Urologia e psicologia
Gentili dottori, sono un ragazzo di 19 anni e vorrei porre un quesito
"Uro-psicologico" se così possiamo definirlo.
Sin dall'età di 10 anni, ho sempre avuto il timore di andare nei bagni pubblici, ciò mi inibisce e non mi fa fare la pipì, portando così la mia vescica al riempimento totale.
Ricordo un viaggio in bus a Barcellona, nonostante le soste in ogni autogrill non riuscivo ad urinare e quindi trattenevo, dopo un tot di ore non riuscendo più a trattenere, andando in bagno la pipì volendo o nolendo usciva e alla fine riuscivo sempre ad evacuare.
Premetto che sto seguendo, a 19 anni, un percorso terapeutico proprio per questo.
Mi sono sempre posto una domanda:
Ma in una situazione del genere, nel caso in cui ci si dovesse trovare a viaggiare per più di 12 ore senza fissa dimora e quindi con questo problema non riuscire ad urinare è possibile che a causa di ciò bisogni mettere un catetere?
Non parlo di problemi fisiologici come potrebbero essere patologie per le quali poi realmente sarebbe necessario l'inserimento di un catetere.
Ma parlo del problema PSICOLOGICO legato all'ansia: ovvero la paura di fare pipì, il non riuscire a rilassarsi e quindi ad evacuare normalmente.
Le domande sono due quindi:
È possibile che a causa di un pensiero stressante che causa inibizione si debba inserire un catetere, oppure arrivati ad un certo punto, essendo il corpo fisiologicamente autonomo, inizia a far fuoriuscire l'urina involontariamente?
Sono molto preoccupato a riguardo perché ho letto su internet che si deve inserire un catetere anche solo per il banale pensiero che non fa rilassare la persona ed indurla dunque a fare correttamente il suo bisogno.
Sono terrorizzato all'idea e sarebbe per me ulteriore motivo di inibizione, essendo un ulteriore pensiero pressante che non mi fa di certo rilassare.
Poi su internet c'è una certa confusione...
Ho letto però che non essendoci un blocco fisiologico, alla fine il corpo per evitare un "danno" innesca un meccanismo di svuotamento involontario. È così?
Spero di essere stato chiaro nell'esporre questa situazione un pò caotica e di ricevere le risposte necessarie a questa mia curiosità/preoccupazione.
Grazie a chi risponderà.
"Uro-psicologico" se così possiamo definirlo.
Sin dall'età di 10 anni, ho sempre avuto il timore di andare nei bagni pubblici, ciò mi inibisce e non mi fa fare la pipì, portando così la mia vescica al riempimento totale.
Ricordo un viaggio in bus a Barcellona, nonostante le soste in ogni autogrill non riuscivo ad urinare e quindi trattenevo, dopo un tot di ore non riuscendo più a trattenere, andando in bagno la pipì volendo o nolendo usciva e alla fine riuscivo sempre ad evacuare.
Premetto che sto seguendo, a 19 anni, un percorso terapeutico proprio per questo.
Mi sono sempre posto una domanda:
Ma in una situazione del genere, nel caso in cui ci si dovesse trovare a viaggiare per più di 12 ore senza fissa dimora e quindi con questo problema non riuscire ad urinare è possibile che a causa di ciò bisogni mettere un catetere?
Non parlo di problemi fisiologici come potrebbero essere patologie per le quali poi realmente sarebbe necessario l'inserimento di un catetere.
Ma parlo del problema PSICOLOGICO legato all'ansia: ovvero la paura di fare pipì, il non riuscire a rilassarsi e quindi ad evacuare normalmente.
Le domande sono due quindi:
È possibile che a causa di un pensiero stressante che causa inibizione si debba inserire un catetere, oppure arrivati ad un certo punto, essendo il corpo fisiologicamente autonomo, inizia a far fuoriuscire l'urina involontariamente?
Sono molto preoccupato a riguardo perché ho letto su internet che si deve inserire un catetere anche solo per il banale pensiero che non fa rilassare la persona ed indurla dunque a fare correttamente il suo bisogno.
Sono terrorizzato all'idea e sarebbe per me ulteriore motivo di inibizione, essendo un ulteriore pensiero pressante che non mi fa di certo rilassare.
Poi su internet c'è una certa confusione...
Ho letto però che non essendoci un blocco fisiologico, alla fine il corpo per evitare un "danno" innesca un meccanismo di svuotamento involontario. È così?
Spero di essere stato chiaro nell'esporre questa situazione un pò caotica e di ricevere le risposte necessarie a questa mia curiosità/preoccupazione.
Grazie a chi risponderà.
Si tratta di un problema psicologico ben noto, detto - paruresi - o - sindrome della vescica timida -. Ovviamente non vi sono aspetti di interesse urologico, perché nella maggior parte dei casi l'apparato genito-urinario è completamente normale. La distensione eccessiva della vescica porta una netta riduzione della sua capacità contrattile (legge fisica di Laplace). Anche se molto raramente, può quindi accadere che si instauri una vera ritenzione acuta, con necessità di cateterismo. Possiamo solo auspicare che questo non capiti a lei, le raccomandiamo di insistere con il supporto psicologico professionale.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

