Incontinenza a 7 mesi da RARP

Buongiorno, sono stato sottoposto a RARP a metà luglio 2024, per tumore in lobo apicale sx, microfocolai in area 6mm, in <1% del lobo, con gleason score 3+3, stadio pT2a LV0, no invasioni, infiltrazioni, estensioni, resezioni, e margini resezione negativi dopo esame istologico.
PSA 0 a 6 mesi dall'intervento.
Purtroppo, nonostante lo stadio iniziale del tumore, la mia età relativamente giovane, ed il fatto che non sia sovrappeso, nè bevitore, nè fumatore e pratichi attività sportiva, sono tuttora incontinente in maniera piuttosto pesante dopo oltre 7 mesi dall'intervento.
Sto effettuando esercizi di Kegel con regolarità, ho effettuato sedute riabilitative a 2 mesi dall'intervento con elettrostimolazione (che continuo tuttora a giorni alterni).
Da visita fisiatrica il 9 gennaio è risultato test dell'elevatore dell'ano: F= 4 (0-5), endurance 5 ''. Non sinergie muscolari di rilievo.
La fisiatra mi ha consigliato trattamento con 60 mg/die di Cymbalta, ma a un mese dall'inizio del trattamento non ho rilevato alcun beneficio.
Riesco ad amministrare le perdite in maniera sopportabile durante la routine casa/lavoro (< 1 pad/giorno), ma quando cammino l'incontinenza è totale e non ho alcun controllo, specialmente durante camminate prolungate (durante le quali consumo anche un pad intero).
La cosa mi sorprende e mi causa problemi di depressione in quanto il situazioni come le mie mi aspettavo un recupero molto più veloce e completo.
Il problema può essere dovuto a qualcosa andato storto durante l'intervento?
Volevo soprattutto sapere se esistono ancora margini di miglioramento per casi come il mio, o se l'applicazione di uno sling Avdance potrebbe essere indicato.

Grazie e cordiali saluti
Dr. Paolo Piana Urologo 45.6k 1.9k
A sette mesi di distanza dall'intervento è realisticamente difficile attendersi ulteriori miglioramenti significativi, considerando che è già stato fatto tutto quanto necessario. Ovviamente. la tecnica operatoria è particolarmente concentrata sulla salvaguardia delle strutture muscolari e nervose deputate alla continenza, ma vi è sempre e comunque una parte di soggettività costituzionale che può influenzare il risultato. Considerando la sua età e l'impatto psicologico dell'incontinenza, pensiamo che sia il caso di iniziare a pensare ad un intervento correttivo con una delle moltissime tecniche a disposizione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Dr. Alessandro Sciarra Urologo 667 37
Buongiorno,
la tecnica robotica di prostatectomia radicale generalmente riesce a preservare le strutture deputate alla continenza urinaria. Soprattutto in un sogggetto giovane e non sovrappeso dopo 30-60 gironi dall'intervento la continenza viene recuperata. Parliamo di una incontinenza da sforzo, con perdite quando il paziente si alza o compie sforzo mentre a riposo la continenza e' totale.
Nel nostro centro sconsigliamo degli esercizi autogestiti di Kegel o simili perche' spesso per un processo di inversione di comando possono anche peggiorare la situazione.
A 30 giorni dalla rimozione del catetere i pazienti con perdite superiori a 50 grammi vengono sottoposti a un ciclo di riabilitazione guidata del piano perineale con sedute bisettimanali di elettrostimolazione con sonda endorettale e biofeedback. In media dopo 15-20 sedute si ottiene un ottimo risultato. E' importante valutare la risposta al trattamento con il pad test. Il pazinete viene invitato a pesare a secco e a fine uso i pannolini utilizzati in una giornata cosi' da avere il peso in grammi delle perdite di urine. Confrontando i pesi delle perdite durante il trattamento , si puo' apprezzare il miglioramento in maniera piu' obiettiva.
Esistono casi di pazienti che comunque non riescono ad utilizzare i. uscoli del piano perineale correttamente dopo rimozione della prostata e mantengono una incontinenza piu' o meno significativa.
Consigliamo sempre di insistere in un centro qualificato con la riabilitazione utilizzando sempre come parte di essa la elettrostimolazione per via endorettale ( no con placche di superficie).
Dopo 10-12 mesi e' difficile pensare a miglioramenti piu' tardivi e allora si puo' valutare una procedura invasiva, dalle sling agli sfinteri artificiali.
Bisogna valutare bene endoscopicamente lo stato dell'uretra. e decidere il trattamento piu' idoneo.

Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Chirurgia Robotica
Coordinatore Gruppo Multidisciplinare Tumore Prostatico
Universita' Sapienza di Roma
https://alessandrosciarra.it

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

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