Infiammazione pelvica cistite

Buonasera, sono una donna di 34 anni che da un anno combatte con episodi di cistite e dolore genitale.

Da un primo episodio di cistite a settembre dell'anno scorso, curata con ciproxin, dopo antibiogramma che mostrava la presenza di escherichia coli, sono stata bene per un po' fino ad avere altri due episodi a distanza di poco tempo, trattati sempre con ciproxin.
Successivamente ho fatto ricorso al D- Mannosio per 3 mesi, sotto consiglio del medico di base, poichè la mia vecchia ginecologa se n'è lavata le mani.
senza ottenere comunque benefici.

Da due settimane, dopo aver accusato per tutto il periodo precedente forte dolore alla vulva e ai genitali, compresa zona perineale, si è ripresentata la cistite, stavolta con episodio di ematuria, non avuta in precedenza e bruciore al termine della minzione, con dolore anche al basso ventre e quando premo la vescica.

Inoltre dolore alle gambe e bruciore forse connesso...
Ho effettuato nuovamente esame delle urine e antibiogramma che evidenzia sempre forte carica di Escherichia Coli.

Ora da una settimana sto assumendo Cistalgan 3 compresse al giorno e levobat 500 mg per 10 giorni, sotto consiglio del nuvo ginecologo da cui sono seguita.

A detta di quest'ultimo medico la dottoressa da cui sono stata seguita precedentemente non si è accorta della presenza di infiammazione pelvica e versamento interno (che non ho compreso bene da vosa dipenda e cos'è nello specifico).

Chiedo gentilmente un riscontro poiché sono spaventata dal fatto che non passi più o che questa situazione abbia causato dei danni permanenti. Potrebbe essere una cistite interstiziale anche se risulta questo batterio nelle urine?

Vorrei sapere che indagini fare per scongiurare queste ipotesi.

Perdonate la lunghezza ma sono parecchio in ansia e vorrei capire come comportarmi.

Cordialmente
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.3k 1.9k 19
I disturbi delle vie urinarie sono di competenza specifica dell’urologo e non del ginecologo, che è uno stimato professionista, ma si occupa di altro.

La presenza di questi batteri tipici di evidente origine intestinale testimonia una probabile malfunzione a questo livello, accompagnata da uno squilibrio della importantissima flora batterica locale (microbiòta). Se non si affronta seriamente il problema alla radice, ovvero a livello intestinale, tutte le terapie urologiche tenderanno ad essere vane, con frequenti recidive. Inoltre, il frequente ricorso ad antibiotici energici causa esso stesso la selezione a livello intestinale di batteri sempre più resistenti ed aggressivi. Le consigliamo quindi di affidarsi ad un gastro-enterologo ed ancora di più un buon dietologo/nutrizionista, poiché quasi sempre l’alimentazione sta alla base di tutto.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it