Vorrei conferma di una terapia post operazione holep
Buongiorno, ho 70 anni, dopo parecchi anni di dolore saltuario alla prostata (fitte) non collegato a particolari eventi, minzione frequente di giorno e di notte e sangue saltuariamente nell’eiaculazione, ho deciso di operarmi.
Gli esami effettuati in precedenza sono:
1982 cistouretrografia minzionale retrograda con esito diffusa stenosi uretrale
2022 (e anche nelle successive nel 2023 e 2024) ecografia addome con esito Vescica distesa con pareti di spessore lievemente aumentato in rapporto ad ipertrofia detrusoriale.
È presente formazione diverticolare della parete laterale sinistra, nel colletto di 5 mm e volume di circa 5cc, non modificata in fase post minzionale.
Dopo la minzione nel contesto della vescica sono documentabili circa 26 cc.
Non sono evidenziabili segni di processi aggettanti nel lume vescicale.
Condizione di ipertrofia trilobata della prostata, di circa 45 cc circa (51x39x45 mm circa) con adenomatosi strutturalmente disomogenea, senza significative alterazioni profili capsulari prostatici all’esplorazione sovrapubica.
Vescicole seminali normali; Reni in sede, strutturalmente regolari (tranne una formazione cistica al polo superiore a destra di 30 mm circa) non mostranti segni di dilatazione di sistemi escretori).
Valore creatinina 1, 2
A metà ottobre 2024 sono stato operato.
L’intervento è stato così descritto: Holep, diverticulectomia endoscopica.
Nella descrizione dell’intervento viene definito sfintere esterno ipertonico
Nell’esame istologico sono stati esaminati Frammenti multipli del diametro di cm 6 in aggregato con diagnosi: Iperplasia adenomatosa della prostata con multifocale flogosi cronica riacutizzata ed ascessualizzata
Nella successiva terapia sono stati prescritti dal chirurgo un miorilassante, un diuretico e un antidolorifico e antibiotici per una settimana.
Per il mese successivo sono continuati dolori e bruciore diffusi e minzione molto frequente ma flusso sempre più regolare.
Tutte le urinoculture sono sempre risultate negative.
Alla visita di controllo dopo 1 mese sono stato dichiarato clinicamente guarito, nonostante il dolore e i bruciori continuassero.
L’ecografia ha evidenziato la riduzione della prostata, l’allargamento della stenosi uretrale nella zona cervicale e l’eliminazione del diverticolo.
Dopo 3 giorni dalla visita la situazione è nettamente peggiorata con necessità di minzione continua e bruciore molto forte.
Mi sono stati prescritti, sempre dal chirurgo, antibiotici in dose alta per una settimana e dopo una settimana, senza avere miglioramenti significativi, successivamente antinfiammatori (paracetamolo e ipobrufene) per 20 giorni e un agonista dei recettori adrenergici beta 3 per 6 mesi.
La diagnosi è stata di sindrome della vescica iperattiva.
Ho iniziato adesso la cura con antinfiammatorio e medicinale agonista dei recettori adrenergici beta 3 e chiedo se le cure post operatorie di un intervento di Holep, che mi sono state prescritte, sono giuste.
Grazie
Gli esami effettuati in precedenza sono:
1982 cistouretrografia minzionale retrograda con esito diffusa stenosi uretrale
2022 (e anche nelle successive nel 2023 e 2024) ecografia addome con esito Vescica distesa con pareti di spessore lievemente aumentato in rapporto ad ipertrofia detrusoriale.
È presente formazione diverticolare della parete laterale sinistra, nel colletto di 5 mm e volume di circa 5cc, non modificata in fase post minzionale.
Dopo la minzione nel contesto della vescica sono documentabili circa 26 cc.
Non sono evidenziabili segni di processi aggettanti nel lume vescicale.
Condizione di ipertrofia trilobata della prostata, di circa 45 cc circa (51x39x45 mm circa) con adenomatosi strutturalmente disomogenea, senza significative alterazioni profili capsulari prostatici all’esplorazione sovrapubica.
Vescicole seminali normali; Reni in sede, strutturalmente regolari (tranne una formazione cistica al polo superiore a destra di 30 mm circa) non mostranti segni di dilatazione di sistemi escretori).
Valore creatinina 1, 2
A metà ottobre 2024 sono stato operato.
L’intervento è stato così descritto: Holep, diverticulectomia endoscopica.
Nella descrizione dell’intervento viene definito sfintere esterno ipertonico
Nell’esame istologico sono stati esaminati Frammenti multipli del diametro di cm 6 in aggregato con diagnosi: Iperplasia adenomatosa della prostata con multifocale flogosi cronica riacutizzata ed ascessualizzata
Nella successiva terapia sono stati prescritti dal chirurgo un miorilassante, un diuretico e un antidolorifico e antibiotici per una settimana.
Per il mese successivo sono continuati dolori e bruciore diffusi e minzione molto frequente ma flusso sempre più regolare.
Tutte le urinoculture sono sempre risultate negative.
Alla visita di controllo dopo 1 mese sono stato dichiarato clinicamente guarito, nonostante il dolore e i bruciori continuassero.
L’ecografia ha evidenziato la riduzione della prostata, l’allargamento della stenosi uretrale nella zona cervicale e l’eliminazione del diverticolo.
Dopo 3 giorni dalla visita la situazione è nettamente peggiorata con necessità di minzione continua e bruciore molto forte.
Mi sono stati prescritti, sempre dal chirurgo, antibiotici in dose alta per una settimana e dopo una settimana, senza avere miglioramenti significativi, successivamente antinfiammatori (paracetamolo e ipobrufene) per 20 giorni e un agonista dei recettori adrenergici beta 3 per 6 mesi.
La diagnosi è stata di sindrome della vescica iperattiva.
Ho iniziato adesso la cura con antinfiammatorio e medicinale agonista dei recettori adrenergici beta 3 e chiedo se le cure post operatorie di un intervento di Holep, che mi sono state prescritte, sono giuste.
Grazie
[#1]
Noi a distanza non siamo certamente qui per giudicare le prescrizioni dei nostri Colleghi, che hanno l'insostituibile vantaggio di conoscere direttamente lei e la sua situazione. Il decorso dopo qualsiasi intervento sulle basse vie urinaarie e la prostata porta ad una assai graduale evoluzione, che tende a stabilizzarsi nell'arso di 40-60 giorni. Talora il decorso è più prolungato, la causa è una maggiore lentezza dei naturali processi di cicatrizzazione, con persistenza di esposizione dei tessuti all'urina acida. Nella maggior parte dei casi non vi è alcuna componente infettiva e gli antibiotici sono del tutto inutili.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 25 visite dal 07/12/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.