Ivu ricorrenti uomo omosessuale
Buona sera a tutti, vi scrivo perché ho un ennesima infezione alle vie urinarie e non so più cosa fare.
In sostanza ho una relazione stabile con un ragazzo da circa 7 anni ed è l'unica persona con cui ho avuto intimità, alle volte mi è capitato di avere dei rapporti (da parte attiva) non protetti, anche se le protezioni le uso quasi sempre.
In questi anni mi sono venute spesso delle infezioni alle vie urinarie e solitamente tutte accompagnate da perdite di liquido bianco simile al pus.
Queste infezioni le ho riscontrate dopo rapporti non protetti, protetti o anche con periodi di astinenza piuttosto lunghi.
In sostanza quando ho delle fasi acute eseguo come consigliato da vostri colleghi esami culturali che sono positive a batteri presenti nell'intestino umano.
Le curo con antibiotici che tendenzialmente mi danno sollievo ma molto spesso mi lasciano una sintomatologia seppur tollerabile sempre presente. Dal 2023 però dopo l'ennesimo batterio curato con ciproxin per 15 anche i fastidi erano passati.
Pero purtroppo a novembre una nuova infezioni che è stata riscontrata è quella da E.
Coli durante un periodo in cui ho usato sempre il preservativo.
L'esame culturale aveva evidenziato una sensibilità, solo ad amikacina, entrapenem, meropenen, cefraxiatone, Ceftzidime.
La terapia che mi diede il medico di base fu di rocefin 1 al di per 9 giorni.
Ne discussi con l'urologo che mi confermo che la terapia era adatta e mi disse di continuare ad usare un integratore di D-mammosio e di eseguire esami culturali dopo 20 giorni.
Durante il ciclo di rocefin i disturbi erano lievi, dopo una settimana quasi scomparsi, purtroppo però tornarono.
Ad oggi però da esami culturali tutto negativo tranne la presenza in piccolissime quantità di 10 ul batteri, 9ul leucociti ul, 3ul cellule epiteliali squamose, e 1 ul emazie.
I sintomi ad oggi sono un forte bruciore al pene che si acutizza dopo l'eiculazione o la minzione perdita di piccole quantità di liquido trasparente dal pene solo a spremitura, e alle volte un leggero fastidio al pene con necessita di urinare spesso.
In questo periodo chiaramente non ho avuto altri rapporti.
Mi sono recato da un nuovo urologo che in visita non ha riscontrato prostatite, e che suppone possa trattarsi di gonorrea dato che mi ha riferito che solo quella da delle perdite di pus.
Io però negli anni non ho mai avuto un referto positivo e nemmeno il mio compagno, e dato che so che è un mst mi sembra strano dato che non ho avuto una vita promiscua.
Ho comunque intenzione di provare con la terapia che mi ha dato.
Però volevo solo chiedervi 3 cose.
La prima è se i sintomi che ho adesso possano essere un infiammazione residua data dell'infezione che ho curato, e in caso di recidiva dato la sua resistenza se riuscirò a sbarazzarmene.
Seconda se agli effetti le perdite sono date solo da gonorrea, e terzo se il mio stato di stipsi e di genetica predisosta ai calcoli possa portarmi ad avere infezioni anche a seguito di periodi in cui mi astengo sessualmente.
Grazie mille vi chiedo scusa se vi ho tediato, vi auguro una buona serata.
In sostanza ho una relazione stabile con un ragazzo da circa 7 anni ed è l'unica persona con cui ho avuto intimità, alle volte mi è capitato di avere dei rapporti (da parte attiva) non protetti, anche se le protezioni le uso quasi sempre.
In questi anni mi sono venute spesso delle infezioni alle vie urinarie e solitamente tutte accompagnate da perdite di liquido bianco simile al pus.
Queste infezioni le ho riscontrate dopo rapporti non protetti, protetti o anche con periodi di astinenza piuttosto lunghi.
In sostanza quando ho delle fasi acute eseguo come consigliato da vostri colleghi esami culturali che sono positive a batteri presenti nell'intestino umano.
Le curo con antibiotici che tendenzialmente mi danno sollievo ma molto spesso mi lasciano una sintomatologia seppur tollerabile sempre presente. Dal 2023 però dopo l'ennesimo batterio curato con ciproxin per 15 anche i fastidi erano passati.
Pero purtroppo a novembre una nuova infezioni che è stata riscontrata è quella da E.
