PSA post-RALP ormai preoccupante?
85 - Gleason 3+4 (grado 4: 10% del totale neoplastico).
Stadio TNM: pT3A-N0 - Linfonodi pelvici indenni da metastasi - Volume tumorale: 4% del parenchima - Invasione vascolare: non identificata - Margini di resezione: coinvolti in sede basale di destra del pezzo operatorio da focolai neoplastici.
Indenne l'mpliamento basale di destra successivamente inviato.
I restanti margini indenni).
Questo l'andamento del PSA fino ad oggi:
22-03-19 0.006
15-06-19 0.006
09-09-19 0.006
10-12-19 0.006
12-06-20 0.006
07-10-20 0.010
17-12-20 0.010
22-04-21 0.020
27-09-21 0.030
17-02-22 0.040
14-06-22 0.060
14-10-22 0.073
14-02-23 0.099
19-04-23 0.103
30-06-23 0.102
09-10-23 0.124
20-12-23 0.152
12-02-24 0.150
23-05-24 0.177
12-09-24 0.194
12-11-24 0.251
Dopo un periodo in cui il PSA sembrava essersi stabilizzato, ecco un nuovo rialzo del 25% circa rispetto all'ultimo valore misurato, con un doubling-time (si dice così?) dell'ordine dell'anno (rispetto all'ultimo valore).
Ovviamente sono preoccupato, anche perchè numerosi miei "compagni di sventura" mi riferiscono in generale PSA costantemente quasi indosabili dopo le loro RALP.
Ho effettuato la PET-PSMA il 20/02/2024, la quale è risultata negativa.
Prima domanda: visto questo utlimo "balzo" del PSA, la PET fatta a Febbraio è ancora significativa?
Ho anche effettuato la visita dal radioterapista, il quale è "pronto" per partire, ma dato che penso che la radioterapia abbia senso nel caso di ripresa solo locale, ecco perchè mi domando se devo effettuare di nuovo la PET.
Purtroppo ho una figlia disabile per motivi psichiatrico/psicologici, e a Natale le ho promesso una vacanza.
Nel caso debba effettuare la radioterapia, posso aspettare Gennaio, oppure devo "correre"?
Infine, per quanto riguarda la radioterapia: io purtroppo, quando fui operato di RALP, ebbi delle complicanze chirurgiche, in quanto si aprì una deiscenza nell'anastomosi che si richiuse da sola, ma dopo una permanenza di circa due mesi in ospedale.
La mia continenza è ottima.
La radioterapia può generare, nel mio particolare caso, dei problemi maggiori rispetto alla media (perdita di continenza, maggiore rischio di stenosi, eccetera)?
Per quanto sia ovvio che il tumore è il problema principale ed indifferibile a cui metter mano, mi pongo, penso legittimamente, queste domande.
Morale: sono oggettivamente preoccupato.
E' un situazione seria?
Cosa mi consigliate di fare ad oggi?
Grazie mille
Stefano.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
parliamo di un adenocarcinoma prostatico con estensione extracapsulare e margini chirurgici positivi all'intervento. Questi dati potevano già' far pensare ad un rischio elevato di permanenza di malattia e ripresa del PSA negli anni successivi.
Il valore del PSA totale dopo prostatectomia radicale generalmente mostra valori a doppio zero, 0.0... L'aumento del PSA totale a 0.20 ng/ml e' considerato sempre una ripresa biochimica di malattia ed indica che il residuo di neoplasia lasciato all'atto chirurgico ( considerati i margini positivi) sta riprendendo a crescere.
E' quindi fondamentale eseguire una radioterapia pelvica presto, prima che i valori del PSA raggiungano i 0.40 ng/ml.
Questo perche' fino a quando l'aumento del PSA non raggiunge 0.40 ng/ml e' molto probabile che la neoplasia residua sia ancora nella loggia prostatica in sede locale e quindi la radioterapia ( che e' un trattamento ancora locale) puo' avere un effetto completo. Nel momento in cui il PSA totale raggiunge 0.40 ng/ml e' probabile che cellule neoplastiche attraverso la circolazione linfatica o ematica, si siano allontanate dalla zona prostatica e non vengano quindi incluse dalla radioterapia, rendendo inefficace la stessa.
