Cisti bosniak III su ilo renale di rene solitario

Vorrei chiedere un parere in merito alla condizione di mio padre, di 69 anni che a febbraio 2024 ha riscontrato casualmente durante un ecografia una massa al suo rene sx, unico rene superstite
Mio padre nel 2007 ha già subito una nefrectomia allargata del rene dx con accesso retroperitoneale e laparotomia espoloativa per l'eradicazione di un carcinoma renale a cellule chiare N0 (fuhrman II);
Fino al 2014/2015 abbiamo svolto regalare follow-up con tac/ecografia senza riscontri di problemi.


Segnalo che nel 2013 vi è stato una viscerolisi e colectomia sx colon discendendete-sigma per adenoma tubulo villoso attraverso laparoscopia (NON sospetto di secondarismo rispetto alla prima neoplasia -T2N0M0R0), ove il chirurgo ha messo per iscritto un "imponente quadro aderenziale".


Da allora non abbiamo più riscontro di immaging sui reni fino a questo febbraio/marzo, quando dopo ecografia e tac siamo giunti ad una una risonanza che ha classifiicato la massa come cisti bosniak III di dimensione 35x37mm.


Con l'urologo a marzo, visto la presenza di un solo rene, abbiamo convenuto di darci 6 mesi per una nuova risonanza evaluativa, che poche settimane fa ha confermato ancora si tratti di una bosniak III di dimensione leggermente aumentata 44x33, con il seguente referto: "parete non significativamente ispessita con setti contestuali ispessiti ed enan anti che delimitano lacune cistiche a contenuto emorragico e/o proteinaceo.
proprio queste ultime sembrano attualmente aumentate di dimesione".


Faccio notare che la massa si trova esattamente nell'ilo renale sx, portando l'urologo/chirurgo ad essere molto cauto, mostrandoci il rischio di una nefrectomia parziale che sfoci causa eventi in una rimozione totale con conseguente dialisi; tenuto conto inoltre "dell'imponente quandro aderenziale", il nostro chirurgo/urologo ha escluso l'utilizzo di robot da vinci o laparoscopia in uso nella sua struttura a priori.


Inoltre oggi dopo aver consultato il radiologo interventista sembrava escludere anche un embolizzazione percutanea come crioablazione, ecc.


Ora mi chiedo la natura emorragica evidenziata nella risonanza che quadro di rischio comporta per una nefrectomia parziale sull'ilo: ci sono speranze di poter salvare il rene con una massa così fattà all'interno dell'ilo andando verso una chirurgia open?
Oppure la possibilità di salvare il rene sono obbiettivamente basse e si devono scontrare con l'esigenza di eradicare una massa potenzialmente maligna?


Una criablazione o una termoablazione a radio frequenze non sono una via più sicura ad evitare il clampaggio del rene?
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Anche noi valuteremmo con il radiologo interventista le possibilità di una terapia focale, es. radiofrequenze. o simili.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
la ringrazio dottore per la risposta.
Come dicevo l'urologo/chirurgo DOPO aver consultato il radiologo interventista ha escluso un embolizzazione percutanea perchè a suo avviso sono sempre a rischio i vasi dell'ilo renale sx con queste pratiche.

Mi chiedevo è il caso di tentare di avere il parere di un ulteriore tecnico radiologo, come mi sembra voglia suggerire?

Inoltre un intervento chirurgico laporotomico per nefrectomia parziale della massa nell'ilo renale che percentuale di rischio comporta? vista la sua esperienza da urologo il rischio di perdere il suo ultimo rene e finire in dialisi e maggiore della speranza che la massa sia eradicata in maniera conservativa dell'organo?
Premetto che il chirurgo e l'ospedale sono classificati tra i primi 10 centri d'italia per ricoveri dovuti a prostatectomia.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Pensiamo che a 70 anni sia assai più opportuno mantenere un atteggiamento attendista o mini invasivo, anche a costo di non essere radicali, piuttosto che rischiare di dover sacrificare un rene unico.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Dr. Alessandro Sciarra Urologo 616 36
Buongiorno sicuramente una situazione complessa.
Parliamo di un paziente con una storia di malattia neoplastica renale, monorene. Con una cisti complessa aumentata significativamente di dimensioni Bosniak tre con rischio per patologia neoplastica ma non sicurezza come potrebbe essere una massa solida.
La posizione vicino ilo vascolare renale e la pregressa colectomia con importanti aderenze complicano un eventuale intervento.
Considerando l' aspetto cistico con contenuto liquido e la posizione peri ilo renale, escluderei trattamenti di crioablazione o radiofrequenza.
Intervento: un intervento robotico non è da escludere per via extra peritoneale, così facendo si potrebbe superare il problema delle aderenze e si arriverebbe subito ad un controllo dell ilo vascolare e della massa. Il rischio di dover togliere tutto il rene rimane ma forse con questo accesso può essere ridotto.
Se si decide di osservare, il rischio è che possa essere una formazione maligna e più cresce maggiore be' la sicurezza di una nefrectomia. Non è un problema di materiale ematico nella cisti quanto un problema di posizione vicino ai grandi vasi renali e di dimensioni.
È una valutazione difficile da concordare con un centro ad alti volumi per la chirurgia renale ed in base ad immagini degli esami TC o RM eseguiti.

Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Coordinatore Gruppo multidisciplinare tumore prostata
Università Sapienza di Roma

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it