdite di alcun genere, gli esami di laboratorio sono sempre negativi (urinocoltura + ATB) e di recente ho eseguito una spermiocoltura con ricerca di clamidia, micoplasma e ureaplasma che ha dato esito negativo.
Le urine sono limpide e non maleodoranti.
Volevo anche eseguire un tampone uretrale ma il requisito dell’esame era di non urinare per almeno 3-4 ore dall’ultima minzione cosa al quanto difficile per le mie condizioni attuali e così ho dovuto rinunciarci.
Ho eseguito l’ennesima visita urologica, nuova esplorazione rettale più ecografia alla prostata che ha dato esito negativo, la flussometria è apparsa ai limiti della norma e ne riporto il grafico con i valori a questo link nel caso vogliate visionarlo:
http://home.tele2.it/lebowski/uro/uroflow_20-03-07.jpg
La palpazione del pene e più in generale dell’asta non presenta masse o altro.
Il medico di fronte all’assenza di dati clinici e alla discontinuità con cui si manifestano i miei disturbi non è molto convinto che la causa sia un’infezione, ma comunque basandosi esclusivamente sui sintomi e i fastidi che lamento ha potuto solo dedurre che c’è uno stato irritativo dell’uretra e mi ha dato nuovamente un ciclo di antibiotici per 10 giorni: il Bassado due volte al dì (Ore 8-20) e il Keraflox una volta al dì (Ore 14).
Nel caso non ci fossero migliorie è intenzionato ad eseguire una CISTOSCOPIA!!!
Quello che mi chiedo è questo: un uretrite non dovrebbe portare bruciore solo alla minzione o alla fine di essa? Quale altra patologia può portare un bruciore permanente al pene e all’uretra?
Un processo stenotico per esempio potrebbe essere la causa di tali disturbi? Potrebbe essere anche un problema posturale visto che sto sempre seduto per via del lavoro d’ufficio?
Secondo voi è necessario che io mi sottoponga a questo esame così invasivo o è possibile fare qualche altra indagine prima di arrivarci?
Sono davvero esausto ed esasperato soprattutto perché non c’è un reale inquadramento delle mie problematiche e questa cosa mi procura ansia e disorientamento, se qualcuno potesse darmi un suggerimento gliene sarei davvero grato.
Grazie ancora dell’attenzione.
Cordiali saluti.
sono ancora qui a scrivervi perché non riesco a trovare uno sbocco per le mie problematiche che ormai mi assediano da oltre 2 mesi. Come dicevo nel precedente post, dopo un’innumerevole manifestazione di sintomi, di esami e terapie antibiotiche(14 giorni di Levoxacin 500), permane un intenso e costante bruciore all’asta del pene o meglio all’uretra (credo) che parte dalla base del pene, diciamo zona testicoli, fino ad irradiarsi al glande.
Il bruciore è costante, talvolta avverto anche delle fitte dolorose e pulsanti al pene che non so bene localizzare, ma prevalentemente è il bruciore che la fa da padrone intensificandosi talvolta durante l’ejaculazione e che mi procura un senso di “tensione interno” nel momento dello spasmo ejaculatorio; inoltre se provo a contrarre i muscoli del pene come se volessi bloccare il flusso urinario avverto un riflesso (bruciorino) verso la punta del pene.
Non avverto invece particolare bruciore durante la minzione che avviene spontaneamente appena c’è lo stimolo senza alcuno sforzo e che necessita di uno sgocciolamento finale o di un'altra piccola quantità di urina, diciamo un getto conclusivo.
I sintomi sono altalenanti nel senso che ci sono giorni in cui il bruciore pare si attenui e stia per scomparire ed altri in cui si intensifica, ma permane comunque e sempre e quando il bruciore è maggiore si accentuano anche i disturbi della minzione portandomi ad andare più frequentemente in bagno e comunque le quantità di urina espulsa e sempre più o meno normale (ne poca ne abbondante).
Ulteriore stranezza è che la frequenza con cui urino è maggiore nell’arco della mattinata e si normalizza durante il giorno.
Il pene e il meato uretrale non presentano arrossamenti, ne macchie, ne prurito, ne perdite di alcun genere, gli esami di laboratorio sono sempre negativi (urinocoltura + ATB) e di recente ho eseguito una spermiocoltura con ricerca di clamidia, micoplasma e ureaplasma che ha dato esito negativo.
Le urine sono limpide e non maleodoranti.
Volevo anche eseguire un tampone uretrale ma il requisito dell’esame era di non urinare per almeno 3-4 ore dall’ultima minzione cosa al quanto difficile per le mie condizioni attuali e così ho dovuto rinunciarci.
Ho eseguito l’ennesima visita urologica, nuova esplorazione rettale più ecografia alla prostata che ha dato esito negativo, la flussometria è apparsa ai limiti della norma e ne riporto il grafico con i valori a questo link nel caso vogliate visionarlo:
http://home.tele2.it/lebowski/uro/uroflow_20-03-07.jpg
La palpazione del pene e più in generale dell’asta non presenta masse o altro.
Il medico di fronte all’assenza di dati clinici e alla discontinuità con cui si manifestano i miei disturbi non è molto convinto che la causa sia un’infezione, ma comunque basandosi esclusivamente sui sintomi e i fastidi che lamento ha potuto solo dedurre che c’è uno stato irritativo dell’uretra e mi ha dato nuovamente un ciclo di antibiotici per 10 giorni: il Bassado due volte al dì (Ore 8-20) e il Keraflox una volta al dì (Ore 14).
Nel caso non ci fossero migliorie è intenzionato ad eseguire una CISTOSCOPIA!!!
Quello che mi chiedo è questo: un uretrite non dovrebbe portare bruciore solo alla minzione o alla fine di essa? Quale altra patologia può portare un bruciore permanente al pene e all’uretra?