E' molto raro che questo residuo di malattia con valori cosi' contenuti di PSA sia visibile radiologicamente anche ad un esame di nuova generazione come la PET TC con PSMA. Questo non vuol dire che non ci sia neoplasia residua, ma che la stessa non e' ancora radiologicamente visibile.
E' un grande errore aspettare che qualcosa sia visibile per eseguire la radioterapia, perché' in quel momento generalmente la radioterapia non risolverà' il problema, costringendo ad una terapia non più' curativa ma solo rallentante, sistemica con castrazione farmacologica.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Chirurgia Robotica
Coordinatore Gruppo Multidisciplinare Tumore Prostatico
Universita' sapienza di Roma
alessandrosciarra.it
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

Questo sabato ho effettuato una visita da un urologo di un grande ospedale del milanese che pur non essendo il chirurgo che mi ha operato (sono stato operato in altro ospedale), conosce il mio caso sin da prima della RALP.
Orbene, queste sono le cose che in sintesi mi ha detto :
a) una PET negativa di fatto non dá informazioni operative, proprio perché non rivela dove stanno le cellule che causano la ripresa del PSA.
b) la metodologia di irradiare "a pioggia" (mia espressione, n.d.r.) la loggia prostatica (lui l'ha chiamata "scavo pelvico") con una radioterapia di salvataggio risponde quindi ad un fatto statistico (mi ha anche detto che queste radioterapie hanno una probabilitá di successo del 60%, semplicemente per il fatto che il gruppo di cellule neoplastiche residue potrebbe trovarsi nelle vicinanze ma al di fuori della zona irradiata), e, testuali parole, corrisponde ad una strategia abbastanza datata, visti gli ultimi sviluppi nella sensibilitá delle metodologie di indagine.
c) meglio sarebbe attendere che il gruppo di cellule residue "si rivelino" e, una volta che si sa dove sono, irradiare il bersaglio che si e'rivelato e non necessariamente tutta la zona.
d) la radioterapia non é una "passeggiata di salute", viste le possibilitá di conseguenze a livello di retto e vescica (domanda: viste le complicanze da me sofferte, nel mio caso tali possibilitá sono maggiori?).
Che dire? Sinceramente io da un lato, visto che ora la mia qualitá della vita, ad esempio come continenza. é ottima, mi dispiacerebbe perdere tale situazione, ma ancor di piú temo di lasciare queste cellule a proliferare e sperare che nel frattempo non combinino guai peggiori!
Infatti chi assicura che tali cellule, oltre a "rivelarsi" (e capisco che quindi cosí la radioterapia possa essere piú localizzata, specifica ed effettiva), non lascino nel frattempo in giro per il corpo dei "semi" che poi daranno grossi problemi in seguito?
Tra parentesi, che ne dite della statistica 60/40 che mi é stata comunicata? E' realmente cosi "bassa" la probabilitá di successo/eradicazione di una radioterapia di salvataggio?
Ed infine, dato l'andamento dei miei valori di PSA, ragionevolmente parlando, quanto tempo ho, vuoto per pieno, per decidermi sul da farsi (considerando che tra la messa in nota e l'inizio della terapia vera e propria, mi han detto che mediamente passano due mesi circa).
Grazie mille.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

ho una domanda abbastanza urgente, dato che mi hanno chiamato per dopodomani allo scopo di effettuare la TAC d centraggio per la radioterapia di salvataggio che ho deciso di effettuare (ricordo che ho già effettuato cinque anni fa la RALP, e che ora il mio PSA è a 0.251).
Purtroppo non mi ricordo quanto mi disse il radioterapista a proposito della preparazione di questo esame, ed in particolare se occorre effettuarlo a vescica piena o vuota.
