Litiasi renale ureterale ostruente
Porto alla Vs cortese attenzione il caso clinico di una mia famigliare.
Vi scrivo sperando di avere un aiuto a comprendere cosa stia avvenendo negli ultimi tempi circa la mia calcolosi al rene sinistro attiva da circa 10 anni.
Dal 2014 al 2017 ho lottato con una sepsi, con coliche ESWEL e con due interventi di URETEROSCOPIA ma, dopo il primo lungo ricovero, non sono andata in ps per le varie espulsioni succedutesi nel tempo.
L’assunzione poi di allopurinolo dal 2017 aveva liberato il rene lasciando solo qualche piccolo calcolo senza più coliche.
Quest'anno, dopo un ciclo di radioterapia conseguente ad un intervento di isterectomia totale per carcinoma uterino non metastatico, una violentissima colica con dolore diffusosi dall’inguine sinistro mi portava ai primi di dicembre al PS e dopo 2 gg la visita urologica ambulatoriale prescriveva il ricovero in una zona preoperatoria.
Dopo l’intervento di URETEROSCOPIA con litotrissia laser effettuato in serata, ci sono state conseguenze sia per il dolore, sia per l'abbondante sangue presente nella sacca di drenaggio come pure dopo la dimissione per molti gg nelle urine.
Un'ecografia effettuata circa un mese dopo aver tolto lo stent rivelava una dilatazione del bacinetto.
Il giorno prima di Pasqua altro violentissimo dolore, sempre partito dall’inguine sinistro e senza risposta alle gocce di Toradol, mi riportava al PS dove una Tac rivelava la presenza di un piccolo calcolo nell’uretere sinistro e un DAP di 40mm.
La terapia è stata: flebo TORADOL 100 cc; Fentanest 100 cc.
Una terapia successiva alla dimissione a base di OMNIC e Decortene dopo due gg faceva espellere un calcolo piccolissimo e di colore molto chiaro.
Alla fine di giugno un'eco di controllo riportava assenza di dilatazione e presenza nel rene sx di un calcolo di cm 0, 5.
Alcuni gg fa, il 19 agosto in una località di vacanza, emergeva un dolore simile sempre a partire dall'inguine sinistro resistente a 40 gg di Toradol; in PS, dopo una flebo dì Paracetamolo e dopo i controlli radiografici RX ECO TAC, non compariva nessun calcolo nell’uretere ma una marcata dilatazione calcio - pielica e il permanere di qualche calcolo a livello del rene (probabilmente il calcolo era stato espulso con le urine dopo la flebo).
In tutto 12 ore di PS e con le dimissioni il consiglio di effettuare ecografia di controllo a breve e tac con mezzo di contrasto appena possibile.
In attesa di poter fare i controlli consigliati nel timore di finire in un altro PS della penisola, chiedo cosa possa essere successo nell'uretere durante la URS di dicembre per aggravare così pesantemente una situazione che in passato è stata affrontata sia senza conseguenze dopo due URS simili e con diverse espulsione di calcoli anche piuttosto consistenti grazie solo all'aiuto di gocce di Toradol.
Ringrazio per la lettura del mio caso e per le risposte che spero mi verranno fornite.
Distinti saluti.
Vi scrivo sperando di avere un aiuto a comprendere cosa stia avvenendo negli ultimi tempi circa la mia calcolosi al rene sinistro attiva da circa 10 anni.
Dal 2014 al 2017 ho lottato con una sepsi, con coliche ESWEL e con due interventi di URETEROSCOPIA ma, dopo il primo lungo ricovero, non sono andata in ps per le varie espulsioni succedutesi nel tempo.
L’assunzione poi di allopurinolo dal 2017 aveva liberato il rene lasciando solo qualche piccolo calcolo senza più coliche.
Quest'anno, dopo un ciclo di radioterapia conseguente ad un intervento di isterectomia totale per carcinoma uterino non metastatico, una violentissima colica con dolore diffusosi dall’inguine sinistro mi portava ai primi di dicembre al PS e dopo 2 gg la visita urologica ambulatoriale prescriveva il ricovero in una zona preoperatoria.
Dopo l’intervento di URETEROSCOPIA con litotrissia laser effettuato in serata, ci sono state conseguenze sia per il dolore, sia per l'abbondante sangue presente nella sacca di drenaggio come pure dopo la dimissione per molti gg nelle urine.
Un'ecografia effettuata circa un mese dopo aver tolto lo stent rivelava una dilatazione del bacinetto.
