Stenosi a livello fossa navicolare

Buongiorno, da anni ho il seguente problema che nn riesco a risolvere. Quando urino rimane sempre un residuo di urine (a volte anche con senso di bruciore), una stasi nell’ultimo tratto dell’uretra all’altezza della fossa navicolare, a volte più verso il meato uretrale a volte più all’inizio del glande, raramente più in basso verso l’asta del pene. Per espellere detto residuo mentre urinavo mi è venuta un’ernia inguinale, risolta con intervento chirurgico. Il residuo di urine che rimane intrappolato nel tratto descritto è molto fastidioso. Talvolta, dopo lo sforzo, esce l’urina e sembrerebbe completata la minzione, invece in un secondo tempo, dopo anche diversi secondi, come fosse a scoppio ritardato, l’effetto dello sforzo prodotto (sforzo sufficiente per urinare, mi guardo bene dallo sforzarmi dopo che mi è venuta un ernia), l’urina raggiunge e si deposita nella fossa navicolare. All’inizio ho pensato che fosse una mia impressione ma non era così. Difatti, strizzando il glande il residuo di urina schizza fuori prontamente, ma lasciandomi sempre con la sensazione che ancora ne permanga nel medesimo tratto di uretra. Insomma, per urinare completamente ed espellere il fastidioso residuo ci metto molti minuti. Inoltre, urino spesso, ogni 2, 3, massimo 4 ore, anche di notte, ed è molto fastidioso. Ho provato anche a smettere di bere entro le 20, ma è inutile. Bevo circa 2lt. di acqua al giorno. Ho consultato molti urologi, ma riferirò per ovvi motivi di spazio sl degli ultimi 2 consulti. Il penultimo riferisce che il PSA è normalissimo, uroflussimetria perfetta, (anche se mi dice che ci ho messo tanto a urinare), la prostata è normale, poi prende una sorta di beccuccio/cannula dove inserisce una sostanza che sembrava della crema e la inserisce nel meato uretrale. Dopo mi fa urinare chiedendomi se il fastidio fosse migliorato. Mi spiegate cosa mi ha fatto perché ho dimenticato di chiederglielo. Comunque il risultato nn è stato quello auspicato essendo il fastidio rimasto inalterato. Poi prescrive integratore a base di Serenoa repens, ecc. che non sortisce alcun effetto. L’ultimo urologo consultato prescrive tampone uretrale, col risultato seguente, sviluppo alcune colonie di batteri GRAM+ identificate per STAFILOCOCCHI Spp. e mi consiglia Cefixime400, 10 gg. ma non tollero quasi tutti gli antibiotici tranne i macrolidi. A tal proposito il mio medico di base sostiene che gli stafilococchi sono normalmente presenti in situ ed è contrario a terapie antibiotiche per la loro presenza. Ha ragione? Visto che a seguito di altro tampone uretrale, altro urologo, con sviluppo alcune colonie di batteri GRAM+ identificate per STAFILOCOCCHI (senza ci fosse scritto Spp) prescriveva levofloxacina500, 10 gg. (presa sopportando gli effetti collaterali). In conclusione, che cosa devo fare? Ha senso eradicare un batterio che vive normalmente in situ? Potrei attraverso un rapporto sessuale anche orale infettare la mia compagna? Soprattutto che mi consigliate di fare per risolvere il mio problema?