Un processo stenotico per esempio potrebbe essere la causa di tali disturbi? Potrebbe essere anche un problema posturale visto che sto sempre seduto per via del lavoro d’ufficio?
Secondo voi è necessario che io mi sottoponga a questo esame così invasivo o è possibile fare qualche altra indagine prima di arrivarci?
Sono davvero esausto ed esasperato soprattutto perché non c’è un reale inquadramento delle mie problematiche e questa cosa mi procura ansia e disorientamento, se qualcuno potesse darmi un suggerimento gliene sarei davvero grato.
Grazie ancora dell’attenzione.
Cordiali saluti.
[#1]
Caro signore comprendo le sue ansie relativamente alla sua problematica. Purtroppo le uretriti sono delle affezioni piuttosto noiose perchè se non adeguatamente curate tendono a ripresentarsi con frequenza ed intensità. Il bruciore o dolore lungo l'asta è tipico dell'uretrite e non si può generalizzare dicendo che sia prima durante o dopo la minzione (può anche essere sempre presente!). Il suo urologo a mio parere sta comunque seguendo la linea giusta e se dovrà arrivare alla cistoscopia è solo perchè essa sarebbe inevitabile, perchè probabilmente se lei non troverà giovamento dalla terapia antibiotica egli sospetterà sicuramente una problematica anche di tipo anatomico lungo l'uretra e dunque la cistoscopia (esame si invasivo ma non certo distruttivo anche perchè si esegue di norma in anestesia) è il mezzo più sicuro per verificare la congruità e l'integrità del suo canale uretrale.
Si affidi serenamente al collega che la sta seguendo.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Si affidi serenamente al collega che la sta seguendo.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo
[#4]
Utente
Gentile Dott. Masala,
la ringrazio innanzitutto della risposta ma vorrei se è possibile che mi chiarisse l’utilità della flussometria in questo mio percorso diagnostico, nel senso che, se ho capito bene, l’obiettivo dell’esame in questione è di dare delle informazioni, anche se in modo aspecifico, sulle modalità della minzione mettendo in rilievo eventuali e possibili patologie, e dato che l’ultimo esame eseguito, a detta dell’urologo, si presenta nella norma, mi chiedo se può sussistere comunque una patologia di tipo ostruttivo.
Le sarei grato, a questo punto, se potesse esprimere un parere su questo grafico per capire se realmente è nella norma oppure no perché non riesco più a capirci niente!
http://home.tele2.it/lebowski/uro/uroflow_20-03-07.jpg
Inoltre leggendo spesso in questo forum, ma anche più in generale in internet, sull’argomento delle stenosi uretrali e della sclerosi del collo vescicale, ho sempre potuto rilevare che prima di arrivare alla cistoscopia quando c’è una risultato flussometrico che fa sospettare una patologia del genere si esegue sempre l’uretrografia retrograda e minzionale che è l’esame più importante per determinare la presenza di stenosi.
Mi chiedo a tal punto se ce ne fosse il sospetto perché non eseguire prima l’uretrografia che è sicuramente meno invasiva della cistoscopia che può rappresentare invece un esame di completamento e che ha comunque i suoi rischi (procurare ad esempio una stenosi…).
In ogni caso al momento non è stata determinata la CAUSA dell’infiammazione uretritica, se di uretrite si tratta, e dei miei disturbi che non trovano sollievo nonostante la massiccia cura antibiotica. Il mio disorientamento è dovuto proprio a questo e cioè al fatto che non mi vengono date delle risposte certe, ma formulate delle ipotesi che tra l’altro non trovano riscontro nemmeno nella clinica! Sarò classificato come un X files? :)
Le rinnovo i miei più cordiali saluti.
la ringrazio innanzitutto della risposta ma vorrei se è possibile che mi chiarisse l’utilità della flussometria in questo mio percorso diagnostico, nel senso che, se ho capito bene, l’obiettivo dell’esame in questione è di dare delle informazioni, anche se in modo aspecifico, sulle modalità della minzione mettendo in rilievo eventuali e possibili patologie, e dato che l’ultimo esame eseguito, a detta dell’urologo, si presenta nella norma, mi chiedo se può sussistere comunque una patologia di tipo ostruttivo.
Le sarei grato, a questo punto, se potesse esprimere un parere su questo grafico per capire se realmente è nella norma oppure no perché non riesco più a capirci niente!
http://home.tele2.it/lebowski/uro/uroflow_20-03-07.jpg
Inoltre leggendo spesso in questo forum, ma anche più in generale in internet, sull’argomento delle stenosi uretrali e della sclerosi del collo vescicale, ho sempre potuto rilevare che prima di arrivare alla cistoscopia quando c’è una risultato flussometrico che fa sospettare una patologia del genere si esegue sempre l’uretrografia retrograda e minzionale che è l’esame più importante per determinare la presenza di stenosi.
Mi chiedo a tal punto se ce ne fosse il sospetto perché non eseguire prima l’uretrografia che è sicuramente meno invasiva della cistoscopia che può rappresentare invece un esame di completamento e che ha comunque i suoi rischi (procurare ad esempio una stenosi…).
In ogni caso al momento non è stata determinata la CAUSA dell’infiammazione uretritica, se di uretrite si tratta, e dei miei disturbi che non trovano sollievo nonostante la massiccia cura antibiotica. Il mio disorientamento è dovuto proprio a questo e cioè al fatto che non mi vengono date delle risposte certe, ma formulate delle ipotesi che tra l’altro non trovano riscontro nemmeno nella clinica! Sarò classificato come un X files? :)
Le rinnovo i miei più cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 71.8k visite dal 30/03/2007.
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