Il giorno prima di Pasqua altro violentissimo dolore, sempre partito dall’inguine sinistro e senza risposta alle gocce di Toradol, mi riportava al PS dove una Tac rivelava la presenza di un piccolo calcolo nell’uretere sinistro e un DAP di 40mm.
La terapia è stata: flebo TORADOL 100 cc; Fentanest 100 cc.
Una terapia successiva alla dimissione a base di OMNIC e Decortene dopo due gg faceva espellere un calcolo piccolissimo e di colore molto chiaro.
Alla fine di giugno un'eco di controllo riportava assenza di dilatazione e presenza nel rene sx di un calcolo di cm 0, 5.
Alcuni gg fa, il 19 agosto in una località di vacanza, emergeva un dolore simile sempre a partire dall'inguine sinistro resistente a 40 gg di Toradol; in PS, dopo una flebo dì Paracetamolo e dopo i controlli radiografici RX ECO TAC, non compariva nessun calcolo nell’uretere ma una marcata dilatazione calcio - pielica e il permanere di qualche calcolo a livello del rene (probabilmente il calcolo era stato espulso con le urine dopo la flebo).
In tutto 12 ore di PS e con le dimissioni il consiglio di effettuare ecografia di controllo a breve e tac con mezzo di contrasto appena possibile.
In attesa di poter fare i controlli consigliati nel timore di finire in un altro PS della penisola, chiedo cosa possa essere successo nell'uretere durante la URS di dicembre per aggravare così pesantemente una situazione che in passato è stata affrontata sia senza conseguenze dopo due URS simili e con diverse espulsione di calcoli anche piuttosto consistenti grazie solo all'aiuto di gocce di Toradol.
Ringrazio per la lettura del mio caso e per le risposte che spero mi verranno fornite.
Distinti saluti.
[#1]
Una storia clinica così complessa ed articolata sarebbe impegnativa da valutare anche direttamente. disponendo di tutti i referti, sia degli esami che degli interventi. Le rendiamo merito dell'impegno profuso nella relazione, ma questa non è sufficiente ad esprimere a distanza un giudizio concreto. Possiamo limitarci quindi ad esprimere solo qualche considerazione.
La presenza in quantità variabile di sangue nelle urine è quasi costante dopo qualsiasi intervento urologico endoscopico, non è pertanto necessariamente segno di particolari difficoltà tecniche nell'intervento o lesioni procurate.
La dilatazione renale residua a poca distanza dall'intervento può essere stata ancora una conseguenza della precedente ostruzione, ma anche lo stent stesso, a causa del reflusso dalla vescica al rene può sostenere una certa dilatazione.
Il susseguirsi delle coliche è purtroppo dovuto alla persistenza nelle vie urinarie di frammenti o piccoli calcoli. Purtroppo la bonifica totale resta un po' un miraggio. La TAC in programma dovrebbe darci un quadro più chiaro su cui si potranno fare delle previsioni.
In una situazione come la sua è indispensabile cercare di ridurre quanto possibile il rischio di recidiva. E' pertanto necessario conoscere l'esatta composizione dei calcoli (anche gli ultimi asportati/espulsi) ed eseguire una precisa valutazione metabolica su sangue ed urine. Se questa fosse stata fatta in passato, sarebbe comunque il caso di ripeterla.
La presenza in quantità variabile di sangue nelle urine è quasi costante dopo qualsiasi intervento urologico endoscopico, non è pertanto necessariamente segno di particolari difficoltà tecniche nell'intervento o lesioni procurate.
La dilatazione renale residua a poca distanza dall'intervento può essere stata ancora una conseguenza della precedente ostruzione, ma anche lo stent stesso, a causa del reflusso dalla vescica al rene può sostenere una certa dilatazione.
Il susseguirsi delle coliche è purtroppo dovuto alla persistenza nelle vie urinarie di frammenti o piccoli calcoli. Purtroppo la bonifica totale resta un po' un miraggio. La TAC in programma dovrebbe darci un quadro più chiaro su cui si potranno fare delle previsioni.
In una situazione come la sua è indispensabile cercare di ridurre quanto possibile il rischio di recidiva. E' pertanto necessario conoscere l'esatta composizione dei calcoli (anche gli ultimi asportati/espulsi) ed eseguire una precisa valutazione metabolica su sangue ed urine. Se questa fosse stata fatta in passato, sarebbe comunque il caso di ripeterla.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 341 visite dal 25/08/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.