Carcinoma uroteliale e infiltrazioni bcg

Salve buongiorno,
scrivo questo consulto per conto di mio padre, uomo di 65 aa.


Mio padre, nel 2022, ha avuto diagnosi di carcinoma uroteliale di basso grado (Pta).

Lo rimossero semplicemente con la cistoscopia.

Successivamente a tale evento, ha effettuato cistoscopie di controllo ogni 6 mesi, negative fino all’ultima di dicembre che ha mostrato una recidiva dello stesso tumore.

(Ora però ad alto grado, ma sempre Pta sempre non infiltrante)
Gli hanno proposto l’immunoterapia con batteri BCG, ma lui negli anni 80 quando aveva circa 25 anni, contrasse la tubercolosi (in particolare, ebbe il morbo di Pott nella zona sacrale).

Ci hanno chiesto di chiedere un consulto di un infettivologo per capire se può o meno sottoporsi a questo tipo di trattamento.

Ovviamente ci siamo già mossi in tale senso, ma intanto avrei piacere di sentire un parere in più.

Nel documento ufficiale del farmaco leggo che è sconsigliata solo in caso di Tbc ATTIVA, che ovviamente lui non ha più da tantissimi anni.

In alternativa, immagino che sia possibile effettuare chemio preventiva con altro tipo di farmaci, giusto?

Oltre a ciò, nonostante la rimozione di tali polipi, continua ad avere ematuria, urgenza minzionale e bruciore al prepuzio.
La prostata, nonostante sia leggermente ingrandita ed infiammata, per ora non gliela vogliono togliere.
Può essere questa comunque la causa dei suoi disturbi cronici?

Attendendo una vostra risposta, vi auguro una buona giornata e auguri di buon anno:)
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.8k 1.9k
- Nel documento ufficiale del farmaco leggo che è sconsigliata solo in caso di Tbc ATTIVA, che ovviamente lui non ha più da tantissimi anni. -

Infatti è così. Le instillazioni di BCG si possono certamente eseguire e la scelta di questo tipo di prodotto dipende dall'alto grado della neoplasia, anche se comunque superficiale. Dopo l'intervento è normale che vi sia un periodo anche abbastanza prolungato di disturbi, specie se vi è una situazione prostatica alterata in partenza. I disturbi quasi sicuramente provengono da qui e non dalla vescica dov è sato asportato il tumore.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Grazie gentilissimo.
Per quanto riguarda la recidiva, purtroppo temevo questa cosa perché conoscevo l’alto rischio che c’è che queste lesioni ritornino ma è stata comunque una bella batosta per lui. Più che altro, nella cistoscopia di aprile scorso non aveva niente a parte questa grossa infiammazione cronica che ha.
Credo che l’alto grado di adesso dipenda proprio da questo. Eventualmente allora è magari il caso di valutare bene se la prostata regge ancora o effettivamente è da togliere, per la sintomatologia che avverte.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.8k 1.9k
A parte i sintomi, gli esami chiave per valutare l'entità dell'ostruzione sono la flussometria minzionale e la valutazione del residuo di urina in vescica dopo la minzione. E' noto che la ritenzione urinaria, anche parziale, aumenta lievemente il rischio di recidive di neoplasia vescicale, a causa del ristagno di urina in vescica.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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