Prostatite
Salve,
Sono un uomo di 36 anni che da un anno soffro di problemi urologici in particolare tenesmo vescicale con fastidio a livello uretrale alla base del pene, minzioni frequenti e dolore retto-perianale.
Il tutto è iniziato dopo un episodio di febbre alta con tanto di positività al COVID.
Dopo varie analisi è emerso dalle spermiocultura infezione da enterocco fecalis trattata con ciproxin per 10 dí secondo ABG.
Purtroppo l infezione, dopo circa 2 mesi dall episodio febbrile, si è tramutata in ascesso prostatico molto doloroso con peggioramento importante dei sintomi urinarie che mi ha costretto a rivolgermi al pronto soccorso.
Da febbraio a luglio la terapia è stata improntata su numerosi cicli di antibiotici e antinfiammatori a causa della presenza costante negli esami, sia di secreto prostatico che di spermiocultura, dell' enterococco e dai sintomi severi che mi costringevano a stare sdraiato ed usare borse dell'acqua calda per alleviare i sintomi, in quanto in piedi mi era impossibile stare per la forte sensazione di emergenza minzionale e dolore uretro-perianale.
A luglio il mio urologo decide di consultare un infettivologo e mi reco al Cotugno di Napoli per esami approfonditi.
Finalmente, dopo mesi, gli esami culturali e del sangue risultano negativi ed inizio ad avere dei miglioramenti.
Ad oggi, a distanza di 4 mesi dall ultima spermiocultura negativa, ho ancora sintomi urinarie importanti che mi costringono ad andare in bagno ogni ora (non mi svegliano durante il sonno) ed avere quella fastidiosa sensazione di tenesmo, soprattutto in posizione eretta.
Ho fatto vari esami sia strumentali che non, tra cui: PSA intorno ad 1. 4 fisso e dimensione prostata giusto nei limiti, RM pelvica nulla da segnalare, ascesso calcificato tramite ecografia transrettale.
Premetto che a breve dovrò ripetere tutto gli esami (PSA, RM, uroflusso etc).
La mia domanda è semplice:
Possibile che dopo un episodio di prostatite batterica curato in 8 mesi di terapie o sintomi non sono ancora spariti?
C''è il reale rischio che non spariranno mai del tutto o è il caso di verificare altre condizioni che possono provocare i miei sintomi oltre l'infiammazione prostatica?
Aggiungo che da sempre sono affetto da infiammazioni intestinali aspecifiche che però in questo periodo sono OK (calprotectina e colonscopia sono OK) e che ho subito 15 anni da un intervento di rimozione mucosa rettale distale per prolasso della stessa con ostruita defecazione, infine non so se può essere interessante ma ad inizio di questo calvario, durante una scarica diarroica mentre ero positivo al COVID, ho sentito una strana sensazione a livello perianale di elastico che parte di lati delle ossa ischiatiche all'ano spezzarsi sotto pelle.
Spero in un vostro consiglio.
Saluti.
Sono un uomo di 36 anni che da un anno soffro di problemi urologici in particolare tenesmo vescicale con fastidio a livello uretrale alla base del pene, minzioni frequenti e dolore retto-perianale.
Il tutto è iniziato dopo un episodio di febbre alta con tanto di positività al COVID.
Dopo varie analisi è emerso dalle spermiocultura infezione da enterocco fecalis trattata con ciproxin per 10 dí secondo ABG.
Purtroppo l infezione, dopo circa 2 mesi dall episodio febbrile, si è tramutata in ascesso prostatico molto doloroso con peggioramento importante dei sintomi urinarie che mi ha costretto a rivolgermi al pronto soccorso.
Da febbraio a luglio la terapia è stata improntata su numerosi cicli di antibiotici e antinfiammatori a causa della presenza costante negli esami, sia di secreto prostatico che di spermiocultura, dell' enterococco e dai sintomi severi che mi costringevano a stare sdraiato ed usare borse dell'acqua calda per alleviare i sintomi, in quanto in piedi mi era impossibile stare per la forte sensazione di emergenza minzionale e dolore uretro-perianale.
A luglio il mio urologo decide di consultare un infettivologo e mi reco al Cotugno di Napoli per esami approfonditi.
Finalmente, dopo mesi, gli esami culturali e del sangue risultano negativi ed inizio ad avere dei miglioramenti.
Ad oggi, a distanza di 4 mesi dall ultima spermiocultura negativa, ho ancora sintomi urinarie importanti che mi costringono ad andare in bagno ogni ora (non mi svegliano durante il sonno) ed avere quella fastidiosa sensazione di tenesmo, soprattutto in posizione eretta.
Ho fatto vari esami sia strumentali che non, tra cui: PSA intorno ad 1. 4 fisso e dimensione prostata giusto nei limiti, RM pelvica nulla da segnalare, ascesso calcificato tramite ecografia transrettale.
Premetto che a breve dovrò ripetere tutto gli esami (PSA, RM, uroflusso etc).
La mia domanda è semplice:
Possibile che dopo un episodio di prostatite batterica curato in 8 mesi di terapie o sintomi non sono ancora spariti?
C''è il reale rischio che non spariranno mai del tutto o è il caso di verificare altre condizioni che possono provocare i miei sintomi oltre l'infiammazione prostatica?
Aggiungo che da sempre sono affetto da infiammazioni intestinali aspecifiche che però in questo periodo sono OK (calprotectina e colonscopia sono OK) e che ho subito 15 anni da un intervento di rimozione mucosa rettale distale per prolasso della stessa con ostruita defecazione, infine non so se può essere interessante ma ad inizio di questo calvario, durante una scarica diarroica mentre ero positivo al COVID, ho sentito una strana sensazione a livello perianale di elastico che parte di lati delle ossa ischiatiche all'ano spezzarsi sotto pelle.
Spero in un vostro consiglio.
Saluti.
[#1]
I suoi problemi intestinali, con grave squilibrio della flora batterica locale (microbiòta), associato alla relativa depressione immunitaria del COVID sono stati la causa di questa intensa e prolungata prostatite batterica. Senz’altro la prolungata infiammazione ascessuale, risoltasi con la formazione di una calcificazione, sensibilizza la ghiandola estremamente sensibile, cosa che giustifica la persistenza di disturbi irritativi variabili per manifestazione ed entità. Per queste manifestazioni non esiste una terapia specifica di sicura efficacia, ma solo provvedimenti palliativi, primo fra tutti uno stile di vita generalmente indirizzato ad una ragionevole regolarità nei suoi aspetti principali: alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#3]
Vi possono essere periodi anche molto lunghi di remissione dei disturbi.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#4]
Utente
Salve dott.re, grazie per la risposta.
In attesa del ripetere degli esami avevo un altro quesito per lei.
Il primo sintomo che ho notato all inizio di questo calvario è un forte odore di pasta e piselli provenire dalle urine. In realtà questo odore mi sembra provenire più dall' interno sell uretra che dalle urine in se per se.
Questo sintomo può sempre essere legato all'infiammazione prostatica o può dipendere da altro?
Saluti
In attesa del ripetere degli esami avevo un altro quesito per lei.
Il primo sintomo che ho notato all inizio di questo calvario è un forte odore di pasta e piselli provenire dalle urine. In realtà questo odore mi sembra provenire più dall' interno sell uretra che dalle urine in se per se.
Questo sintomo può sempre essere legato all'infiammazione prostatica o può dipendere da altro?
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 293 visite dal 01/11/2024.
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