Prostatite cronica
Salve, sono un ragazzo di 20 anni e da circa 6 mesi soffro di prostatite.
Dopo avere notato che il mio liquido seminale aveva cambiato colore (giallastro), aveva assunto una consistenza grumosa, e la comparsa di sintomi come bruciore uretrale mi sono rivolto prima al medico di base che mi ha prescritto ciproxin 250 per 10 giorni, con un notevole miglioramento dei sintomi (era tornato tutto quasi normale) ma con succesisiva ricaduta.
Ho poi eseguito urinocultura positiva ad escherichia coli e mi è stata prescrittta una cura di 10 giorni con cefixoral, con cui ho visto un notevole peggioramento dei sintomi.
Mi sono poi rivolto ad un urologo e dopo spermiocultura sempre positiva ad escherichia coli mi ha prescritto tavanic 500 per 10 giorni (anche questo con eggioramento dei sintomi)
Rifatta spermiocultura, ancora positiva da escherichia coli.
Eseguo quindi cura con ceftriaxone e prulifloxacina per un totale di 15 giorni (anche questa con un peggioramento dei sintomi)
Rifaccio spermiocultura questa volta positiva ad enterococco fecaelis e inizio una cura con ciproxin 500 per 4 settimane, terminata da poco, anche questa con un peggioramento dei sintomi.
(Tutte le spermioculture avevano carica batterica di 100000)
La mia domanda è, come mai durante ogni terapia antibiotica i miei sintomi peggiorano, per poi ritornare alla situazione precedente (sempre presenti, ma di intensità minore)?
Perché la prima volta vi è stato un miglioramento così drastico mentre successivamente nessun segno di miglioramento?
È inoltre possibile che questa situazione possa causare danni permanenti alla fertilità?
Sottolineo inoltre che ho e sto assumendo tuttora integratori tra cui vsl3 e forprost
Dopo avere notato che il mio liquido seminale aveva cambiato colore (giallastro), aveva assunto una consistenza grumosa, e la comparsa di sintomi come bruciore uretrale mi sono rivolto prima al medico di base che mi ha prescritto ciproxin 250 per 10 giorni, con un notevole miglioramento dei sintomi (era tornato tutto quasi normale) ma con succesisiva ricaduta.
Ho poi eseguito urinocultura positiva ad escherichia coli e mi è stata prescrittta una cura di 10 giorni con cefixoral, con cui ho visto un notevole peggioramento dei sintomi.
Mi sono poi rivolto ad un urologo e dopo spermiocultura sempre positiva ad escherichia coli mi ha prescritto tavanic 500 per 10 giorni (anche questo con eggioramento dei sintomi)
Rifatta spermiocultura, ancora positiva da escherichia coli.
Eseguo quindi cura con ceftriaxone e prulifloxacina per un totale di 15 giorni (anche questa con un peggioramento dei sintomi)
Rifaccio spermiocultura questa volta positiva ad enterococco fecaelis e inizio una cura con ciproxin 500 per 4 settimane, terminata da poco, anche questa con un peggioramento dei sintomi.
(Tutte le spermioculture avevano carica batterica di 100000)
La mia domanda è, come mai durante ogni terapia antibiotica i miei sintomi peggiorano, per poi ritornare alla situazione precedente (sempre presenti, ma di intensità minore)?
Perché la prima volta vi è stato un miglioramento così drastico mentre successivamente nessun segno di miglioramento?
È inoltre possibile che questa situazione possa causare danni permanenti alla fertilità?
Sottolineo inoltre che ho e sto assumendo tuttora integratori tra cui vsl3 e forprost
[#1]
Pare evidente che, nonostante la positività della spermiocoltura, la causa della sua prostatite non sia principalmente infettiva, ma dovuta a congestione ed infiammazione della ghiandola, come d’altronde accade nella maggioranza dei casi. A questo punto è essenziale non cadere nella trappola dell’eccesso di antibiotici, con relativo danno all’equilibrio della flora batterica intestinale. Alla funzione intestinale andrà invece indirizzato il massimo delle attenzioni, altrimenti tutte le cure urologiche rischiano di risultare vane.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
È per questo quindi che vedo un peggioramento con l'uso di antibiotici?
Soffro di intestino irritabile ma praticamente ogni medico a cui lho detto, compreso gastroenterologo, infettivologo, urologo e medico di famiglia mi ha fatto capire che secondo loro non c'entra niente.
Mi viene qualche dubbio sul modo in cui mi stanno curando dato che non mi hanno mai nemmeno consigliato l'utilizzo di probiotici, cosa che ho deciso di fare autonomamente...
Lei ha qualche consiglio?
La ringrazio moltissimo e le auguro una buona giornata
Soffro di intestino irritabile ma praticamente ogni medico a cui lho detto, compreso gastroenterologo, infettivologo, urologo e medico di famiglia mi ha fatto capire che secondo loro non c'entra niente.
Mi viene qualche dubbio sul modo in cui mi stanno curando dato che non mi hanno mai nemmeno consigliato l'utilizzo di probiotici, cosa che ho deciso di fare autonomamente...
Lei ha qualche consiglio?
La ringrazio moltissimo e le auguro una buona giornata
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Può essere.
Secondo noi c'entra eccome.
A distanza non si può dire molto di più, la valutazione diretta è imprescindibile. Le auguriamo che lei possa incontrare un Collega specialista in urologia con il quale intrattenere un miglior rapporto di comunicazione e fiducia.
Secondo noi c'entra eccome.
A distanza non si può dire molto di più, la valutazione diretta è imprescindibile. Le auguriamo che lei possa incontrare un Collega specialista in urologia con il quale intrattenere un miglior rapporto di comunicazione e fiducia.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 101 visite dal 04/01/2025.
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