Utente
Quindi, non è vero che nel caso in cui la vescica si riempia l'organismo avvia un meccanismo di svuotamento involontario?
Se non si fa pipì anche solo per il pensiero si va incontro alla caterizzazione giusto?
In ogni caso come faccio ad accorgermi se sono bloccato a causa dell'ansia o della ritenzione urinaria acuta?
Grazie mille per la risposta.
Se non si fa pipì anche solo per il pensiero si va incontro alla caterizzazione giusto?
In ogni caso come faccio ad accorgermi se sono bloccato a causa dell'ansia o della ritenzione urinaria acuta?
Grazie mille per la risposta.
Certo, la minzione può avvenire per rigurgito (iscùria paradossa), ma non è detto che questo avvenga sempre. Diciamo che il più delle volte anche il più tenace - ritenzionista volontario - trova finalmente un luogo sufficientemente privato per urinare! Nel resto dei casi, per fortuna pochi, si passa per il Pronto Soccorso. In alcuni decenni di lavoro, ne abbiamo visti solo alcuni.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

Utente
Come si riesce a capire se il blocco deriva da uno stato d'ansia o da un problema fisiologico?
Ci sono dei campanelli ben precisi oppure no?
Ci sono dei campanelli ben precisi oppure no?

Utente
In più questo raro blocco di cui parla dottore, può avvenire improvvisamente o solo se la pratica di trattenere l'urina è ripetitiva?
Esempio se io trattengo l'urina solo per un giorno di viaggio posso incorrere in questa cosa oppure solo se lo faccio spesso...
Ovviamente sò che trattenere l'urina è sbagliatissimo ed è per questo che sono in cura da uno psicologo, ma queste delucidazioni potrebbero servire alla mia "cura". Credo di poter parlare a nome di quanti soffrono di questo disturbo come me.
Non ci sono caratteri tranquillizzanti di quest'aspetto o dobbiamo vivere col terrore di essere cateterizzati e dunque di accelerare le pratiche di psicologia (che giustamente richiedono le loro tempistiche)
Perché da quanto scritto si evince: O fai pipì o devono metterti un catetere, vai da uno psicologo e risolvi al più presto.
Esempio se io trattengo l'urina solo per un giorno di viaggio posso incorrere in questa cosa oppure solo se lo faccio spesso...
Ovviamente sò che trattenere l'urina è sbagliatissimo ed è per questo che sono in cura da uno psicologo, ma queste delucidazioni potrebbero servire alla mia "cura". Credo di poter parlare a nome di quanti soffrono di questo disturbo come me.
Non ci sono caratteri tranquillizzanti di quest'aspetto o dobbiamo vivere col terrore di essere cateterizzati e dunque di accelerare le pratiche di psicologia (che giustamente richiedono le loro tempistiche)
Perché da quanto scritto si evince: O fai pipì o devono metterti un catetere, vai da uno psicologo e risolvi al più presto.
Se lei non accusa disturbi urinari di alcun tipo in condizioni - normali - non vi è motivo di sospettare che vi siano aalterazioni organiche da indagare. Ovviamente se la cosa diventa frequente o addirittura abituale, certamente a lungo termine si rischia di danneggiare la vescica in modo irreversibile. L'approccio psico-dinamico è indispensabile ma non sarà certamente così rapidamente efficace, questo è bene saperlo. Ci vuole pazienza e costanza, senz'altro.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