Grazie e cordiali saluti
Stefano
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

ho effettuato il 28/01 la PET con PSMA che risulta negativa. A proposito di questo risultato (penso importante) ho una domanda che sembrerá scontata, ma mi viene. Il referto dice testualmente : "non si osservano significative alterazioni della distribuzione del radiofarmaco riferibili a localizzazioni di malattia prostatica" .... "Conclusioni : non evidenza di malattia prostatica ad elevata espressione del PSMA". Ma come mai quell'aggettivo "prostatica"? La citata negativitá si riferisce solo alla zona della prostata o a tutto il corpo? Scusatemi, ma il dubbio non mi sarebbe venuto se avessi ad esempio letto : "non evidenza di malattia (e basta, senza "prostatica") etc. etc. etc.".
Detto ció vi é un altro risultato che vale la pena di riportare. Per la prima volta da tanto tempo, il PSA, misurato sempre il 28/01, invece di aumentare é diminuito, passando dal 0.251 di metá ottobre a 0.217. Gli ultimi valori sono quindi i seguenti :
19-04-23 0.103
30-06-23 0.102
09-10-23 0.124
20-12-23 0.152
12-02-24 0.150
23-05-24 0.177
12-09-24 0.194
12-11-24 0.251
28-01-25 0.217
Ora non so se questo risultato possa anche essere una incidenza del fatto che da inizio ottobre 2024 mi sono messo a dieta un po' ferrea ed ho perduto circa 10 kg (sono passato da 82 kg. circa ai 71 kg. attuali - sono alto 1.73 m e ho 64 anni), ma a parte questo utlimo fattore (che non penso sia cosí significativo e che cito solo per completezza), peró a questo punto, che siginificato dare a questa ultima diminuzione del PSA? Puó fare nascere una riflessione sulla opportunitá o meno di effettuare or ora la radioterapia (sono comunque giá in lista, ho giá fatto il posizionamento e sto aspettando che mi chiamino, penso a giorni, per la TAC di centraggio)? Oppure di fatto questo non cambia la strategia intrapresa e quindi vado avanti sulla strada giá imboccata?
I miei dubbi nascono non da un timore irrazionale per la radioterapia, che non ho, ma dalla consapevolezza che si tratta comunque di un trattamento che ha anche i suoi effetti collaterali, per quanto io sia d'accordo sul fatto che non é certo il caso di aspettare che questo tumore "se ne vada in giro". E' peró forse anche il caso di vedere se tale diminuzione del PSA si conferma successivamente? E nel caso, fra quanto tempo?
Insomma, confesso che sono un po' in riflessione......
Grazie mille.
La minima oscillazione del valore del PSA non è significativa, senz’altro si confermano le indicazioni alla radioterapia pelvica.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

a) il PSA si potrebbe "stabilizzare" (anche se l'oscillazione in discesa dell'ultima misura è minima (comunque circa del 15%), c'è comunque stata).
b) la radioterapia (nel mio caso di salvataggio) non è una passeggiata di salute
c) gli studi attuali indicano che per PSA compresi tra 0.2 e 0.5, l'aspettativa di vita che consegue ad una radioterapia di salvataggio, è la medesima.
Di queste, la indicazione strategica "in positivo" è ovviamente la prima (nel senso che si fa una cosa non solamente per evitarne un'altra). Ma io mi domando : cosa significa di fatto che un PSA, comunque di valore attorno a 0.2 post RALP, si "stabilizza" (ovviamente ammesso che lo faccia)? Vuol dire che le cellule tumorali non aumentano di numero e quindi la malattia presente non è di fatto pericolosa? Ma con un PSA di 0.2, anche ipotizzando che "si stabilizzi", tali cellule sono sempre in grado poi di generare tumori secondari a distanza?
Ed infine una domanda : per quanto tempo il risultato della PET-PSMA negativa conserva la sua validità?
Grazie mille
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

Ed inoltre : una PET-PSMA negativa ed una TAC di centraggio fatte oggi, per quanto tempo conservano la loro "validità"? Grazie mille.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
dopo un intervento di prostatectomia radicale per tumore prostatico i valori considerati nella pratica clinica indicatori di risposta positiva alla chirurgia sono generalmente dei valori a doppio zero dopo la virgola ( es 0.01,0.04....). Gia' un valore del PSA totale che raggiunge 0.1 , valore confermato a due rilevamenti successivi, indica una progressione della neoplasia ed un residuo post chirurgia.
