Stent ureterale enterococco e bruciore

Buongiorno,
Porto stent ureterale doppio j da quasi due settimane a causa di idronefrosi curata in urgenza.

Ho due domande: ho davvero forte bruciore alla minzione, in zona pene/uretra, non passa con antidolorifici antiinfiammatori.
Bevo molta acqua e urine limpide.

Urinocoltura di controllo con antibiogramma: risultato positivo ad Enterococco faecalis, fortunatamente senza febbre.

Mi devo preoccupare?
Cosa consigliereste?


Ringrazio in anticipo per il consulto.
Dr. Paolo Piana Urologo 45.7k 1.9k
Lei non ci riferisce la causa di questa dilatazione renale che ha imposto l’inserimento di uno stent nell'uretere. Possiamo presumere che si tratti della presenza di un calcolo? In ogni caso, i disturbi che ci riferisce sono essenzialmente dovuti alla presenza dello stent, che pur essendo sottile e morbido, viene percepito dal corpo come un corpo estraneo, manifestando disturbi irritativi sia a livello renale che vescicale. Trattandosi di una irritazione meccanica e non infiammatoria o infettiva, i farmaci comuni sono poco efficaci. Essenziale è che al più presto si stabilisca un piano d’azione in modo che la necessità di mantenere lo stent sia resa più breve possibile.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
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La causa è una stenosi al giunto pielo ureterale. Il posizionamento dello stent è per evitare un nuovo restringimento della stenosi in attesa di intervento di pieloplastica (in lista di attesa).

Sono davvero debilitato da questo bruciore alla minzione, che è molto, molto forte (specie dopo i pasti).
Per Enterococco Faecalis sto assumendo amoxicillina da 4 giorni, ma al momento nessun effetto migliorativo.

La ringrazio per la Cortesia
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Dr. Paolo Piana Urologo 45.7k 1.9k
Come le abbiamo già scritto, l’irritazione da stent è di tipo essenzialmente meccanico. Se vi fosse infezione, quasi sicuramente lei avrebbe le febbre, anche elevata. L’enterococco, di origine intestinale, non è un batterio comunemente coinvolto nelle infezioni urinarie, più facilmente colonizza esternamente pelle e mucose dell’area genitale, contaminando al passaggio il campione di urine. La terapia antibiotica è quindi discutibile e spesso viene fatta per eccesso di scrupolo, ma non vi è molto da attendersi per il controllo dei disturbi. Sempre per il fatto che lo stimolo è di tipo meccanico e non infiammatorio, i comuni farmaci antidolorifici sono poco efficaci. Si può ricorrere ad antidolorifici più potenti (oppioiodi e derivati vari) che hanno però degli effetti collaterali più consistenti. Se è pur vero che spesso con il tempo si instaura una. sorta di adattamento, non ci resta che augurarle che l’attesa per l’intervento possa essere la più breve possibile.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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