Bruciore da sclerosi collo vescicale
Buongiorno, sono un uomo di 35 anni e da più di un anno soffro di bruciore cronico in area pelvico prostatica.
Pratico ciclismo da 4 anni al livello amatoriale e il bruciore è cominciato a spuntarmi in un periodo di allenamenti parecchio intensi caratterizzati da molto sforzo e stress e in concomitanza di un errato posizionamento in sella.
Mi accorgevo di dover andare spesso e in maniera ravvicinata ad urinare, specie la notte.
Ho consultato diversi specialisti e fatto molti accertamenti.
Gli esami di urinocultura e spermiocultura sono sempre stati negativi, le dimensioni della prostata sono normali e anche la consistenza, il psa è 0.8. Gli unici riscontri oggettivi che ho avuto, vengono da un cistoscopia eseguita senza sedazione che ha appurato una evidente sclerosi del collo vescicale e dalle urinoflussometrie che evidenziano un mitto ipovalido e prolungato con di Qmax 12 ml/s Qm 5 ml/s (maggio 23) e Qmax 17.1 ml/s Qm 7.2 ml/s (aprile 24), quest'ultima eseguita a vescica strapiena per volere dello specialista, insignificante residuo in vescica.
Ho effettuato terapie a base di serenoa, alfalitici accompagnati da mio rilassanti, onde d'urto, supposte con cortisone, ma nulla di tutto questo ha migliorato il mitto e il bruciore.
Gli antinfiammatori tradizionali fanno appena una carezza nei momenti di elevata infiammazione, ma non danno un beneficio definitivo e duraturo.
Sotto indicazione dello specialista ho effettuato anche delle visite dal neurologo, dal chiropratico e dal fisioterapista che hanno appurato che sia schiena che pavimento pelvico sono in ordine e non presentano nulla di particolarmente rilevante.
Quasi tutti i vostri colleghi mi hanno mi hanno assicurato che l'attività del ciclismo è ininfluente per il mio stato infiammatorio, ma lo stesso ho provato ad effettuare dei periodi anche di 3 mesi di stop che non hanno però prodotto alcun miglioramento.
Ad oggi continuo ad andare in bici perché paradossalmente noto che è la cosa che mi da più sollievo in certi momenti, ma ho sempre comunque questo bruciore di fondo che a giorni aumenta o diminuisce a suo piacimento.
Non seguendo alcuna terapia convenzionale perché sono più i disturbi che i benefici.
Preciso che faccio un alimentazione super pulita, non bevo alcolici e pratico regolari rapporti sessuali, anche se l'eiaculazione la sento un po' congestionata come se fosse incompleta (in piccolissima parte, per intenderci, come se assumessi urorec, ma con normale fuoriuscita).
Mi è stata prospettata l'ipotesi d'intervento, anche se vorrei rimandarlo al più tardi possibile per via della possibile perdita dell'eiaculazione, ma ho letto e sentito di diversi casi che hanno solo migliorato il mitto senza però risolvere il problema del bruciore.
In base alle vostre esperienze, riteniate sia così?
esistono ulteriori strade da poter tentare oltre quelle che ho sopra descritto?
Ringrazio anticipatamente
Pratico ciclismo da 4 anni al livello amatoriale e il bruciore è cominciato a spuntarmi in un periodo di allenamenti parecchio intensi caratterizzati da molto sforzo e stress e in concomitanza di un errato posizionamento in sella.
Mi accorgevo di dover andare spesso e in maniera ravvicinata ad urinare, specie la notte.
Ho consultato diversi specialisti e fatto molti accertamenti.
Gli esami di urinocultura e spermiocultura sono sempre stati negativi, le dimensioni della prostata sono normali e anche la consistenza, il psa è 0.8. Gli unici riscontri oggettivi che ho avuto, vengono da un cistoscopia eseguita senza sedazione che ha appurato una evidente sclerosi del collo vescicale e dalle urinoflussometrie che evidenziano un mitto ipovalido e prolungato con di Qmax 12 ml/s Qm 5 ml/s (maggio 23) e Qmax 17.1 ml/s Qm 7.2 ml/s (aprile 24), quest'ultima eseguita a vescica strapiena per volere dello specialista, insignificante residuo in vescica.
Ho effettuato terapie a base di serenoa, alfalitici accompagnati da mio rilassanti, onde d'urto, supposte con cortisone, ma nulla di tutto questo ha migliorato il mitto e il bruciore.
Gli antinfiammatori tradizionali fanno appena una carezza nei momenti di elevata infiammazione, ma non danno un beneficio definitivo e duraturo.
Sotto indicazione dello specialista ho effettuato anche delle visite dal neurologo, dal chiropratico e dal fisioterapista che hanno appurato che sia schiena che pavimento pelvico sono in ordine e non presentano nulla di particolarmente rilevante.
Quasi tutti i vostri colleghi mi hanno mi hanno assicurato che l'attività del ciclismo è ininfluente per il mio stato infiammatorio, ma lo stesso ho provato ad effettuare dei periodi anche di 3 mesi di stop che non hanno però prodotto alcun miglioramento.
Ad oggi continuo ad andare in bici perché paradossalmente noto che è la cosa che mi da più sollievo in certi momenti, ma ho sempre comunque questo bruciore di fondo che a giorni aumenta o diminuisce a suo piacimento.
Non seguendo alcuna terapia convenzionale perché sono più i disturbi che i benefici.
Preciso che faccio un alimentazione super pulita, non bevo alcolici e pratico regolari rapporti sessuali, anche se l'eiaculazione la sento un po' congestionata come se fosse incompleta (in piccolissima parte, per intenderci, come se assumessi urorec, ma con normale fuoriuscita).
Mi è stata prospettata l'ipotesi d'intervento, anche se vorrei rimandarlo al più tardi possibile per via della possibile perdita dell'eiaculazione, ma ho letto e sentito di diversi casi che hanno solo migliorato il mitto senza però risolvere il problema del bruciore.
In base alle vostre esperienze, riteniate sia così?
esistono ulteriori strade da poter tentare oltre quelle che ho sopra descritto?
Ringrazio anticipatamente
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Il PSA è essenzialmente un marcatore del tumore della prostata, evenienza inverosimile alla sua età di 35 anni, pertanto l'esecuzione di questo esame è da ritenersi assolutamente inutile ed uno spreco di denaro, pubblico o privato che sia.
Nel suo caso, la diagnosi di alterazione congenita del collo vescicale è ormai stata evidenziata sia endoscopicamente che strumentalmente (flussometria), l'ostruzione è quindi evidente e sarebbe assai meglio risolverla per evitare un pericoloso sfiancamento progressivo ed irreversibile della vescica. Questo a prescidere da questa sindrome dolorosa del pavimento pelvico (CPPS) per la quale leggiamo lei abbia già tentato tutte le strade ragionevoli. Le restano quelle meno convenzionali dell'agopuntura e dell'osteopatia, che ci permettiamo unicamente di citare, ma non consigliare espressamente.
Nel suo caso, la diagnosi di alterazione congenita del collo vescicale è ormai stata evidenziata sia endoscopicamente che strumentalmente (flussometria), l'ostruzione è quindi evidente e sarebbe assai meglio risolverla per evitare un pericoloso sfiancamento progressivo ed irreversibile della vescica. Questo a prescidere da questa sindrome dolorosa del pavimento pelvico (CPPS) per la quale leggiamo lei abbia già tentato tutte le strade ragionevoli. Le restano quelle meno convenzionali dell'agopuntura e dell'osteopatia, che ci permettiamo unicamente di citare, ma non consigliare espressamente.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 333 visite dal 20/08/2024.
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