Utente
In situazioni normali, nella mia vita quotidiana, urino normalmente senza nessun tipo di problema.
La domanda che mi tormenta e chiedo scusa se sono ripetitivo:
Il blocco urinario totale, derivato da un prolungato "trattenere l'urina" causa pauresi... può avvenire improvvisamente o dopo ripetute volte in cui si utilizza questa pratica?
ESEMPIO PRATICO:
Se io domani vado a fare un viaggio e per più di 6 ore non faccio pipì, attendendo il ritorno a casa per farla potrei avere questo blocco della vescica.
Si o no?
Oppure questo blocco può avvenire nel caso in cui questa cosa fosse ripetitiva?
Ovviamente ritornato a casa prendo il mio ritmo di vita normale e ritorno ad urinare come faccio quotidianamente.
So bene che la cura è la terapia cognitivo comportamentale che sto già eseguendo e che mi sta portando pian piano a risolvere questa situazione. Io parlo del senso pratico-fisiologico della situazione.
Grazie mille, mi scuso per l'insistenza fastidiosa.
La domanda che mi tormenta e chiedo scusa se sono ripetitivo:
Il blocco urinario totale, derivato da un prolungato "trattenere l'urina" causa pauresi... può avvenire improvvisamente o dopo ripetute volte in cui si utilizza questa pratica?
ESEMPIO PRATICO:
Se io domani vado a fare un viaggio e per più di 6 ore non faccio pipì, attendendo il ritorno a casa per farla potrei avere questo blocco della vescica.
Si o no?
Oppure questo blocco può avvenire nel caso in cui questa cosa fosse ripetitiva?
Ovviamente ritornato a casa prendo il mio ritmo di vita normale e ritorno ad urinare come faccio quotidianamente.
So bene che la cura è la terapia cognitivo comportamentale che sto già eseguendo e che mi sta portando pian piano a risolvere questa situazione. Io parlo del senso pratico-fisiologico della situazione.
Grazie mille, mi scuso per l'insistenza fastidiosa.
Forse non ha letto la nostra risposta con sufficiente attenzione. Abbiamo scritto:
Ovviamente se la cosa diventa frequente o addirittura abituale, certamente a lungo termine si rischia di danneggiare la vescica in modo irreversibile.
Ovviamente se la cosa diventa frequente o addirittura abituale, certamente a lungo termine si rischia di danneggiare la vescica in modo irreversibile.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

Utente
La ringrazio per la risposta dottore.
Ma non ho Capito bene. -danneggiare la vescica in modo irreversibile-
Si riferisce alla ritenzione urinaria acuta o ad altro?
Inoltre: per la pauresi, se trattengo la pipì, rischio di mettere un catetere se la cosa si ripete a lungo andare o se succede che ne so, per esempio, in un'anno trattengo la pipì a lungo solo per due volte?
La ringrazio mi scusi per essere così assillante.
Ma non ho Capito bene. -danneggiare la vescica in modo irreversibile-
Si riferisce alla ritenzione urinaria acuta o ad altro?
Inoltre: per la pauresi, se trattengo la pipì, rischio di mettere un catetere se la cosa si ripete a lungo andare o se succede che ne so, per esempio, in un'anno trattengo la pipì a lungo solo per due volte?
La ringrazio mi scusi per essere così assillante.
Evidentemente, lei non legge con sufficiente attenzione le nostre risposte.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 213 visite dal 20/03/2025.
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