Coli durante un periodo in cui ho usato sempre il preservativo.
L'esame culturale aveva evidenziato una sensibilità, solo ad amikacina, entrapenem, meropenen, cefraxiatone, Ceftzidime.
La terapia che mi diede il medico di base fu di rocefin 1 al di per 9 giorni.
Ne discussi con l'urologo che mi confermo che la terapia era adatta e mi disse di continuare ad usare un integratore di D-mammosio e di eseguire esami culturali dopo 20 giorni.
Durante il ciclo di rocefin i disturbi erano lievi, dopo una settimana quasi scomparsi, purtroppo però tornarono.
Ad oggi però da esami culturali tutto negativo tranne la presenza in piccolissime quantità di 10 ul batteri, 9ul leucociti ul, 3ul cellule epiteliali squamose, e 1 ul emazie.
I sintomi ad oggi sono un forte bruciore al pene che si acutizza dopo l'eiculazione o la minzione perdita di piccole quantità di liquido trasparente dal pene solo a spremitura, e alle volte un leggero fastidio al pene con necessita di urinare spesso.
In questo periodo chiaramente non ho avuto altri rapporti.
Mi sono recato da un nuovo urologo che in visita non ha riscontrato prostatite, e che suppone possa trattarsi di gonorrea dato che mi ha riferito che solo quella da delle perdite di pus.
Io però negli anni non ho mai avuto un referto positivo e nemmeno il mio compagno, e dato che so che è un mst mi sembra strano dato che non ho avuto una vita promiscua.
Ho comunque intenzione di provare con la terapia che mi ha dato.
Però volevo solo chiedervi 3 cose.
La prima è se i sintomi che ho adesso possano essere un infiammazione residua data dell'infezione che ho curato, e in caso di recidiva dato la sua resistenza se riuscirò a sbarazzarmene.
Seconda se agli effetti le perdite sono date solo da gonorrea, e terzo se il mio stato di stipsi e di genetica predisosta ai calcoli possa portarmi ad avere infezioni anche a seguito di periodi in cui mi astengo sessualmente.
Grazie mille vi chiedo scusa se vi ho tediato, vi auguro una buona serata.
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Senz’altro una funzione intestinale discutibile può influire in modo anche sostanziale sulle possibilità di contrarre infezioni delle vie urinarie. Nel suo caso, questo va a sovrapporsi con il l’elevatissimo legato ai rapporti anali non protetti. Il frequente utilizzo di antibiotici instaura un circolo vizioso per l’induzione di resistenze batteriche e lo squilibrio cronico della flora batterica intestinale.
L’infezione da gonococco è abbastanza inequivocabile per la sua secrezione uretrale caratteristica e la positività dei riscontri batteriologici. È in genere ancora molto sensibile a buona parte degli antibiotici. Quanto ci riferisce, ci pare tutto sommato più compatibile con una secrezione di origine prostatica, dovuta a congestione ed infiammazione cronica, in ogni caso l’esame più indicato per dirimere il dubbio è la ricerca batteriologica con metodica PCR sulle urine del primo getto.
L’infezione da gonococco è abbastanza inequivocabile per la sua secrezione uretrale caratteristica e la positività dei riscontri batteriologici. È in genere ancora molto sensibile a buona parte degli antibiotici. Quanto ci riferisce, ci pare tutto sommato più compatibile con una secrezione di origine prostatica, dovuta a congestione ed infiammazione cronica, in ogni caso l’esame più indicato per dirimere il dubbio è la ricerca batteriologica con metodica PCR sulle urine del primo getto.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
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Utente
Buongiorno dottore la ringrazio per la risposta celere. Volevo porte un ulteriore quesito. Innanzitutto vorrei chiederle se questa sintomatologia può regredire perché in questo momento i fastidi sono forti e se posso prendere qualcosa per i bruciori. In secondo luogo dati i referti negativi se posso star tranquillo riguardo l'escherichia coli dato che mi terrorizza, e se gli antibiotici che le ho descritto possono essere assunti in caso torni. La ringrazio le auguro una buona giornata.
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La prescrizione di antibiotici deve avvenire sempre con la massima parsimonia e buon senso, solo a fronte di inequicocabili riscontri batteriologici positivi, febbre o ad altre evidenti complicazioni. I suoi attuali disturbi probabilmente merita in primo luogo una terapia anti-infiammatoria, in ogni caso è indispensabile la valutazione diretta.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 188 visite dal 22/01/2025.
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