Terapia per cistite cronica abatterica
Spett.
li Dottori,
sono un Medico Veterinario e scrivo per chiedere un consulto riguardo alle persistenti problematiche urinarie di mia madre, una donna di 69 anni con una storia clinica che include diabete mellito, ipertensione arteriosa e una recente coronaropatia (nel 2020 STEMI inferiore).
Nessun pregresso problema a carico dell’apparato genitourinario.
In anamnesi remota presenza di microlitiasi renali multiple bilaterali.
A dicembre episodio di colica renale per calcolo impegnato a livello ureterale.
Il calcolo viene espulso autonomamente senza complicazioni.
Diagnosticato tramite TC un calcolo di 3 cm a livello del bacinetto renale sinistro quindi intervento elettivo eseguito a febbraio 2024, (uretrocistoscopia retrograda) per il calcolo (senza complicazioni) e concomitante applicazione di stent ureterale, tenuto in sede per un mese senza problemi.
Dal momento della rimozione dello stent, quindi quasi 9 mesi, è iniziato l’incubo.
Mia madre ha iniziato e continua a manifestare: bruciore, urgenza, nicturia, sporadica ematuria, e frequenza urinaria eccessiva (>20 vv/die) impattando la qualità della sua vita (ha perso diversi kg).
Esami: numerosi esami delle urine (tutti negativi per infezione), esame citologico (negativo su tre campioni) e una biopsia vescicale un mese fa (negativa DG: flogosi grave-escluso CIS o npl) Terapie precedenti: Sono state provate diverse terapie farmacologiche, tra cui Monuril e antiinfiammatori non steroidei (FANS), senza ottenere alcun beneficio.
Inoltre, è stata modificata la formulazione di un integratore, sostituendolo con uno contenente metionina.
Terapie attuali: Per il diabete e l'ipertensione: triveram, metoprololo, ASA, singjardi Per la cistite: MANNOVIT, JALOREST e URACIDINA: zero miglioramenti clinici.
Due urologi che hanno confermato la presenza di una cistite cronica e hanno mantenuto la terapia in corso.
È stata valutata anche la possibilità di eseguire lavaggi vescicali e instillazioni di farmaci endovescicali (acido jaluronico), ma questa opzione è stata successivamente scartata (senza un reale motivo).
Non sono state date indicazioni dietetiche specifiche (ritenute dagli specialisti inutili) ad eccezione di bere circa 2 litri di acqua al giorno.
Chiedo il vostro consulto per comprendere le possibili cause di questa cistite cronica, resistente alle terapie finora effettuate.
Sarei grato se poteste suggerire ulteriori accertamenti diagnostici o terapie alternative.
Anche un contatto di un’urologo specializzato in questa problematica sarebbe molto accetto (residiamo a Milano).
Sono (siamo) davvero disperati e trovo assurdo non possa esistere una terapia più efficace dell’utilizzo di integratori, soprattutto per la gestione del dolore e ridurre la frequenza dello stimolo urinario.
Ad esempio il cortisone sarebbe una via percorribile in tal senso, nonostante il diabete (ora sotto controllo), oppure non è una terapia valida?
Ringraziando anticipatamente per l’attenzione, porgo cordiali saluti.
li Dottori,
sono un Medico Veterinario e scrivo per chiedere un consulto riguardo alle persistenti problematiche urinarie di mia madre, una donna di 69 anni con una storia clinica che include diabete mellito, ipertensione arteriosa e una recente coronaropatia (nel 2020 STEMI inferiore).
Nessun pregresso problema a carico dell’apparato genitourinario.
In anamnesi remota presenza di microlitiasi renali multiple bilaterali.
A dicembre episodio di colica renale per calcolo impegnato a livello ureterale.
Il calcolo viene espulso autonomamente senza complicazioni.
Diagnosticato tramite TC un calcolo di 3 cm a livello del bacinetto renale sinistro quindi intervento elettivo eseguito a febbraio 2024, (uretrocistoscopia retrograda) per il calcolo (senza complicazioni) e concomitante applicazione di stent ureterale, tenuto in sede per un mese senza problemi.
Dal momento della rimozione dello stent, quindi quasi 9 mesi, è iniziato l’incubo.
Mia madre ha iniziato e continua a manifestare: bruciore, urgenza, nicturia, sporadica ematuria, e frequenza urinaria eccessiva (>20 vv/die) impattando la qualità della sua vita (ha perso diversi kg).
Esami: numerosi esami delle urine (tutti negativi per infezione), esame citologico (negativo su tre campioni) e una biopsia vescicale un mese fa (negativa DG: flogosi grave-escluso CIS o npl) Terapie precedenti: Sono state provate diverse terapie farmacologiche, tra cui Monuril e antiinfiammatori non steroidei (FANS), senza ottenere alcun beneficio.
Inoltre, è stata modificata la formulazione di un integratore, sostituendolo con uno contenente metionina.
Terapie attuali: Per il diabete e l'ipertensione: triveram, metoprololo, ASA, singjardi Per la cistite: MANNOVIT, JALOREST e URACIDINA: zero miglioramenti clinici.
Due urologi che hanno confermato la presenza di una cistite cronica e hanno mantenuto la terapia in corso.