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Dr. Paolo Piana Urologo 41.8k 1.8k 19
Noi siamo in completo accordo con il suo medico curante ed assolutamente contrari alla somministrazione di antibiotici in casi come questi, che sono abbastanza frequenti. D'altronde, la assai prevedibile inefficacia dovrebbe indurre a non insistere. Altra cosa è la definizione del suo problema funzionale, che pare piuttosto enigmatico, ma quasi sicuramente a causa non infettivs. Ci sarebbe utile conoscere nel dettaglio i risutati della flussometria. Dirimente diremmo sarebbe una attenta valutazione endoscopica (uretro-cistoscopia), che ci pare non sia ancora stata effettuata.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Grazie dottore per la sua risposta, come da lei richiesto riporto di seguito i risultati dell’ultima flussometria effettuata: Tempo di attesa 30.8 s; Flusso massimo 46 ml/s; Flusso medio 12 ml/s; Tempo al flusso massimo 9.8 s; Tempo tra 5% e 95% 176.3 s; Tempo di flusso 51.4 s; Tempo di discesa 169.0 s; Tempo di svuotamento 269,4 s; Volume al flusso massimo 263 ml; Volume vuotato 639 ml; Flusso massimo corretto 1.8 ml s; Accelerazione 4.7 ml/s2. Non posso riportare per ovvi motivi, né il grafico della flussometria, né il diagramma di Siroky, ma qualora fosse importante mi dica come fare per farglielo visionare. Riguardo, l’opportunità di effettuare la uretro-cistoscopia, riporto quanto riferito dall’ultimo urologo consultato, il quale ritiene che, nel tratto di uretra interessato sia impossibile possa esserci una stenosi uretrale e dalla visita non rileva presenza di diverticoli che, sempre a suo dire, talvolta posso essere presenti e causare un disturbo da ostruzione. Tuttavia, se lei ritiene dirimente l’indagine endoscopica la effettuerò anche se l'ultimo urologo consultato non pensa possa servire. Riguardo la sua definizione di : "problema funzionale, che pare piuttosto enigmatico" visto che diversi professionisti specializzati in urologia non sono riusciti a capirlo e risolverlo, non posso che darle ragione. Riguardo la terapia antibiotica, visto che, anche lei che è uno specialista concorda con il parere del mio medico di base, non effettuerò la terapia antibiotica prescritta dall’ultimo urologo a seguito di quanto emerso dal tampone uretrale effettuato. Però, non posso non chiederle quanto segue, riguardo questi patogeni normalmente presenti: 1. Se; 2. Quando; 3. Come possono arrecare problemi seri ed andrebbero trattati; 4. Da ultimo, come andrebbero efficacemente trattati per eradicarli, vista l’impotenza anche di antibiotici piuttosto efficaci quali chinolonici e cefalosporine, e dunque l'inefficacia (anche a suo dire) di terapie antibiotiche che rimangono infruttuose; 5. Come prevenirne la probabile ricomparsa. Domande che mi sembrano pertinenti, poiché, anche se normalmente presenti sono pur sempre patogeni e comunque stazionano in situ, e sembra una spada di Damocle, ergo, una minaccia sempre presente e latente. Da ultimo, le rinnovo la seguente domanda, già precedentemente posta, se attraverso un rapporto sessuale anche orale potrei infettare la mia compagna? Un cordiale saluto.
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Dr. Paolo Piana Urologo 41.8k 1.8k 19
Generalmente parlando, una flussometria con un volume vuotato di 639 ml non sarebbe attendibile, perché il volume eccessivo può influire sugli altri risultati. Una buona flussometria doverbbe basarsi su un volume vuotato tra i 250 ed i 300 ml circa. Il flusso massimodi 46 ml/sec pare straordinariamente elevato (una fontana!), tanto da far dubitare della reale qualità globale dell'esame. D'ogni modo, noi stiamo valutando se vi è una stenosi e con questi risultati diremmo che si possa escludere un restringimento.
Ribadiamo comunque la necessità di una valutazione endoscopica in sedazione.
I contaminanti superficiali sono assolutamente comuni, come abbiamo già scritto la scarsità od assenza di cellule infiammatorie (leucociti) nel sedimento dell'esame delle urine esclude l'infezione urinaria ed in assenza di febbre non giustifica la terapia antibiotica. La loro origine è perlopiù intestinale, se coesistono problemi da questo punto di vista, questi dovrebbero essere affrontati separatamente.
Nessun problema di trasmissione per via sessuale.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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