Ipertrofia prostata benigna problemi con farmaci,soluzioni?
Il psa era variabile tra 4 e 6, ultimo controllo 7.Dopo una risonanza magnetica multiparametrica, la prostata e’ risultata di 110 cc con nodi multipli.
Pseudo nodulo in transizione alla base (11 per 15 mm) non linfadenomegalie.
Il mio urologo mi ha prescritto prima il dutasteride e poi il finasteride, ma in entrambi i casi ho dovuto sospenderli perché mi provocavano ansia, respiro affannoso e dolori alla schiena.
Ho fatto una ecografia renale che non ha avuto responsi negativi.
Cosa mi consigliate?
Non ho fatto accertamenti per infezioni al tratto urinario.
Prendendo il clopidagrel come antiaggregante, il green laser e’ l’operazione migliore nel mio caso?
Grazie
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
una prostata di 110 cc di volume ha un importante effetto ostruttivo meccanico allo svuotamento vescicale e difficilmente i farmaci possono dare un aiuto efficace.
La dutasteride o finasteride hanno come indicazione quella di bloccoare una crescita eccessiva dell'ipertrofia prostatica ma non certo di farla regredire. Vuol dire, se ho una ipertrofia prostatica che progressivamente sta' aumentando di volume intorno a 40-60 cc , assumendo in cronico la dutasteride o finasteride posso fermare una ulteriore crescita ad un volume che ha possibilita' di essere sopportato dalla mia vescica.
L'alfalitico aiuta la vescica nel suo lavoro sotto sforzo di svuotamento.
Se riesce a sopportare sicuramente e' utile eseguire la terapia medica ma difficilmente riuscira' a risolvere stabilmente la situazione.
L'intervento disostruttivo per volumi cosi' elevati, e' l'indicazione primaria, da eseguire prima che la vescica ed il suo muscolo si scompensi irreversibilmente.
Il pericolo di volumi cosi' elevati della prostata non e' tanto la sintomatologia quanto le complicanze legate ad uno svuotamento sempre meno efficace: infezioni ricorrenti e necessita' di catetere vescicale.
Questo rischio va' monitorato con uroflussometria e determinazione del residuo postminzionale oltre ad urinocolture.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Coordinatore Gruppo Multidisciplinare Tumore Prostatico PDTA
Chirurgia Robotica
Universita' Sapienza di Roma
https://alessandro.sciarra
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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