Il valore considerato limite per iniziare una terapia e' 0.2 ng/ml.
nel momento in cui il paziente raggiunge questo valore di PSA totale 0.2 ng/ml sempre confermato a due rilevamenti successivi, non ci sono dubbi sulla presenza di una neoplasia residua.
Questa neoplasia residua, ad un valore di 0.2 di PSA, inizialmente e' rappresentata da un numero di cellule limitato cosi' da non essere visibile neanche all'esame radiologico più' sensibile quale la PET TC con PSMA che va sempre eseguita in questi casi.
La presenza di una PET TC con PSMA negativa, che non individua residui di malattia, non vuol dire che il paziente non abbia una neoplasia prostatica residua in progressione, ma solo che questa e' ancora in fase iniziale.
Tra un valore di PSA totale 0.2 e 0.4, tutti gli studi mostrano che nella maggior parte dei casi la progressione di malattia e' ancora in sede locale, loggia prostatica e che una radioterapia della loggia potrebbe, potrebbe ancora risolvere in maniera definitiva.
Se erroneamente, si aspetta che il PSA totale superi 0.4 ng/ml, si da tempo alle cellule neoplastiche di trovare un vaso linfatico o ematico ed allontanarsi dalla zona dell'intervento, rendendo la radioterapia inefficace e trasformando la malattia neoplastica in sistemica, con cellule tumorali circolanti.
Se questo avviene, la neoplasia non e' più' curabile ma solo cronicizzabile, rallentatile dalla terapia sistemica di deprivazione androginica e successive associazioni.
In tutto questo la PET TC con PSMA, spesso rimane negativa per mesi, ci sono pazienti che con un PSA totale anche a 1.0 ng/ml hanno una PET TC negativa, perché' non riesce a captare queste cellule circolanti o piccoli aggregati.
Ad un certo momento la PET TC diverta' positiva , a volte con una o due localizzazioni, a volte subito con localizzazioni multiple, ossee o linfonodali.
E' un errore non provare ad utilizzare la radioterapia al momento giusto, cioè' con un aumento del PSA totale fino a 0.4 ng/ml perché' potrebbe essere una ulteriore possibilità' di cura.
Se si aspetta oltre , scende l'utilità' della radioterapia, e allora la terapia sistemica "palliativa cronicizzate", deve invece non essere affrettata ma gestita al momento giusto ( che puo' essere la comparsa di metastasi alla PET), perché' non e' una terapia curativa.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Chirurgia Robotica
Coordinatore gruppo Multidisciplinare Tumore Prostatico
University' Sapienza di Roma
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

Se effettuo, dato che mi hanno già dato una data, la TAC di centraggio oggi, per quanto tempo il risultato di questa centratura rimane valido ai fini della centratura della terapia vera e propria? Oppure la TAC di centraggio va obbligatoriamente fatta (cosa che mi sembra più logica) nelle immediate vicinanze delle applicazioni?
Detto ciò, quando mi conviene effettuare questa (eventuale) misura di PSA visto che l'ultima misura, come suddetto, è stata effettuata il 28/01/2025? Ancora grazie.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

ho preso la decisione di effettuare la SRT alla loggia prostatica che inizierà settimana prossima (sono 35 sedute in sette settimane).
Due domande : alla TAC di centratura mi sono presentato con la vescica molto piena (forse avevo bevuto troppo). Il tecnico ha chiamato il Medico che però ha deciso di effettuare comunque la TAC, e poi mi ha detto di presentarmi anche bevendo un po' di meno (quindi, presumo, a vescica anche un po' meno colma). La situazione nvece di svuotamento del retta era OK. Il fatto di avere effettuato la TAC a vescica così colma può generare dei problemi di precisione del puntamento e quindi della zona irradiata durante le sedute applicative vere e proprie?