È stata valutata anche la possibilità di eseguire lavaggi vescicali e instillazioni di farmaci endovescicali (acido jaluronico), ma questa opzione è stata successivamente scartata (senza un reale motivo).
Non sono state date indicazioni dietetiche specifiche (ritenute dagli specialisti inutili) ad eccezione di bere circa 2 litri di acqua al giorno.
Chiedo il vostro consulto per comprendere le possibili cause di questa cistite cronica, resistente alle terapie finora effettuate.
Sarei grato se poteste suggerire ulteriori accertamenti diagnostici o terapie alternative.
Anche un contatto di un’urologo specializzato in questa problematica sarebbe molto accetto (residiamo a Milano).
Sono (siamo) davvero disperati e trovo assurdo non possa esistere una terapia più efficace dell’utilizzo di integratori, soprattutto per la gestione del dolore e ridurre la frequenza dello stimolo urinario.
Ad esempio il cortisone sarebbe una via percorribile in tal senso, nonostante il diabete (ora sotto controllo), oppure non è una terapia valida?
Ringraziando anticipatamente per l’attenzione, porgo cordiali saluti.
[#1]
Caro Dottore,
per ovvi motivi di correttezza non non possiamo fornire consigli su singoli professionisti o centri di cura con riferimento al caso specifico.
Ci pare di comprendere che sia stato trattato per via endoscopica retrograda (RIRS) un calcolo renale di 3 cm (?) È buono da pensare che anche la litotrissia più meticolosa abbia lasciato dietro di sé dei frammenti residui, la cui presenza nell’ultimo tratto dell’uretere potrebbe giustificare dei disturbi vescicali irritativi (cosiddetta sintomatologia espulsiva). Ci chiediamo se dopo l’intervento siano stati eseguiti dei controlli a tal riguardo. Considerate le dimensioni del calcolo iniziale nella nostra pratica non disdegneremmo di ripetere una TAC dell’addome senza mezzo di contrasto, proprio per non incorrere in questo tipo di dubbi. Ci lascia inoltre abbastanza perplessi che tutti i disturbi siano esorditi dopo la rimozione dello stent. Manifestazioni come la cistite interstiziale hanno in genere un esordio più lungo e graduale, preceduti da episodi di cistite acuta ripetuti nel tempo.
per ovvi motivi di correttezza non non possiamo fornire consigli su singoli professionisti o centri di cura con riferimento al caso specifico.
Ci pare di comprendere che sia stato trattato per via endoscopica retrograda (RIRS) un calcolo renale di 3 cm (?) È buono da pensare che anche la litotrissia più meticolosa abbia lasciato dietro di sé dei frammenti residui, la cui presenza nell’ultimo tratto dell’uretere potrebbe giustificare dei disturbi vescicali irritativi (cosiddetta sintomatologia espulsiva). Ci chiediamo se dopo l’intervento siano stati eseguiti dei controlli a tal riguardo. Considerate le dimensioni del calcolo iniziale nella nostra pratica non disdegneremmo di ripetere una TAC dell’addome senza mezzo di contrasto, proprio per non incorrere in questo tipo di dubbi. Ci lascia inoltre abbastanza perplessi che tutti i disturbi siano esorditi dopo la rimozione dello stent. Manifestazioni come la cistite interstiziale hanno in genere un esordio più lungo e graduale, preceduti da episodi di cistite acuta ripetuti nel tempo.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Buongiorno dott. Piana, e innanzitutto grazie per la risposta.
C'è stato un errore di battitura, il calcolo aveva dimensioni di circa 2 cm, non 3 come erroneamente riportato. Per quanto riguarda l'accertamento proposto (TC) è stata eseguita a giugno quindi a distanza di 3 mesi e non ha mostrato alterazioni degne di nota che giustificassero il persistere della flogosi vescicale.
Riporto fedelmente il risultato dell'istologico: sezioni di parete vescicale, completamente disepitelizzata, sede di marcata flogosi cronica in lamina propria. Non evidenza di neoplasia nelle sezioni esaminate
Per cui pare escluso un CIS, ma pare trattarsi di flogosi cronica. A suo parere un decorso così lungo è normale? non esistono altre terapie, anche topiche, più efficaci per migliorare la qualità di vita riducendo i sintomi e la flogosi?
Grazie ancora per l'attenzione.
C'è stato un errore di battitura, il calcolo aveva dimensioni di circa 2 cm, non 3 come erroneamente riportato. Per quanto riguarda l'accertamento proposto (TC) è stata eseguita a giugno quindi a distanza di 3 mesi e non ha mostrato alterazioni degne di nota che giustificassero il persistere della flogosi vescicale.
Riporto fedelmente il risultato dell'istologico: sezioni di parete vescicale, completamente disepitelizzata, sede di marcata flogosi cronica in lamina propria. Non evidenza di neoplasia nelle sezioni esaminate
Per cui pare escluso un CIS, ma pare trattarsi di flogosi cronica. A suo parere un decorso così lungo è normale? non esistono altre terapie, anche topiche, più efficaci per migliorare la qualità di vita riducendo i sintomi e la flogosi?
Grazie ancora per l'attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 155 visite dal 10/11/2024.
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Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.