Io ho l'abitudine di effettuare circa 45-60 minuti di ginnastica al giorno abbastanza intensa (corpo libero, ovvero flessioni etc a tutti i distretti muscolari, compresi gli addominali e venti minuti di stepper). Posso continuare in tal modo e con la stessa intensità e frequenza tale attività durante la radioterapia? Inoltre sono iscritto ad un società sportiva di tennis tavolo, che è una attività alla quale tengo molto. Anche qui mi domando se ci sono delle controindicazioni tra questa attività (che comprende movimenti rapidi, piccoli balzi, etc.) e la radioterapia.
Infine io utilizzo una motocicletta per spostamenti non lunghi (max una trentina di km) e non in maniera sistematica. Devo limitarne od addiruttura sospenderne l'uso? Ad esempio mi piacerebbe recarmi alle sedute in moto data l'agilità e la facilità di parcheggio (sono circa venti minuti di tragitto). Posso farlo o à meglio di no?
Grazie mille delle informazioni.
La domamnda è da porre al radioterapista.
Nessun problema per l'attività fisica, senza uso di pesi. Per la sella invece penseremmo che forse è meglio evitare.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

sono alla 14a seduta su 32 della mia radioterapia di salvataggio e vi scrivo perchè proprio
ieri si è risvegliato (forse) uno "spettro" che si era purtroppo evidenziato ad inizio 2019, quando fui operato di RALP.
Allora, purtroppo, si formò una deiscenza nella anastomosi tra vescica ed uretra che mi
obbligò ad un secondo ricovero di circa due mesi in attesa che quella fistola si chiudesse
spontaneamente (rimasi con il catetere tutto quel tempo).
Per fortuna il tutto si chiuse ed io da allora recuperai una ottima continenza ed una vita di
fatto normale.
Ma questo sabato mi è successa la seguente cosa : ho iniziato a sentire dei dolori diffusi
a tutto il basso ventre che sono durati un due/tre orette, e che poi nel pomeriggio si sono
rimessi (anche se qualcosina la sento ancora).
Questi dolori mi hanno preoccupato perchè assomigliavano, anche se non identici, a quei
tristi dolori che si palesarono quando mi tolsero il catetere dopo la prima operazione, e, a
causa di quella fistola, l'urina mi si spargeva in pancia.
Occorre precisare che : dato che ad ogni seduta di SRT mi devo presentare a vescica piena
(non come ad una uroflussometria, però) e soprattutto a retto svuotato, io, per evitare di
dover fare un clistere ogni mattina, ovvero per andare naturalmente, sto seguendo di mia
iniziativa una dieta decisamente lassativa (verdura a go' go' cruda e cotta, tre kiwi, due
cucchiai di crusca di grano al dì, ogni sera tazza di decotto di mele cotte e due prugne,
yogurt activia, pane non molto ed integrale, pasta integrale, etc. etc.).
Inoltre sto bevendo molto, più di due litri di acqua al giorno, ed infatti sono abbastanza
spesso in bagno ad urinare (tra parentesi l'urina è sempre chiara e pulita, no tracce di
sangue almeno alla vista).
Magari è stata una questione di intestino, però quell'antico "spettro" mi è tornato alla mente,
anche se oggettivamente nel contempo mi domando se per effetto della SRT e/o della dieta,
e/o di qualunque altro motivo, sia possibile che si rimetta a spandere, anche poco, una
cicatrice che si è chiusa più di cinque anni fa. Occorre dire che ora non sento più dolore.
Ma, oltre a questo, un'altra cosa, non so se per effetto della SRT od altro, oggettivamente
sta succedendo : un decisamente forte aumento della sensazione di urgenza minzionale,
anche con relativamente non molta urina in vescica : quando arriva lo stimolo è molto
più "esplosivo" rispetto a prima, tanto è vero che per la prima volta dall'operazione, in
quei momenti mi capita di perdere, ed anche non pochissimo, e questa è una cosa che
mi dispiace molto, e mi domando se si rimetterà o no (e mancano 20 sedute circa....).
Grazie per il Vostro supporto.
Stefano
N.B. Il medico mi sta facendo prendere fermenti lattici e due pastiglie di Simeticarbon ogni volta dopo i pasti. Inoltre, per la vescica, due tazze di malva mattina e sera, ma vedo che...
non basta, almeno così sembra.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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